giovedì 20 febbraio 2020

Rapporto porto-città a Spezia occorre farla finita con i professionisti della "Balla"!

Ancora devo leggere su La Nazione di oggi (vedi titolo a fianco) dichiarazioni, di autorevoli esponenti della imprenditoria locale, false ed arroganti sul rapporto porto città.
Chiedere maggiore vivibilità per i quartieri della zona est della città non vuol dire chiudere o limitare il porto. Vuol dire chiedere di avere un porto simile a quello di molte città del nord europa .
Se questo non è possibile allora gli operatori portuali devono farsi carico direttamente di risolvere il problema di rumori e emissioni aeriformi investendo senza aspettare la pappetta statale anche arrivando a risarcire economicamente i residenti di quei quartieri la cui qualità della vita e i cui valori immobiliare ormai valgono meno di niente.

Non capire tutto ciò è un modo di ragionare che con il liberismo e la tutela del diritto di impresa compreso lo sviluppo economico non c'entra nulla! Ragionare come ragiona questo signore nelle sue dichiarazioni sul quotidiano di oggi, purtroppo non isolato nei suoi deliri arroganti, significa pensare da monopolisti senza scrupoli, monopolisti con i soldi statali di investimento delle infrastrutture portuali, monopolisti statalisti!

Il porto deve convivere con la città e per farlo devono essere rispettate le indicazioni che emergono dagli atti del 2006 come spiego, inascoltato da anni. L'ultima volta l'ho spiegato in questo post QUI, per chi ha voglia di leggerlo, e non ci voglio tornare un altra volta.
In questo nuovo post mi limito a ricordare un episodio emblematico

Da assessore all'ambiente proposi un accordo Comune e Autorità Portuale per uno studio organico sul rischio ambientale e sanitario nella zona est della città al fine di definire i paletti ambientali sul rapporto porto città che dovevano entrare dentro il futuro Piao Regolatore del Porto poi approvato nel 2006, quello studio non venne mai alla luce perché l'Autorità Portuale dopo avere sottoscritto a parole l'impegno (in un incontro tenutosi nella sede della Autorità) non lo firmò mai e non rispose mai più ai miei solleciti, anche scritti di cui ho copia, per dare attuazione a quanto concordato. A proposito: era il 1999 e presidente della Autorità Portuale era il signore che ora "ciancia" sui "professionisti del NO"!

Non so cosa voglia dire "professionisti del NO", io sono un professionista del diritto ambientale, ma di sicuro se sul porto il conflitto con una parte di città è ancora aperto, ci sono responsabilità e non stanno certo dalla parte ambientalista visto che ( a differenza di altre vertenze) sul porto gli ambientalisti in questi anni non sono riusciti a portare a casa quasi nulla. Non è il porto che si è bloccato, è la vita di chi vive nei quartieri di Canaletto e Fossamastra che è sospesa da anni!

Tutto il resto sono chiacchiere propagandistiche di chi vive il suo quotidiano in zone tranquille e vivibili!

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