venerdì 6 settembre 2013

Garavini A.D. di Acam, discarica di Mangina e… i veri cialtroni!

Garavini , amministratore delegato di Acam, nello stile Federici in una intervista sul Secolo XIX (vedi  QUI)  insulta pesantemente cittadini e sindaci della Val di Vara, per la loro opposizione alla discarica di Mangina.

Questo signore pagato con i nostri soldi: 
  
invece che chiedere scusa intanto ai cittadini per  una azienda ridotta sul lastrico dal management e dal potere politico locale,
invece che chiedere scusa per rappresentare una azienda che in oltre 10 anni di gestione del servizio rifiuti ha ancora la raccolta differenziata con percentuali inferiori a quelle che si era data nel 2000,
invece che essere umile e presentarsi in punta di piedi  in una terra che non è sua e dove vuole portare, progetto corretto o meno (poi su questo ci torno di seguito),  la spazzatura di tutta la Provincia ……

questo signore apostrofa come “cialtroni” i cittadini del comitato contro la discarica di Mangina!

Cialtrone, vocabolario Treccani, significa: “Persona volgare e spregevole, arrogante e poco seria, trasandata nell’operare, priva di serietà e correttezza nei rapporti personali, o che manca di parola nei rapporti di lavoro.”     

Non so se chi ha diretto Acam sia spregevole o volgare ma di sicuro  i fatti davanti a noi anche di questi mesi (vogliamo parlare degli impianti di Boscalino, di Saliceti e della raccolta nelle strade?) dimostrano che i dirigenti di Acam compresi quelli attuali sono:
arroganti,
poco seri,
trasandati nell’operare,
mancanti di parola nei rapporti di lavoro.

Forse quando ha usato il termine cialtrone il sig. Garavini stava guardandosi allo specchio e dietro c’erano gli a.d.  precedenti.  



LA PROCEDURA PER APPROVARE IL PROGETTO DI DISCARICA
Ma veniamo al merito della questione. Il sig. Garavini afferma : “Il progetto è stato redatto da professionisti tra i migliori del panorama nazionale”. Ah si! Può darsi che siano bravi questi signori ma resta il fatto che hanno dietro di loro una azienda che non ha alcuna credibilità nella gestione dei rifiuti a cominciare proprio da come ha presentato questo progetto di discarica.
Nel Piano economico-finanziario di Acam presentato qualche mese fa  a pagina 54 e 55 veniva descritto la procedura di approvazione del progetto di discarica in oggetto.
Quel documento rimuoveva:
1. i problemi di falda dell’area,
2. i problemi della riclassificazione del rischio idraulico della zona dopo l’alluvione disastrosa che l’ha colpita,
3. rimuoveva altresì  l’obbligo della procedura di Valutazione Ambientale Strategica della necessaria  variante al PUC del Comune di Borghetto Vara
4. prevedeva la semplice procedura di verifica per la VIA, quando invece occorre (ex lege) per discariche di questo tipo la VIA ordinaria
5. rimuoveva l’obbligo di autorizzazione integrata ambientale e il relativo parere obbligatorio e vincolante del Sindaco competente territorialmente sotto il profilo del rischio sanitario.

Una debacle amministrativa e tecnica!  Chi sarebbero i cialtroni (ex definizione Treccani)  sig. Garavini? 




IL PROGETTO DI DISCARICA
A distanza di mesi da quel documento Acam presenta il progetto di discarica, ovviamente definitivo, per la procedura di VIA ordinaria (forse qualcuno gli deve avere spiegato quando scritto sopra almeno su questo punto). 

Ad una prima analisi emergono vari limiti,  già molto significativi,  di questo progetto che descriverò di seguito:


1. La questione della normativa sulla tutela della biodiversità
Il primo riguarda la questione del sito di importanza comunitaria (vedi normativa tutela biodiversità per i siti habitat)  contermine al sito dove dovrà essere realizzata la discarica. Secondo il Quadro di Riferimento Programmatico dello Studio di Impatto Ambientale (pagina 22 vedi QUI): ”il sito d’intervento non ricade all’interno di alcun sito di interesse comunitario”. Il documento non aggiunge altro, eppure la cartografia riprodotta dallo stesso documento dimostra che un SIC esiste e non molto lontano, geograficamente parlando, con il sito individuato per la discarica.
Come è noto ai ”migliori professionisti” in materia,  le Linee Guida della UE per i progetti che possono insistere anche indirettamente su siti habitat affermano che: : “In linea con il principio di precauzione non si può quindi accettare che la valutazione non sia effettuata facendo valere che le incidenze significative non sono certe. Anche in questo caso è utile fare riferimento alla direttiva 85/337/CEE, Ne consegue che, se una proposta comporta la necessità di una valutazione ai sensi della direttiva 85/337/CEE in base al fatto, inter alia, che essa possa incidere in modo significativo su un sito Natura 2000, essa dovrà anche essere oggetto di una valutazione di incidenza”. A conforto della necessità di uno apposito Studio di Incidenza da presentare in sede Valutazione di Impatto Ambientale ad integrazione dello Studio di Impatto Ambientale si veda quanto affermano sempre le Linee Guida citate:  “Relativamente al campo di applicazione geografico, le disposizioni dell’articolo 6, paragrafo 3 della Direttiva 92/42/CEE non sono limitate a piani e progetti concernenti esclusivamente un sito protetto e prendono anche in considerazione sviluppi al di fuori del sito, ma che possono avere incidenze significative su esso.”


2. la questione della variante al PRG di Borghetto e la Valutazione Ambientale Strategica (VAS)
La DGR 1415 del 1999 (norme tecniche sulla VIA in Liguria) al comma 5 articolo 5 prevede che nell'ambito del Quadro Programmatico dello Studio di Impatto Ambientale: “deve essere in particolare verificato, ai fini della procedibilità, che le opere siano previste dai vigenti strumenti di pianificazione territoriale ed urbanistica”.
Relativamente alla pianificazione urbanistica del comune territorialmente interessato (Borghetto) il Quadro di Riferimento Programmatico dello Studio di Impatto Ambientale afferma testualmente (pag. 17) che l’area del sito per la discarica è destinata in parte ad area boschiva. Il che conferma la necessità di una variante. E’ indubbio che trattasi di variante ex articolo 44 della legge regionale urbanistica, trattandosi come minimo di: “ modificazioni quantitative e localizzative relative al sistema delle infrastrutture e ai servizi pubblici e di uso pubblico”.  Il documento di Acam rimuove completamente questo e non dimostra la avvenuta verifica di compatibilità con la descrizione fondativa del PRG come richiesto dal comma 2 articolo 44 della legge urbanistica ligure.  Non solo ma sono scaduti i 10 anni per la verifica di adeguatezza del PRG di Borghetto e non risulta che tale verifica sia stata fatta, almeno dal documento in esame.   Si conferma quindi la necessità della Valutazione Ambientale Strategica (VAS) , almeno secondo la procedura di verifica di applicabilità di tale procedura. Ma considerato che la variante contiene un opera sottoposta a VIA (discarica) la VAS obbligatoria in questo caso è quella ordinaria secondo il Testo Unico Ambientale (DLgs 152/2006), ricordiamoci infatti che siamo nella materia ambiente di competenza esclusiva dello Stato ex articolo 117 della nostra Costituzione.

Sul punto occorre aggiungere che il Quadro Programmatico descritto da Acam nello Studio di Impatto Ambientale afferma (pagina 27): “Per quanto concerne la destinazione urbanistica, essa potrà essere variata, ove approvata, in sede di  Conferenza dei Servizi ai sensi dell’art. 208 del D.Lgs. 152/2006”.
In realtà la norma correttamente da citare, visto che Acam vuole dimostrare che il progetto se autorizzato va in variante automatica al PRG e quindi non occorre la VAS, non è quella sopra riportata (Acam non sa neppure usare nel suo interesse le norme che cita), ma invece il comma 12 articolo 6 del DLgs 152/2006 (T.U. ambientale).  Questa norma prevede in generale che le varianti frutto di autorizzazioni  a progetti (come gli impianti di rifiuti ex comma 6 articolo 208 DLgs 152/2006 ora si che sta bene la citazione della norma fatta da Acam sic! ) che costituiscono varianti automatiche ai piani urbanistici non devono andare a VAS fatta salva la VIA sul progetto.  Ma è altrettanto vero che questa norma va letta alla luce dell’articolo 5 della legge 106/2011 secondo il quale uno strumento urbanistico che va in variante ad un piano che non ha avuto a sua volta la VAS deve quanto meno essere sottoposto a verifica di assoggettabilità per la VAS. E’proprio il caso in esame dove la variante, contenente la ipotizzata discarica,  è ad un piano regolatore che sicuramente non ha mai avuto la VAS perché approvato in epoca precedente alla entrata in vigore della normativa che disciplina questa procedura di valutazione ambientale dei piani.


3. La questione del Rischio Idraulico
La Relazione Geologica del Progetto (vedi QUI)   a pagina 7 afferma: “Secondo il P.A.I. (Piano di assetto idrogeologico) del Bacino del Fiume Magra l’area non ricade in  alcuna classe di suscettività al dissesto.  Nella Carta della pericolosità idraulica, con fascia di riassetto fluviale ed aree inondabili un ampio settore della pianura alluvionale in destra del Torrente Malacqua, presso il sito di Mangina, è compreso nelle fasce a pericolosità idraulica molto elevata e media. L’area di intervento risulta esterna a tali fasce.”

La Relazione Geologica è del luglio 2013,  ma il 5 agosto 2013 la Regione Liguria ha approvato una Delibera di Giunta (vedi QUI), che dando attuazione parziale alla normativa europea sulla prevenzione del rischio alluvioni (vedi QUI),  produce una prima proposta di mappe di rischio alluvioni  che dovrà ora essere inviata al Ministero dell’Ambiente. Questa nuova mappa di rischio tra le altre cose (secondo il DLgs 49/2010 che ha recepito la normativa europea in materia di alluvioni), dovrà dimostrare le potenziali conseguenze in negativo dell’eventuale rischio alluvioni anche in relazione a: “impianti di cui  all'allegato I del decreto legislativo 18 febbraio  2005, n.59, che potrebbero provocare inquinamento accidentale in caso di  alluvione”. Tra questi impianti ci sono le discariche come quella prevista in località Mangina.


4. La questione del mancato rispetto dei criteri di localizzazione del Piano Provinciale dei rifiuti
Lo studio di impatto ambientale (in relazione al quadro programmatico) si limita ad affermare che “ l’area di Mangina, nel Piano Provinciale, viene indicato come
possibile per l’ubicazione della discarica di servizio”. 
Secondo la DGR 1415 del 1999  (norme tecniche sulla VIA in Liguria) alla lettera e) comma 1 articolo 2 afferma che i contenuti dei piani sovraordinati rispetto al progetto devono  essere considerati come parametri per dimostrare la coerenza del progetto con detti piani.

Su questo aspetto il quadro programmatico del SIA poco dice non dimostrando granchè anzi, come abbiamo visto rimuovendo in alcuni casi vincoli o problematiche legate a vincoli (biodiversità, rischio idraulico, urbanistica).  A sua volta anche  il Quadro Progettuale  (pag. 30 e seguenti) dello Studio di Impatto Ambientale è reticente su vari aspetti.  

Infatti……

Tra i fattori escludenti di siti per impianti e discariche  ci sono, secondo il Piano Provinciale:
1. tra quelli cartografabili: le aree a rischio idraulico
2. tra quelli per tipo di impianto ( discarica): le aree a rischio idraulico (tempi di ritorno duecentennali) e aree vulnerabili per acquiferi.

Tra i fattori penalizzanti, nel Piano Provinciale, per la localizzazione delle discariche ci sono aree dove per realizzare interventi occorrano opere di regimazione delle acque

Tra i fattori preferenziali, nel Piano Provinciale,  per la realizzazione di impianti di rifiuti ci sono, invece:
1. aree industriali
2. aree baricentriche alla produzione dei rifiuti
3. aree a limitate permeabilità
4. aree con orografia che permetta una regimazione delle acque con opere solo superficiali
5. aree degradate da riqualificare.

Quindi nessuno dei fattori preferenziali sembra riguardare il sito di Mangina.  Non solo ma invece il sito di Mangina sembra rientrare sia nei fattori escludenti che in quelli penalizzanti per la realizzazione delle discariche.
Infine se noi applichiamo i suddetti fattori del Piano Provinciale questi conducono a scegliere altri siti, anche tra quelli elencati dalla Provincia ma esclusi (Rocchetta)  o  sospesi (Saturnia), o destinati ad altre funzioni (smaltimento fanghi dragaggio e terre e rocce di scavo sempre per Saturnia),  quindi  per ragioni esterne ai criteri di localizzazione di detto Piano.  Che questo sia vero è dimostrato proprio dal confronto tra le schede di questi tre siti, mentre per Rocchetta e Saturnia la destinazione prioritaria è quella della discarica, per Mangina è invece l’impianto di trattamento o l’impianto di produzione del compost mentre la discarica è vista come ipotesi eventuale e piuttosto remota.

                
5. La questione delle alternative di sito nello Studio di Impatto Ambientale
Secondo il comma 4 articolo 5 della DGR 1415/1999 (norme tecniche sulla VIA in Liguria): “nel caso di interventi attuativi di previsioni di vigenti strumenti di pianificazione e programmazione urbanistico - territoriale, nella premessa del S.I.A. non è necessario inserire le possibili alternative di sito”. 
Ora è indiscutibile che nel PRG del Comune di Borghetto non era prevista la realizzazione della discarica in oggetto.
E’ altrettanto vero che il Piano Provinciale Rifiuti può essere considerato un piano a valenza territoriale ma resta il contrasto con la pianificazione urbanistica comunale e questa non può essere superata con automatismi (ad esempio come quelli indicati dalla documentazione Acam) ma richiede (Consiglio di Stato sez.  VI,  28  agosto  2008  n.  4097 e a conferma giurisprudenza della Cassazione penale) prima della autorizzazione della discarica (VIA e AIA)  che la stessa  sia corredata da una congrua motivazione che, con riferimento a specifiche concrete e prevalenti caratteristiche di pubblica utilità dell’opera, dia conto e ragione della corrispondente compressione delle diverse scelte urbanistiche effettuate dal Comune; scelte che  – aggiunge questo collegio – il Comune può ovviamente tutelare, ove lo ritenga,  nelle sedi giurisdizionali competenti.

E’ ovvio che dentro la motivazione occorrevano e occorrono quindi anche ipotesi di alternative di sito che non sono state prese in considerazione dal Quadro di Riferimento Progettuale dello Studio di Impatto Ambientale presentato da Acam, si veda pag. 35 e 36. Alternative e  congrua motivazione che possono essere adeguatamente valutate solo in sede di VAS come dimostrato in precedenza.    



CONCLUSIONI
Quella svolta sopra è solo una analisi di massima di alcune delle criticità normative, procedurali ma anche tecnico valutative della documentazione sulla VIA presentata da Acam, mi riserbo di approfondire  ulteriormente la questione ovviamente anche alla luce dell’evolversi della istruttoria.  Della serie non finisce qui…… 
                                                      


















3 commenti:

  1. Criticabili e senz'altro criticabile il progetto in tutto e per tutto, lodevole analisi del progetto "pulcinelliano" dell'azienda spezzina. Che Valbosca (SP) sarebbe arrivata a completamento proprio in questi anni lo si sapeva già 10 anni fa.. abbiamo un bellissimo monte di spazzatura con vista mare, e carbonile enel annesso.. ahhaha che brezza di mare che respirano gli spezzini quando tira vento da NE.. Ora, fatto salvo che oltre ad essere sostenitore della raccolta differenziata seria ( e come non esserlo) e non burlesca come quella attuale (che è finta), io preferirei senz'altro la termodistruzione alla discarica, questo con la consapevolezza di chi ha fatto diversi rilevamenti ambientali e ha visto con i propri occhi la discarica, non potrò mai appoggiare un simile progetto.. Dettò ciò, come la natura della burocrazia e dell'interpretazione normativa italiana, la domanda di rito è .. è la soluzione migliore? non esistono alternative possibili? A parer mio, a seguito di un'analisi critica, la proposta di "un'alternativa" sarebbe la migliore, nonché la più incisiva lotta ai succitati cialtroni..
    M.T.

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  2. posso essere franco? a me sta storia che ogni volta che un cittadino volontario critica una scelta, salta fuori qualcuno che ti dice: "si ma l'alternativa?", mi ha rotto! Senza offesa, ma la penso così.....in questo caso peraltro l'alternativa c'è sulla raccolta differenziata basta applicare la legge e le migliori esperienze italiane, sugli impianti basta leggersi il piano provinciale che con tutti i suoi limiti è molto chiaro nel non prevedere Mangina come discarica di servizio e basterebbe far funzionare bene gli impianti che ci sono (Boscalino e Saliceti). Ecco intanto applichino correttamente i documenti che approvano questi "cialtroni autodichiarati" e già avremmo fatto un bel passo avanti :-)

    P.S.
    per questa volta non cancello però come ho già avuto modo di scrivere, ho fatto un post, sul mio blog non voglio commenti di anonimi ne di sigle....mi dispiace ma questa città mi ha insegnato che nulla è come appare. Quindi caro signor M.T. se farà un altro commento e si firmerà con la sigla io lo eliminerò, senza fatto personale mi creda è una questione di principio.

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  3. mi chiamo marco matteoli e faccio parte del g.a.s. di carrara. da tempo compriamo i prodotti della val di vara (carni, formaggi e frutta) e siamo rimasti colpiti da questa vicenda che minaccia seriamente l'ambiente, soprattutto in un contesto nel quale è stato fatto molto negli ultimi decenni per lavorare in maniera ecosostenibile. ci piacerebbe, come gruppo, fare un'iniziativa per sostenere chi si oppone alla discarica. che cosa ci suggerisce? potremmo raccogliere firme e inviare una lettere di protesta: a chi sarebbe meglio inviarla e cosa contestare in modo dettagliato?
    mi faccia sapere se può aiutarci: marcomatteoli@gmail.com

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