sabato 22 giugno 2019

Centrale a gas a Spezia: consigli non richiesti alla politica spezzina e non solo

Leggo anche oggi sui quotidiani locali esternazioni della politica sul progetto di centrale a gas proposto da Enel a Spezia. Non mi interessa polemizzare con nessuno, mi interessa il futuro della città in cui vivo e sono costretto per l'ennesima volta a chiarire ai politici locali che:


Non è vero che il Sindaco non ha alcun potere in questa vicenda
faccio un esempio: rilasciare il Parere Sanitario obbligatorio nella procedura di autorizzazione nella nuova e integrare il mancato Parere Sanitario (del Sindaco precedente) sulla esistente centrale a carbone. In questo modo si avrebbe un quadro chiaro delle criticità ambientali e sanitarie presenti e fondare emotivamente e non solo con gli slogan il No alla centrale a gas. Tralascio le altre competenze del Sindaco di cui ho trattato diffusamente nel mio blog Note di Grondacci e per esempio QUI.


Non basta dire No, bisogna attivare una strategia amministrativa adeguata
Questo significa che occorre prima di tutto avviare un confronto con il Governo per chiedere la sospensione del procedimento di Verifica di Assoggettabilità a VIA in corso presso il Ministero dell’Ambiente. Se non si ferma quel procedimento
Contemporaneamente occorre avviare un tavolo di confronto a livello governativo che affronti la questione della transizione dalla generazione elettrica a carbone a quella a fonti rinnovabili.

L’occasione c’è ed il Decreto che il Ministero dello Sviluppo Economico dovrà emanare (entro il 31/12/2019)  per il c.d. capacity-market  vale a dire in sintesi: la definizione delle centrali per la produzione di energia elettrica che devono tenersi pronte ad entrare in funzione in qualsiasi momento per risolvere  emergenze  e  necessità impreviste. 
Questo meccanismo, come risulta dal recente pacchetto energia approvato in sede UE conferma, sia pure in modo ridotto rispetto al passato,  le remunerazioni supplementari pagati ai grandi impianti di produzione elettrica per la loro disponibilità a produrre energia in caso di problemi strutturali di sicurezza, e gli incentivi destinati agli operatori della gestione della domanda per la disponibilità, invece, a ridurre i propri consumi.  
E qui veniamo alla centrale a gas spezzina ma anche a quelle previste per i siti di Brindisi, Civitavecchia, Fusina. Occorre chiedere al Governo che il Decreto di recepimento in Italia del meccanismo del capacity-market tenga conto delle specificità dei siti e quindi prevede un piano delle localizzazioni sostenibili. Richiesta non semplice ma possibile anche utilizzando i meccanismi di flessibilità del Regolamento UE quadro in questa materia (2019/943 vedi QUI in particolare l’articolo 24 paragrafo 1 vedi QUI).
Il nuovo Regolamento UE sul capacity-market prevede un limite di emissione di 550 gr di CO2 di origine fossile per kWh di elettricità. Le nuove centrali elettriche che emettono più di questo e che iniziano la produzione commerciale dopo l'entrata in vigore del regolamento non potranno più partecipare ai meccanismi di capacità. 
L’articolo 22 (commi 4 e 5 vedi QUI)  del Regolamento UE sopra citato prevede che le centrali elettriche esistenti che emettono più di 550 gr di CO2 di origine fossile per kWh e 350 kg di CO2 in media all'anno per kW installati non potranno partecipare ai meccanismi di capacità dopo il 1 ° luglio 2025. Questo spiega la data di  dismissione delle centrali a carbone di cui si parla in Italia e che permette ad Enel a Spezia di porre il ricatto o centrale a gas subito oppure restiamo fino a che possiamo con il carbone e fino al 2025 con le remunerazioni supplementari appunto del meccanismo capacity market.

Insomma la politica deve intervenire con forza su questo decreto provando ad imporre un impostazione che tenga conto anche delle specificità ambientali e sanitarie dei singoli siti.


CONCLUSIONI
Se non si riuscirà ad attivare quanto esposto sopra difficilmente basteranno i NO identitari o gli scaricabarile della politica spezzina.  Però è indiscutibile che in questo caso il Governo attuale ha una grande responsabilità. Ci vuole un circolo virtuoso tra politica nazionale regionale e locale e ovviamente una mobilitazione dei cittadini che sia però indirizzata ad obiettivi che si fondino sul quadro reale della situazione energetica e normativa esistente.

1 commento:

  1. Certo che, buttata giù la centrale, in quella superfice libera che sarà enorme ci facessero in bel impianto fotovoltaico o altro impiamto rinnovabile, pensa quanto ci guadagnerebbe la comunità e senza ombra di dubbio e per questo che non gli interessa, in tasca hai signori potenti della terra non entrerebbe nulla.

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