Stamani
si è svolta, presso il Tribunale della Spezia, l'udienza di discussione della richiesta di archiviazione dello
stralcio spezzino della inchiesta sulle navi c.d. dei veleni e dei relativi
affondamenti abusivi lungo le rotte meditterrenee nonchè dei presunti
affondamenti di rifiuti pericolosi nel nostro golfo o in aree ad esse
limitrofe. Legambiente ha presentato da tempo opposizione a questa richiesta di
archivazione della Procura della Spezia e stamane sono state presentate
ulteriori memorie a sostegno di detta opposizione.......
Ovviamente attendiamo con fiducia e rispetto la
decisione del giudice per le indagini preliminari e su questo come dire e per
ora non ho altro da aggiungere.
Ma questa mattina nel contraddittorio in aula non
ci si è confrontati solo nel merito della vicenda ma il Procuratore che ha
richiesto l'archiviazione si è avventurato ben oltre quelli che erano i suoi
compiti che ricordo erano e sono quelli di valutare le condizioni per la
prosecuzione delle indagini oggetto dell'esposto a suo tempo depositato da Legambiente.
Il procuratore si è preso il compito (non
richiesto dal suo ruolo) di indicare come debbano essere interpretati i diritti
che le associazioni ambientaliste e i cittadini attivi hanno di adire la
giustizia nazionale per tutelare l'ambiente e la salute.
Il Procuratore nel pieno della sua replica volta
a confermare la richiesta di archiviazione dell'esposto di Legambiente ha
affermato: "Legambiente deve smetterla di
presentare azioni legali che servono solo a intralciare gli organi inquirenti
distogliendoli da indagini più importanti". Non si trattava quindi di
un riferimento puntuale alla inchiesta oggetto della udienza ma della affermazione
di un principio generale valido non solo per Legambiente ma per ogni associazione o comitato di cittadini attivi.
Insomma, volendo portare a logiche conclusioni
l'affermazione del Procuratore, compito di una Procura non sarebbe solo quello di
valutare la fondatezza di un esposto o di una denuncia ma addirittura di
"selezionare preventivamente" ciò che merita di essere indagato,
quali siano le priorità negli interessi ambientali da tutelare da parte degli
ambientalisti, quali debbano essere i contenuti di queste denunce ed
esposti.....insomma è come se il Procuratore avesse detto: "prima di depositare una denuncia od un
esposto venite da me che verifico se il contenuto di questi atti è compatibile
con le mie strategie di indagine, con le mie priorità di indagine" sic!
Siamo
quindi ben oltre la logica delle "indagini difensive" che il codice
di procedura penale riconosce ai soggetti che presentino esposti,
denunce e che come dire richiede certamente un salto di qualità nella gestione dell'azione penale da parte anche di associazioni e comitati....qui da parte della Procura si afferma un sorta di nuovo istituto di
procedura penale "Le indagini programmate dalla stessa Procura"!
Siamo allo stravolgimento delle stesse norme
europee sull'accesso alla giustizia in materia ambientale da parte di cittadini e associazioni come pure a quanto affermato
recentemente dal Consiglio di Stato secondo il quale: "La tutela dell'ambiente rientra nei compiti costituzionali dello Stato, ma le finalità di protezione dell'ambiente rappresentano una
delle modalità di applicazione del principio di sussidiarietà orizzontale
recepito dall’art. 118, ultimo comma, Cost., e quindi impongono una lettura
dinamica delle attribuzioni delle associazioni, coordinata al concreto
evolversi della sensibilità sociale in tema di tutela degli interessi diffusi”. In altri
termini le associazioni ambientaliste svolgono
quindi una funzione suppletiva a quella statale nel rispetto delle finalità di
tutela dell'ambiente previste dalla costituzione e dalla legge in generale.
Ma forse nel caso di cui stiamo parlando non c'è
neppure bisogno di scomodare complessi ragionamenti in punto di diritto, forse
tutto potrebbe riassumersi in una battuta: "non disturbate il conduttore"......
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