I risultati di un nuovo studio (finanziato dal National institutes of health), presentati
lo scorso 30 giugno a Houston al 94esimo meeting annuale dell'Endocrine Society
Usa, e ora pubblicati, evidenziano che l'esposizione prenatale ai contaminanti
ambientali bifenili policlorurati, o Pcb, provoca cambiamenti a lungo termine
nello sviluppo del cervello ed ha effetti negativi sulla funzione
riproduttiva.
I Pcb sono sostanze chimiche
industriali utilizzate in molte materie plastiche, materiali isolanti, finiture
per pavimenti e apparecchiature elettriche prima del loro divieto nel 1979.
Sotto
il profilo sanitario sono noti interferenti endocrini, composti nell'ambiente
che interferiscono con gli ormoni e le loro azioni nel corpo. Gli embrioni e i bambini sono particolarmente sensibili agli effetti delle sostanze chimiche per il fatto che i loro corpi non sono completamente formati. In particolare bisogna considerare lo sviluppo del cervello,del
sistema nervoso, del sistema immunitario e degli organi genitali.
Ma più in generale la caratteristica di queste sostanze è che esse sono facilmente assimilabili dall’organismo perchè liposolubli e rimangono nell’ambiente per molto tempo. Le sostanze che presentano tali proprietà sono chiamate persistenti e bioaccumulabili. I nostri corpi contengono una grande quantità di grassi, non soltanto tessuto grasso sotto la pelle o intorno agli organi, ma anche intorno alle membrane che circondano le cellule come nel sistema nervoso e nel cervello. Il metilmercurio, i PCB e i PBDE si accumulano in quelle parti del corpo dove ci sono i grassi e lì esercitano la loro azione tossica.
Come affermato da questo altro studio (pagina 13) i PCB: " .......danneggiano la barriera emato-encefalica inibendo la produzione di determinate proteine strutturali nella barriera stessa. L’alterazione della composizione delle proteine nella barriera emato-encefalica fa aumentare la pervietà a varie sostanze e ciò porta allo sviluppo di tumori. C’è quindi il rischio che l’esposizione a PCB possa generare effetti combinati inattesi con molte altre sostanze chimiche che normalmente non superano la barriera emato-encefalica. I PCB alterano anche lo sviluppo della parte del cervello conosciuta come corteccia dove sono rielaborate le informazioni uditive. Alcuni studi epidemiologici suggeriscono che l’esposizione ai PCB nello stato embrionale,o anche in una fase successiva può danneggiare i riflessi , condizionare la reazione motoria muscolare e condurre ad una riduzione delle facoltà sensoriali ed a un deterioramento del QI (quoziente intellettivo)".
Sostanze
quindi da cui restare molto lontani!
Come
mai cito questo studio? Perché purtroppo potrebbe riguardare anche gli
spezzini considerato che il nostro golfo (dentro diga) ha forti concentrazioni
di queste sostanze nei suoi fondali.
Quella
che riporto, a fianco, è la mappa dell’inquinamento del nostro golfo elaborata dall’ICRAM
(un’Istituto ora assorbito dall’Istituto Superiore per la Protezione e la
Ricerca Ambientale).
In particolare nel
tratto di mare davanti all'area della ex Pertusola e Cantieri navali di
Muggiano, quindi vicinissimo alla parte iniziale della diga (quella dove
dovrebbe essere realizzato lo stabilimento balneare), lo studio ha dimostrato
forti concentrazioni di PCB (Policlorobifenili), i composti organostannici (TBT: quelli contenuti nelle vernici antivegetative
per le barche).
Conclude lo studio di ICRAM: "Da
una visione complessiva si identificano alcune aree la cui contaminazione
risulta particolarmente critica: l’area del Seno della Pertusola, il settore
nord occidentale del Porto Mercantile (dal Molo Garibaldi alla Darsena Duca
degli Abruzzi) ed il tratto costiero orientale, da Cadimare al Seno di
Panigaglia. In alcune di queste aree concentrazioni molto elevate di metalli e contaminanti organici si spingono anche alle profondità
maggiori".
Ovviamente tutte questa sostanze sono tutt’ora presenti nei
fondali del nostro golfo, e a tutt’oggi non sappiano il rischio di esposizione
a queste sostanze della popolazione spezzina, rischio anche indiretto ad
esempio con la consumazione del pescato. Conclude,
infatti, il citato studio dell’ ICRAM (pagina
104): "Conservano un potenziale ecotossicologico significativo anche le
stazioni ricadenti nelle vicinanze delle aree destinate alla molluschicoltura,
in prossimità della diga foranea".
Crediamo sia il caso che su
questa vicenda si faccia chiarezza da parte degli enti preposti alla tutela e
alla prevenzione sanitaria e ambientale del nostro territorio.
Proprio quello mi era capitato tra le mani,forse me lo aveva portato Arbasetti ma mi era sfuggito e non lo avevo guardato.Me lo soni trovato in mano,l'ho messo nel computer e mi è venuta una sincope.E loro vogliono dragare il fondale,sono pazzi da legare e più pazzi quelli che glielo consentono.
RispondiEliminaRita
ma i "pazzi" diranno che dragano "bonificando" che è come dire smetto di fumare respirando il fumo degli altri!
RispondiEliminaE' vero e cosa possiamo fare noi che non contiamo nulla visto che nessuno ci ascolta?
RispondiElimina