Dopo
le dichiarazioni ufficiali degli Amministratori Locali e
le contestazioni puntuali del Comitato Speziaviadalcarbone sulla proposta di
Convenzione Enel-Comune di Spezia, ecco arrivare alcune dichiarazioni come dire
in controtendenza non tanto per il merito, si tratta di posizioni subordinate a
quelle della Amministrazione Comunale, ma per
un mix di supponenza ed ignoranza che le rende interessanti solo per la
fonte da cui provengono (almeno la seconda).
La prima di un ingegnere (vedi QUI), che
si avventura in paralleli tra la nostra città ed una città della Florida con un
porto commerciale ed una centrale come
la nostra. Qualcuno spieghi al signore che la procedura di autorizzazione della
centrale, di cui stiamo discutendo da anni, la cosiddetta AIA, ha al centro
della sua istruttoria i principi della specificità del sito in cui l’impianto
da autorizzare si colloca, della considerazione degli impatti cumulativi, di precauzione.
In
altri termini è il modello gestionale dell’impianto da autorizzare che deve
adeguarsi al sito, alle sue specificità ambientali e sanitarie, per questo non
si possono riprodurre meccanicamente situazioni proprie di altri siti con
quello spezzino.
Solo
con la corretta istruttoria prevista dalla normativa sull’AIA, a cominciare dal
parere sanitario del Sindaco, si possono eventualmente verificare paralleli.
Di interessante però nell’intervento
dell’ingegnere in questione c’è la parte finale: quando sostiene la tesi che se
proprio la centrale dovrà restare a Spezia tanto vale pensare ad un impianto
totalmente rinnovato e adeguato .
Effettivamente
la scelta del Comune di Spezia di chiedere non eccessivi investimenti all’Enel pur mantenendo il
carbone si sta rivelando un boomerang. Enel ha già risposto che non se ne andrà
da Spezia. Ma d’altronde a prescindere
da quello che pensa Enel se la prossima AIA non conterrà al suo interno,
con carattere prescrittivo, la data di chiusura del gruppo, non serviranno
certo le dichiarazioni politichesi del Sindaco a spostare le cose.
Andatevi
a vedere tutte le AIA sulle centrali dove si è prevista la chiusura di sezioni:
tutte hanno una data di scadenza ed un relativo regime transitorio.
Il rischio quindi è che la
strategia del Comune produca un’AIA che pur adeguando la centrale alla nuova
normativa sulle emissioni (e ci mancherebbe ovviamente) con limiti anche
leggermente inferiori, confermi la presenza della centrale a carbone come
minimo per 8 anni. Ma come è noto i termini ex lege delle autorizzazioni hanno carattere
ordinatorio, d’altronde che sia così lo
dimostra la vicenda di questi anni: la centrale doveva avere la nuova
autorizzazione entro il 2007 ed invece sta arrivando ora nel 2013. Quindi è
molto probabile che lo scenario dopo l’AIA, che sta per essere emanata, sia: una
centrale a carbone di concezione impiantistica obsoleta in pieno centro città
per almeno 10-15 anni. Il tutto con
buona pace dei bei discorsi e slogan del Sindaco Federici.
Di
tutte queste problematiche non si cura il
presidente dell’Unione Industriale di Spezia che in una dichiarazione su Cronaca 4 (vedi
QUI) si
preoccupa, nella sua migliore tradizione, soprattutto di insultare gli
ambientalisti.
Accusa
gli ambientalisti di “visione bucolica” e di “manierismo”, ma sulla Convenzione
e sull’AIA, pur avendo a disposizione i dati, le strutture e le competenze di
Confindustria, non è in grado di fare altro che ripetere come una pappagallo ammaestrato le dichiarazioni
del Comune.
Soprattutto
di accettare l’elemosina di qualche
milione di euro da parte Enel e la cessione di aree ancora da bonificare
rimuovendo le centinaia di milioni di euro di danni ambientali che Enel ha
prodotto al nostro golfo e al nostro territorio come confermato da sentenze
penali passate in giudicato con relative provvisionali che potevano anticipare
cause milionarie (in euro) di risarcimento danni. Cause che il sottoscritto quando era assessore aveva impostato ma che poi dopo le mie dimissioni non sono state più avviate.
Il
Sig. unione industriali poi ha pure
il coraggio di scrivere che con la Convenzione e la nuova AIA alla centrale
enel: “La vocazione industriale che ha fatto grande nel
passato la nostra città esce rafforzata...... ”.
Ma di cosa stiamo parlando?
La vocazione industriale in
questo caso consiste nel confermare una
carretta (definizione datami da un tecnico Enel in via privata) di sezione a carbone (non
parliamo del turbogas che di fatto non ha mai funzionato con regolarità per
scelta Enel ed in violazione della autorizzazione dl 1996).
Come è noto io sostengo la tesi che è poi quella del Comitato Speziaviadalcarbone
della chiusura del gruppo a carbone con adeguata istruttoria sanitaria che la
motivi e con un periodo di transizione, che prepari detta chiusura, di circa 3
anni. Ma se io fossi un vero industrialista non un pappagallo come il
signore di cui stiamo trattando non mi sarei limitato ad accettare passivamente
la trattativa tra Enel e Comune ma sarei intervenuto attivamente chiedendo una vera innovazione industriale per la
nostra città.
Se fossi il Presidente della Unione Industriali di Spezia avrei
detto: dopo oltre 50 anni di centrale, se Enel vuole restare a Spezia, deve
investire sul serio; realizzi un impianto di nuova concezione che bruci carbone
garantendo limiti di emissioni nettamente più bassi di quelli che può garantire
la carretta che ci vogliono propinare per altri 15 anni.
Sto dicendo fesserie? NO basta riportare questa tabella che mette a
confronto i limiti di emissione di un impianto a carbone di nuova concezione
(Porto Tolle) con quelli chiesti dal Comune di Spezia per la nuova AIA della
centrale di Vallegrande.
PRESCRIZIONI AUTORIZZAZIONE UNICA CENTRALE ENEL DI
PORTO TOLLE
|
RICHIESTE DELLA AMMINISTRAZIONE COMUNALE PER LA
CENTRALE ENEL DI SPEZIA
|
SOx 80 mg/Nm3
|
SOx 180 mg/Nm3
|
NOx 80 mg/Nm3
|
Nox 180 mg/Nm3
|
Polveri 7 mg/Nm3
|
Polveri 15 mg/Nm3
|
Carbone zolfo inferiore all’1% e registro
qualità carbone bruciato in centrale
|
Non specificato
|
Progetto sperimentale di trattamenti dei fumi per
l’abbattimento del Mercurio (HG)
|
Non specificato
|
Introduzione di Migliori Tecnologie Disponibili
per affrontare la problematica del c.d. PM 10 secondario che si forma
per reazione degli inquinanti primari come SOx e NOx
|
Non specificato
|
Protocollo su limitazioni al funzionamento della
centrale se vengono superati i limiti di emissioni delle polveri per più di
35 giorni all’anno. Il sistema funzionerà attraverso una centralina dedicata
per il punto massimo di ricaduta individuato con modello matematico di
diffusione degli inquinanti
|
Non specificato
|
Monitoraggio ozono
|
Non specificato
|
Sperimentazione impianto cattura CO2 (effetto serra)
come già introdotto a Brindisi
|
Non specificato
|
Misurazione radioattività nel carbone e nelle ceneri
nonché nella aree esterne alla centrale per verificare l’accumulo di
radioisotopi
|
Non specificato
|
Aggiungo che
se fossi il Presidente della Unione Industriali avrei da tempo chiesto la
costituzione di un tavolo a livello ministeriale che coinvolga gli enti
energetici che operano da decenni nel nostro territorio, consumando suolo,
economia e salute degli spezzini senza dare in cambio che briciole e da ultimo neppure occupazione. A questo
tavolo chiamerei Regione ed Enti Locali spezzini ovviamente e avanzerei la
proposta di un grande progetto di innovazione industriale e di bonifica del
nostro golfo: vogliono restare a Spezia Enel e Gnl Italia? Bene investano anche
per il territorio oltre che fare profitti con impianti obsoleti inquinanti e
pericolosi.
Ma
il sig. unioneindustriali preferisce
fare il pappagallo invece del vero promotore di innovazione industriale, e
soprattutto preferisce insultare gli ambientalisti senza mai entrare nel merito
di quello che dicono e scrivono.
Lo ricordo, questo signore, in prima fila ad un nostro convegno in Sala
Dante….. tutto incravattato e stilizzato: stette li una mezz’ora per poi
andarsene senza proferire parola e rilasciando poi il giorno dopo dichiarazioni
politichesi ed insulti a cittadini che volontariamente e gratuitamente, usano il loro tempo e le
loro competenze per produrre analisi e proposte serie e rigorose, certo
contestabili, ma sicuramente innovative.
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