sabato 28 dicembre 2019

Inquinamento dal porto di Spezia : altro che concordia quello che si vuole è solo sudditanza

L’ex Presidente della Unione Industriali nonché ex presidente della Autorità Portuale  spezzina (prima della riforma della legge quadro) riferendosi alla diatriba aperta dal Sindaco di Spezia con Lsct sui licenziamenti in porto: "La concordia è il requisito fondamentale per il successo di ogni comunità".
A me questa frase, parafrasando ovviamente, mi fa venire in mente quella riferita, da Tacito,  al modo di risolvere le controversie degli antichi romani: “hanno fatto un deserto e lo hanno chiamato pace”.

Mi chiedo infatti tornando al porto spezzino  a quale concordia si riferisce l’ex Presidente. La concordia si fa quando c’è equilibrio tra le parti, quando vengono prese in considerazione le esigenze di tutti non solo quelle dei terminalisti ma anche quelle dei lavoratori e soprattutto quelle dei cittadini residenti (migliaia) nelle zone limitrofe al porto. 
Un porto unico, anche rispetto agli altri porti liguri, cresciuto  a 20 metri in linea d’aria dalla zona est della città.

Un porto cresciuto con una logica del fatto compiuto non rispettosa neppure delle regole della pianificazione portuale approvate da Consiglio Regionale e dal Consiglio Comunale spezzino. 

Un porto cresciuto senza avere un piano complessivo di sicurezza portuale (affossato dalla lobby portuale attraverso la eliminazione dell’obbligo di legge a redigerlo)

Un porto che non ha mai rispettato neppure le prescrizioni di Valutazione di Impatto Ambientale sul Piano Regolatore Portuale che imponevano valutazione e misure preventive prima di realizzare gli stati di avanzamento dei vari ambiti del demanio portuale a cominciare da quello strettamente del porto commerciale

Un porto che ottiene una fascia di rispetto per “tutelare” i residenti ma che in realtà tutela solo la attività portuale. Una fascia di rispetto che non rispetta neppure le prescrizioni di VIA del Ministero dell’Ambiente (per altezza e profondità e soprattutto per continuità)

Un porto che, grazie ai governi nazionali ignavi succedutesi fino ad ora, sfrutta una normativa sul rumore inadeguata per tutelare dal rumore i residenti

Un porto che si avvale di una normativa regionale che lo classifica, volutamente e in barba alla legge nazionale, in zona acustica industriale permettendo così limiti di immissione rumorosa molto elevati

Un porto che produce redditi milionari per i terminalisti ma che non si è mai preoccupato di fornire un contributo economico per permettere alle autorità pubbliche di svolgere studi epidemiologici adeguati a capire il rischio sanitario in atto nella zona est della città

Un porto così non può essere un porto di conciliazione, un porto così  è un porto di sopraffazione della vita quotidiana di chi vive in quelle zone e dal porto non riceve nulla se non rumori polveri e lo stress da impotenza di chi da anni lancia allarmi sanitari inascoltati

Allora rispetto ad un porto così smettetela di prendere per il culo i cittadini con gli appelli alla concordia. Non volete la concordia,voi volete la sudditanza  come dei padroni verso i propri sudditi.

Ed infine fatela finita con la sciocchezza del  volete chiudere il porto”. Il porto non lo ha mai voluto chiudere nessuno, siete voi che avete chiuso da tempo una grande parte di città dentro una gabbia di rumore e polveri e la volete chiamare area retro portuale, perché questo sono diventati quartieri come Canaletto e Fossamastra!



1 commento:

  1. ottimo e puntuale come sempre...a breve partiranno i soliti ricatti occupazionali e le solite "menate" per chi ha rallentato i lavori

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