Un
nuovo Rapporto (QUI) sul
cancro in Italia conferma il ruolo dell’inquinamento fino a 12,6 morti evitabili
ogni 100.000 abitanti che vanno a integrarsi con quelli da fattori di rischio
comportamentali. Ma il dato significativo in generale, visto il legame che
spesso sussiste tra i diversi fattori di rischio ambientali, comportamentali e genetici,
è nell’aumento delle diagnosi di tumori nel 2022 390.770 contro le 376.000 del
2020.
CHI HA ELABORATO IL RAPPORTO
Il
Rapporto è nato dalla collaborazione tra AIOM (Associazione Italiana di
Oncologia Medica), AIRTUM (Associazione Italiana Registri Tumori), Fondazione
AIOM, ONS (Osservatorio Nazionale Screening), PASSI (Progressi delle Aziende
Sanitarie per la Salute in Italia), PASSI d’Argento e SIAPEC-IAP (Società
Italiana di Anatomia Patologica e di Citologia Diagnostica), il volume
costituisce un supporto di grande valore per il Servizio Sanitario Nazionale,
per il Ministero della Salute e, indubbiamente, per i pazienti oncologici, ai
quali, mai come adesso, è necessario offrire le pratiche migliori di
prevenzione, cura e assistenza.
DATI GENERALI SULLA EVOLUZIONE DEI TUMORI IN ITALIA
La
stima del numero di nuovi casi di tumore nel 2022, in Italia, è stata
effettuata partendo dai dati puntuali della International Agency for Research
on Cancer (IARC, Lione) per gli anni 2020 e 2025. In questo periodo, la IARC
stima che, in Italia, il numero complessivo di nuove diagnosi (esclusi i tumori
della cute non melanoma) passi, negli uomini, da 199.500 a 213.800 e, nelle
donne, cresca da 183.200 a 189.500. Nel 2022 in Italia, saranno 390.700 le
nuove diagnosi di tutti i tumori (205.000 negli uomini e 185.700 nelle donne).
Erano 376.600 (194.700 negli uomini e 181.900 nelle donne) nel 2020.
L’aumento
a 390.700 del numero assoluto dei casi nel 2022 pone interrogativi per i quali
attualmente non ci sono risposte esaurienti.
FATTORI DI RISCHIO
Per
quanto riguarda l’Italia, le stime del GBD Study indicano nel 45,2% (IC 95%:
41,5%-49,6%) la quota di morti per tumori attribuibili a fattori di rischio
evitabili: si tratta di circa 81.000 morti oncologiche evitabili (sul totale
delle 180.000 annuali per cancro) attraverso il controllo dei principali
fattori di rischio, equivalenti a 57,8 casi/100.000 abitanti per tutti i
fattori di rischio, in termini di tassi standardizzati di mortalità oncologica
evitabile (Tab. 4). I fattori di rischio comportamentali e, quindi,
modificabili sono ritenuti responsabili ogni anno di circa 46,1 morti evitabili
di tumore ogni 100.000 abitanti: appunto fumo di tabacco, consumo di bevande
alcoliche e obesità/sovrappeso. Alla sindrome metabolica vengono attribuite
13,5 morti evitabili di tumore ogni 100.000 abitanti, mentre sono 12,6 morti evitabili
di tumore ogni 100.000 abitanti quelle attribuite a fattori occupazionali o ambientali
(Tab. 4).
AMBIENTE E CANCRO
Il
Rapporto conferma un dato inquietante che dimostra come sul rapporto cancro e
inquinamento gli studi non siano ancora sufficientemente attendibili.
Afferma
infatti il Rapporto: “Abbiamo informazioni sulla tossicità solo per una
minoranza delle sostanze, e sappiamo poco di che cosa succede quando queste si
trovano in miscele, come abitualmente avviene…”
Inquinanti cancerogeni secondo l’Agenzia Internazionale per la
ricerca sul cancro(IARC)
Il
programma delle Monografie della IARC ha classificato come cancerogeni per
l’uomo (gruppo I secondo i loro criteri) i seguenti contaminanti ambientali o
miscele: inquinamento atmosferico, particolato PM2.5, amianto, fumo passivo,
arsenico, alcune diossine, PCB (bifenili policlorurati), acido aristolochico,
lindano, cadmio, nickel, cromo esavalente, radon, benzopirene, benzene,
berillio, erionite, formaldede, aflatossine e radiazioni solari.
Classificazione IARC incompleta
La
classificazione è imperfetta perché spesso non si hanno informazioni accurate
sulla presenza nell’ambiente; per esempio per molti cancerogeni occupazionali,
oltre a quelli elencati, non è nota o ben documentata la presenza
nell’ambiente. Inoltre, questa lista è con tutta probabilità incompleta a causa
dei tempi lunghi che sono richiesti alla conduzione di ricerche
epidemiologiche. Un numero molto più elevato di sostanze che contaminano
l’ambiente è stato classificato dai gruppi di lavoro IARC come potenzialmente
cancerogeno sulla base di studi sperimentali
negli animali e di limitate prove epidemiologiche
I limiti delle stime sulle morti per tumori da inquinamento
Secondo
il Rapporto le stime spesso non tengono conto della elevata inaccuratezza con
cui le esposizioni ambientali vengono abitualmente misurate. Non è molto
difficile indagare gli effetti del fumo di sigarette, un’esposizione frequente
e facilmente misurabile: c’è un certo margine di errore, ma limitato rispetto a
capire a quanti PCB un individuo è esposto o peggio ancora quantificare classi
intere di inquinanti.
Per
gli inquinanti ambientali il problema rilevato dal Rapporto è che perfino la
misurazione biochimica o molecolare (per esempio con spettrometria di massa)
può non essere sufficiente a quantificarle. Si veda in particolare i POP
(composti organici persistenti - QUI) che persistono
estremamente a lungo nell’ambiente ma a concentrazioni basse o molto basse. In
pratica gli strumenti a disposizione per indagarle sono ancora imperfetti.
UN METODO DI DIVERSO PER STUDIARE GLI EFFETTI DELL’INQUINAMENTO
NELLO SVILUPPO DEI TUMORI
Il
Rapporto sviluppa il concetto di esposoma vale a dire lo studio degli
effetti di tutte le esposizioni esterne a partire dal concepimento, attraverso
il perfezionamento delle tecniche di misurazione (per esempio con tecnologie
omiche - QUI).
Conclude
il Rapporto sulla importanza nel tenere conto della natura sistemica dei
problemi, del fatto cioè che un approccio analitico, sostanza per sostanza, è
troppo lento di fronte al loro numero e all’entità della loro presenza
nell’ambiente. Per esempio, la “massa antropogenica”, cioè il volume totale dei
manufatti di origine umana, inclusi plastiche, metalli e cemento, è più o meno
pari a quello di tutti i viventi messi insieme, eppure gli studi sugli effetti
tossici, per esempio delle plastiche sulle cellule umane, sono ancora limitati.
Nessun commento:
Posta un commento