venerdì 31 ottobre 2014

Rapporto Ecosistema Urbano: Spezia nona nella classifica dei mediocri!

Rapporto Ecosistema Urbano 2014 pubblicato lunedì scorso dal Sole24ore (vedi  QUI). 


La riflessione su scala nazionale  che emerge da questo Rapporto è che nessuna città si è avvicinata al dato assoluto di 100 che significa rispetto di tutti i parametri legislativi e gli obiettivi delle politiche in materia ambientale. Il massimo punteggio è quello di Verbania 85,61 ma poi già la seconda città capoluogo di provincia, Belluno, è staccatissima a 74,49.

Spezia? Apparentemente buona in classifica: nona  ma l’anno scorso era quinta (anche se solo tra le città medie sotto i 200.000 abitanti).  Punteggio anche questo anno bassino solo 63,68, l’anno scorso 63,00 quindi stabile con leggera flessione.

Quanto sopra significa che al di la delle classifiche, che servono più ai tifosi delle singole amministrazioni o ai loro detrattori, esiste nel nostro Paese una gravissima crisi urbana che ha nomi e cognomi: traffico, inquinamento dell’aria, rumore, rifiuti, politiche di risparmio energetico assenti , trasporti pubblici locali a livello di terzo mondo, assenza di politiche di prevenzione sanitaria etc. etc.   
D'altronde gli stessi estensori del Rapporto nella parte iniziale (pagina 8): “C’è un gruppo di città che conquista la vetta della graduatoria, ma in diversi casi si tratta di primati relativi, di una leadership  conquistata per la mediocrità delle altre contendenti. “

E potremmo chiuderla qui  con questo Rapporto, ma siccome vorrei evitare che nei prossimi mesi la posizione ai primi posti della classifica,  venga usata  per fare della propaganda inutile,  alcune riflessioni sui dati  del Comune di Spezia è bene farle.




I LIMITI GENERALI DEL RAPPORTO ECOSISTEMA URBANO
Il Rapporto peraltro conferma i limiti metodologici già individuati per i Rapporti precedenti in primo luogo il fatto che sia fondato solo su dati provenienti dai Comuni, dati che peraltro non sempre arrivano e questo sfalsa alcune classifiche dei vari indicatori. Infatti per gli indicatori sui vari inquinanti atmosferici (polveri sottili PM10, ossidi di azoto) sono ben 21 i Comuni capoluogo di Provincia che non hanno fornito dati questo su un totale di 104 Comuni non è poco. Stesso discorso per capacità di depurazione  consumi idrici, dispersione della rete idrica anche qui ben 21 Comuni non hanno fornito dati.

A proposito di dati forniti dai Comuni, anche prescindendo da quelli che non li hanno forniti, continua a mancare nel Rapporto un chiarimento sulla distinzione tra quali siano i dati che una Pubblica Amministrazione realmente conforme alla migliore normativa e alle migliori pratiche dovrebbe fornire e quelli che fornisce in concreto, il tutto dovrebbe comportare un giudizio che incide sulla classifica finale.  Come sanno bene coloro che seguono i conflitti ambientali sul territorio: la trasparenza e la conoscenza sono presupposti fondamentali per serie politiche ambientali.

Mancano, inoltre ( e questo è ancora più grave) dati sulle politica di prevenzione sanitaria, sul modo in cui nei Comuni tutte questo è o, come più spesso accade, non è organizzata tale politica. Perché le politiche ambientali devono produrre come primo obiettivo un miglioramento della salute dei cittadini o quanto meno della morbilità da origini ambientali.


Veniamo al Comune di Spezia …….


QUALITÀ DELL’ARIA
Siamo al ventiquattresimo posto per le PM10 (polveri sottili sotto i micron di diametro) e ventiseiesimi per i biossidi di azoto: dati medi annuali.  Classifiche  discrete ma peccato che si riproduca ancora il limite degli altri Rapporti per cui non si mette al confronto il dato che sarebbe ben più significativo quello del valore medio misurato nell'arco di 24 ore.
Ora oltre ad essere un metodo di rilevazione dei dati assolutamente in contrasto con la legge in materia, la cosa curiosa è che lo stesso Sole 24 ore, che pubblica il Rapporto, già nella presentazione del Rapporto di tre anni fa, smentiva clamorosamente la logica delle medie su scala comunale, infatti, citando la nuova normativa su qualità dell’aria
(vedi QUI),  afferma testualmente: “la qualità dell’aria va valutata secondo zone uniformi per carico di emissioni, caratteristiche meteo climatiche e grado di urbanizzazione”, appunto !

Non solo ma non si rilevano i dati su inquinanti di grande rilievo e normati da anni dalla legge come i microinquinanti organici ed inorganici. Neppure vengono presi in considerazione altri indicatori come le PM2,5 (poveri ultrafini più pericolose delle PM10) monitorate solo in parte, ma soprattutto ai microinquinanti organici ed inorganici, per non parlare del c.d. PM10 secondario che si forma in atmosfera a partire da altri inquinanti primari come ossidi di azoto, ossidi di zolfo, ammoniaca e composti organici.
Questo ultimo non è obbligatorio per legge ma la sua presa in considerazione da parte di un Comune darebbe il senso della volontà di controllare gli effetti cumulativi degli inquinanti in una data area urbana.



DEPURAZIONE SCARICHI FOGNARI
Qui siamo sempre bassi  sessantottesimi su 86 Comuni classificati e questo è un indicatore molto significativo invece, soprattutto per un città di mare.  L’indicatore  fa riferimento alla percentuale  di abitanti allacciati agli impianti di depurazione nonché ai giorni di funzionamento degli stessi e alla capacità di abbattimento degli inquinanti: indicatore COD domanda chimica di ossigeno cioè rapporto tra  COD in uscita e in ingresso.



RIFIUTI
Per la produzione pro capite di rifiuti urbani siamo quarantottesimi su 99 Comuni classificati. Ma al di la della posizione in classifica in Italia la produzione pro capite continua ad essere alta  e come ammettono gli stessi estensori del Rapporto le diminuzioni di questi anni sono dovute più alla crisi economiche che allo svilupparsi di buone pratiche sui territori.

La Raccolta Differenziata ci porta quasi in fondo alla classifica siamo al sessantaquattresimo posto su 99 Comuni classificati, con una percentuale intorno al 36% lontana anni luce dagli obblighi europei del 60%.



QUINDI COSA CI HA FATTO ARRIVARE NONI NELLA CLASSIFICA GENERALE?
Consumiamo meno elettricità di altri Comuni: siamo ventitreesimi ma soprattutto abbiamo un basso tasso di auto circolanti per abitanti (siamo terzi)  e di Km percorsi in auto per abitante (siamo terzi)….dati che fanno pensare più alla popolazione anziana ma che comunque non sono certo legati a politiche ambientali precise da parte del Comune o di altri Enti competenti.

L’unico dato veramente positivo è quello sul trasporto pubblico (peraltro sempre più costoso) in particolare del numero di passeggeri/anno  trasportati che ci piazza  ad un quinto posto tra le città medie (quelle sotto i 200.000 abitanti).  

Mentre invece siamo messi malino per le aree pedonali solo sessantaquattresimi come mq pedonalizzati per abitante, 



CONCLUDENDO
Mi pare che al di la della posizione in classifica una lettura più sistematica delle diverse classifiche e degli indicatori su cui si basano, dimostri come anche la nostra città come gran parte delle altre città italiana sia ancora lontana da standard di qualità, di livello europeo, nelle politiche ambientali.
Questo è forse il dato che rende tutto sommato utile questo Rapporto Ecosistema Urbano nonostante tutti i limiti che continua ad avere: costringe comunque a discutere del problema dell’inquinamento urbano …… ma francamente il tempo della discussione ora dovrebbe essere sostituito da quello della azione.

Un dato curioso infine…. siamo portati a fare molti incidenti siamo quasi ultimi in classifica per incidentalità stradale : vittime ogni 10.000 abitanti…..ma giuro che di questo non darò la colpa al Sindaco Federici!  



P.S. 
per una analisi dei Rapporti degli anni scorsi vedi
QUI
QUI
QUI





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