Il Direttore della centrale Enel ha rilasciato alla redazione locale della Nazione (per il testo integrale vedi qui).
ALCUNE ANNOTAZIONI A PREMESSA DELL’ANALISI DELLE SINGOLE RISPOSTE
Intanto alcune prime annotazioni generali:
1. si conferma la data 2014 (con eventuale proroga legata al momento di rilascio dell'AIA) di una grossa revisione del modello gestionale della centrale. I nostri amministratori hanno sempre fatto finta che non esistesse questa data e soprattutto questa intenzione dell'enel. Questo è molto importante perchè conferma la fattibilità della mia proposta: dando una autorizzazione provvisoria da qui al 2014-2015 si sanerebbe il contrasto con la direttiva UE sull'AIA e si darebbe il tempo per fare la famosa indagine epidemiologica descrittiva che chiediamo da tempo per capire la reale sostenibilità ambientale e sanitaria della centrale nel sito spezzino, non firmando quindi ora una cambiale in bianco per altri 10-15 anni a favore dell’uso massiccio del carbone in centrale.
2. Quanto alla notizia di dare la rete di qualità dell'aria in totale gestione all'Arpal, la notizia in se appare positiva ma ci sono due aspetti da chiarire. Intanto quando venne fatta la scelta di lasciare in gestione le centraline di controllo dell’inquinamento Arpal, Comune e Provincia, avrebbe dovuto stabilire un modello di monitoraggio e lettura dei dati autonomo dall’Enel, modello mai spiegato e reso pubblico ai cittadini nello stile di totale mancanza di trasparenza che ormai da oltre 10 anni caratterizza le nostre amministrazioni locali per non parlare di Arpal. In secondo luogo prima ancora che la questione della gestione delle centraline andrebbe posta quella sulla tipologia degli inquinanti monitorati, sulla modalità di monitoraggio, sulle modalità di lettura e interpretazione dei dati, visto che la normativa è profondamente cambiata in questi anni e a tutt’oggi mancano i controlli sistematici su molti inquinanti: microinquinanti organici e inorganici, PM10 secondario etc.
VENIAMO ALLE DOMANDE E ALLE RELATIVE RISPOSTE DEL DIRETTORE DELLA CENTRALE
Le domande della redazione del quotidiano spezzino sono in rosso, le risposte del Direttore sono in corsivo, seguono, ad ogni risposta, i miei commenti.
DOMANDA N.1: COME REPLICA L’ENEL AGLI ATTACCHI SULLE DISPERSIONI DI POLVERI DI CARBONE? AI SENSI DELL’AUTORIZZAZIONE DEL 1997 (PUNTO 13) ENEL SI ERA IMPEGNATA A LIMITARE LE COSIDDETTE EMISSIONI DIFFUSE?
Risposta del Direttore della Centrale: “Dalla fine degli anni 90 ad oggi l'intero ciclo di gestione del carbone ha beneficiato di notevoli miglioramenti, diversamente non avremmo ricevuto conferma della certificazione ambientale Emas. Mi domando come qualcuno possa sospettare che un'azienda come Enel, che lavora in 40 Paesi ed alla quale viene riconosciuto regolarmente una fortissima attenzione alla sostenibilità ambientale, possa operare senza rispettare le norme di legge e gli accordi con le comunità.”
Cominciamo dall’ultima dichiarazione perché alla luce dei fatti che molti conoscono assume toni grotteschi. L’Enel non avrebbe mai violato la legge? E allora le numerose condanne subite per getto di cose pericolose e violazione degli scarichi termici a Spezia cosa sono e tanto per non farla lunga e per citare l’ultimo esempio in ordine temporale di illegalità da parte dell’Enel vogliamo parlare della sentenza della Cassazione n. 16422 del 2011 (vedi qui) ha confermato, a carico degli amministratori delegati dell’EnelSpA, i reati di danneggiamento (635 CP), getto pericolose di cose (674 CP) e omissione dal peggioramento temporaneo delle emissioni (DPR 20371988, articoli 13.5 e 25.7) e non è finita guardate qui.
Ma al di la di questa intollerabile fandonia sul rispetto delle leggi da parte di Enel SpA la risposta sul merito, sulle tecniche di prevenzione delle emissioni anomale da trasporto di carbone, è assolutamente evasiva. Il direttore non spiega quello che il Comitato SpeziaViadalcarbone in tutti i suoi atti pubblici chiede da mesi: perché Enel non adotta tutte le tecniche atte ad evitare le emissioni diffuse come previsto dal punto 13 della autorizzazione del 1997. Questa reticenza del Direttore della centrale è ancor più grave perché non smentisce la dispersione della polvere di carbone cercando solo di minimizzarne gli effetti ma senza presentare informazioni precise sugli eventi di dispersione, le quantità disperse, la qualità del materiale disperso come previsto sempre dalla normativa vigente dal 1989 e poi ribadita nella autorizzazione del 1997.
DOMANDA N.2: GLI AMBIENTALISTI PONGONO ANCHE LA QUESTIONE DELLA QUALITÀ DEL CARBONE BRUCIATO IN CENTRALE. VOGLIONO VERIFICARE SE CORRISPONDE AI LIMITI DI LEGGE...
Risposta del Direttore della Centrale: “Certamente sì, la qualità del carbone utilizzato rispetta tutti gli standard previsti dalle normativa vigente.”
Risposta insufficiente, noi ambientalisti, almeno quelli che guardano ai fatti e non ai cazzeggi politichesi, vogliamo risposte di merito non attestati di fiducia in bianco.
Io voglio sapere se la qualità del carbone usato dall’Enel è rispettoso o meno dei limiti di cui all’allegato X alla Parte V del DLgs 152/2006 (vedi qui) .
Io voglio sapere che carbone viene usato, da dove proviene, quali sono la composizione dello zolfo, delle ceneri, delle sostanze radioattiva. Enel deve dare queste risposte non cazzeggiare sulle auto usate dagli ambientalisti come fa in altra parte dell’intervista il Direttore della Centrale.
DOMANDA N.3: MA PERCHÉ NON USARE IL METANO? SE I GRUPPI FUNZIONASSERO NELLE LORO POTENZIALITÀ.... CI SAREBBE MENO INQUINAMENTO...
Risposta del Direttore della centrale (prima parte): ” Come ho avuto modo di spiegare anche in altre occasioni, in Italia il funzionamento delle centrali viene deciso dalla Borsa dell'Energia Elettrica che stabilisce, giorno per giorno, sulla base delle previsioni della richiesta di energia, quando e quali impianti devono funzionare; due sono i parametri principali: competitività della fornitura di energia e sicurezza del sistema elettrico nazionale.”
In altri termini tra i diversi prezzi offerti dai produttori di elettricità viene scelto quello più alto in tal modo che chi produce elettricità al minor prezzo cioè con maggior efficienza guadagna di più dalla vendita: è infatti evidente che, ad esempio, chi offre elettricità a 10 euro (prezzo di vendita più basso) ed incassa 30 euro (prezzo di vendita più alto), avrà un utile enorme rispetto ai propri costi.
Ma è altrettanto ovvio che la produzione di elettricità a minor costo su una scala nazionale dipende non solo dal combustibile usato ma anche dalla efficienza dell’impianto, dalla evoluzione della domanda, dai vincoli ambientali imposti dalla normativa europea e nazionale. E’ chiaro quindi che trattasi di un meccanismo su scala nazionale che non può costringere Enel a bruciare per forza carbone nella singola centrale.
Infatti in questo quadro il Gestore del mercato elettrico (GME) ha potere di controllo su tutti gli impianti di produzione facenti parte del Sistema, in modo da assicurare che la produzione eguagli sempre il consumo e che la frequenza e la tensione non si discostino dai valori ottimali, nel rispetto dei limiti di transito sulle reti e dei vincoli dinamici sugli impianti di generazione.
Risposta del Direttore della centrale (seconda parte): “ Ed è proprio per garantire l’efficienza energetica complessiva del nostro sistema Paese, energia a prezzi ragionevoli, competitività a livello locale ed internazionale, che soltanto le fonti di produzione più economiche sono chiamate in servizio, in altre parole sei conveniente lavori, sei caro stai fermo operando chiaramente nel pieno rispetto delle normative ambientali.”
Questa seconda parte della risposta alla terza domanda esprime una logica meramente economica ma l'AIA permette di entrare nel merito di qualità e quantità del combustibile. Ma anche seguendo la logica della risposta del Direttore con riferimento alla efficienza la centrale di Spezia è tutto meno che efficiente come dimostrano gli stessi consulenti al Bilancio energetico del Comune di Spezia secondo i quali: ““il Monossido di carbonio (CO), presente nelle emissioni al camino della centrale, è sintomo di una probabile incompleta combustione. Infatti, in generale, il carbonio, durante la combustione, in presenza di ossigeno, si combina per formare l’anidride carbonica….. La presenza di monossido si traduce sia in perdita in termini di calore che di efficienza della centrale ed economica complessiva.” Peccato che i nostri Amministratori non sappiano neppure usare i documenti dei loro consulenti ma questa è un'altra storia di cui abbiamo trattato a parte.
Torniamo all’intervista il direttore con riferimenti al stai fermo o lavori a seconda dei costi dimostra quello che sosteniamo da tempo: Enel chiude e riavvia i gruppi della centrale in logica solo economica (costi dei combustibili) ciò produce, ragionando in termini strategici, non solo più emissioni ( e su questo torneremo in seguito in questo post) ma anche inefficienza dell’impianto con maggiori produzione di gas serra che aggravano il bilancio energetico nazionale degli impianti termoelettriche in violazione degli obblighi comunitari contro l’effetto serra. Anche qui ci soccorrono i documenti degli stessi consulenti del Comune sul bilancio energetico comunale. Affermano infatti i consulenti: “A fronte di una riduzione della produzione elettrica, nel corso degli anni descritti nel grafico, del 35% circa, la CO 2 risulta ridursi solo del 13%. Ciò è principalmente dovuto allo specifico utilizzo della centrale. Come già descritto in bilancio, infatti, la stessa nonostante sia costituita da 2 unità a turbo gas ed una a carbone, viene fatta funzionare prevalentemente a carbone, con una riduzione costante della quota di gas naturale nel corso degli anni.” E’ evidente che a livello nazionale, si registri, per kWh prodotto dal parco termoelettrico, una lenta decrescita della quota di CO2 emessa. All’opposto, alla Spezia, la Centrale , nel corso degli ultimi anni tende ad emettere una quota specifica sempre maggiore. Percentualmente il fattore di emissione medio nazionale (escludendo la quota di rinnovabili parte del mix elettrico nazionale) decresce fra 2002 e 2007 del 13% circa; presso la Centrale spezzina, tale fattore, all’opposto, si incrementa del 36% circa, negli stessi anni.”
Risposta del Direttore della centrale (terza parte) : “se l’Eugenio Montale continua ad operare, garantendo lavoro ad oltre 400 famiglie ed energia a prezzi ragionevoli, lo deve proprio al carbone utilizzato in modo sostenibile nell’unità da 600 MW.”
Come vedremo di seguito e come abbiamo visto commentando le prime due risposte il carbone non solo non è utilizzato in modo sostenibile nella centrale di Spezia ma soprattutto i “prezzi ragionevoli” di cui parla il Direttore in realtà sono scaricati sul sistema Italia. Leggiamo cosa scrive non un Comitato di cittadini ma L’agenzia internazionale per l’energia: ““ Se entro il 2017 non verrà implementata una nuova e decisa azione, le infrastrutture connesse al settore energetico esistenti in quel momento produrranno l’intero volume di emissioni di CO2 consentito nello Scenario 450 al 2035. In questa ipotesi, non rimarrebbe alcuno spazio di inserimento per centrali elettriche stabilimenti industriali ed altre infrastrutture di nuova costruzione a meno che non siano a zero emissioni di anidride carbonica, il che sarebbe estremamente costoso. Ritardare l’azione è un finto risparmio: per ogni dollaro di investimento evitato nel settore elettrico prima del 2020, sarà necessario investire 4,3 dollari in più negli anni successivi al fine di controbilanciare l’aumento delle emissioni.
Avete capito cosa dice il massimo organismo internazionale ufficiale che si occupa di energia? Ritardare la riduzione dell’uso delle fonti fossili e la riduzione degli incentivi a favore di queste E’ UN FINTO RISPARMIO! CAPITO SIGNOR DIRETTORE?
DOMANDA N.4: IL COMUNE RICONOSCE IL RISPETTO DEL TETTO DELLE EMISSIONI DA CAMINO, ANCHE NELLE RECENTI FUMATE. OLTRE AD UN FENOMENO DI CONDENSAZIONE, LE NUVOLE NON POSSONO ESSERE L’INDIZIO DI QUALE ANOMALIE NELLA GESTIONE DEGLI IMPIANTI? C’È CHI LO SOSTIENE...
Risposta del Direttore della centrale: “Come abbiamo avuto modo di chiarire, in precedenza, sempre sulle pagine del vostro giornale, non c’è nessuna anomalia nelle emissioni della Centrale della Spezia che rimangono a livelli estremamente bassi, ovvero a meno di un terzo dei limiti di legge.”
La risposta è tautologica: le nuvole di vapore come è noto non sono nere ma bianche quindi verrebbe da dire di cosa sta parlando il Direttore della centrale? Ma il punto più importante di questa risposta è quello finale sui limiti basi ad un terzo di quelli di legge. Ora i dati forniti fino ad ora dimostrano che intanto non è così ma soprattutto che i limiti di legge a cui fa riferimento il Direttore ormai sono ampiamente superati dalla nuova normativa. Attualmente per l’SO2 (inquinante guida della centrale) vale il limite del decreto ministeriale del 29 gennaio 1997 : 400 mg/Nm3 riferito ovviamente al gruppo a carbone della centrale. La riduzione del 50% da 400 a 200mg/Nm3 è prevista dall’allegato II alla parte V del DLgs 152/2006.
Attualmente per le polveri vale il limite del decreto ministeriale del 29 gennaio 1997: 50 mg/Nm3 riferito al gruppo a carbone della centrale. La riduzione di c.a. il 50% (si passa da 50 a 30 mg/Nm3) è già prevista dall’allegato II alla parte V del DLgs 152/2006.
Questi valori con la nuova Direttiva che entrerà in vigore tra due anni saranno ulteriormente ridotti in particolari per le polveri.
Ma la cosa più interessante non è tanto questa oziosa discussione sui limiti di legge che come è noto mutano continuamente basti pensare che negli anni 80 per l’SO2 i limiti erano di 1200 mg/Nm3 contro i 400 successivi per capire che tutto si evolve in base alle migliori conoscenze scientifiche e tecnologiche.
Il punto che invece il Direttore tiene nascosto è che il gruppo attuale a carbone della centrale , anche con le richieste della Amministrazione Comunale, resterà impiantisticamente uguale alla situazione attuale. Ora questa sezione non potrà mai raggiungere livelli di emissione di significativo abbattimento dell’inquinamento come avviene per gli impianti di nuova generazione.
Guardiamo questa tabelle che mette a confronto le richieste della Amministrazione Comunale con i limiti di emissione e le prescrizioni imposti per la centrale di Porto Tolle su un gruppo a carbone di nuovissima generazione.
PRESCRIZIONI AUTORIZZAZIONE UNICA CENTRALE ENEL DI PORTO TOLLE
|
RICHIESTE DELLA AMMINISTRAZIONE COMUNALE PER
|
SOx 80 mg/Nm3
|
SOx 180 mg/Nm3
|
NOx 80 mg/Nm3
|
Nox 180 mg/Nm3
|
Polveri 7 mg/Nm3
|
Polveri 15 mg/Nm3
|
Carbone zolfo inferiore all’1% e registro qualità carbone bruciato in centrale
|
Non specificato
|
Progetto sperimentale di trattamenti dei fumi per l’abbattimento del Mercurio (HG)
|
Non specificato
|
Introduzione di Migliori Tecnologie Disponibili per affrontare la problematica del c.d. PM 10 secondario che si forma per reazione degli inquinanti primari come SOx e NOx
|
Non specificato
|
Protocollo su limitazioni al funzionamento della centrale se vengono superati i limiti di emissioni delle polveri per più di 35 giorni all’anno. Il sistema funzionerà attraverso una centralina dedicata per il punto massimo di ricaduta individuato con modello matematico di diffusione degli inquinanti
|
Non specificato
|
Monitoraggio ozono
|
Non specificato
|
Sperimentazione impianto cattura CO2 (effetto serra) come già introdotto a Brindisi
|
Non specificato
|
Misurazione radioattività nel carbone e nelle ceneri nonché nella aree esterne alla centrale per verificare l’accumulo di radioisotopi
|
Non specificato
|
Significa che io voglio un gruppo a carbone nuovo a Spezia? Significa però che il Direttore della centrale non può prendere in giro i cittadini spezzini millantando limiti di emissione che sono in realtà niente di più che l’applicazione della legge vigente e al massimo di quella che entrerà in vigore tra due anni. Se i limiti di Porto Tolle non sono raggiungibili si chiuda il gruppo a carbone e si mettano in funzione quelli a metano.
DOMANDA N.5: SEMPRE SU QUESTO ASPETTO DELLA GESTIONE DELLA CENTRALE COME HA RISPETTATO ENEL IL PUNTO 15 DELLA AUTORIZZAZIONE SECONDO IL QUALE ENEL DOVEVA PRESENTARE LE PROCEDURE PER GESTIRE LE ANOMALIE DEI GRUPPI GENERATORI?
Risposta del Direttore della centrale: “Nell’ottica della trasparenza e del dialogo continuo con il territorio le dico che tutte le procedure richieste sono state consegnate sin dal 2001 ai Ministeri competenti e agli Enti Locali e da allora fanno parte integrante delle procedure operative di gestione dell’intero impianto.”
Se è vero quello che sostiene Enel allora c'è da chiedersi perché queste procedure non sono mai state pubblicate? soprattutto perché non sono mai state utilizzate le norme del 1989 che permettevano l'uso del metano agli avviamenti dei gruppi per gestire meglio i transitori. Guarda cosa scrivono nel 2009 i consulenti del Comune per il bilancio energetico secondo i quali il contributo delle emissioni complessive di PM (particelle fini) va anche assegnato a: “particelle di carbone incombusto durante il processo produttivo. In questo caso l’incremento del valore specifico di emissione di PM nel corso degli anni rappresentati (vedi Grafico 3.2.5) deriva sia dall’incremento della produzione elettrica legata all’unità a carbone sia al fatto che, sulla base di quanto descritto nella Dichiarazione ambientale della centrale, la stessa subisca frequenti variazioni di potenza per soddisfare le esigenze dettate dalla rete elettrica nazionale. Nella stessa dichiarazione ambientale, ENEL sostiene che frequenti variazioni di potenza incidono negativamente sull’efficienza di captazione degli elettrofiltri con una conseguente maggiore emissione di polveri.”.
DOMANDA N. 6: “DIVERSI CITTADINI CHE RISIEDONO NEI PRESSI DELL’IMPIANTO LAMENTANO IL DISTURBO INDOTTO DAI RUMORI DELLA CENTRALE. IN RELAZIONE AL PUNTO 14 DELLA AUTORIZZAZIONE L’ENEL È OBBLIGATA A SVOLGERE MISURE PER RILEVARE IL RUMORE DELLA CENTRALE E PREDISPORRE STRUMENTI PER LIMITARLO. CHE DIRE?”
Risposta del Direttore della centrale: “Anche da questo punto di vista non c’è nulla di anomalo, rispettiamo le norme sull’impatto acustico e a tutela dei residenti nella zona abbiamo già adottato una serie di provvedimenti finalizzati al contenimento del rumore Va precisato che siamo nei pressi di una centrale termoelettrica, nella zona industriale di Spezia, ma nonostante questo i livelli di rumorosità sono contenuti, anche nel caso delle emissioni rumorose organi preposti hanno accertato che non sono mai stati superati tali limiti.”
In questa risposta Enel confonde (volutamente ?) il rispetto dei limiti di emissione con il disturbo di fondo che è altra cosa come è noto agli addetti ai lavori e che fa riferimento al concetto di normale tollerabilità ex articolo 844 del Codice Civile. Si veda in questo senso un indirizzo nettamente prevalente della giurisprudenza secondo il quale pur nel rispetto dei limiti di emissione sonora della legislazione statale , ciò : “non impedisce tuttavia ai comuni di adottare una più specifica regolamentazione dell’emissione e dell’immissione dei rumori nel loro territorio, la quale, nel rispetto dei vincoli derivanti dalla legge 447/95, prenda in considerazione, non già il dato oggettivo del superamento di una certa soglia di rumorosità considerato, per presunzione iuris et de iure, come generativo di un fenomeno di inquinamento acustico, a prescindere dall’accertamento dell’effettiva lesione del complesso di valori indicati nell’articolo 1, comma 1, lettera a), della legge ma i concreti effetti negativi provocati dall’impiego di determinate sorgenti sonore sulle occupazioni o sul riposo della persone, e quindi sulla tranquillità pubblica o privata” (Cassazione Sezione prima civile n.18953 del 2006, e n.15081 del 2003).
Non solo ma si veda anche il concetto di fastidio introdotto dalla lettera h) comma 1 articolo 2 del DLgs 194/2005 (attuazione direttiva quadro sul rumore ambiente) , secondo la quale per «fastidio» si intende la misura in cui, sulla base di indagini sul campo e di simulazioni, il rumore risulta sgradevole a una comunità di persone. A conferma di quanto sopra si vedano le linee guida OMS ed UE recentemente pubblicate (Settembre 2008) secondo le quali la popolazione non dovrebbe essere esposta a livelli che superano i 30 decibel durante la notte, considerata la soglia massima per proteggere i cittadini, compresi i gruppi più vulnerabili . Valori non precisamente coerenti con i limiti maggiori della attuale normativa nazionale .
Senza dimenticare che il nastro trasportatore è in piena zona portuale cioè quella zona che secondo il giudizio di VIA del Ministero dell’Ambiente sul Piano Regolatore del Porto della Spezia: anche per il rumore le maggiori problematiche associate alle previsioni del PRP della Spezia sono localizzate nell’ambito 6 del Porto Commerciale dove la specializzazione funzionale determinerà una maggiore concentrazione del carico di rumore in un’area antistante al centro abitato in cui prevalgono funzioni residenziali”.
DOMANDA N.7: PERCHÉ NELLA DOCUMENTAZIONE PRESENTATA AI FINI DEL RILASCIO DELL’AIA NON È PRESENTE UNA ANALISI DELLA COMPOSIZIONE DEI METALLI PESANTI NEL CARBONE?
Risposta del Direttore della centrale (prima parte): “La documentazione presentata è quella richiesta dalla normativa che regola la procedura di Autorizzazione di impatto ambientale. Da sempre il nostro atteggiamento verso il territorio è di completa trasparenza e collaborazione, diverse volte abbiamo messo disposizione della città e di tutti gli enti locali le nostre conoscenze e le risorse per effettuare monitoraggi aggiuntivi, rispetto a quanto richiesto, della qualità dell’aria. Per esempio in tutta la provincia è attiva da molti anni una Rete Qualità dell’Aria composta da 14 centraline di monitoraggio gestita da Enel e da ARPAL i cui dati sono disponibili in tempo reale agli organi di controllo, fornendo quotidianamente ulteriori dati sulla presenza delle polveri nell’aria a garanzia ulteriore dei cittadini. Come già detto, il tema della qualità dell’aria in particolare per le polveri sottili PM10 dipende innanzitutto dal traffico veicolare, compresi pneumatici e freni, e dal riscaldamento domestico.”
In questa prima parte della risposta risulta chiaramente come il Direttore non risponda alla domanda del giornalista parlando d’altro. E’ noto e lo ha scritto anche l’Istituto Superiore di Sanità nel suo rapporto per il Comune di Spezia che Enel non ha presentato in sede di documentazione per il rilascio della nuova autorizzazione (la c.d. AIA) i dati sulle analisi della composizione dei metalli pesanti nel carbone, anche in rapporto alle BREF per grandi impianti di combustione.
Non solo ma proprio con riferimento alle centraline citate dal Direttore è noto altresì che non vengano monitorati a norma di legge i microinquinanti organici ed inorganici emessi dalla centrale, tanto che il Comune lo ha richiesto in sede di rilascio dell’AIA. Peccato che questo monitoraggio in realtà era già previsto dalla legge vigente (articolo 4 e 5 del DLgs 152/2007 che disciplina proprio tale tipo di inquinanti, in particolare sotto il profilo delle ricadute al suolo, ma anche dal DLgs 152/2006 che ne disciplina le emissioni dal camino).
Risposta del Direttore della centrale (seconda parte): “Secondo il Rapporto Mal’aria 2012 di Legambiente, Torino, Milano e Verona sono risultate nel 2011 le prime tre città in Italia per lo sforamento del limite giornaliero di PM10. La Spezia , con una centrale a carbone, è fuori da questa classifica ed è fra le ultime province italiane per presenza di biossido di azoto nell’aria. Detto questo volevo aggiungere che chiuderemo presto un accordo per la cessione della rete di rilevamento all'Arpal: vogliamo spazzare via qualunque sospetto circa la correttezza delle rilevazioni.”
Sul valore del Rapporto che cita il Direttore ho già avuto modo di intervenire (vedi qui), per spiegare le ragioni della buona classifica del Comune di Spezia per le polveri sottili (PM10) e il biossido di azoto . La buona classifica è dovuta al fatto che gli estensori del rapporto fanno per questi inquinanti la media comunale cioè la media tra le zone meno inquinate e quelle più inquinate. Ora oltre ad essere un metodo di rilevazione dei dati assolutamente in contrasto con la legge in materia, la cosa curiosa è che lo stesso Sole 24 ore, che pubblica il Rapporto, già nella presentazione del Rapporto dell’anno scorso, smentiva clamorosamente la logica delle medie su scala comunale, infatti, citando la nuova normativa in materia di qualità dell’aria, afferma testualmente: “la qualità dell’aria va valutata secondo zone uniformi per carico di emissioni, caratteristiche meteo climatiche e grado di urbanizzazione”, appunto !
Comunque nonostante questa discutibile metodologia di calcolo delle medie degli inquinanti nell’aria, per l’ozono (inquinante cancerogeno che si produce dalla reazione fotochimica degli ossidi di azoto con il sole) siamo soltanto ventiquattresimi.
Senza parlare del fatto che il Rapporto non spiega quali inquinanti non vengono monitorati nel nostro territorio e d’altronde non potrebbe farlo perché tutto il Rapporto si basa su dati inviati dai Comuni stessi. Ci riferiamo alle PM2,5 monitorate solo in parte, ma soprattutto ai microinquinanti organici ed inorganici, per non parlare del c.d. PM10 secondario che si forma in atmosfera a partire da altri inquinanti primari come ossidi di azoto, ossidi di zolfo, ammoniaca e composti organici. Il PM10 secondario contribuisce alla concentrazione in aria di polveri sottili per oltre il 50% (fonte APAT Rapporto sull’inquinamento nelle aree urbane).
DOMANDA N.8: SECONDO L’ISTITUTO SUPERIORE DI SANITÀ IN QUESTA CENTRALE FINO AD ORA NON AVETE ADOTTATO COME BAT (MIGLIORE TECNOLOGIE DISPONIBILE ) PER IL CONTENIMENTO DEL PARTICOLATO FINE EMESSO I FILTRI A MANICA CHE SAREBBERO PIÙ EFFICIENTI...
Risposta del Direttore della centrale: “Le tecnologie adottate per la pulizia dei fumi nella centrale della Spezia sono già oggi fra le migliori disponibili. Tuttavia non le nascondo che stiamo valutando anche la possibilità di migliorare ulteriormente i sistemi di trattamento fumi, non escludendo a priori nessuna tecnologia.”.
Premesso che i filtri a manica per catturare il particolato esistono da decenni, siamo comunque di fronte alla ammissione che si potrebbero introdurre nuove tecnologie, ma l’affermazione è volutamente generica perché come spiegato in precedenza l’attuale gruppo a carbone non permette per la sua struttura impiantistica di raggiungere livelli ottimali di efficienza di combustione e quindi di riduzioni delle emissioni.
DOMANDA N.9: PER QUANTO TEMPO GLI SPEZZINI DOVRANNO CONVIVERE CON LA CENTRALE
Risposta del Direttore della centrale: “Le scelte strategiche del nostro Paese fanno si che noi, come peraltro molte altre nazioni, non potranno rinunciare, se non tra molti anni, alle fonti fossili… Le faccio un esempio: se volessimo sostituire l’energia prodotta dalla centrale Eugenio Montale con impianti fotovoltaici dovremmo ricoprire di pannelli l’intero territorio dei comuni di La Spezia , Lerici e Portovenere, spiagge, strade, aree urbane ed industriali, fiumi e boschi compresi e non basterebbe.”
La risposta a questa domanda è solo un puro ragionamento di politica energetica peraltro nessuno chiede la chiusura della centrale a breve termine ma semmai la fine del carbone e l'uso del metano per una transizione in tempi adeguati per la dismissione definitiva o la realizzazione di tecniche di combustione moderne. Anche qui è chiaro il tentativo di sviare il discorso dal vero tema il carbone è compatibile con il sito spezzino?
Quanto alla strategicità delle fonti fossili, che secondo il Direttore resteranno tali: “per molti anni”, rinvio a quanto già scritto sopra nel commento alla terza parte della risposta alla Domanda n.3.
DOMANDA N.10: IL COMUNE, SUL PUNTO, DOPO IL CAN-CAN, CHIEDE DI PIÙ PER LIMITARE LE DISPERSIONI. COSA RISPONDERE?
Risposta del Direttore della centrale: “Le tecnologie che adottiamo per la discarica delle navi di carbone non sono affatto “incompatibili con il territorio” ed anzi sono state dotate negli ultimi anni di notevoli sistemi di miglioramento ambientale; come già detto, siamo pronti ancora una volta a collaborare con tutti gli enti locali per fare chiarezza sull’origine delle polveri diffuse del quartiere.”
La risposta è totalmente reticente perchè non si chiarisce quali siano le tecnologie usate, peraltro l’Istituto Superiore di Sanità sostiene il contrario, come pure il Comitato SpeziaViadalcarbone, vedi commento alla risposta alla Domanda n.1, ma il Direttore fa finta di non sapere di queste critiche puntuali.
DOMANDA N.11: A CHE PUNTO È LA ATTUAZIONE DELLA CONVENZIONE SOTTOSCRITTA DA COMUNE ED ENEL IL 21 GENNAIO DEL 2002, LÀ DOVE PREVEDEVA IMPEGNI DI ENEL NELLE COMPENSAZIONI AMBIENTALI ED ECONOMICHE ALLA CITTÀ?
Risposta del Direttore della centrale: “I lavori sono legati alle attività di un eventuale miglioramento dei sistemi di pulizia fumi necessari in funzione dei contenuti del futuro Decreto AIA per il cui rilascio, ricordo, abbiamo avviato l’iter nel lontano 2006.”
La risposta del Direttore confonde (volutamente ?) il nuovo accordo socio economico legato al rilascio dell'AIA (comma 15 articolo 29quater DLgs 152/2006) con la convenzione socio economica prevista dalla autorizzazione del 1997 che loro hanno bellamente non attuato in gran parte mentre per le parti attuate hanno rifilato una bella "sola" al Comune (ignaro?) di aree totalmente da bonificare e quindi non utilizzabili se non a costi esorbitanti e tutti a carico del Comune.
MIE CONCLUSIONI
Concludendo mi sembra comunque una intervista utile perchè fa capire come nella prossima conferenza dei servizi da parte Enel ci sarà grossa chiusura alle innovazioni anche a quelle minime chieste dal Comune e il Comune arriverà a quella conferenza senza avere utilizzato l'unico potere vero che aveva e cioè quello sanitario.
Ma tant'è questa è la decisione degli amministratori locali, e loro, per il momento, comandano in questa città e...... vista la pochezza degli avversari comanderanno anche nella prossima legislatura salvo clamorose sorprese.
Nessun commento:
Posta un commento