giovedì 1 ottobre 2015

Snam di Panigaglia: il sindacalismo corporativo della CGIL

"Gli “esperti”, “ingegneri”, “fisici”, (detto con tono sprezzante) pur non conoscendo lo studio di fattibilità visto che ancora non c'è, si sono già sperticati a sostenere: “raddoppio mascherato, passeranno centinaia di camion sulla napoleonica, ecc.” così dichiara il sig David Nerini – del Direttivo Nazionale CGIL alla tavola rotonda sulla energia lo scorso 26 Settembre. Allora questo signore, maleducato peraltro come dimostra la dichiarazione sopra citata, pensa ancora come i padroni nell'800 che la scienza la competenza e la conoscenza siano patrimonio solo di chi gestisce una azienda..... che lo faccia un sindacalista come dire è un segno dei tempi.


In realtà nessuno dei critici al nuovo progetto di realizzare depositi di gnl per navi e autotrazione ha mai affermato che il deposito di gnl in se costituisca il raddoppio del rigassificatore…… questi sindacalisti moderni come i padroni amano disegnare i cittadini attivi come una sorta di luddisti moderni ma sempre ignoranti.


È ovvio che trattasi, del deposito e del rigassificatore, di due attività esistenti ma che non possono ovviamente essere considerate nettamente separate, vediamo perchè.....



Gli obiettivi del nuovo progetto sono tre:
1. aumentare le possibilità di attracco per navi bettoline quindi un nuovo pontile
2. serbatoi per caricare le navi di GNL
3. un impianto esterno lungo la costa (dove?) rifornito da feedership per il GNL da autotrazione

Ma nel bando c’è anche in riferimento all’impianto di rigassificazione esistente dove si chiede, a chi vincerà il bando, una “valutazione delle condizioni e stima della vita utile di alcuni elementi dell'impianto: serbatoi di stoccaggio,transfer line, pontile di attracco”.
Quindi il bando riguarda potenzialmente anche una valutazione sulla eventuale necessità di ammodernamento dell’impianto esistente.

È quindi indiscutibile che comunque sia il nuovo progetto costituisca un consolidamento del rigassificatore.

Non solo ma che il consolidamento possa traguardare a nuovi ampliamenti (obiettivo mai abbandonato dalla GNL Italia) lo conferma anche l’ultimo workshop del Ministero dello sviluppo economico in vista della terza conferenza nazionale GNL dove il riferimento all’impianto di Panigaglia prevede sia la quantità attuale di GNL da rigassificare autorizzata (3 miliardi di m3) che quella dell’ampliamento bocciato qualche anno di fa di 8 miliardi di m3: si veda QUI a pagina 8)

Ma il signore del sindacato dimentica due questioni che dovrebbero essere fondamentali:
la prima riguarda una questione  da “esperti” veri quale lui sembra volersi iscrivere
la seconda che una organizzazione che non guardi solo agli interessi della azienda ma anche al rischio per lavoratori e cittadini nonché al territorio non dovrebbe scordare MAI.



LA PRIMA QUESTIONE RIMOSSA DALLA CGIL: I CRITERI DI LOCALIZZAZIONE DEI NUOVI DEPOSITI DI GNL PER NAVI E AUTOTRAZIONE
L’articolo 3 della Direttiva prevede che ogni Stato membro adotti un quadro strategico nazionale che, tra l’altro, comprenda tra gli altri:  la valutazione della necessità di installare punti di rifornimento per il GNL nei porti all'esterno della rete centrale della TEN-T. Gli Stati membri notificano alla Commissione i rispettivi quadri strategici nazionali entro il 18 novembre 2016.
La localizzazione dei punti di distribuzione dovrà rispettare i criteri dettati dalla Direttiva 94/2014 ulteriormente precisati dal quadro strategico nazionale elaborato dai Paesi Membri.
Se noi applichiamo questi criteri al caso spezzino emergono tre problematiche non banali:

1. la congestione del traffico nel golfo di Spezia 
2. la mancanza di una specifica e aggiornata normativa tecnica[1] per la gestione di un punto di utilizzo di GNL come quello prospettato per Panigaglia anche in relazione alla situazione particolare del golfo di Spezia
3. la presenza delle barriere fisiche pesanti, infatti la necessità di realizzare un nuovo pontile e la possibilità che ad esso attracchino nuove navi gasiere di maggiore pescaggio con il conseguente necessario dragaggio in un  area che come sappiamo è ancora perimetrata dentro un sito di bonifica.

A queste occorre aggiungere che sotto il profilo strettamente economico e logistico le navi a GNL in Italia non hanno ancora avuto uno sviluppo e a breve lo avranno probabilmente solo ed unicamente quelle per passeggeri (traghetti in particolare);

Vorrei che il signore della CGIL desse una risposta a questi dubbi sempre che conosca i criteri suddetti cosa di cui dubito francamente.   Ma se li conoscesse allora un sindacalista serio non dovrebbe rimuoverli.

Ho approfondito la questione dei criteri di localizzazione dei depositi GNL  QUI.  



LA SECONDA QUESTIONE RIMOSSA DALLA CGIL
La seconda rimozione della CGIL è ancora più grave perché riguarda lo stato dell’impianto attuale, il rispetto della normativa che lo riguarda.
Come ho spiegato più diffusamente QUI), non risulta che l’attuale rigassificatore abbia fino ad ora rispettato vari obblighi in materia soprattutto di prevenzione del rischio di incidente rilevante
1. Documento  sulla Politica di Prevenzione degli Incidenti Rilevanti: non aggiornato
2. Rapporto di Sicurezza: non aggiornato da almeno 5 anni
3. Mai applicato lo strumento preventivo dell’Effetto Domino relativo all’aumento del rischio in caso di incidente rilevante
4. Il Piano di emergenza esterna per l’impianto di Panigaglia è del 2008(vedi QUI). Quindi la Prefettura di Spezia per l'Impianto di Panigaglia è in ritardo di 4 anni nell'aggiornamento del Piano di emergenza esterno anche in riferimento alla nuova normativa ex DLgs 105/2015.
5. Nessun atto di Controllo urbanistico:  cosa e come costruire o rimuovere nelle aree di possibile impatti in caso di incidente dell’impianto
6. l’assenza di una non adeguata informazione del pubblico residente nelle aree di possibile impatto in caso di incidente rilevante come ho spiegato diffusamente QUI.

Infine sulle Ispezioni sulla sicurezza all’impianto mi limito a sottolineare come la programmazione delle verifiche ispettive disposte dal Ministero dell'Ambiente attualmente non rispetta la frequenza annuale prevista dal D.lgs. 334/99. L’Italia è al di sotto della media dei Paesi UE: 30% stabilimenti ispezionati vs. 66% circa  (atti Seminario ISPRA 14 giugno 2014).


Cosa dice il signor Sindacalista di tutto quanto sopra ? Il Sindacato faccia il suo lavoro difenda i posti di lavoro ma lo faccia con dignità, con rispetto per chi vive sul territorio ed è lavoratore anche a lui,  con attenzione per tutti gli aspetti che riguardano sia l’impianto attuale che il nuovo progetto e non accettando passivamente le tesi di Snam GNL. 
Le scelte richiedono confronto, dibattito, chiarificazioni. Le adesioni al buio si facevano nel triste primo 900….o vogliamo tornare a quell’epoca.






[1] Secondo il paragrafo 12. Articolo 6 Direttiva 94/201
4/UE: “In assenza di una norma contenente le specifiche tecniche dettagliate per i punti di rifornimento di GNL per il trasporto marittimo e per vie navigabili interne, di cui al paragrafo 10, lettera a), e in particolare in assenza di quelle specifiche relative al bunkeraggio di GNL, alla Commissione è conferito il potere, tenuto conto dei lavori in corso in seno all'IMO, alla CCNR, alla Commissione del Danubio e agli altri pertinenti consessi internazionali, di adottare atti delegati conformemente all'articolo 8 che definiscono:
i requisiti concernenti le interfacce di trasferimento nelle operazioni di bunkeraggio di GNL per il trasporto marittimo e lungo le vie navigabili interne,
i requisiti inerenti agli aspetti di sicurezza dello stoccaggio terrestre e della procedura di bunkeraggio del GNL nel trasporto marittimo e per vie navigabili interne.”

Nessun commento:

Posta un commento