sabato 17 giugno 2017

Appunti per il nuovo Sindaco su: attuazione PRP – Waterfront- stazione crociere

Leggo di ipotesi di accordo (apparentamento) in vista del ballottaggio del prossimo 25 giugno per le elezione a Sindaco del Comune di Spezia.  In questa ipotesi si parla anche di accordi su questioni fondamentali per la città sia economicamente che ambientalmente: porto, stazione crocieristica, waterfront.
Voglio ricordare ai tentatori di apparentamenti vari che la revisione del PUC e il recupero del molo crociere, la fascia a mare e il waterfront non sono scelte che possono essere solo oggetto di scambi elettorali e frutto di diktat unilaterali ma devono scaturire, secondo una moderna visione della pianificazione e programmazione trasparente e condivisa, dalle procedure di valutazione previste dalla legge come ho spiegato più volte.
Lo ripeto anche se in tempi di ballottaggio non fregherà a nessuno (tutti presi  a lisciare il pel o alle potenti lobby economiche del settore), valutare non è decidere ma ponderare tutti gli interessi attraverso un processo di apprendimento collettivo di tutta la comunità interessata. Come? così....
 

ATTUAZIONE DEL PIANO REGOLATORE DEL PORTO

come procedere  su fascia di rispetto e pianificazione dello sviluppo del porto
Quanto sopra riportato è chiaro:
1. prima si valuta lo stato ambientale dell’impatto attuale e futuro (dopo la realizzazione di quanto previsto in via generale dal PRP),
2. sulla base di questa valutazione si verifica la sostenibilità ambientale del potenziamento delle banchine.
3. sulla base della valutazione del punto 2 si capiscono le reali dimensioni dello sviluppo dl porto commerciale e quindi si realizza prioritariamente la fascia di rispetto quale misura di mitigazione principale del futuro sviluppo delle banchine così  come definito nella valutazione stessa.



Il piano regolatore del porto prevede come effettuare la valutazione propedeutica alla realizzazione prioritaria della fascia di rispetto e alla definizione dell’ampliamento delle banchine
Afferma la delibera del Consiglio Regionale di approvazione del PRP:  “Le Norme di attuazione del PRP risultano per un verso, come afferma la stessa Relazione illustrativa, generiche, nel senso che l’attuazione degli interventi previsti è demandata a ”Schemi di assetto urbanistico” che vengono prescritti per tutti gli Ambiti considerati dal Piano”  questi Schemi di assetto urbanistico costituiscono strumenti urbanistici attuativi del piano quadro (il PRP)  e dovranno (come afferma la sopra citata delibera regionale”: “……riportare per ciascun ambito la relativa disciplina di intervento in termini di destinazione d’uso, parametri e modalità attuative, flessibilità  delle relative indicazioni.”   
Come ho spiegato  QUI e, più  recentemente  QUI  la giurisprudenza costituzionale e comunitaria conferma che questi strumenti urbanistici attuativi devono essere sottoposti a procedura di VAS con la partecipazione della comunità locale nelle sue diverse articolazioni (vedi QUI). 
Invece per ora sulla fascia di rispetto si procede con logica frammentata, senza una vera gara, in palese contrasto con le stesse prescrizioni del Ministero dell’Ambiente
Il Presidente attuale della Autorità di Sistema Portuale (Spezia - Carrara) promette 2,5 milioni di container per lo scalo spezzino entro 3 anni, nel frattempo ci sarà: "una parte di fascia di rispetto al Canaletto di cui in estate partiranno i lavori".
Voglio ricordare alla Presidente le prescrizioni fondamentali del giudizio di VIA del MInistero dell’Ambiente che con la impostazione annunciata rischiano di essere palesemente violate:

Prescrizione n.15
15. al fine di mitigare gli impatti prodotti dalle attività portuali sulle componenti ambientali delle  aree limitrofe , dovrà essere valutata la possibilità di estendere la prevista fascia di rispetto  ad altre aree significative la cui progettazione dovrà realizzarsi con la partecipazione  dell’A.P. e dei Comuni che si affacciano sul Golfo della Spezia e con l’auspicabile presenza anche di altri soggetti pubblici e non;detto progetto dovrebbe abbracciare l’intero fronte d’acqua e qualificarsi delle specificità ambientali e dell’urbanizzazione che incontra...". 

Prescrizione n. 16
16-dovrànno  essere realizzate tutte le opere di mitigazione previste nello SIA;in particolare,la realizzazione delle  opere infrastrutturali    finalizzate alla riduzione  preliminare delle cause di impatto sulle componenti ambientali previste dall’attuazione del nuovo PRP   dovrà  precedere il completamento delle opere vere e proprie destinate a potenziare le attività produttive portuali quali  moli e  banchine”.



LA ATTUAZIONE DELLA STAZIONE CROCIERISTICA E DEL WATERFRONT: QUESTIONI APERTE
Si riportano in corsivo i punti salienti (in relazione all’ambito di Calata Paita interessato dal Waterfront e stazione crocieristica) dei documenti inerenti la valutazione di impatto ambientale e la approvazione del PRP

Il parere della Regione nel giudizio di VIA (valutazione di impatto ambientale) del PRP
1. Con riferimento ai rapporti tra il PRP e i Piani urbanistici comunali è comunque da rilevare, anche alla luce di uno specifico rilievo in tal senso formulato nel parere del Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici, che gli specifici parametri urbanistico-edilizi indicati dal PRP per le funzioni diverse da quella di stretta pertinenza portuale (vedasi ad esempio quelli relativi alla funzione industriale) non possono superare o modificare quelli specificamente indicati dal PUC, tenuto anche conto che il PRP prevede in queste zone parametri che determinerebbero  un maggiore impatto sotto il profilo paesistico .
2. la nuova stazione marittima ed il relativo nuovo molo innestato su Calata Paita nell’ambito 5) destinati dal PRP  a funzione crocieristica non risultano congruenti con la destinazione funzionale assegnata  a detto ambito nel recente Piano della Costa elaborato dalla Regione Liguria che, invece, indica Calata Paita come zona portuale commerciale in trasformazione con indirizzo a funzione di solo turismo nautico;la suddetta incongruenza dovrà essere oggetto di riesame da parte del   Comune  della Spezia promotore e della  Regione Liguria;
3. nella valutazione degli interventi puntuali  in attuazione del PRP stesso  verranno meglio definite le quantità ammissibili  in relazioni agli impatti sul paesaggio potendo solo in quella  fase raggiungere una sufficiente definizione progettuale.
4. dovranno essere scelti degli indicatori ambientali idonei sulla base dei quali verificare i risultati e gli effetti  territoriali e funzionali attesi dal piano.


Il giudizio di VIA del Ministero dell’Ambiente sul PRP
1. dovranno essere attuati opportuni provvedimenti al fine di impedire l’insorgere all’interno della  rada della Spezia di  perturbazioni   tali che, per la  particolare circolazione delle acque(corrente residua entrante dal fondo ed uscente in superficie e “pompaggio”attraverso le bocche per l’oscillazione di maree e sessa),  potrebbero propagare i loro effetti verso il settore del Mar Ligure  interessato dal Santuario dei cetacei data la  sua vicinanza   all’area  d’intervento ;  particolare riguardo dovrà essere posto   per  la movimentazione non protetta dei sedimenti del fondo marino del golfo che  potrebbero determinare la propagazione di sostanze a più fine granulometria ;dovranno osservarsi al riguardo tutte le prescrizioni  che potranno essere imposte del Comitato di pilotaggio;    
2. dovrà essere monitorato, secondo modalità da concordare con le competenti Autorità, l’andamento della carica dei nutrienti che si svilupperanno nella rada della Spezia in relazione all’incremento del  personale viaggiante,passeggeri e quantità di rinfuse  processate all’aperto in conseguenza dell’aumento del traffico marittimo;al fine di  limitare le concentrazioni di nutrienti e di chemicals all’interno della rada portuale dovrà essere redatto un progetto che preveda  la costruzione di opere di diversione (raccolta reflui dalle sedi stradali, controllo delle acque di scarico, controllo affluenti domestici ed industriali) per la  canalizzazione in depuratori delle acque di dilavamento delle banchine portuali e delle sedi stradali e la depurazione degli scarichi a mare dei principali corsi d’acqua.
3.  dovranno essere valutate e verificate con gli Enti interessati le possibili interferenze sulle condizioni ambientali imposte:  a)  dalla nuova destinazione alla funzione  crocieristica assegnata  a Calata Paita  nell’ambito 5 che prevede la realizzazione di una nuova stazione marittima con relativo nuovo molo innestato sull’ambito


La Delibera del Consiglio Regionale che ha approvato il PRP
1. Per gli ambiti diversi da quello strettamente portuale-commerciale (Ambito 6) ,i parametri urbanistico-edilizi, le destinazioni d’uso e le modalità attuative sono quelle contenute nel PUC, fermo restando che la delimitazione dello specchio acqueo utilizzabile è quella definita dalla tavola di PRP
2. Il PRP non si dà carico di differenziare le regole e la conseguente disciplina della parte strettamente portuale o mista (portuale/industriale/urbana) e quelle parti prevalentemente urbane (intendendo per tali quelle in cui non si svolgono funzioni portuali) Conseguentemente non viene differenziata la normativa e le modalità di intervento. Al riguardo è prescrivere quanto segue.  Le norme del PRP devono riportare per ciascun ambito la relativa disciplina di interventoin termini di destinazione d’uso, parametri e modalità attuative, flessibilità  delle relative indicazioni.
3. Per quanto concerne la funzione di un nuovo molo in Calata Paita  per rendere attuabile la prima Stazione marittima per navi da crociera del Golfo di la Spezia(così indica la Tavola dell’Ambito 5 e così prevede l’art. 11.3.3.2 che indica in calata Paita la funzione crocieristica   e quella traghetti) nella pronuncia di VIA statale si demanda alla valutazione  e alla verifica degli Enti interessati l’ammissibilità di tale funzione crocieristica e della realizzazione della nuova stazione marittima con relativo nuovo molo. Si ritiene che tale scelta debba essere approfondita alla luce del progetto di Waterfront .  In tale contesto dovrà essere riconsiderato anche l’ampliamento del Molo Italia;  resta fermo che l’assetto urbanistico definitivo di tale ambito conseguirà dall’esito del progetto di water-front.


Conclusioni sulla base delle suddette prescrizioni
Risulta chiaro dalle prescrizioni sopra riportate (di seguito richiamate nei punti affiancati alle mie conclusioni) che:

1. Il PRP per le funzioni distinte da quelle strettamente portuali deve essere coerente con Piano urbanistico comunale il che tradotto significa che il Comune di Spezia poteva e può ancora intervenire per dare prescrizioni urbanistico edilizie al progetto di waterfront (vedi sopra punti 1 , 2  e 3 del parere della Regione sulla VIA e punti 1 e 2 della delibera del Consiglio Regionale di approvazione del PRP) e quindi anche alla stazione crocieristica.

2. Il vecchio Masterplan del Waterfront veniva considerato dal Comitato Portuale (vedi le due delibere di approvazione di cui ho scritto qui) scontato nei suoi caratteri urbanistici ed edilizi, stazione crocieristica compresa, senza aver minimamente tenuto conto delle prescrizioni ambientali del Ministero dell’Ambiente in sede di giudizio di VIA, relativamente:
- alle modifiche di circolazione delle acque e dei sedimenti diffusi dalla incrementata attività di navigazione in rapporto all'impatto sul Santuario dei Cetacei (vedi sopra punto 1 giudizio di VIA)
- al sovraccarico di nutrienti nell’ambito del golfo dovuto sempre all'incremento di attività di navigazione (vedi sopra punto 2 giudizio di VIA)
- all’impatto ambientale cumulativo della stazione crocieristica sull'ecosistema golfo e aree limitrofe di pregio naturalistico (vedi sopra punto 3 giudizio di VIA)

3. si conferma come il Waterfront dovrà essere considerato non un progetto (vedi ad esempio il vecchio Masterplan presentato) ma uno strumento urbanistico attuativo e specificativo del PRP (vedi sopra punto 2 delibera Consiglio Regionale di approvazione del PRP) e quindi la necessità di applicare la VAS come analizzato qui e qui . 

4. il vecchio progetto di Masterplan è stato elaborato senza aver elaborato in precedenza un set di indicatori ambientali in grado di misurarne , con fondatezza scientifica e trasparenza comunicativa, l’impatto ambientale potenziale (vedi sopra punto 4 parere Regione sulla VIA)

5. il progetto di Masterplan e le due delibere del Comitato Portuale sopra citate hanno dato per scontato la stazione crocieristica di questo progetto in palese contrasto con la prescrizione che prevedeva che la fattibilità della funzione crocieristica doveva essere preventivamente sottoposta ad adeguata valutazione degli enti interessati anche sotto il profilo della  accettabilità ambientale (vedi sopra punto 3 delibera Consiglio Regionale di approvazione del PRP



IL NUOVO DECRETO DEL MINISTERO AMBIENTE SULLA VIA PER GLI AMBITI 5 E 6 DEL PIANO REGOLATORE DEL PORTO DELLA SPEZIA. CONFERMA LA SOPRA ESPOSTA IMPOSTAZIONE PROCEDURALE E METODOLOGICA
Questo Decreto (per il testo completo vedi QUI) relativamente all’ambito 5 del Piano regolatore del porto “Marina della Spezia” dove sono previsti l’ampliamento del Molo Italia nonché del nuovo Molo Crociere a servizio della Stazione Marittima, rinvia ad ulteriori e indispensabili valutazioni di impatto ambientale.

In particolare il Decreto nelle sue premesse che hanno portato alla decisione di rinviare a nuove valutazioni sui progetti sopra indicati afferma che: “ Si ritiene opportuna una ulteriore veridica di compatibilità ambientale per l’ambito n. 5, prima dell’inizio dei relativi lavori, in ragione del fatto che il progetto non prevede specifiche mitigazioni per tale ambito puntando sulla completa elettrificazione delle banchine e il conseguente annullamento delle emissioni atmosferiche e di rumore provocate dallo stazionamento delle navi crocieranon sono tuttavia prodotti accordi con le compagnie crocieristiche che possano garantire l’attuazione di tale progetto che se resta solo sulla carta metterebbe in crisi una parte importante del porto prossimo al centro storico e ad elementi di pregio del paesaggio urbano. Inoltre, la morfologia del Molo Italia e del Nuovo Molto Crociere risulta diversa da quella prevista nel PRP, mentre i modelli matematici illustrati mostrano una modifica dell’idrodinamismo costiero per l’ambito n. 5, anche se non significativo, tuttavia su questi progetti non si è ancora espresso il Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici; si ritengono pertanto opportuni approfondimenti ambientali con riferimento all’ambito omogeneo n. 5 a seguito del parere del Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici”.

Questa lunga premessa ha prodotto la prescrizione n.1 riportata dal Decreto Ministeriale in esame che recita: “la documentazione che dovrà essere presentata dovrà dimostrare la compatibilità delle funzioni e delle attività portuali ivi previste, previa determinazione degli impatti cumulativi con le restanti opere e  funzioni del PRP e con il traffico attuale cittadino, ovvero dovrà dimostrare con documenti certi i tempi dell’attuazione della alimentazione elettrica delle banchine ai fini dell’azzeramento delle emissioni su atmosfera e rumore; dovranno inoltre essere approfondite le modellazioni per l’idrodinamismo e il ricambio idrico nell’ambito 5”.

Tradotto quanto sopra, secondo il Ministero dell'Ambiente, significa:
1. Sulle emissioni da navi da crociera nel porto di Spezia siamo all’anno zero (ma questa non è una novità come ho ampiamente dimostrato anche QUI
2. Gli interventi previsti per l’ambito 5 (stazione crocieristica compresa) dovranno avere una nuova valutazione di impatto ambientale
3. La nuova valutazione di impatto ambientale dovrà verificare  l’impatto di quanto previsto nell’ambito 5. sulla circolazione delle acque nel golfo, sulla qualità dell’aria nonché  sulla valenza storico architettonica della zona centro della città.
4. gli interventi previsti nell’ambito 5 possono costituire variante al Piano regolatore del porto e su questo dovrà pronunciarsi il Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici.



CONCLUSIONI: LA VAS E GLI STUDI DI IMPATTO PORTUALE
Ci vuole una metodologia di valutazione adeguata nella scelte finali su PRP (ambito porto commerciale) stazione crocieristica e waterfront.

La Valutazione Ambientale Strategica (VAS)
È infatti indiscutibile che gli interventi previsti ed ancora da attuare per l’area portuale spezzina, come peraltro indicava la delibera del Consiglio Regionale del 2006 che approvò il PRP, debbano essere interpretati (al di la della questione varianti o adeguamento tecnico funzionale) come interventi di pianificazione e non di singoli progetti separati uno dall’altro. Peraltro questa interpretazione risponderebbe anche alla prescrizione dell’ultimo Decreto Ministeriale dello scorso 17 dicembre secondo la quale gli interventi dell’ambito 5 dovranno essere valutati anche in termini di “impatto cumulativo con le restanti opere e funzioni del PRP e con il traffico attuale cittadino”.

Lo strumento quindi è la Valutazione Ambientale Strategica dei Piani (VAS)  con una adeguata Inchiesta Pubblica che coinvolga finalmente la città in tutte le sue articolazioni socio economiche e culturali come peraltro indicano le ultime norme europee in materia di pianificazione degli ambiti costieri. Su questo ultimo e decisivo aspetto rimando ad un mio post precedente(vedi QUI), nella consapevolezza che, piano triennale delle opere o meno, quello che conta è la valutazione finale sulla sostenibilità degli interventi previsti dal PRP anche in questo ambito su cui si affaccia il centro città, questo giusto perché sia chiaro che la partita non è chiusa una volta per sempre, anche sotto il profilo giuridico amministrativo, come invece vorrebbe far credere più o meno esplicitamente il Presidente della Autorità Portuale e una certa opinione pubblica spezzina pilotata.

Questa città ha bisogno prima ancora della stazione crocieristica di cominciare a confrontarsi con trasparenza e metodo sulle decisioni strategiche che la riguardano.

Perchè la VAS è la procedura di valutazione più adatta al progetto di waterfront anche da un punto di vista del merito oltre che del rispetto della legge
La VAS permette un’analisi dell’impatto in progressione temporale e su scala vasta ( sovralocale o addirittura in certi casi globale) , per questo lavora per scenari e non per semplici alternative tecniche come nella VIA. Questo nel caso del progetto di Waterfront permette di:
1.descrivere quantitativamente e qualitativamente le relazioni esistenti tra il progetto di waterfront e la  economica locale
2.definire modelli di simulazione per quantificare le variazioni di impatto economico e ambientale a seguito dei nuovi investimenti previsti a livello dell’ambito interessato e delle loro alternative progettuali
3.valutare le ricadute ambientali negli altri ambiti come previsto dal giudizio di VIA sul PRP , ma anche nell’area vasta e quindi definire obiettivi di sostenibilità ambientali raggiungibili mettendo a confronto
3.1.misure di mitigazione per le scelte progettuali attualmente proposte
3.2.oppure dimostrata la non raggiungibilità degli obiettivi con le misure di cui al punto precedente, definire alternative progettuali rispetto a quelle attualmente proposte.


Come valutare l’impatto socio economico delle fasi attuative del PRP e del Waterfront. gli Studi di Impatto Portuale
Come è noto il Piano Regolatore del Porto è stato predisposto in epoca profondamente lontana dalla attuale situazione dei traffici marittimi e soprattutto in sede di attuazione del Piano andranno inseriti parametri per valutare la sostenibilità socio economica della nuova espansione del traffico container in relazione alla realtà e ai bisogni del nostro territorio.
Come affermato dalle esperienze degli Studi di Impatto Portuale , assistiamo da tempo ad  un progressivo indebolimento del rapporto tra i porti ed il sistema economico/territoriale locale di riferimento. Gli esperti parlano di  localizzazione indifferente, fenomeno i cui caratteri di fondo si possono così riassumere :
1. molte attività legate al ciclo del trasporto non sono più vincolate , nell’era dei trasporti intermodali , alla localizzazione portuale
2. la movimentazione dei carichi fra la nave ed il trasporto terrestre ed il relativo crescente livello di automazione riducono fortemente l’impiego del lavoro ed aumentano quello di capitale
3. l’impatto occupazionale dipende sempre meno dalla componente relativa all’ammontare di traffico che passa per il porto
4. un capitale che  può non essere localizzato nella regione portuale  per la progressiva concentrazione in pochi grandi gruppi internazionali dei principali terminal portuali  escludendo così il sistema economico locale del porto da buona parte dei benefici economici. Il rischio molto reale è che il PRP arricchisca alla Spezia solo terminalisti privati per i quali è quasi indifferente che un container sia pieno o vuoto: il business si realizza sulle tariffe di sbarco/imbarco e movimentazione.

La analisi di questi parametri oltre che utile a capire le migliori interazioni tra porto e territorio spezzino si sposa benissimo con lo studio della Presidenza del Consiglio dei Ministri che sta per essere licenziato e relativo allo stato delle infrastrutture portuali e al contempo della individuazione di indicatori nuovi per la allocazione delle risorse finanziarie e per la pianificazione del settore. Lo studio verrà presentato a fine mese o al massimo all’inizio del prossimo anno.

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