Il Responsabile comunale del procedimento relativo alla realizzazione del Progetto su Piazza Verdi questa mattina
nell’incontro con il Comitato per Piazza Verdi ha dichiarato che sia il
Comune che la ditta che gestisce il cantiere stanno rispettando le prescrizioni
di tutela dei pini come indicate dal consulente del Comune, dott. Sani, nella ormai famosa perizia della scorsa estate.
E’ davvero c0sì?
Leggiamo cosa dice il
famoso allegato alla perizia del dott. Sani su come debbono essere elaborate e
attuate le prescrizioni di gestione del cantiere di Piazza Verdi a tutela dei
pini: ”Articolo 1.2 Sopralluoghi e accertamenti preliminari. Prima di
presentare l’offerta di per l’esecuzione di lavori che si svolgono in
prossimità degli alberi..... l’impresa, per mezzo di un tecnico specializzato
in materia, deve avere cura di individuare in apposito elenco gli alberi
potenzialmente danneggiabili, definendone per ciascuno le reali distanze di
sicurezza anche in relazione agli interventi previsti e individuando, di
concerto con la Direzione Lavori e tenuto conto delle norme e dei consiglio riportati
nel presente elaborato, le modalità con cui svolgere i lavori in prossimità
degli alberi ed i dispositivi di protezione degli stessi da adottare”
Quindi il Comune deve
dimostrare:
1. l’esistenza di un tecnico specializzato di cui si è avvalsa l’impresa
esecutrice dei lavori
2. l'esistenza di un protocollo tecnico che abbia individuato l’elenco degli alberi
danneggiabili dai lavori
3. se in detto protocollo siano state definite, per ogni singolo pino, le reali
distanze di sicurezza in relazione agli interventi di cantiere previsti. I pini non sono uguali, non hanno la stessa
estensione di radici sul terreno e quindi l’affermazione del dirigente del
Comune secondo cui “si lavora a 14 metri" non significa nulla”
4. se in detto protocollo esista la classificazione delle aree di distanza dagli alberi ,
classi di distanza ad ognuna delle quali devono corrispondere prescrizioni
precise di lavorazione o addirittura di divieto di lavorazione e soprattutto di
scavo.
5. se in detto protocollo siano state descritte le modalità di svolgimento dei
lavori nel rispetto dei suddetti punti 3
e 4.
6. la prova che, sulla base di detto protocollo, la Direzione Cantiere e
l’impresa esecutrice abbiano
definito preliminarmente all’avvio dei lavori di scavo, i movimenti di
macchine e attrezzature in prossimità degli alberi, ed abbiano predisposto
opportuna segnaletica nonché abbiano formato adeguatamente e come il proprio
personale.
Tutto
questo risulta necessario, non perché lo chieda io o il Comitato contro il progetto
di Piazza Verdi, ma perché le suddette prescrizioni, elaborate a suo tempo dal
consulente del Comune, sono state
recepite in una apposita diffida della Direzione Regionale per i Beni Culturali
del 20 agosto 2013, inviata alla
Amministrazione Comunale, nella quale si affermava: “ a seguito della
relazione tecnica del Dottore Forestale
Luigi Sani, incaricato dal Comune di La Spezia per la valutazione delle
condizioni di stabilità dei pini di Piazza Verdi, si richiede di predisporre
tutte le precauzioni e prescrizioni per la difesa delle piante ivi indicate. Si
allegano a questa nota le Norme di capitolato per evitare possibili
danneggiamenti a modalità di difesa degli alberi del Tecnico Dott. Sani, già in
possesso della Soprintendenza per i Beni Architettonici e Paesaggistici della
Liguria, dove sono individuate le disposizioni da predisporre in salvaguardia
delle alberature (All.2)”
E’
chiaro che il Comune non ha fino ad ora rispettato le suddette prescrizioni non
a caso il TAR, in sede monocratica, nella decisione dello scorso 22 marzo
c.a. vedi QUI, ha ricordato al Comune il divieto di tagliare
gli alberi ma soprattutto la necessità di curarne “il mantenimento…” aggiungendo che “non emergono in contrario – allo stato -
superiori interessi pubblici;”, dove per superiori interessi pubblici si fa
riferimento al rischio della loro caduta.
Aggiungo che la miglior prova dell’inadempimento del
Comune nell’attuare le sopra descritte misure di tutela dei pini, oltre al
decreto del TAR sopra citato, e la recentissima foto del cantiere riportata in questo post, sta nella mancata pubblicazione di tali
misure…..potevano farlo anche stamani ma niente.
Peraltro come possiamo fidarci di un Dirigente comunale
che in una lettera del
18/6/2013, inviata al Ministero
dei Beni Culturali e relativi uffici periferici regionali, in relazione alla
nota della Soprintendenza del giorno prima con la quale si chiedeva la
sospensione del cantiere appena aperto, affermava : “Tale
nota si configura quindi come atto sospensivo, in autotutela, della
autorizzazione rilasciata in data 6/11/2012 che conteneva prescrizioni su
modalità realizzative ma nessuna condizione sospensiva della efficacia
dell’atto. Per contro con la nota del 17/6/2013 si impedisce la prosecuzione
dei lavori, a cantiere aperto….”.
Quindi il 18 giugno lo stesso Dirigente riconosceva che non si potevano
proseguire i lavori dopo la sospensione della Soprintendenza ma questi i lavori
in realtà non si sono mai fermati anzi
hanno continuato in spregio alla condizione che ponevano Soprintendenza e
Direzione Regionale:
1. L’avvio
di una procedura di verifica dell’interesse culturale
2. La presentazione
di un progetto modificativo dell’attuale
3. La predisposizione
di misure di tutela dei pini nella gestione del cantiere
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