lunedì 15 dicembre 2014

Il Sindaco Federici e il “programmino” elettorale della Paita

Federici, il Sindaco di Spezia, non perde occasione per uscire dal suo ruolo istituzionale che richiederebbe, invece, misura ed equilibrio nelle proprie dichiarazioni pubbliche.

L’ultima uscita dai soliti toni arroganti e immotivati è stata contro Cofferati candidato alle primarie del PD per la designazione del Presidente di questo partito alla Presidenza della Regione Liguria nelle prossime elezioni.  
 Federici ha recentemente affermato (vedi  QUI): "Cofferati? Sotto la barba, niente. Un vuoto di progetti e di idee". 

Chi mi conosce sa che amo sempre andare al merito delle dichiarazioni altrui verificando la coerenza tra quello che si dichiara e la realtà dei fatti e degli atti. Ciò è ancor più necessario   se chi dichiara ricopre una carica istituzionale di rilievo come quella di Sindaco di un capoluogo di Provincia.

Allora andiamo a trarre le conseguenze del ragionamento di Federici. Secondo il Sindaco spezzino, Cofferati non avrebbe un programma. Non mi interessa verificare se questo sia vero o meno, non sono del PD e non sono interessato più di tanto alle primarie. Mi interessa invece misurare la coerenza della dichiarazione di Federici, perché è il Sindaco della città dove io vivo. 

Allora Federici attacca Cofferati sui programmi, ergo si presupporrebbe che il candidato sostenuto dal Sindaco, Raffaella Paita, abbia le carte in regola sui programmi.

Vediamo se le cose stanno così a cominciare dalle materie che conosco meglio come l’ambiente e la pianificazione territoriale e portuale. 


COME SI MISURA LA CREDIBILITÀ DI UN CANDIDATO E DEI SUOI PROGRAMMI
Per misurare la credibilità di un candidato e dei suoi programmi occorre guardare, come insegnano le esperienze elettorali di tutti questi anni  a tutti i livelli istituzionali (comuni, regioni e governo nazionale), a tre parametri in modo coordinato:

1. Il testo del programma
2. Il comportamento del candidato su quello che ha fatto prima, soprattutto se prima ha svolto giù un ruolo di governo nello stesso Ente che ora si accinge a governare nella massima carica di Presidente
3. la innovatività del programma rispetto alla normativa vigente,  soprattutto se questa è in vigore da anni, anzi in alcuni casi, come vedremo, da decenni.

Vediamolo quindi questo Programma della signora Paita (il testo integrale QUI), con alcuni esempi significativi di problematiche di grande attualità in Liguria: porti, rischio idraulico e idrogeologico, protezione civile, pianificazione del territorio, ambiente in generale. 
Vediamolo e giudichiamolo secondo i tre suddetti parametri, per poi trattare brevemente anche di ciò che il programma non si occupa o rimuove bellamente. 



IL PROGRAMMA DELLA PAITA: LA PORTUALITÀ
Il programma della signora Paita, a pagina 7,  prevede la realizzazione di un “un piano regolatore portuale regionale
Forse alla signora Paita non hanno ancora detto che il suo leader di partito, il Presidente del Consiglio Renzi, ha proposto un disegno di legge costituzionale che sposta le competenze in materia di porti dalla legislazione concorrente Stato-Regioni a quella esclusiva dello Stato! Ricordo, peraltro, che i tre porti liguri sono di interesse nazionale già ai sensi della attuale legge quadro sui porti. La signora quindi ha pensato di cambiare il disegno di legge del suo amico Renzi? Se è così si sbrighi perché il Renzi è un decisionista e c’è il rischio che la riforma costituzionale arrivi prima della eventuale elezione della signora.

Aggiunge poi il programma che questo piano regolatore portuale regionale dovrebbe essere finalizzato allo: “…obiettivo di rafforzare la competitività degli
scali senza occupare inutilmente specchi acquei.”   Quindi il terzo bacino a Spezia si può non fare chiedo un poco provocatoriamente?

Chiedo invece  più seriamente con quali criteri e metodi di valutazione per  questa riorganizzazione della portualità ligure?
Usando la valutazione di impatto portuale?
Tenendo conto della normativa UE sulla pianificazione degli ambienti costieri?
Tenendo conto della normativa UE sull’accesso al mercato dei servizi portuali e la trasparenza finanziaria nei porti? 
Non è dato sapere: la paginetta del Programma sui porti è un compendio di luoghi comuni, per esempio: “aggredire i mercati internazionali in modo strutturato”;  “occorre un quadro normativo europeo e italiano fortemente riformista”; “realizzare una riforma che parta dal basso e che sia di esempio per l’intero sistema italiano”.  



IL PROGRAMMA DELLA PAITA: LA DIFESA DAL RISCHIO IDRAULICO E IDROGEOLOGICO
Il Programma della signora Paita prevede a pagina 10: “Piano Nazionale 2014-2020 prevede 6/7 miliardi. Alla Liguria è stata riconosciuta una specificità. Non era un risultato scontato: è il frutto del lavoro di questi mesi e di queste settimane”.

La Liguria ha una specificità da rischio idrogeologico e idraulico come dire piuttosto datata. Si legge nelle cronache:“ A Genova straripano in più punti e travolgono varie parti della città i torrenti Bisagno, Polcevera, Leira, Chiaravagna e Cantarena, era il 7 e l'8 ottobre del 1970! 
Insomma non la faccio lunga il riconoscimento di cui tratta la signora Paita non è un merito della Amministrazione Burlando…. È un semplice atto dovuto a questa Regione e ai suoi cittadini alluvionati da decenni. Quindi per usare le parole della signora Paita questa decisione era non solo “un risultato scontato” ma semplicemente un risultato semplicemente al limite della decenza istituzionale. Della serie dopo tutto quello che è successo negli ultimi anni volevo ben vedere se non arrivavano neppure questi soldi che comunque non sono sufficienti, per mettere in sicurezza il territorio ligure, come è stato sottolineato da più parti.   



Afferma il Programma della signora Paita a pagina 11: “un piano dedicato alla regimazione delle acque”.
Proposta interessante!  Forse è stata copiata da una norma che individua tra le attività di pianificazione in materia di difesa idrogeologia e idraulica anche: “b) la difesa, la sistemazione e la regolazione dei corsi d'acqua, dei rami terminali dei fiumi e delle loro foci nel mare, nonché delle zone umide; c) la moderazione delle piene, anche mediante serbatoi di invaso, vasche di laminazione, casse di espansione, scaricatori, scolmatori, diversivi o altro, per la difesa dalle inondazioni e dagli allagamenti;”. Questa norma è stata approvata…. nel 1989  si intitola: “Norme per il riassetto organizzativo e funzionale della difesa del suolo” ha come numero il 183, poi ovviamente ne sono arrivate altre come è noto o anzi dovrebbe essere noto anche alla signora Paita. 
Oppure questo piano sulla regimazione delle acque, citato nel suo Programma, la signora Paita l’ha copiato da un'altra norma, quella che  disciplina il cosiddetto Vincolo idrogeologico. Questo vincolo ha per oggetto i terreni di qualsiasi natura e destinazione (indipendentemente dal fatto che risultino o meno ricoperti da vegetazione e prescindendo dal criterio altimetrico) che, per effetto di forme di utilizzazione contrastanti con le norme di legge, possono subire denudazioni, perdere stabilità o turbare il regime delle acque. Questa norma è il Regio Decreto  Legge del 1923 n. 3267!  



IL PROGRAMMA DELLA PAITA: PROTEZIONE CIVILE DAL RISCHIO IDRAULICO E IDROGEOLOGICO
Afferma il Programma della signora Paita: “ emanare soglie di allerta meteo non solo per eventi di esondazione, ma anche per eventi di frana,”.
Proposta interessante! Forse è stata copiata, male peraltro,  da questa norma: “ Le aree inondabili e le zone di pericolosità di frana elevata e molto elevata ricomprese nelle Mappe di criticità ad uso della Protezione Civile, in quanto derivanti dai piani di bacino, sono riconosciute dalla Regione Liguria tra quelle aree a maggior rischio di inondazione o di dissesto idrogeologico e quindi, attesi i riscontri di ciclicità e ripetitività delle inondazioni (da aggiornare con le mappe di pericolosità e rischio non ancora approvate dalla Regione vedi successivamente ndr.) o di propensione a ulteriori dissesti in aree di frana già attive o quiescenti, queste vengono ad assumere le connotazioni di base per gli scenari di riferimento sui quali pianificare ogni procedura di protezione civile volta alla salvaguardia dei cittadini e dei beni”,  quindi, aggiunge questa delibera a pagina 5,: “Per il rischio idrogeologico o nivologico è  prevista una procedura di allertamento; in tal caso la Protezione Civile della Regione Liguria adotta formalmente gli Avvisi emessi  dal CFMI-PC “. Questa norma è la Delibera di Giunta Regionale n. 746 del 9 luglio 2007  (per il testo vedi QUI).



IL PROGRAMMA DELLA PAITA: PIANIFICAZIONE TERRITORIALE E TUTELA DELL’AMBIENTE
Il Programma della signora Paita afferma a pagina 13“non ha più alcun senso dividere la pianificazione delle attività sul territorio dalle politiche di riduzione del rischio idrogeologico.”
Proposta interessante! Forse deve essere stata copiata da questa norma: “I Piani di Bacino sono Piani Territoriali e quindi le disposizioni territoriali degli stessi prevalgono sugli strumenti ordinari urbanistici (Piani Regolatori, Piani Paesistici, Piani per le Aree Protette, Piani Regionali per le Cave, Piani Territoriali di Coordinamento) se rispettano le finalità della Legge sulla difesa del suolo.” Questa norma è l’articolo 17.1 della legge 183/1989!
Se poi invece la signora si riferiva alla pianificazione ambientale allora voglio ricordarle che è in vigore anche in Liguria una procedura di derivazione UE che si chiama Valutazione Ambientale Strategica (VAS).
Questa procedura normata dalla legge nazionale in attuazione della Direttiva 2001/42/CE, e recepita, a parole, con legge regionale anche dalla Liguria, prevede: “La fase di valutazione é effettuata anteriormente all'approvazione del piano o del programma,  ovvero all'avvio della relativa  procedura  legislativa,  e comunque durante la fase di predisposizione dello stesso. Essa è preordinata a garantire che gli impatti significativi  sull'ambiente derivanti dall'attuazione di detti piani e programmi siano presi in considerazione durante la loro elaborazione e prima della loro approvazione” comma 3 articolo 11 del DLgs 152/2006.



ALCUNE COSE CHE LA SIGNORA PAITA NON DICE NEL SUO PROGRAMMA
Intanto la signora Paita se fosse un vero candidato innovativo invece di riempire il suo programma con intenti futuribili, molti dei quali dovevano essere attuati da decenni, altri ancora  non sono altro che obblighi di legge come abbiamo visto sopra, avrebbe dovuto presentare un bilancio reale di quello che è stato fatto e soprattutto non fatto da lei e più in generale dalla Giunta Burlando di cui la signora si dichiara erede “legittima”.

Soprattutto avrebbe dovuto evitare le omissioni di molte cose non fatte come ad esempio:
1. La mancata attuazione della normativa sulle alluvioni: vedi QUI, QUI e QUI
2. Il mancato rispetto della normativa sui rifiuti con pesanti ricadute sulle finanze regionali e non solo , vedi QUI
3. La frantumazione dell’Assessorato all’Ambiente della Regione, vedi QUIalla faccia della proposta di pianificazione ambientale contenuta nel programmino della signora.
4. La sistematica violazione della normativa sulla valutazione ambientale strategica dei piani e programmi che ha portato fino alla dichiarazione di incostituzionalità della legge ligure  (vedi QUI).
5. la sistematica rimozione della partecipazione dei cittadini nei processi decisionali strategici. Ora il Programma della Paita prevede di approvare nel futuro una legge sulla partecipazione, nel frattempo in questi anni non è mai stata applicata  l’unica norma che prevedeva la partecipazione del pubblico formalizzata con regole minime: L’Inchiesta Pubblica prevista dalla legge regionali sulla Valutazione di Impatto Ambientale: comma 5 articolo 11. A proposito questa ultima norma è del 1998 sic!!!



CONCLUSIONI
Mi fermo qui anche se molto altro si potrebbe scrivere non sul Programma della signora Paita, un programmino più che altro,  ma su quello che lei e la giunta di cui ha fatto parte non hanno fatto o hanno “sfatto” in questi anni.

Dopo il quadro sopra descritto risultano patetiche le ulteriori affermazioni del Sindaco Federici: Insomma Cofferati ritiene di potersi evitare la fatica di un programma, una qualche idea di Liguria, un'esposizione su scelte concrete, una indicazione di contenuti.”
 Sig. Sindaco se l’idea della Liguria è quella degli slogan,  degli obiettivi di programma ripetuti a pappagallo o peggio copiati da leggi del passato, della totale mancanza di autocritica anche sul passato recente che emerge dal programmino della signora Paita.   Se le cose stanno così, e stanno così mi creda, allora forse è meglio non presentarne di Programmi.

Anzi sarebbe sufficiente non un Programma ma una frase: “mi impegno a non fare quasi tutto quello che ho fatto in questi anni”.

MA PER FARE QUESTO CI VUOLE UN QUALCOSA CHE È MOLTO DI PIÙ DI UN PROGRAMMA SCRITTO A TAVOLINO, CI VUOLE L’ONESTÀ INTELLETTUALE, ma quella non la trovi nei programmi, quella o ce l’hai o non te la può regalare nessuno!














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