mercoledì 13 maggio 2015

La bandiera blu sbiadita della candidata Paita

La candidata PD alla Presidenza della Regione Liguria Raffella Paita ha inviato ai mass media un comunicato trionfalistico sul numero di bandiere blu assegnate alle spiagge liguri. 
Ovviamente si capisce chiaramente che questa notizia la signora la vuole utilizzare per dimostrare la bontà del lavoro svolto dalla Amministrazione Regionale di cui ha fatto parte  
Visto che la signora nello stile istituzionale non eccelle, questa assunzione gratuita di meriti la “spiattella” brutalmente nel comunicato: “questo risultato, di cui posso sentirmi orgogliosa anche io in quanto titolare alla delega sulla depurazione”.
Curioso il modo di ragionare della signora:  sulla protezione civile, dove è indagata per l’alluvione dello scorso anno, per rimuovere le sue responsabilità, quanto meno politico amministrative, dichiara che in fin dei conti “lei aveva la delega da pochi mesi”, sulla balneazione, dove intravede la notizia da sfruttare elettoralmente, il fatto che abbia la delega alla depurazione "da pochi mesi", diventa un elemento da rimuovere totalmente!

Ma lasciamo perdere i meriti presunti o reali della signora e veniamo al sodo. Ma davvero queste bandiere blu hanno un valore rigoroso sotto il profilo ambientale? Non  direi almeno non in termini assoluti e vediamo perché….

Il riconoscimento delle bandiere blu è assegnato dalla Fondazione per l’educazione ambientale (FEE acronimo in inglese)
Non ci sono veri e propri criteri e parametri scientifici ma ci si basa su dati forniti dai Comuni cioè dagli enti che hanno tutto l’interesse a ben apparire nella classifica.


Come afferma il programma operativo della FEE (vedi QUIla Giuria Nazionale, o Commissione Tecnica Giudicante, identifica i Comuni idonei tra quelli candidati, attraverso l’analisi e la valutazione delle risposte ai quesiti riportati sul Questionario Bandiera Blu.



I CRITERI USATI DALLA FEE PER ASSEGNARE LA BANDIERA BLÙ
Vediamoli questi criteri ricavabili dal questionario compilato dai Comuni su invio della FEE:

1. promozione di educazione e informazione ambientale: sulla balneazione le attività di educazione ambientale sono indefinite ovviamente. Le informazioni ambientali peraltro sono obbligatorie per legge a prescindere dalla bandiera blu, basta leggersi il DLgs 116/2008 (Attuazione della direttiva 2006/7/CE relativa alla gestione della qualità delle acque di balneazione)

2. qualità delle acque: si tratta di rispettare la normativa sulle acque di balneazione…..come dire e ci mancherebbe!

3. Gestione ambientale: si tratta di rispettare le norme di gestione delle spiagge, rispetto e  conservazione della biodiversità se ci sono aree classificate e anche qui possiamo dire ci mancherebbe…..   Quanto ai criteri di spiagge pulite, raccolta rifiuti, servizi igienici e spogliatoi puliti e in numero adeguato, scarichi allacciati al sistema fognario: viene da dire come fanno quelli della Commissione a saperlo? Ma è ovvio glielo dicono i Comuni,  a proposito di conflitti di interessi.


I documenti obbligatori da allegare al questionario di risposta poi sono altrettanto ovvi come le informazioni che abbiamo visto sopra. Infatti devono essere allegati:
1. Mappe dei campionamenti effettuati sulla qualità delle acque di balneazione, impianti di depurazione e discariche.
2. Piano di utilizzo dell’arenile (PUA) approvato e vigente (se non inviato negli anni precedenti e non modificato);
3. Risultati certificati ARPA delle analisi di qualità delle acque di balneazione
4. Documenti sulla quantità e qualità rifiuti prodotti dallo stabilimento balneare
5. Documentazione di iniziative di sostenibilità ambientale

I documenti dei punti 2, 3 e 4  sono quelli obbligatori per legge per chiunque gestisca una attività di balneazione e comunque per le Amministrazioni Comunali interessate.

I documenti del punto 1 invece, se ci riferiamo ad una situazione come quella di Spezia, fanno veramente pensare: tutto il golfo di Spezia è dentro un sito di bonifica nazionale, tutto da bonificare e soprattutto con un dragaggio/bonifica in corso e che sta producendo problemi enormi come è noto,  e con questo la potremmo chiudere qui, almeno per Spezia, con queste bandiere blu.

Infine i documenti del punto 5 sono aria fritta in quanto dietro la parola sostenibilità ormai si nasconde qualsiasi cosa.



IN REALTÀ PER AVERE LA BANDIERA BLU LA FEE CHIEDE DI MENO DI QUELLO CHE CHIEDE LA VIGENTE LEGGE
Vediamo cosa chiede la normativa (ex DLgs 116/2008) non solo a chi ha la bandiera blu ma a tutti i Comuni balneari italiani:

I Comuni assicurano che le seguenti informazioni siano divulgate e messe a disposizione con tempestività durante la stagione balneare in una ubicazione facilmente accessibile nelle immediate vicinanze di ciascuna acqua di balneazione:
a) classificazione corrente delle acque di balneazione ed eventuale divieto di balneazione di cui al DLgs 116/2008 mediante una simbologia che risponda agli indirizzi comunitari;

b) descrizione generale delle acque di balneazione, in un linguaggio non tecnico, basata sul profilo delle acque di balneazione predisposto in base all’allegato III del DLgs 116/2008;

c) nel caso di acque di balneazione identificata a rischio di inquinamento di breve durata:
c1) avviso di acqua di balneazione a rischio di inquinamento di breve durata;
c2) indicazione del numero di giorni nei quali la balneazione è stata vietata durante la stagione balneare precedente a causa dell’inquinamento di cui al punto precedente;
c3)avvisto tempestivo di inquinamento, previsto o presente, con divieto temporaneo di balneazione;
c4) informazioni sulla natura e la durata prevista delle situazioni anomale cioè un evento o una combinazione di eventi che impattano sulla qualità delle acque di balneazione nella zona in questione e il cui verificarsi è previsto in media non più di una volta ogni quattro anni;

d) laddove la balneazione è vietata, avviso che ne informi il pubblico, precisandone le ragioni;

e) ogniqualvolta è introdotto un divieto di balneazione permanente, avviso che l’area in questione non è più balneabile con la ragione del declassamento;

f) indicazione delle fonti da cui reperire informazioni più esaurienti.



Le Autorità Competenti, ciascuna per le funzioni di cui sono titolari ex lege, utilizzano adeguati mezzi e tecnologie di comunicazione, tra cui Internet, per promuovere e divulgare con tempestività le informazioni sulle acque di balneazione di cui sopra, nonché, ove opportuno, in varie lingue, le seguenti informazioni:
a) elenco delle acque di balneazione, aggiornato e reso disponibile ogni anno prima dell’ inizio della stagione balneare;

b) classificazione di ciascuna acqua di balneazione negli ultimi tre anni e il relativo profilo, inclusi i risultati del monitoraggio effettuato ai sensi del DLgs 116/2008 dopo l’ultima classificazione tali risultati sono resi disponibili sul sito web del Ministero della Salute, una volta completate le analisi;

c) misura di risanamento delle acque di balneazione previste dal DLgs 116/2008;

d) nel caso di acque di balneazione classificate scarse, informazioni sulle cause dell’inquinamento e sulle misure adottate per prevenire l’esposizione dei bagnanti all’inquinamento e per affrontarne le cause;

e) nel caso di acque di balneazione a rischio di inquinamento di breve durata, informazioni generali relative a:
e1) condizioni che possono condurre a inquinamento di breve durata;
e2) grado di probabilità di tale inquinamento e della sua probabile durata;
e2) grado dell’inquinamento e delle misure adottate per prevenire l’esposizione dei bagnanti all’inquinamento per affrontarne le cause;

f) nel caso di acque interessate dagli inquinamento dovuti a casi particolari, informazioni relative ai rischi per i bagnanti.



CONCLUSIONI
Insomma ci spieghino se stanno rispettando tutto quanto sopra …. poi potremo parlare anche delle bandiere blu che comunque sono più un marchio di immagine che di sostanza, anzi di sostenibilità ambientale di un territorio costiero. 






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