venerdì 22 marzo 2024

La UE indica come gestire i rischi dai mutamenti climatici: prima di tutto salute e territori

La Commissione europea ha pubblicato lo scorso 12 marzo 2024 una Comunicazione (QUI) sulla gestione dei rischi climatici in Europa, nella quale spiega come l'Unione e gli Stati membri possono prevedere, capire e affrontare meglio i crescenti rischi climatici. Illustra inoltre come elaborare e attuare politiche in grado di salvare vite umane, ridurre i costi e proteggere la prosperità in tutta l'UE.

Secondo la Comunicazione i rischi dei mutamenti climatici aumenteranno sempre di più nei prossimi anni. I dati (QUI) della Agenzia Europea per l’Ambiente confermano che anche nello scenario migliore in cui si limita i l riscaldamento globale a 1,5 gradi al di sopra dei livelli preindustriali (QUI), l’Europa dovrà imparare convivere con un clima più caldo di 3 gradi e, di conseguenza, far fronte ad un clima esponenzialmente maggiore ondate di caldo e altri eventi meteorologici estremi.

Di seguito una sintesi schematica per punti sul contenuto della Comunicazione, mentre nella seconda parte una descrizione più particolare di ognuno dei suddetti punti critici…

 


I RISCHI E LE PROBLEAMTICHE PRODOTTI DAI MUTAMENTI CLIMATICI, IN SINTESI

1. rischio geopolitico: sicurezza globale, riduzione dei flussi commerciali, instabilità economica, crisi servizi essenziali per la popolazione

2. rischio assicurativo: solo il 30% circa delle perdite legate al cambiamento climatico è attualmente coperto da un'assicurazione

3. difficoltà di accesso ai finanziamenti per le PMI

4. meno di un terzo delle aziende della UE ha pianificato investimenti per contrastare e prevenire i rischi da mutamenti climatici

5. esiste la necessità che rischi climatici entrino nelle politiche della UE sulla strategia per la sicurezza economica

6. il costo annuale dell’adattamento ai cambiamenti climatici può varia da 15 a 64 miliardi di euro all’anno (0,1-0,4% del PIL dell’UE) fino al 2030, con una stima mediana intorno 21 miliardi di euro

7. per quanto riportato al punto 6 è necessario che i quadri di bilancio (anche pluriennali) degli stati membri devono considerare i requisiti di rendicontazione relativi al clima

8. è inadeguata la Governance tra i livelli comunitari, nazionali e regionali/locali nella attuazione delle politiche per la neutralità climatica. Vedi anche parere Comitato Regioni sul ruolo delle autonomie locali nella transizione ecologica (QUI)

9. migliorare la rete di monitoraggio dei dati sui mutamenti climatici

10. Le decisioni sull’uso del territorio e sulla pianificazione dovrebbero dichiarare esplicitamente le ipotesi sui rischi climatici cosa che ad oggi non avviene spesso

11. al momento non esistono valutazioni attendibili in merito quanto le infrastrutture (trasporti viabilità impianti e reti per l’energia) dell’UE saranno in grado di funzionare nelle mutevoli condizioni climatiche

12. il cambiamento climatico sta incidendo sulla salute umana. Le proiezioni mostrano un forte aumento netto tassi di mortalità legati alla temperatura già per la metà del secolo

13. il degrado del suolo rappresenta una grave minaccia per la nostra produzione alimentare. Occorre valorizzare il ruolo degli agricoltori nella protezione dei servizi ecosistemici

14. cambiando la composizione delle specie e influenzando gli stock ittici queste tendono a spostarsi in acque più profonde e verso i poli. Ciò creerà discrepanze tra le quote stabilite tra gli stati e reali possibilità di pesca


 


ANALISI PUNTUALE DEI RISCHI E PROBLEMATICHE CHE EMERGONO DALLA COMUNICAZIONE DELLA COMMISSIONE 

 

Economia e Geopolitica

La Crisi Climatica secondo la Comunicazione pone problematiche di mantenimento di funzioni sociali, di competitività per economia e imprese come già affermato dal Global Risks Report (QUI) del Forum Economico Mondiale che conferma secondo tutti gli intervistati (tra cui importanti operatori ed esperti di economia) come le condizioni meteorologiche estreme siano il principale rischio che ha maggiori probabilità di presentare una crisi materiale su scala globale nel 2024, con la fase di riscaldamento del ciclo El Niño-Southern Oscillation (ENSO) che si prevede si intensificherà e persisterà fino a maggio di quest'anno. È anche considerato il secondo rischio più grave nell'arco di due anni e, analogamente alle classifiche dell'anno scorso, quasi tutti i rischi ambientali figurano tra i primi 10 nel lungo termine.

La Comunicazione conferma inoltre come I crescenti rischi climatici hanno anche un impatto sul panorama geopolitico, incidendo la sicurezza globale, i flussi commerciali, la stabilità economica e la capacità di mantenerli servizi essenziali per le popolazioni colpite.

 

I rischi per l’economia dell’UE potrebbero essere significativi come dimostra un documento (QUI) di lavoro dei servizi della Commissione pubblicato a corredo della presente Comunicazione

Secondo la Comunicazione la copertura assicurativa dei beni e delle proprietà esposti al clima è bassa nell’UE (solo il 30% circa delle perdite legate al cambiamento climatico è attualmente coperto da un'assicurazione - QUI), con livelli significativi variazione tra gli Stati membri e i rischi legati al clima ed è probabile che si riduca ulteriormente con premi in aumento man mano che gli eventi legati al clima aumentano in frequenza e gravità.

Gli accordi commerciali bilaterali dell’UE possono fungere da importanti piattaforme con cui interagire partner commerciali sull’azione per il clima e l’ambiente, si veda la Comunicazione sul potere dei partenariati commerciali: insieme per una crescita economica verde e giusta (QUI).

 

I rischi legati al clima rappresentano un grave pericolo per la resilienza delle imprese dell’UE, in particolare delle PMI. I rischi legati ai mutamenti climatici influiscono sull’accesso delle PMI ai finanziamenti, sul costo del capitale e sulla capacità di ripagare i debiti (QUI). Quasi la metà delle aziende dell’UE è preoccupata per i rischi naturali, ma meno di un terzo lo ha fatto o pianificare investimenti per mitigare l’impatto dei rischi derivanti dai rischi naturali (QUI) Come stabilito nel documento (QUI) dell’UE sulla strategia per le PMI, è essenziale sostenere le PMI nella comprensione e nella mitigazione dei rischi ambientali.

Le azioni previste nel pacchetto di aiuti per le PMI (QUI) mirano a facilitare l’accesso delle PMI ai finanziamenti sostenibili riducendo al minimo gli oneri delle procedure amministrative, anche per aiutare le imprese dell’UE a mantenere la loro posizione competitiva e potenzialmente a creare e guidare lo sviluppo del mercato in segmenti che costruiscono la resilienza climatica.

 

Nella Comunicazione (QUI) congiunta al Parlamento europeo, al Consiglio europeo e al Consiglio sulla "strategia europea di sicurezza economica" dovranno essere considerati i rischi legati ai mutamenti climatici.

 

La Comunicazione, qui analizzata, sottolinea la necessità di rafforzare la sostenibilità fiscale anche all’interno delle priorità comuni della UE compresa quindi la transizione climatica. Si veda la proposta (QUI) di Regolamento del Parlamento Europeo e del Consiglio relativo all'efficace coordinamento delle politiche economiche e alla sorveglianza multilaterale di bilancio. In particolare, nell'ambito dell'accordo provvisorio sulla proposta di Regolamento, le modifiche alla direttiva per i quadri di bilancio nazionali includono requisiti di rendicontazione relativi al clima a livello nazionale piani di bilancio annuali e pluriennali. Queste disposizioni coprono i disastri del passato legati al clima determinati sulle perdite e stime dei rischi fiscali derivanti dal cambiamento climatico. Per migliorare e integrare il bilancio relativo al rischio climatico nei processi di bilancio nazionali, la Commissione è pronta a sostenere la Stati membri nello scambio delle migliori pratiche e nel fornire supporto tecnico e formazione.

Estrapolando dalle stime dei singoli paesi a livello dell’UE, il costo annuale dell’adattamento ai cambiamenti climatici può varia da 15 a 64 miliardi di euro all’anno (0,1-0,4% del PIL dell’UE) fino al 2030, con una stima mediana intorno 21 miliardi di euro (studio Banca mondiale di prossima pubblicazione, 2024). Investire nella resilienza: i costi di adattamento climatico in un contesto di cambiamento Mondo. Studio di Fase II nell'ambito dell'Economia per la prevenzione e la preparazione ai disastri: definizione delle priorità e finanziamento Investimenti resilienti.)


  

Una Governance adeguata alle politiche di neutralità climatica 

La Comunicazione pone anche la problematica della Governance tra i livelli comunitari, nazionali e regionali/locali nella attuazione delle politiche per la neutralità climatica. L’invito della Comunicazione non è solo quello di un maggior coordinamento tra UE e stati membri nella gestione delle politiche sugli adattamenti climatici ma anche una maggiore integrazione sia tra le istituzioni UE che all’interno degli Stati membri tra i diversi livelli di governo: statale, regionale e locale. Gestione coordinate che deve vedere una corretta applicazione del diritto ambientale in tutte le sue varie articolazioni.

 

 

Adeguare reti di monitoraggio dei dati sui mutamenti climatici 

Altro aspetto sottolineato dalla Comunicazione è quello di una adeguata e coordinata rete di monitoraggio per fornire dati attendibili sui mutamenti climatici in atto. Si pensi alla piattaforma Climate-ADAPT (QUI) e le piattaforme dati di Copernicus Climate Change Servizio (QUI), vale a dire Copernicus Data Space Ecosystem20 e WEkEO (QUI).

Poi ci sono i primi due gemelli digitali nell'ambito dell'iniziativa Destination Earth (DestinE QUI) - Climate Change Gemelli digitali Adaptation and Weather Induced Extremes: verranno forniti a partire dalla metà del 2024 (QUI) simulazioni dettagliate di scenari climatici da globale a nazionale e subnazionale, livelli su una scala temporale multidecennale, compresa la quantificazione dell’incertezza. Il gemello digitale of the Ocean fornirà inoltre simulazioni e scenari dettagliati e consentirà di migliorare comprensione di processi quali l'innalzamento del livello del mare, lo scioglimento dei ghiacci, l'erosione costiera, il ciclo del carbonio e cambiamenti nella biodiversità. Orizzonte Europa continuerà a sostenere la ricerca mirata fornire grandi serie di simulazioni climatiche multidecennali senza soluzione di continuità ad alta risoluzione caratterizzare meglio i rischi e le incertezze locali.

Nel 2025 il servizio satellitare di avviso di emergenza Galileo (EWSS - QUI) sarà disponibile per comunicare informazioni di allerta a persone, imprese e autorità pubbliche anche quando i sistemi di allarme terrestri sono inattivi.

La Commissione esaminerà gli strumenti e gli orientamenti esistenti, compresi quelli europei dell’EEA Climate Data Explorer (QUI) e il dashboard [NOTA 1] nella missione dell’UE sull’adattamento al Portale sui cambiamenti climatici in Climate-ADAPT, il Risk Data Hub (QUI), il clima di PROVIDE dashboard dei rischi (QUI) e sfruttare maggiormente le capacità analitiche e di previsione del Centro di coordinamento della risposta alle emergenze. La Commissione migliorerà anche l'accesso degli utenti, anche a livello locale.



Lotta alla disinformazione 

La Commissione contribuirà agli sforzi di monitoraggio e analisi sul modo in cui le narrazioni di disinformazione entrano nello spazio pubblico e incidono sull’opinione e sul comportamento. La Commissione si impegna in particolare per migliorare l’uso di strumenti politici, soluzioni digitali e approcci di comunicazione pertinenti per combattere la disinformazione climatica.

 


Pianificazione ed uso del territorio 

La Comunicazione sottolinea anche la necessità di migliore la pianificazione territoriale negli Stati membri che sono responsabilità soprattutto del livello locale. Le decisioni sull’uso del territorio e sulla pianificazione dovrebbero dichiarare esplicitamente le ipotesi sui rischi climatici ed essere approvate dal governo nazionale da parte delle autorità responsabili della resilienza delle infrastrutture e delle entità critiche. La Commissione prenderà in considerazione opzioni per incentivare l’adozione delle migliori pratiche, anche rafforzando il collegamento tra la qualità della pianificazione territoriale e marittima e la coesione, i trasporti, la pesca, politiche finanziarie e agricole. La Commissione faciliterà la pianificazione di comunità resilienti attraverso il Nuovo Bauhaus europeo (QUI).

 

 

Infrastrutture energia e trasport

La Comunicazione sottolinea la necessità di integrare i rischi climatici nella pianificazione e nel mantenimento delle infrastrutture critiche (QUI) imprese energetiche, gestione petrolio e gas, infrastrutture viarie. Secondo la Comunicazione al momento non esistono valutazioni attendibili in merito quanto le infrastrutture dell’UE saranno in grado di funzionare nelle mutevoli condizioni climatiche. Gli standard infrastrutturali devono essere rafforzati. La Commissione lo chiederà alla Organizzazione di standardizzazione (ESO -QUI) per integrare l’adattamento climatico e la resilienza considerazioni sugli standard europei per la progettazione di infrastrutture con un ciclo di vita maggiore di 30 anni, come centrali elettriche o ferrovie. La Commissione come primo passo ha avviato uno studio sulla resilienza climatica della TEN-T per affrontare il divario di conoscenze individuato e determinare le esigenze di adattamento e le priorità di investimento.

La Commissione valuterà inoltre, le possibilità di una migliore integrazione dei rischi climatici, ad esempio nel contesto della revisione in corso del Regolamento sul Governance dell’Unione energetica e azione per il clima (QUI). Basandosi sulla preparazione dei piani nazionali nel settore dell’energia elettrica, la Commissione prenderà in considerazione anche l’avvio di un dialogo sui rischi climatici con le parti interessate selezionate del settore energetico e inviterà gli attori interessati (ad esempio, il settore dell’elettricità) per avanzare proposte.

 


Salute Pubblica 

La Comunicazione oltre a sottolineare i rischi di impatto su natura e acqua dei mutamenti climatici sottolinea in particolare il rischio salute. Secondo la Comunicazione il cambiamento climatico sta incidendo sulla salute umana. Ci furono tra 60.000 e 70.000 morti premature attribuito all’ondata di caldo del 2022 nella sola Europa. Le proiezioni mostrano un forte aumento netto tassi di mortalità legati alla temperatura già per la metà del secolo (QUI). Attraverso il riscaldamento continuo ed eventi meteorologici estremi, i cambiamenti climatici possono contribuire o aggravare i fenomeni di malattie non trasmissibili, che sono responsabili di circa due terzi di tutti i decessi nella regione europea. IL “Più sani insieme – Iniziativa dell’UE sulle malattie non trasmissibili”(QUI) sostiene gli Stati membri nell’adottare adeguate azioni preventive.

In particolare, si tratta di:

1. Intensificare le misure per garantire che i lavoratori esposti ai rischi climatici siano adeguatamente protetti.

2. Potenziare l’Osservatorio europeo sul clima e la salute (QUI)

3. Rafforzare i meccanismi di sorveglianza e risposta alle minacce sanitarie legate al clima attraverso l’attuazione del Regolamento sulle gravi minacce per la salute a carattere transfrontaliero (QUI), collegando il progetto Early Sistema di allarme e risposta (QUI) con altri sistemi di allerta (ad esempio per gli allarmi climatici e meteorologici) al fine di facilitare la gestione congiunta dei rischi sanitari.

4. I cambiamenti indotti dal clima possono portare a picchi inattesi di domanda di determinati medicinali o creare domanda per prodotti completamente nuovi, mettendo a dura prova le esistenti catene di fornitura da cui la necessità di investimenti in nuove catene di fornitura. Per ridurre le vulnerabilità la Commissione valuterà i rischi rilevanti e svilupperà ulteriormente le scorte strategiche per i settori chiave contromisure.

 


Agroalimentare 

Rendere la produzione alimentare dell’UE a prova di futuro sarà una priorità per la Commissione. La Commissione continuerà a collaborare con gli Stati membri per sfruttare appieno il potenziale dei piani strategici di politica agricola per migliorare la resilienza climatica insieme con strumenti di gestione del rischio climatico sull’agricoltura. Poiché il degrado del suolo rappresenta una grave minaccia per la nostra produzione alimentare la Commissione, in collaborazione con gli Stati membri, rafforzerà il monitoraggio della salute del suolo. Il contributo degli agricoltori alla protezione dei servizi ecosistemici dovrebbe essere maggiormente valutato. La Commissione condurrà inoltre uno studio sull’adattamento in agricoltura, da ultimare entro la fine del 2025.

 

 

Pesca

Il riscaldamento e l’acidificazione dell’oceano, compreso l’aumento delle ondate di caldo e delle aree marine con bassi livelli di ossigeno, sta già cambiando la composizione delle specie e influenzando gli stock ittici che tendono a spostarsi in acque più profonde e verso i poli. Ciò creerà discrepanze tra le quote stabilite e reali possibilità di pesca. La politica comune della pesca dovrebbe integrare gli impatti climatici. Le previsioni sugli stock ittici devono tenere conto della gamma di possibili effetti futuri del clima il cambiamento e le pratiche di gestione della pesca dovrebbero essere resilienti ai futuri cambiamenti ecologici. Gli aggiornamenti del Fondo europeo per gli affari marittimi, la pesca e l’acquacoltura (QUI) dovrebbero integrare pienamente il rischio clima nel sostegno a pratiche di pesca e acquacoltura sostenibili che costruiscono la resilienza.


 



[NOTA 1] strumento visivo che consente di rappresentare in modo chiaro ed intuitivo dati e informazioni di natura varia, provenienti da diverse fonti e sorgenti.


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