Chi pensa che il nucleare
sia davvero uno soluzione sicura (per ambiente e salute) a breve termine si
legga questo Parere (QUI)
del Comitato Economico e Sociale che pur non partendo da una posizione pregiudiziale
contro la tecnologia nucleare dimostra tutte le problematiche irrisolte ad oggi
del ciclo di questa fonte energetica. Un insegnamento, che ovviamente non verrà
ascoltato, per il governo italiano.
In particolare, dal Parere
emergono:
1. Una grave mancanza di
trasparenza nella gestione dei rifiuti radioattivi come pure un inadeguato
coinvolgimento delle comunità locali interessate dagli interventi sul nucleare
2. La lontananza nel tempo (addirittura
si fa riferimento in alcuni casi fino al 2130!) della soluzione per lo
stoccaggio dei rifiuti radioattivi ad alta attività. In questo modo, afferma il
Parere, “Il prolungamento dello stoccaggio dei rifiuti ad alta attività per più
di un secolo potrebbe far aumentare i rischi e i costi ed essere un onere a
carico delle future generazioni.”
Il Parere conclude con
alcune raccomandazioni a Commissione e Stati Membri.
RIFIUTI RADIOATTIVI IN
AUMENTO E NON ADEGUATA TRASPARENZA NELLA LORO GESTIONE
La produzione annuale di
rifiuti radioattivi aumenterà nel prossimo decennio e anche negli anni
successivi, in quanto si andrà alla chiusura
e disattivazione programmate di alcuni impianti nucleari.
Gli Stati membri
dovrebbero agevolare non solo un coinvolgimento inclusivo della società civile,
ma anche l'apertura e la trasparenza nei confronti dei cittadini – comprese le
attuali comunità ospitanti e quelle potenzialmente interessate – in tutti i settori
della gestione dei rifiuti radioattivi. I finanziamenti disponibili dovrebbero
essere utilizzati per accrescere la capacità dei gruppi della società civile, e
in particolare delle comunità locali situate nelle vicinanze di impianti
nucleari, a partecipare in maniera indipendente a progetti e studi volti a
valutare il grado di partecipazione nella gestione dei rifiuti radioattivi e le
pratiche di trasparenza al riguardo.
Il tutto dovrebbe fondarsi
sul paragrafo 2 articolo 10 Direttiva 2011/70: “Gli Stati membri provvedono
affinché la popolazione abbia le necessarie occasioni di effettiva
partecipazione ai processi decisionali concernenti la gestione del combustibile
esaurito e dei rifiuti radioattivi conformemente alla legislazione nazionale e agli
obblighi internazionali” (QUI).
MANCANO DEPOSITI O
SOLUZIONI DEFINITIVI PER I RIFIUTI RADIOATTIVI
Il CESE sottolinea che
permangono preoccupazioni per la mancanza di progressi chiari in relazione allo
smaltimento del combustibile esaurito e/o dei rifiuti ad alta attività nella
maggior parte dei paesi e per le date di messa in funzione dei depositi, che si
collocano tra gli anni 2050 e 2070, e anche più tardi per alcuni paesi. Il
prolungamento dello stoccaggio dei rifiuti ad alta attività per più di un
secolo potrebbe far aumentare i rischi e i costi ed essere un onere a carico
delle future generazioni.
Alla fine del 2019
l'inventario totale stimato di rifiuti radioattivi nell'UE ammontava a
2 334 000 m3. Circa il 66 % di questi rifiuti è
già stato smaltito, mentre il 34 % è ancora stoccato e dovrà essere
gestito in futuro. Il combustibile esaurito è stoccato in attesa dello
smaltimento o del ritrattamento, a seconda della strategia sulla gestione dei
rifiuti radioattivi dello Stato membro considerato. Le proiezioni attuali sulle
stime degli inventari non vanno oltre il 2030 e non sono complete, in quanto mancano
alcuni dati e non si prendono in considerazione i piani degli Stati membri per
costruire nuovi impianti o per prolungare il periodo di attività di quelli
esistenti.
Come risulta dalla
Relazione (QUI)
della Commissione UE del 2024 solo Finlandia, Francia e Svezia hanno selezionato
siti per lo smaltimento geologico in profondità del combustibile esaurito e dei
rifiuti ad alta attività. Il primo deposito geologico di profondità dovrebbe
essere operativo in Finlandia entro il 2025, seguito da quelli in Francia e
Svezia (dove si prevede siano operativi dal 2035) e poi in Germania e Belgio
(si prevede dal 2050), mentre altri Stati membri hanno fatto sapere di aver
bisogno di periodi molto più lunghi. È il caso, ad esempio, della Spagna (dove
sarebbero operativi entro il 2060), della Cechia e della Slovacchia (in
entrambe nel 2065) e dei Paesi Bassi (addirittura nel 2130)
NECESSITÀ DI APPROCCIO
INTEGRATO NELLA GESTIONE DEI RIFIUTI RADIOATTIVI
Il CESE ritiene
fondamentale considerare la R&S in materia di gestione dei rifiuti
radioattivi in modo integrato e interdisciplinare. Per assicurare una
comprensione migliore e venire efficacemente incontro alle aspettative,
esigenze e preoccupazioni della società per quanto riguarda la gestione dei
rifiuti radioattivi, il Programma congiunto europeo sulla gestione dei rifiuti
radioattivi (EURAD- QUI) e la Piattaforma
tecnologica per lo smaltimento geologico dei rifiuti radioattivi (IGD-TP-QUI) dovrebbero interagire con la piattaforma
SHARE (Scienze sociali e umane unite nella ricerca sulle radiazioni ionizzanti)
e con i rappresentanti delle organizzazioni della società civile, impegnandosi
a garantire l'inclusività. Bisognerebbe inoltre stanziare le risorse
finanziarie in modo da garantire che le organizzazioni della società civile –
locali o nazionali – interessate siano adeguatamente coinvolte in questo
programma.
CLASSIFICAZIONE RIFIUTI
RADIOATTIVI E MODALITÀ DI GESTIONE
I rifiuti a bassa attività
e quelli ad attività molto bassa rappresentano il 90,7 % del volume totale
dei rifiuti radioattivi, i rifiuti a media attività rappresentano il 9,1 %
e quelli ad alta attività lo 0,2 %. Alle ultime due tipologie è
riconducibile oltre il 90 % della radioattività totale (QUI).
Sono stati compiuti passi avanti per quanto riguarda lo smaltimento sicuro dei rifiuti
a bassa attività nell'UE. Tuttavia, la maggior parte degli Stati membri non
dispone di soluzioni per la gestione a lungo termine dei rifiuti a media
attività e di quelli ad alta attività, compreso il combustibile esaurito. In
alcuni Stati membri si ricorre allo stoccaggio dei rifiuti radioattivi per dare
il tempo necessario allo sviluppo di innovazioni radicali.
LA RELAZIONE DELLA
COMMISSIONE
Si tratta della Relazione (QUI),
del 22 maggio 2024, della Commissione al Consiglio e Parlamento UE sui
progressi compiuti nell'attuazione della direttiva 2011/70/EURATOM del
Consiglio e sull'inventario dei rifiuti radioattivi e del combustibile esaurito
presenti sul territorio comunitario e le prospettive per il futuro.
La Commissione ritiene che
i rifiuti radioattivi e il combustibile esaurito siano stati gestiti in modo
sicuro nell'UE. Inoltre, nella relazione si afferma che in tutta l'UE sono in
atto programmi nazionali che in genere sono stati definiti in modo trasparente
e partecipativo. Tuttavia, vi si osserva anche che diversi Stati membri non
hanno ancora definito alcuna politica nazionale per la gestione a lungo termine
dei loro rifiuti radioattivi e in particolare di quelli a media e alta
attività. Inoltre, sempre secondo la relazione, gli obiettivi fissati in alcuni
programmi nazionali non sono sufficientemente ambiziosi e prevedono lunghi
periodi per la loro attuazione, il che potrebbe gravare sulle generazioni
future. Le questioni principali da affrontare sono il controllo e il
finanziamento dei programmi.
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