martedì 11 giugno 2019

Analisi critica del Consiglio Comunale spezzino su centrale a gas proposta da Enel

Ieri notte la maggioranza del Consiglio Comunale spezzino ha votato una mozione che respinge il progetto di centrale a gas presentato da Enel.  

Si tratta di un documento che smentisce quanto affermato dalla stessa maggioranza nel Consiglio Comunale dello scorso anno dove invece si chiedeva esplicitamente ad Enel di restare nell’area attualmente occupata dalla centrale a carbone, dismettendo quest’ultima e sostituendola con una centrale a gas.  

Tutto bene quindi? La reazione delle forze di opposizione e soprattutto della opinione pubblica spezzina ha ottenuto il dietrofront di chi governa il Comune? Non direi perché quello che i distratti votanti della maggioranza spezzina non capiscono, o fanno finta di non capire, è che senza una chiara strategia amministrativa non si bloccherà un bel nulla di niente.  

Vediamo perché…


Intanto servirebbe soprattutto da parte di chi gestisce la Amministrazione Comunale avere consapevolezza giuridico amministrativa delle affermazioni che si fanno e poi si votano.  
Il Sindaco nel suo intervento in Consiglio Comunale ha affermato ad un certo punto : “chi mi critica dimentica che attualmente esiste una procedura di rinnovo della autorizzazione integrata ambientale (AIA ndr) alla centrale, il rischio è che se verrà rinnovata la centrale andrà ben oltre il  2019”.
Premesso che la data citata dal Sindaco è sbagliata, voleva probabilmente dire 2029 (data reale della scadenza della attuale AIA), in realtà non c’è nessuna procedura di rinnovo dell’AIA (vedere QUI elenco procedura di rinnovo in corso) ma una mera procedura di riesame. La documentazione la trovate QUI, come si può vedere la procedura di riesame è stata avviata il 4/2/2019 e le osservazioni sono scadute il 10/4/2019 e non risulta che l’Amministrazione Comunale abbia presentato documenti di nessun tipo dentro questa procedura.
Peraltro, al di la del dato documentale il Sindaco dovrebbe sapere, (se non lo sa qualcuno glielo spieghi) che il rinnovo periodico, nella vigente versione dell’articolo 29-octies [NOTA1] del DLgs 152/2006,è stato trasformato in revisione. Quindi la revisione può essere avviata sempre senza attendere i 10 o i 16 anni dal rilascio dell’AIA (termini di durata dell’AIA a seconda che la centrale sia o meno assoggettata ad eco certificazione, quindi 16 per la centrale di Spezia), ma c’è di più. Il riesame con valenza di rinnovo non può comunque essere avviato prima di 10 anni dal rilascio dell’AIA (quindi nel caso della centrale spezzina non prima del 2023), quindi quanto affermato dal Sindaco non ha alcun fondamento giuridico e serve solo a gettare ulteriore confusione in una situazione già di per se confusa.
Per capire meglio come funziona la attuale procedura di revisione dell’AIA vi invito a leggere QUI.

Ma torniamo al documento votato dalla maggioranza del Consiglio Comunale spezzino…


LA QUESTIONE DELLA BONIFICA DELL’AREA DELLA CENTRALE A CARBONE
Il documento votato dalla maggioranza si picca di avere richiamato la questione della bonifica dell’area (peraltro con un riferimento confuso al superamento della normativa sul rischio di incidente rilevante su cui ci sarebbe ben altro da dire, vedi QUI). In realtà richiamare genericamente la problematica della bonifica dell’area è una mera tautologia amministrativa. Ovviamente essendo il gestore dell’area inquinata, e pure il proprietario, Enel è obbligato per legge a bonificare, il come dipenderà molto dalla destinazione finale dell’area salvo che resti industriale, nel senso che sapremo da subito quali dovranno i livelli di inquinamento residuo ammissibili per certificare la avvenuta bonifica e/o messa in sicurezza permanente.
Invece quello che non è stato inserito nel documento approvato dal Consiglio Comunale a maggioranza è:
1. verifica del contenuto e dell’aggiornamento della Relazione di Riferimento allegata all’AIA (stato inquinamento storico dell’area)  
2. verifica se le garanzie finanziarie ai fini della copertura dei costi necessari per la restituzione dell’area in condizioni ambientalmente sostenibili siano adeguate al Decreto 26 Maggio 2016 che ha specificamente disciplinato i criteri da considerare nel determinare l’importo delle garanzie finanziarie da versare per chi è obbligato alla Relazione di riferimento
3. dotare la Amministrazione Comunale di apposito ufficio bonifiche in grado di supportare il livello politico e burocratico in tutta la fase di bonifica dell’area Enel per non parlare del mai, in gran parte, bonificato sito di Pitelli

Insomma, occuparsi di bonifica dell’area Enel non vuol dire chiedere ad Enel di bonificare (quello lo afferma la legge) ma entrare nel merito della questione!



LA QUESTIONE DELLA PROCEDURA DI VERIFICA DI ASSOGGETTABILITA' A VIA
Il documento votato dalla maggioranza chiede di fermare il progetto di centrale a gas ma dimentica totalmente un problema oggettivo di fondo. Attualmente è aperta presso, il Ministero dell’Ambiente, una procedura (vedi QUI) di verifica di assoggettabilità a VIA del progetto in questione. La vigente normativa (comma 7 articolo 19 DLgs 152/2006) prevede che entro 90 giorni dalla comunicazione, per via telematica, del progetto agli enti interessati (quindi anche il Comune di Spezia ovviamente) venga rilasciato il provvedimento conclusivo della procedura. Dal sito del Ministero dell’Ambente si rileva che detta procedura è stata avviata il 16/5/2019, quindi è già passato circa un mese dei 3 previsti dalla legge senza che l’Amministrazione abbia prodotto nulla in termini di documenti utili per contestare detta procedura.
Ma cosa potrebbe fare l’Amministrazione Comunale e l’attuale maggioranza oltre a scrivere slogan astratti nelle mozioni votate dal Consiglio Comunale?
Sicuramente la prima cosa sarebbe stata di inserire una frase precisa nella mozione approvata: “impegniamo il Sindaco a chiedere al Ministero dell’Ambiente di archiviare il procedimento di verifica di assoggettabilità a VIA in corso”. Ovviamente richiesta non facile da essere recepita salvo che sia suffragata da adeguate motivazioni tecniche e giuridiche,ma come abbiamo visto ad oggi (1 mese circa) documenti motivati l’Amministrazione non ne ha prodotti.
L’Amministrazione, se davvero vorrà provare almeno a ritardare in termini amministrativi (che poi è quello che conta) la approvazione del progetto di nuova centrale a gas può chiedere al Ministero dell’Ambiente una sospensione del procedimento di verifica di assoggettabilità a VIA ex comma 6 [NOTA 2] articolo 19 DLgs 152(2006). Questa richiesta avrebbe più forza se la Amministrazione avesse presentato, o presentasse al più presto e non oltre l’11 luglio 2019 (termine scadenza osservazioni) documentazione motivando precisamente la richiesta di proroga dei termini. Tutto questo nel documento votato dalla maggioranza non c’è.



LA PROCEDURA DI REVISIONE AIA DELLA CENTRALE A CARBONE SPEZZINA RIMOSSA  DAL DIBATTITO DEL CONSIGLIO COMUNALE DI IERI
Il documento votato dalla maggioranza  del Consiglio Comunale prevede di impegnare la Amministrazione a rilasciare parere negativo in sede di gruppo istruttorio per il rinnovo dell’AIA. Premesso che, come ho spiegato sopra, non di rinnovo ma di revisione si tratta, occorre precisare che la procedura di revisione può anche portare ad una chiusura anticipata della centrale a carbone ma affinché il parere negativo del Comune abbia un minimo di peso nell’ottenere questo risultato (che comunque dipende dalla decisione finale del Ministero dell’Ambiente e del Ministero dello Sviluppo Economico) occorre una attività istruttoria che dimostri la fondatezza della richiesta, attività mai prodotta ad oggi dal Comune di Spezia.
Ora se noi andiamo a vedere la documentazione esistente nel sito del Ministero dell’Ambiente in relazione alla procedura di revisione dell'AIA (riproduco QUI quanto linkato in precedenza) si capiscono molte cose della “sceneggiata” andata in onda ieri sera in Consiglio Comunale.
Il file “documentazione generale” (Codice DVA/2019/2368) contiene dichiarazioni chiarissime delle intenzioni di Enel anche precedentemente alla presentazione del progetto di centrale a gas. Si veda in particolare il seguente passaggio: “si precisa che per rispettare la scadenza al 2025 della cessazione dell'utilizzo del carbone ai fini di produzione termoelettrica e la correlata individuazione delle tempistiche relative alla singola installazione è necessaria l'attuazione di quanto espressamente previsto dalla SEN 2017. In particolare, la SEN 2017 e anche la versione preliminare del Piano Integrato Energia e Clima, stabiliscono la necessaria attuazione di un articolato programma di adeguamento infrastrutturale che include nuova capacità produttiva (sia da fonti rinnovabili che da gas)”. Questa Nota di Enel è datata  31 GENNAIO 2019!  
D’altronde che le cose stavano andando in questo senso si capiva anche dallo studio di Confindustria del Novembre 2018  su Infrastrutture energetiche, Ambiente e Territorio (vedi QUI), dove a pagina 16 si legge: “Entro il 2025 è prevista la sostituzione della generazione termoelettrica a carbone con le fonti rinnovabili e le centrali turbogas. Con riferimento a queste ultime si prevede la necessità di realizzare circa 3,4GW di nuova capacità elettrica, di cui almeno il 50% a ciclo combinato e almeno 400MW di capacità situata in Sardegna. La realizzazione di nuovi impianti OCGT/CCGT comporterà un investimento medio di 2,3 Mld€.”
La domanda sorge spontanea dove era il Comune fino ad oggi? Ma soprattutto perché ieri sera in Consiglio Comunale la problematica che emerge da detto documento Enel (e dal resto della documentazione pubblicata da mesi nel sito del Ministero dell’Ambiente) non è stata oggetto di discussione (neppure da parte del centro sinistra per onestà va scritto) e non è entrata nel documento votato dalla maggioranza?  
Perché, vedete,  detto documento e relativi allegati riguardano proprio la dismissione della centrale a carbone in attuazione del Decreto Ministero Ambiente 22/11/2018 su avvio riesame AIA grandi impianti di combustione che al comma 2 articolo 2 recita: “2. Nel caso di impianti di combustione alimentati a carbone, la documentazione di cui al comma 1, punto b, deve espressamente prospettare la cessazione definitiva dell’utilizzo del carbone ai fini di produzione termoelettrica entro il 31 dicembre 2025, dettagliando il piano di fermata definitiva, pulizia, protezione passiva, messa in sicurezza e aggiornamento della relazione di riferimento per i gruppi termoelettrici alimentati a carbone, corredato del relativo cronoprogramma”.

Quindi analizzando insieme la documentazione sulla progressiva chiusura della centrale a carbone con quanto indicato da Enel nella Nota del 31/1/2019 si capisce come la dismissione, da mesi se non anche prima, teneva insieme centrale a gas nuova e dismissione del carbone a Spezia. Non a caso l’articolo 4 del Decreto Ministero Ambiente del 22/11/2018 afferma che lo stesso deve essere notificato anche al Sindaco del Comune territorialmente interessato (nel nostro caso Spezia e Arcola).
Ora se il Comune avesse confermato in questi mesi la scelta di accettare il progetto di centrale a gas al posto della centrale a carbone, paradossalmente tutto avrebbe avuto un senso amministrativo. Invece la maggioranza del Consiglio Comunale e quindi la stessa Amministrazione Comunale smentendo se stessa e pronunciandosi contro la centrale a gas, in linguaggio politichese, ha fatto perdere un lunghissimo periodo di tempo che poteva essere utilizzato per contrastare un disegno che parte da lontano come abbiamo visto sopra e cioè:
1. dalla Strategia Energetica Nazionale del 2017
2. dal Documento Confindustria 2018
3. dal Decreto Ministero Ambiente 22 Novembre 2018
4. dalla documentazione presentata da Enel in sede di revisione AIA dell’inizio 2019.
Tutti documenti accessibili per chiunque (da anni) figuriamoci per una Amministrazione Comunale che può avere a disposizione dirigenti tecnici e amministrativi nonché eventuali consulenti!



CONCLUSIONI  E COSA FARE…
Insomma un modo di procedere sotto il profilo amministrativo da DILETTANTI ALLO SBARAGLIO. Per questo ora l’unico modo per bloccare davvero la centrale a gas è quello di:
1. chiedere al Ministero dell’Ambiente di archiviare il procedimento di verifica di assoggettabilità a VIA in corso sul progetto di centrale a turbogas a Spezia;
2. avviare un confronto a livello governativo per un piano di localizzazione sostenibile (che tenga conto della specificità dei siti) di impianti di generazione termoelettrica necessari per la transizione al modello rinnovabili;  
3. avviare uno studio del danno sanitario prodotto dalla centrale a carbone in questi anni;
4. elaborare nel confronto con tutti i soggetti interessati: istituzioni, sindacati, associazioni e comitati ambientalisti scenari realistici sul futuro della centrale sottoponendoli ad una valutazione di impatto sociale ed economico ma soprattutto ambientale e sanitario al fine di dare un peso ad ogni scenario e proporre a governo ed Enel quello più adeguato.

Percorso difficile ma l’unico per rimettere al centro del futuro dell’area Enel gli interessi della città ed evitare che ancora una volta Spezia subisca il ricatto di un progetto preconfezionato dall’alto fondato sull’ennesima, imposta, servitù energetica.








[NOTA 1] 1. L'autorità competente riesamina periodicamente l'autorizzazione integrata ambientale, confermando o aggiornando le relative condizioni.
2. Il riesame tiene conto di tutte le conclusioni sulle BAT, nuove o aggiornate, applicabili all'installazione e adottate da quando l'autorizzazione è stata concessa o da ultimo riesaminata, nonché di eventuali nuovi elementi che possano condizionare l'esercizio dell'installazione.”

[NOTA 2] 6. L'autorità competente può, per una sola volta, richiedere chiarimenti e integrazioni al proponente, entro trenta giorni dalla scadenza del termine di cui al comma 4.

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