mercoledì 10 dicembre 2014

Area ex IP: la centralina che non funziona e un poco di memoria storica…

Nell’ottima inchiesta della giornalista Sondra Coggio sul non funzionamento delle centraline che dovrebbero rilevare la qualità dell’aria nel Comune di Spezia, emerge in particolare il non funzionamento prolungato della centralina di monitoraggio per l’area ex IP.


Un’area la cui “bonifica” ha prodotto, e in parte continua a produrre, quanto meno emissioni odorigene, bonifica non ancora completata come perfino il Comune ammette  vedi QUI.  

D’altronde almeno gli odori non possono essere nascosti al naso dei cittadini, neppure dai rigiri di parole dei nostri Amministratori locali. E di rigiri strani sull’area ex IP se ne sono visti tanti come ho ricostruito nella seconda parte di questo post (vedi QUI). 

Vediamo di puntualizzare il problema da un punto di vista sia giuridico amministrativo che storico, perchè trattandosi di una bonifica non ancora completata, la storia di come sia stata gestita la questione ha una grandissima attualità......



LA MANCANZA DI TRASPARENZA SULLA BONIFICA DELL’AREA EX IP
E sull’area ex IP e relativa bonifica le cose continuano a non essere chiare a cominciare dalla pubblicazione non solo delle emissioni aeriformi ma anche di tutti gli atti che riguardano la gestione della bonifica di questa area. Peraltro l’unica informazione che ha pubblicato il Comune sullo stato della bonifica sull’area ex Ip è stata prodotta solo ed unicamente per rispondere alla contestazioni di questo blog e di altri cittadini attivi, vedi  QUI.  
In realtà, come ho ampiamente spiegato QUI, la nuova normativa sulla trasparenza obbligherebbe il Comune a pubblicare tutti gli atti autorizzativi, i monitoraggi e gli studi effettuati su questa area.



IL PROBLEMA DEI MONITORAGGI NON SVOLTI SULL’AREA EX IP
Per tornare alle emissioni aeriformi sull’area ex IP non solo il monitoraggio degli inquinanti classici (polveri fini in particolare) continua a non funzionare adeguatamente, ma sin dall’inizio della procedura di bonifica ci sono stati buchi evidenti nel monitiraggio di molti inquinanti particolari.  
L’Arpal in una audizione dell’aprile 2012 (vedi QUIsui controlli ambientali nella nostra Provincia affermava che l’area  ex IP "……. ha livelli di inquinamento tra i più bassi della città"! 
Prima domanda, trattandosi di aree inquinata, in parte ancora tutt’ora, cosa vuol dire una affermazione come questa?. Scientificamente ha poco senso  considerato  che nel resto della città non sono stati monitorati i terreni salvo e solo in parte nel sito di Pitelli, ma il ragionamento dell'Arpal era riferito al territorio comunale nel suo complesso. 

Seconda domanda, al di la dei terreni monitorati o meno, con il resto della città tale confronto ha senso?  No, perché nel resto della città il confronto con l’area ex IP andrebbe fatto sugli inquinanti standard (anidride solforosa, ossidi di azoto, polveri fini, alcune tipologie di microinquinanti);   ma nell’area ex IP andavano e vanno monitorati moltissimi altri microinquinanti cancerogeni. 
Quali? ad esempio cloruro di vinile,  1,2 dicloroetano,  tricloruro di etilene,  1,2-dibromoetano clorometano,  cloro etano,  1-dicloro etilene,  diclorometano,  cloroformio,  tetraclorometano,  1,1,2-tricloroetano,  tetracloroetilene,  1-4-diclorobenzene Bromuro di etile e  piombo tetraetile e tetrametile, Composti idrocarburici clorurati in particolare carbonio tetracloruro, dicloropropano; Policlorobifenili e policlorotrifenili etc . etc. Allora nel resto della città sono stati monitorati questi inquinanti? Non credo proprio e allora di cosa parlava l’Arpal? È ovvio che se cerchi ossidi di azoto e anidride solforosa  o polveri totali all’area ex IP non troverai indicazioni significative sul livello dell’inquinamento.  


Giusto per capire di cosa stiamo parlando mettiamo a confronto la impostazione storica, ma ancora attuale, dei monitoraggi secondo l’Arpal e secondo il consulente del Comitato La Salamandra che per molti anni ha cercato, nella indifferenza di gran parte della opinione pubblica spezzina, di denunciare la non corretta gestione della bonifica di questa area.
Afferma l’ARPAL: “Arpal di concerto con la ASL5 ha realizzato dal 2004 campagne di monitoraggio della qualità dell’aria presso 9 siti sensibili, esterni al cantiereper la valutazione di un eventuale rischio igienico sanitario sulla popolazione esposta. Gli inquinanti monitorati sono BTEXS, organoclorurati, PM10, IPA, metalli. Da aprile 2007, a seguito dello studio congiunto ARPAL/ ISS, il monitoraggio è stato integrato con la ricerca di composti organici e solforati e con 4 nuove stazioni raggiungendo il numero di 13.”

La relazione del Dott. Busà demoliva nel 2007 questa impostazione, riporto solo un passaggio significativo rinviando alla lettura integrale qui: “6) la componente idrocarburica alifatica risulta invece estremamente elevata, ma non è disponibile la speciazione. Ciò non permette di valutare se e quanti dei composti presenti possano contribuire alla formazione di odori molesti;…..”  (Busà pagina 16),inoltre: “non risulta l’esistenza di dati analitici relativi a prelievi effettuati in occasione di eventi acuti nei quali si è verificato persino il ricorso a strutture sanitarie da parte dei soggetti “colpiti” dalle esalazioni. I dati di cui occorre disporre sono quelli concreti, cioè quelli ottenuti in campo in concomitanza dell’evento acuto.”

Insomma fin dal 2004 il monitoraggio su questa area è stato incompleto, sia sotto il profilo della storia del sito che della sua situazione in evoluzione,  e soprattutto, come peraltro sta accadendo per la centrale Enel con il mancato parere sanitario del Sindaco,  con quasi nulla attenzione alle conseguenze sanitarie delle emissioni inquinanti.



SE LA CENTRALINA DI RILEVAMENTO DELLE EMISSIONI DALL’AREA EX IP NON FUNZIONA  VUOL DIRE CHE SONO STATE VIOLATE LE AUTORIZZAZIONI RILASCIATE DAL COMUNE…
Ora arriva la notizia del mancato funzionamento della centralina da oltre 1 anno. Arpal, scrive la giornalista Coggio sul Secolo XIX,  avrebbe segnalato la questione alla società che gestisce tale strumentazione.  Quindi anche da questa informazione risulta con chiarezza che trattasi di centralina che rientra nel sistema di monitoraggio interno alle prescrizioni autorizzative a suo tempo rilasciate dal Comune  per l’attività di bonifica  sia ex ante che ex post, questo significa che non si tratta di una delle centraline comunali previste dalla legge in materia. peraltro ciò è confermato dallo stesso sito del Comune di Spezia, vedi QUI

Se le cose stanno così vuol dire che è stata violata una prescrizione autorizzatoria
La domanda finale è perché non è stato applicato l’articolo 257 del DLgs 152/2006 (testo unico ambientale)  secondo il quale la bonifica senza rispetto della attività autorizzata comporta la sanzione dell'arresto da sei mesi a un anno o con l'ammenda da duemilaseicento euro a ventiseimila euro.  Oppure l’articolo 650 del Codice Penale sulla inosservanza dei provvedimenti dell’Autorità Pubblica. 
Ed ancora  perché il  Sindaco non è intervenuto con i suoi poteri di ordinanza in materia sanitaria per imporre l’avvio della centralina?
E la magistratura che fa? latita come al solito sull'area ex IP?...... vedi QUI.


















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