Nell’ottima inchiesta della giornalista Sondra Coggio sul
non funzionamento delle centraline che dovrebbero rilevare la qualità dell’aria
nel Comune di Spezia, emerge in particolare il non funzionamento prolungato
della centralina di monitoraggio per l’area ex IP.
Un’area la cui “bonifica” ha prodotto, e in parte continua a produrre, quanto meno emissioni odorigene, bonifica non ancora
completata come perfino il Comune ammette
vedi QUI.
D’altronde almeno gli odori non possono essere nascosti al
naso dei cittadini, neppure dai rigiri di parole dei nostri Amministratori
locali. E di rigiri strani sull’area ex IP se ne sono visti tanti come ho
ricostruito nella seconda parte di questo post (vedi QUI).
Vediamo di puntualizzare il problema da un punto di vista sia giuridico amministrativo che storico, perchè trattandosi di una bonifica non ancora completata, la storia di come sia stata gestita la questione ha una grandissima attualità......
LA MANCANZA DI TRASPARENZA SULLA BONIFICA DELL’AREA EX IP
E sull’area ex IP e relativa bonifica le cose continuano a
non essere chiare a cominciare dalla pubblicazione non solo delle emissioni
aeriformi ma anche di tutti gli atti che riguardano la gestione della bonifica
di questa area. Peraltro l’unica informazione che ha pubblicato il Comune sullo
stato della bonifica sull’area ex Ip è stata prodotta solo ed unicamente per
rispondere alla contestazioni di questo blog e di altri cittadini attivi,
vedi QUI.
In realtà, come ho ampiamente spiegato QUI, la nuova normativa sulla trasparenza obbligherebbe il
Comune a pubblicare tutti gli atti autorizzativi, i monitoraggi e gli studi
effettuati su questa area.
IL PROBLEMA DEI MONITORAGGI NON SVOLTI SULL’AREA EX IP
Per
tornare alle emissioni aeriformi sull’area ex IP non solo il
monitoraggio degli inquinanti classici (polveri fini in particolare) continua a
non funzionare adeguatamente, ma sin dall’inizio della procedura di bonifica ci
sono stati buchi evidenti nel monitiraggio di molti inquinanti particolari.
L’Arpal in una audizione dell’aprile 2012 (vedi QUI) sui controlli ambientali nella nostra Provincia affermava
che l’area ex IP "……. ha
livelli di inquinamento tra i più bassi della città"!
Prima
domanda, trattandosi di aree inquinata, in parte ancora tutt’ora, cosa
vuol dire una affermazione come questa?. Scientificamente ha poco senso considerato che nel resto della città non sono stati
monitorati i terreni salvo e solo in parte nel sito di Pitelli, ma il ragionamento dell'Arpal era riferito al territorio comunale nel suo complesso.
Seconda
domanda, al di la dei terreni monitorati o meno, con il resto della città tale confronto ha senso? No, perché nel resto della città il confronto
con l’area ex IP andrebbe fatto sugli inquinanti standard (anidride solforosa,
ossidi di azoto, polveri fini, alcune tipologie di microinquinanti); ma
nell’area ex IP andavano e vanno monitorati moltissimi altri microinquinanti
cancerogeni.
Quali? ad esempio cloruro di vinile, 1,2 dicloroetano, tricloruro
di etilene, 1,2-dibromoetano clorometano, cloro etano,
1-dicloro etilene, diclorometano, cloroformio,
tetraclorometano, 1,1,2-tricloroetano, tetracloroetilene,
1-4-diclorobenzene Bromuro di etile e piombo tetraetile e tetrametile,
Composti idrocarburici clorurati in particolare carbonio tetracloruro,
dicloropropano; Policlorobifenili e policlorotrifenili etc . etc. Allora nel
resto della città sono stati monitorati questi inquinanti? Non credo proprio e
allora di cosa parlava l’Arpal? È ovvio che se cerchi ossidi di azoto e
anidride solforosa o polveri totali all’area ex IP non troverai indicazioni
significative sul livello dell’inquinamento.
Giusto per
capire di cosa stiamo parlando mettiamo a confronto la impostazione
storica, ma ancora attuale, dei monitoraggi secondo l’Arpal e secondo il
consulente del Comitato La Salamandra che per molti anni ha cercato, nella
indifferenza di gran parte della opinione pubblica spezzina, di denunciare la
non corretta gestione della bonifica di questa area.
Afferma l’ARPAL:
“Arpal di concerto con la ASL5 ha realizzato dal 2004 campagne
di monitoraggio della qualità dell’aria presso 9 siti sensibili, esterni
al cantiere, per la valutazione di un eventuale rischio
igienico sanitario sulla popolazione esposta. Gli inquinanti monitorati sono BTEXS,
organoclorurati, PM10, IPA, metalli. Da aprile 2007, a seguito dello
studio congiunto ARPAL/ ISS, il monitoraggio è stato integrato con la
ricerca di composti organici e solforati e con 4 nuove stazioni
raggiungendo il numero di 13.”
La relazione del Dott.
Busà demoliva nel 2007 questa impostazione, riporto solo un passaggio
significativo rinviando alla lettura integrale qui: “6) la componente idrocarburica
alifatica risulta invece estremamente elevata, ma non è disponibile la
speciazione. Ciò non permette di valutare se e quanti dei composti presenti
possano contribuire alla formazione di odori molesti;…..” (Busà
pagina 16),inoltre: “non risulta l’esistenza di dati analitici
relativi a prelievi effettuati in occasione di eventi acuti nei
quali si è verificato persino il ricorso a strutture sanitarie da parte dei
soggetti “colpiti” dalle esalazioni. I dati di cui occorre disporre
sono quelli concreti, cioè quelli ottenuti in campo in concomitanza
dell’evento acuto.”
Insomma
fin dal 2004 il monitoraggio su questa area è stato incompleto, sia sotto il
profilo della storia del sito che della sua situazione in evoluzione, e soprattutto, come peraltro sta accadendo per
la centrale Enel con il mancato parere sanitario del Sindaco, con quasi nulla
attenzione alle conseguenze sanitarie delle emissioni inquinanti.
SE LA
CENTRALINA DI RILEVAMENTO DELLE EMISSIONI DALL’AREA EX IP NON FUNZIONA
VUOL DIRE CHE SONO STATE VIOLATE LE AUTORIZZAZIONI RILASCIATE DAL COMUNE…
Ora
arriva la notizia del mancato funzionamento della centralina da oltre 1 anno.
Arpal, scrive la giornalista Coggio sul Secolo XIX, avrebbe segnalato la questione alla società
che gestisce tale strumentazione. Quindi
anche da questa informazione risulta con chiarezza che trattasi di centralina
che rientra nel sistema di monitoraggio interno alle prescrizioni autorizzative
a suo tempo rilasciate dal Comune per l’attività
di bonifica sia ex ante che ex post, questo significa che non si tratta di una delle centraline comunali previste dalla legge in
materia. peraltro ciò è confermato dallo stesso sito del Comune di Spezia, vedi QUI.
Se
le cose stanno così vuol dire che è stata violata
una prescrizione autorizzatoria.
La domanda finale è perché non è stato
applicato l’articolo 257 del DLgs 152/2006 (testo unico ambientale) secondo il quale la bonifica senza rispetto
della attività autorizzata comporta la sanzione dell'arresto da sei mesi a un
anno o con l'ammenda da duemilaseicento euro a ventiseimila euro. Oppure l’articolo 650 del Codice Penale sulla
inosservanza dei provvedimenti dell’Autorità Pubblica.
Ed
ancora perché il Sindaco non è intervenuto con i suoi poteri
di ordinanza in materia sanitaria per imporre l’avvio della centralina?
E la magistratura che fa? latita come al solito sull'area ex IP?...... vedi QUI.
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