domenica 29 dicembre 2019

Porto di Spezia il falso conflitto ambiente lavoro nasconde le vere questioni sul rapporto porto città


Sul porto di Spezia si litiga anche tra enti e terminalisti ma la sensazione è che non si colgano i nodi veri delle problematiche sul rapporto porto città.
L’intervista del Sindaco di oggi sul Secolo XIX  pur cogliendo alcune criticità reali (licenziamento unilaterale di una dipendente LSCT, ritardi nel recupero di Calata Paita alla Città) è troppo incentrata sulla necessità di accelerare  le opere previste dal Piano Regolatore del Porto del 2006.
In questo modo non si colgono le principali questioni : la prevenzione sanitaria  per i residenti dei quartieri limitrofi al porto, il rispetto delle prescrizioni ambientali sul PRP del 2006, una nuova pianificazione porto città che recuperi un ruolo forte del Comune come peraltro indica la stessa legge quadro sui porti nella sua ultima versione.
 
La Autorità di Sistema Portuale, poche settimane fa, ha dichiarato che il piano regolatore del porto spezzino approvato nel 2006, tutt’ora in fase di attuazione, non richieda alcuna  revisione  e quindi tanto meno la realizzazione di un nuovo piano. Non casualmente questa dichiarazione è legata al nuovo Piano Triennale delle opere 2020- 2022 che conferma appunto la accelerazione di quanto previsto nel PRP del 2006.
La Autorità conferma ufficialmente quanto già emergeva (NOTA [1]) con chiarezza nel Documento di Pianificazione Strategica di Sistema DPSS (NOTA [2]), atto propedeutico alla realizzazione del nuovo Piano Regolatore di Sistema Portuale e previsto dall’ultima versione della legge quadro sui porti.

In questo modo si conferma   una impostazione che viola le stesse prescrizioni di VIA del Ministero dell’Ambiente nonché della Regione quando venne approvato il PRP del 2006.


LA MANCATA VALUTAZIONE DELLE DESTINAZIONI FUNZIONALI DEI SINGOLI AMBITI DI DEMANIO PORTUALE
Afferma la delibera del Consiglio Regionale di approvazione del PRP 2006:  “Le Norme di attuazione del PRP risultano per un verso, come afferma la stessa Relazione illustrativa, generiche, nel senso che l’attuazione degli interventi previsti è demandata a ”Schemi di assetto urbanistico” che vengono prescritti per tutti gli Ambiti considerati dal Piano”  questi Schemi di assetto urbanistico costituiscono strumenti urbanistici attuativi del piano quadro (il PRP)  e dovranno (come afferma la sopra citata delibera regionale”: “……riportare per ciascun ambito la relativa disciplina di intervento in termini di destinazione d’uso, parametri e modalità attuative, flessibilità  delle relative indicazioni.” Parametri e modalità attuative che possono riguardare ad esempio: quantità di traffico container e il relativo dimensionamento reale delle banchine. Il modo per applicare questi parametri era quindi di sottoporre a VAS gli strumenti di pianificazione, attuativi del PRP del 2006, nei singoli ambiti a cominciare da quelli del porto commerciale. Il tutto reso ancor più necessario dal fatto che il PRP del 2006 non ha avuto una VAS ma una semplice VIA come fosse una sommatoria di progetti e non, come invece è, un vero e proprio strumento di pianificazione degli usi delle aree demaniali portuali ma anche di definizione degli scenari di sviluppo del porto commerciale



LA FASCIA DI RISPETTO
Questa visione minimalista della pianificazione portuale, tutta dentro la logica dei terminalisti come fossero loro i proprietari della linea di costa concessionata, la si riscontra nella c.d fascia di rispetto che avrebbe dovuto tutelare i quartieri residenziali che si affacciano sul porto commerciale.
Eppure il parere della Commissione del Ministero dell’Ambiente contenuto nel giudizio di VIA sul PRP del 2006 sul punto era chiarissimo, riporto i due passaggi più emblematici:
1. la  prevista fascia di rispetto  cuscinetto,per  determinare un’efficace difesa dell’area, dovrebbe   necessariamente assumere altezze fisiche ragguardevoli  di difficile  realizzazione affinché il cono d’ombra acustica possa determinare una perdita di inserzione significativa ai piani alti degli edifici più prossimi al porto;
2. a tal fine viene proposta  nel PRP la creazione di una fascia di rispetto nel Comune della Spezia, prevedendo la realizzazione di spazi verdi e di <<riambientalizzazione>>, nonché strutture fonoassorbenti, di ulteriore compatibilizzazione del rapporto città – porto,.cioè di un segmento di <<spazio pubblico>> per mezzo del quale risolvere in maniera integrata il disegno della recinzione doganale, le barriere antirumore, l’arredo urbano, la continuità pedonale degli spostamenti urbani, la circolazione perimetrale al porto e la sosta delle auto, la vivibilità dei luoghi;”.
Ora vi sembra che la fascia di rispetto che stanno realizzando (con soldi pubblici!) risponda ai suddetti requisiti?



L’ACCORDO COMUNE AUTORITÀ PORTUALE SULLO SVILUPPO DEL NUOVO PRSP
Peraltro, cosa non rilevata nella intervista del Sindaco di oggi sul Secolo XIX, la decisione della Autorità di Sistema Portuale sul nuovo PRSP sopra riportata  depotenzia l’accordo tra Comune e detta Autorità tradotto nel parere favorevole al DPSS qualche tempo fa (Per leggere la intera documentazione vedi QUI.). D’altronde i limiti di quell’accordo, al di la della buona fede e dell’impegno della Amministrazione Comunale, era già nel contenuto dello stesso.
A pagina 7 della delibera di approvazione del Parere favorevole del Comune al DPSS si afferma:  “-esaminata in particolare la proposta di delimitazione delle aree di interazione porto-città contenuta nel suddetto DPSS, il Comune della Spezia ha richiesto la implementazione delle aree di interazione,in modo da ricomprendervi l’intera città portuale, da trasformare nella cosiddetta Fascia di rispetto, e la cui pianificazione dovrà essere demandata al PUC anziché al prossimo PRP, e quindi i relativi interventi sottoposti ad a autorizzazione esclusivamente comunale”.
Ora come confermano le ultime dichiarazioni della Autorità di Sistema Portuale, sopra riportate, in attesa della implementazione delle aree di interazioni porto città l’Autorità sta andando avanti spedita con la fascia di rispetto, i dragaggi e poi i riempimenti a mare del terzo bacino ma soprattutto una strategia di realizzazione delle opere previste che segue solo il crono programma degli interessi di LSCT (in particolare). La conseguenza è che quando arriverà, e se arriverà la nuova pianificazione comunale si troverà di fronte scelte già fatte e attuate in gran parte.  Per questo è sbagliato da parte del Comune limitarsi a chiedere la accelerazione della attuazione del PRP del 2006 in un quadro in cui Autorità di Sistema Portuale e Terminalisti (soprattutto LSCT) pianificazione a loro uso e consumo il demanio portuale.

Proprio perché, come ammette la stessa Autorità di sistema portuale non ci sarà un nuovo PRSP ma semmai una attuazione del vecchio PRP, la approvazione del documento di Pianificazione Strategica di Sistema (DPSS) poteva essere l’occasione per rimettere al centro la questione di una adeguata valutazione ambientale sanitaria e socio economica degli interventi previsti dal PRP 2006 negli ambiti del porto commerciale come richiesto dalla VIA del MInistero dell’Ambiente e dal Consiglio Regionale nel 2006.
D’altronde questo potere del Comune è riconosciuto dalla attuale legge quadro sui porti.



LA PROCEDURA DI APPROVAZIONE DEL DPSS E IL RUOLO DEL COMUNE
Il DPSS è approvato dal Consiglio Regionale previa intesa con il Ministero delle Infrastrutture e con la Regione Toscana (nel caso nostro: porti Spezia -Carrara).  L’Intesa avviene attraverso una conferenza dei servizi a cui partecipa  anche il Comune ai sensi della legge 241/1990. Se ci fosse dissenso in sede di  Conferenza dei Servizi si applica l’articolo 14-quinquies. Questa norma prevede che se Regione e Comune (partecipanti alla Conferenza) sono dissenzienti possono fare  opposizione al Presidente del Consiglio dei Ministri. Peraltro se il Piano è sottoposto a VAS si applicano le procedure del testo unico ambientale (questo per interpretazione estensiva del comma 4 articolo 14-quinquies della legge 241/1990 dove si parla di VIA, mente qui si tratta di VAS ma il principio è lo stesso).
D’altronde a conferma di un ruolo tutt’altro che secondario riconosciuto al Comune, dalla nuova legge sui porti , si vedano le linee guida per la elaborazione dei Piani Regolatori di Sistema Portuale approvata dal Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici  (Marzo 2017) : “… il ruolo del  DPSS  è  quello di definire preliminarmente obiettivi integrati (tecnici ed ambientali), anticipando così i nodi critici della fattibilità amministrativa, tecnica, urbanistica ed ambientale, per pervenire a condivise politiche del territorio e ad una procedura di approvazione del piano che effettivamente coordini la valutazione tecnica ed ambientale del piano medesimo.

Insomma sia il PRSP che il DPSS che lo precede devono:  “pervenire a condivise politiche del territorio e ad una procedura di approvazione del piano che effettivamente coordini la valutazione tecnica ed ambientale del piano medesimo”. (linee guida per la elaborazione dei Piani Regolatori di Sistema Portuale approvata dal Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici  (Marzo 2017)



INFINE: LA PREVENZIONE SANITARIA ED IL RISCHIO INCIDENTI NEL GOLFO

La prevenzione sanitaria
Sulle emissioni in aria e sul rumore il Sindaco, nella sua qualità di massima Autorità Sanitaria sul territorio comunale, può chiedere ad ASL o ad altri enti competenti (penso all’ISS ma anche ad istituti universitari) di implementare sia lo studio di Arpal sugli inquinanti da attività nei porti liguri vedi QUI, sia altri studi svolti a livello  europeo nei vari porti degli stati membri vedi QUI.  Ad esempio del tavolo di  confronto, previsto dalla Regione con DGR del novembre 2018, per sviluppare nuovi monitoraggi che ne è stato? È l’ennesimo protocollo (vedi QUI) di fantasia come i precedenti?.
Per il rumore si potrebbero applicare modelli di rilevamento che superano le attuali lacune della vigente normativa (mancata il famoso decreto sul rumore dei porti in zona densamente abitate per non parlare della attuale classificazione acustica dei porti liguri in area industriale con limiti da rispettare troppo alti).
Tutto questo poteva essere inserito, senza neppure forzature rischiose sotto il profilo amministrativo come le ordinanza sindacali, nel DPSS ma soprattutto nella VAS degli strumenti urbanistici negli ambiti portuali.

La prevenzione sui rischi di incidenti nel golfo
Infine il Comune avrebbe dovuto far inserire nell’accordo procedimentale un impegno alla Autorità di Sistema Portuale protocollo operativo sulla prevenzione del rischio di incidente portuali secondo le linee guida proposte dal sistema delle Arpa  (ora Sistema Nazionale per la Protezione dell'Ambiente – SNPA) vedi QUI.  Infatti il  Porto di Spezia non ha più ne un rapporto di sicurezza portuale e neppure un piano di sicurezza portuale cioè i due documenti che dovevano, il primo fotografare il livello di rischio di incidente in porto anche in considerazione dei nuovi interventi previsti non solo portuali, il secondo gli indirizzi operativi per prevenire e/o gestire il rischio di incidenti.  


[NOTA 1] A Pagina 50 del DPSS si legge: “Le previsioni future, basate soprattutto sulle previsioni di completamente delle opere previste dal PRP vigente, saranno invece sviluppate nei paragrafi seguenti…”, paragrafi che confermano la vecchia impostazione della attuazione del PRP del 2006 portata avanti dalle Amministrazioni precedenti.

[NOTA 2] Le Autorità di sistema portuale redigono un documento di pianificazione strategica di sistema, coerente con il Piano generale dei trasporti e della logistica (PGTL) e con gli orientamenti europei in materia di portualità, logistica e reti infrastrutturali  nonché con il Piano strategico nazionale della  portualità  e  della logistica. 
Il DPSS:
a) definisce gli obiettivi di sviluppo e i contenuti sistemici di pianificazione delle Autorita' di sistema portuale;
b) individua e perimetra le aree  destinate a funzioni strettamente portuali e retro-portuali, le  aree di interazione porto-città e i collegamenti infrastrutturali di  ultimo miglio di tipo viario e  ferroviario  coi  singoli  porti del  sistema  e  gli attraversamenti del centro urbano;
c) prevede una relazione illustrativa che descrive gli  obiettivi e le scelte operate e i criteri seguiti anche in chiave di indirizzo per la redazione dei singoli piani regolatori portuali (nel nostro caso Spezia e Carrara).


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