Dopo il provvedimento della Direzione Regionale per i beni
culturali che conferma il vincolo sul filare dei pini di Piazza Verdi, si sta riproponendo la tesi per cui il Comune
non avrebbe “sbagliato” nulla nella vicenda in quanto con il rilascio della
autorizzazione da parte della
Soprintendenza il Comune pensava di
essere in regola.
È davvero così?
In realtà la Soprintendenza in ben due occasioni aveva
invitato il Comune a svolgere la procedura
di verifica dell’interesse culturale della intera piazza ( pertinenze e
vegetali arborei compresi):
1. Autorizzazione del 6/11/2012: “…. Si specifica che l’immobile in oggetto è da ritenere sottoposto a
tutela in base all’articolo 12 comma 1 del Decreto Legislativo in oggetto
(Codice Beni Culturali ndr.) e non sulla base di uno specifico decreto di
vincolo. Si inviata pertanto codesto Ente ad avviare presso la Direzione
Regionale la necessaria procedura di verifica dell’interesse relativo all’immobile
medesimo”.
2. Atto di sospensione del 17/6/2013 della esecuzione della Autorizzazione del 6/11/2012, che in
relazione alla procedura di verifica afferma: “Allo stato degli atti non risulta che codesta Amministrazione Comunale
abbia attivato tale procedura e si invita pertanto a farlo con ogni possibile
urgenza e, nelle more dell’avvenuto espletamento si inviata a non procedere con
opere che interessano beni il cui eventuale interesse culturale deve tuttora
essere verificato”.
Quindi dai sopra riportati passaggi presenti nei documenti ufficiali
degli organi periferici del Ministero dei Beni Culturali si ricava che la
piazza al momento della autorizzazione era vincolata, nel suo complesso ex lege
(articolo 12 del Codice dei Beni Culturali).
Come affermato dalla dottrina univoca in materia, la dichiarazione ex lege del vincolo esclude che la richiesta di ufficio della
verifica dello interesse culturale impedisca l’esercizio di poteri di tutela
del Ministero sul bene così vincolato. Quindi se la Soprintendenza nel novembre 2012
ritiene necessario chiedere al Comune di avviare la procedura di verifica è perché
pur riconoscendo che il vincolo in generale sussiste questo deve essere
approfondito nei suoi vari aspetti: pertinenze, componenti arborei etc.
etc.
Detto in altri termini la Soprintendenza essendo la piazza vincolata ex lege poteva autorizzare il progetto ma condizionando la esecutività della autorizzazione ad un approfondimento "necessario" della portata dell'interesse culturale.
Non a caso la Direzione Regionale e la Soprintendenza di
fronte al silenzio inadempimento del
Comune nell’avviare la procedura di verifica è stato costretto (lo scorso luglio) ad avviare la
procedura di riesame della autorizzazione del novembre 2012, prospettandone la
revoca.
Ricordo che la
Revoca viene richiesta quando si
ritiene che un atto sia inficiato da vizi di merito in base ad una nuova
valutazione degli interessi (Sandulli, Virga), in altri termini, anche alla luce
della documentazione pervenuta alla Soprintendenza, sono emerse concretamente
quelle carenze istruttorie (di conoscenza della reale portata dell’interesse
culturale della piazza) che a novembre del 2012 erano solo supposte dalla
Soprintendenza.
Rispetto a questo quadro giuridico amministrativo il
comportamento del Comune nei mesi successivi alla autorizzazione del novembre
2012 è stato di assoluta sufficienza, rimuovendo una richiesta che si è
rivelata non solo fondata nei suoi presupposti (carenze istruttorie nella
valutazione della portata dell’interesse
culturale della piazza nel suo complesso) ma anche nei contenuti reali visto che si è
dimostrato che il filare dei pini costituiva e quindi costituisce parte
integrale del vincolo culturale di Piazza Verdi.
Perché quindi il Comune non avviò questa procedura di
verifica che avrebbe richiesto al massimo qualche mese di indagine? Incompetenza? Arroganza degli uffici? o altro?
Forse la spiegazione sta nei passaggi che hanno portato
alla selezione del progetto Buren Vannetti
1. Con delibera
del 13/10/2008 (vedi QUI), il
Consiglio Comunale approva la partecipazione del Comune della Spezia al P.O.R.
Liguria - Fesr 2007-2013, Asse 3 “Sviluppo Urbano” in qualità di soggetto
proponente dei due Progetti Integrati Territoriali: Centro storico e
periferie urbane della costa di Levante.
In questa delibera non c’è alcun accenno a Piazza Verdi.
2. Il giorno dopo, 14/10/2008, la Giunta approva invece una ipotesi di
intervento di recupero e pedonalizzazione di Piazza Verdi. In questa ipotesi
progettuale si prevede anticipatamente l’abbattimento
dei pini senza che venisse avviata la procedura di verifica dell’interesse
storico architettonico
3. Nel 2009 viene predisposto il bando per la selezione del
progetto sulla riqualificazione di Piazza Verdi allegando la famosa relazione
storico architettonica che nonostante
all’epoca vigesse il vincolo cinquantennale sulla intera piazza (quindi anche i
pini visto che secondo l’autrice della relazione erano stati collocati intorno
al 1955, data rivelatasi poi sbagliata) dichiara il filare “una incomprensione totale”
rispetto al resto della facies della piazza.
In un solo giorno da un indirizzo generale di
progettazione presentato per ottenere il finanziamento europeo si è passati ad
una ipotesi progettuale precisa e solo su Piazza Verdi, che poco aveva ed
ha a che vedere con gli obiettivi del
citato asse 3 del POR Liguria –FESR 2007-2013, come pure con gli stessi indirizzi deliberati dal
Consiglio Comunale del 13/10/2008. Ne può bastare il generico riferimento alla
discussione in Commissione Consiliare, basterà guardare i verbali di queste
riunioni (o riunione) per capire che in questo passaggio non è stato presentato
e tanto meno discusso alcun contenuto di istruttoria in grado di motivare
questo salto nella idea di progettazione del centro storico.
Soprattutto come confermato dalla relazione
dirigenziale del 2010 sullo stato di attuazione dei progetti finanziari dall’asse
3 del POR Liguria –FESR 2007-2013 , ma
anche dallo stesso bando di selezione del progetto , come pure dal progetto
vincente, le motivazioni di queste scelte non sono per niente coerenti con i
suddetti obiettivi e indirizzi.
In altri e più precisi termini si conferma anche dalla analisi
dei documenti ufficiali del Comune e dalla scansione temporale degli stessi che
c’è stata :
1. una mancanza di trasparenza nei vari passaggi amministrativi
2. una mancanza di adeguata istruttoria per valutare le reali priorità
del centro storico anche in rapporto con le periferie
3. un mancato rispetto degli obiettivi dei regolamenti europei e
regionali sulle modalità di finanziamento ed utilizzo dei fondi in
oggetto; se non in maniera del tutto marginale: generico miglioramento
della accessibilità della piazza, non essendo prevista alcuna pedonalizzazione
della stessa ma una ZTL classica.
Da questi oggettivi passaggi procedurali si capisce
benissimo perché il Comune non ha adempiuto alla richiesta assolutamente
legittima che la Soprintendenza avanza nel novembre 2012.
Se il Comune avesse
svolto la procedura con la supervisione della Soprintendenza probabilmente
sarebbe emerso che la piazza era vincolata in modo contraddittorio con il
progetto che era nel frattempo già stato selezionato, secondo una impostazione
decisa a priori fuori di una adeguata istruttoria rispettosa dei regolamenti
sui fondi UE ma soprattutto dei principi relativi alle istruttorie relative
agli interventi su beni soggetti a vincolo culturale ex lege come Piazza Verdi.
Questa è la realtà amministrativa di questa vicenda che da questa realtà possano scaturire anche conseguenze penali sarà compito della magistratura decidere, certo che al di là degli aspetti strettamente giuridici l'Amministrazione Comunale ha dimostrato un preoccupante mix di arroganza politica e superficialità tecnica, peraltro non nuovi purtroppo per i cittadini spezzini.
E come la mettiamo con il filare degli aranci e degli oleandri distrutto?
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