“Quanto al
potere giudiziario, deve essere sottoposto solo alla legge, di cui deve attuare
alla lettera i contenuti, deve essere la bouche de la lois)” Charles-Louis de Secondat, barone de La
Brède et de Montesquieu.
Il Professore
Angelo Panebianco sul Corriere della Sera di oggi sul caso Ilva di Taranto
scrive: "se non fossero stati
sostenuti da una diffusa sindrome antindustriale, i magistrati di Taranto, avrebbero
forse attivato, come chiedeva il governo, percorsi dagli esiti meno distruttivi
per l'industria italiana".
Diciamo la
verità Il professore Panebianco con questa dichiarazione dimostra di avere la
cultura istituzionale di un lombrico (senza offesa per i lombrichi)....
Egregio
professore, i magistrati non devono intraprendere “percorsi” magari mediando con i politici, ma devono applicare la
legge.
In secondo
luogo il Governo (nazionale e regionale) non deve "chiedere" ai magistrati nulla (articoli 101 e 104 della Costituzione,
vero professore?).
Il governo
deve agire preventivamente: sviluppando istruttorie corrette, vigilando sul
rispetto di legge e prescrizioni, indirizzando la gestione concreta delle
aziende e contrattando con l'impresa e i cittadini (si qui va bene la mediazione) modalità operative
gestionali sostenibili per l'ambiente la salute e l'impresa. E se questo non è
possibile le autorità amministrative (governo, regione, enti tecnici come Arpa
e Asl) devono intervenire preventivamente sospendo le attività imponendo nuove
prescrizioni. Se lo avessero fatto, nel caso Ilva, 10 anni fa forse non saremmo
arrivati al punto in cui siamo.
L'intervento
dei magistrati di fronte ai reati è un atto dovuto per la legge, ma visto dal punto di vista della politica è una
sconfitta di quest'ultima..... l'ennesima in un paese che, non avendo mai avuto
cultura della legalità e della separazione dei poteri, continua (anche nei suoi intellettuali e professori
universitari) a rimuovere:
1. la distinzione dei ruoli istituzionali,
2. l'importanza
delle istruttorie che portano alle decisioni,
3. l'importanza della distinzione
tra una politica di prevenzione e una di repressione.
Sperando sempre che tutto si possa accomodare
con pateracchi di mediazione contra legem che alla fine producono danni, di
volta in volta, all'ambiente e alla salute o all'impresa o ad entrambe come è
accaduto a Taranto.
Il caso di
Taranto, mi ricorda da vicino la questione dell’inquinamento da rumore prodotto
dal porto di Spezia. Nel 2000 mi
dimisi da Assessore per la palese intromissione delle autorità amministrative
locali (Provincia e Comune) nella inchiesta allora aperta per inquinamento da
rumore prodotto dal porto.
Allora con
una forzatura istituzionale, e bypassando la Procura spezzina, il porto venne
riattivato senza risolvere minimamente il problema del rumore che è tutt’ora
irrisolto. All'epoca io affermai, dimettendomi, che il Sindaco non doveva occuparsi delle inchieste della
magistratura, ma attivarsi per prevenirle. Come?:
1. esercitando le sue funzioni di autorità
sanitaria,
2. applicando la normativa sul rumore da parte della Autorità Portuale,
3. utilizzando i controlli dei Vigili urbani sezione ambiente,
4. sollecitando
Arpal ed Asl ad intervenire.
Ovviamente
nulla di tutto ciò venne fatto e, a distanza di oltre 10 anni, il problema dell’inquinamento
da rumore del porto è ancora li, perché a Spezia non abbiamo neppure una
magistratura che sa intervenire quando è arrivato il momento della repressione
degli illeciti ambientali (area ex ip, discariche nelle colline di Pitelli, Piazza Verdi sono solo alcuni esempi lontani e vicini nel tempo).
In una
società democratica e rispettosa della legge e della distinzione delle funzioni
istituzionali, la politica dovrebbe
risolvere i problemi con l’amministrazione attiva, prevenendo conflitti,
inquinamenti e danni alla salute dei cittadini e non lasciandoli marcire con il rischio che
vengano risolti con la logica inevitabilmente repressiva della magistratura
oppure vengano addirittura rimossi come nella nostra città: dove per anni venne
rimosso il problema delle emissioni odorigene dalla bonifica dell’area ex IP, dove lo scandalo di Pitelli è esploso per interventi di una procura diversa da quella spezzina.
In una
società democratica e rispettosa delle leggi e della distinzione delle funzioni
istituzionali…..Appunto!
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