sabato 13 luglio 2013

Piazza Verdi, la relazione di Federici e la NON-democrazia inefficiente

Analizzare la relazione (per il testo integrale vedi QUI), sul progetto di Piazza Verdi, che Federici ha svolto l’altra sera in Consiglio Comunale, vuol dire depurarla  dalla sequenza di insulti rivolti in modo sistematico (vedi  P.S.  al presente post) agli oppositori al progetto.

Faccio questa depurazione preventiva per  non scendere nella rissa da bar volutamente cercata l’altra sera da Federici  e dai suoi sostenitori e, per fortuna, solo sfiorata dal senso di responsabilità del fronte del No e anche delle forze dell’ordine.  Faccio soprattutto questa depurazione preventiva, non per rispetto verso l’uomo Federici, ma verso la carica che ricopre che deve restare comunque riferimento di tutti gli spezzini compresi quelli (la maggioranza) che non lo hanno votato.

Certo gli insulti contenuti nella relazione, l’occupazione militare preventiva dello spazio riservato al pubblico in Consiglio Comunale da parte dei fans del progetto Buren, costituiscono in se un vulnus alla democrazia.  La democrazia è fatta di regole, procedure ma anche di uso degli spazi pubblici soprattutto di quelli istituzionali.  Pensare di rimuovere il dissenso occupando uno spazio fisico dentro una istituzione elettiva , a prescindere dai motivi politici per cui ci si muova, costituisce un  grave attentato alla agibilità democratica di tutti i cittadini a prescindere dalla loro collocazione politica, ideologica nonchè dal loro punto di vista sul merito del progetto di cui stiamo discutendo.

Ma veniamo alla relazione di Federici sulle questioni di merito, non molte (prevalgono gli insulti), ma ci sono,  e quindi le analizzerò puntualmente e motivatamente come è mio costume fare in questo blog.



Afferma preventivamente Federici in una sorta di excusatio non petita, “abbiamo bloccato la cementificazione delle colline”. Si riferisce alla delibera di salvaguardia approvata in vista del nuovo PUC che sembra avere una logica punitiva più per i singoli piccoli interventi edilizi che per le vere cementificazioni.  Comunque vedremo il nuovo PUC cosa dirà,  ma nel frattempo basta alzare lo sguardo verso le colline per capire che tra sfregi realizzati e cantieri aperti già molto è stato fatto per cementificare le colline e fino ad ora non ha certo governato qualcun altro, per non dire che l’attuale Sindaco è stato in precedenza assessore all’urbanistica.
Peraltro vogliamo parlare del piano dell’area ex IP di ciò che è già stato fatto e di cosa ancora è previsto in quell’area?  (Si tratta della realizzazione di quasi un quartiere  nuovo di zecca, a proposito di blocco della cementificazione). Vogliamo inoltre parlare del tombamento previsto per un area vasta del nostro golfo dentro diga? Insomma sig. Federici lasci perdere gli slogan che in fatto di consumo del suolo ( e del mare) la sua Amministrazione non ha da insegnare a nessuno.



Sul merito della vicenda Piazza Verdi Federici fa una affermazione iniziale definendo la piazza attuale: “una piazza cittadina da molto tempo insquallidita”. Sarebbe facile rispondere che tanto insquallidita la piazza non sembra ma  al massimo necessitata di interventi di abbellimento e di semplice riordino degli spazi di accesso del pubblico. Sarebbe facile ma la questione vera è un altra.  La verità è che quando si opera su spazi  pubblici e con soldi pubblici occorre dimostrare che queste risorse vengono spese sulla base di indagini rigorose  che producono bilanci chiari e verificabili sui bisogni e quindi le priorità di tutti gli spazzi degradati nelle aree urbane del Comune. E’ stata fatta questa indagine? Davvero piazza Verdi è una delle zone più degradate su cui intervenire prioritariamente?  Non lo sapremo mai eppure la ponderazione degli interessi è presupposto fondamentale della legittimità delle decisioni amministrative come pure del’utilizzo dei Fondi europei.  Su questo ultimo aspetto il regolamento quadro sui Fondi UE, il regolamento sul fondo FESR e il relativo regolamento regionale sono chiarissimi: ci deve essere una istruttoria,  preventiva alla presentazione dei progetti integrati, che motivi specificamente le ragioni della richiesta di finanziamento.
Subito dopo la relazione di Federici elenca tutti gli elementi del progetto Vannetti – Buren che ne dimostrerebbero la bellezza e la funzionalità.  Anche qui cosa dimostra tutto questo? Niente! Molti altri progetti avevano caratteristiche simili con in più un minor costo di realizzazione e un maggiore rispetto della conformazione storico architettonica della piazza. Come direbbe il Federici :”quindi di cosa stiamo parlando?”.



Prosegue Federici accusando gli oppositori al progetto Buren di praticare la disinformazione. Se dichiararsi contro un progetto e spiegare perché  è disinformazione, allora chiudiamo parlamento  e assemblee elettive a facciamo tutto decidere a tecnici e nuovi podestà.  Ma al di la della facile battuta,  chi ha praticato per primo la disinformazione in questa vicenda?:  Vogliamo parlare della età dei pini? Vogliamo parlare della mancata procedura di verifica dell’interesse storico della piazza? Vogliamo parlare degli atti pubblicati a singhiozzo ( mi riferisco ai rapporti epistolari interni comunque accedibili per legge tra Comune e organi del Ministero)?  Vogliamo parlare della mancata pubblicazione della comunicazione di rettifica della relazione allegata al Bando con la quale la direttrice delle Istituzioni Culturali smentiva se stessa ? Vogliamo parlare delle contraddizioni negli atti ufficiali dei dirigenti del Comune che prima affermano che la autorizzazione di avvio del cantiere è sospesa nella sua esecutività e poi affermano il contrario in lettere di pochi giorni successive.  Vogliamo parlare di dichiarazioni a protocollo di dirigenti del Comune che solo pochi giorni fa, e nonostante la acclarata esistenza di elementi probatori contrari, continuano a dichiarare l’età dei pini non certa? Vogliamo parlare della dichiarazione  di Federici fatta a pochi mesi dalle elezioni: " non ci sono soldi per il progetto di Piazza Verdi quindi non si farà più"?  



Il Sindaco poi cita la lettera della Soprintendenza  dello scorso aprile con la quale la stessa ribadirebbe la validità del progetto Buren. Peccato che continui a rimuovere il dato normativo che una volta richiesta di ufficio la verifica dell’’interesse storico della piazza, questa andava svolta per legge realizzando altrimenti un silenzio inadempimento che ha viziato l’intera procedura autorizzatoria ed ha portato alla sospensione dell’ avvio dei lavori nella parte centrale della piazza e in tutti gli altri elementi potenzialmente interessati dalla valenza culturale ex Codice dei Beni Culturali. Soprattutto Federici, o chi per lui, continua a non capire (o far finta che cambia poco) che la piazza era fino ad ora soggetta a vincolo ex lege in quanto ultrasettantennale,  ma che ora avviata la procedura di verifica, dovrà essere questa ultima a ridefinire completamente la valenza storica architettonica della Piazza in tutti i suoi elementi compresi i pini e soprattutto tenuto conto anche del vincolo indiretto che potrebbe portare  a tutelare parti della piazza, non di pregio in se, ma importanti per mantenerne la prospettiva, le luci, l’ambientazione e il decoro.
Il progetto quindi dovrà essere rapportato non più ad una piazza tutelata astrattamente ex lege ma alla verifica tecnica svolta sul campo dalla Soprintendenza  sulla base anche della documentazione fornita dal Comune.
Insomma, come dire, quando le lacune istruttorie e i vizi procedurali si tengono insieme! Anzi come le carenze valutative incidano negativamente su elaborazione e approvazione dei progetti.


Il Sindaco si avventura poi  nello excursus del procedimento che ha portato alla approvazione del progetto Vannetti - Buren, per dimostrarne il rigore, ma anche la trasparenza ed il coinvolgimento partecipativo.
Non è così e lo dimostra lo stesso Sindaco citando proprio le diverse fasi di detto procedimento.

Da un punto di vista della democrazia rappresentativa (tanto cara, a parole,  a questa Giunta) risulta che il Consiglio Comunale approva nel 2008 la partecipazione al bando generale di finanziamento del progetto integrato, e piazza Verdi era solo nell’elenco delle aree potenzialmente interessate da detto finanziamento.
Il Consiglio (meglio la Commissione competente) è coinvolto solo nello schema progettuale  (scheda di approfondimento).  Il progetto vero  e proprio viene portato alla discussione della competente Commissione Consiliare solo dopo che si era concluso il concorso.
E’ chiaramente mancata una seria discussione:
1. sulle priorità delle aree degradate su cui intervenire,
2. sulla impostazione del bando,
3. sui criteri di valutazione dei progetti da selezionare.
C’è solo una discussione a progetto ormai selezionato mettendo i consiglieri di fronte al fatto compiuto.

Dal punto di vista della democrazia partecipativa risulta chiaramente dalla ricostruzione di Federici che:
1. la Circoscrizione è stata coinvolta solo dopo la avvenuta selezione del progetto,
2. i cittadini sono stati coinvolti in un convegno di presentazione del progetto ormai vincitore,
3. gli altri progetti partecipanti sono stati esposti a concorso ormai chiuso da tempo.
Non voglio maramaldeggiare sulle dichiarazioni di Federici ma insomma la urbanistica partecipata è altra cosa e chi dice il contrario vuol dire che non sa di cosa parla.



Ma Il Sindaco nella ricostruzione del procedimento incorre nella ennesima gaffe amministrativa.  Afferma la relazione che il 14/10/2008 la Giunta Comunale avrebbe approvato l’idea progettuale (molto generica come abbiamo visto) ma che conteneva in allegato alla relativa delibera  un grafico che prevedeva  la cancellazione degli alberi dal centro della piazza!  Come???
Siamo nel 2008 la relazione della dott.sa Ratti doveva ancora arrivare (è stata allegata formalmente al bando solo nel 2009)  e già si era deciso su uno degli aspetti che secondo la Soprintendenza  (nel 2012 ma soprattutto nello scorso giugno 2013) doveva e dovrà essere oggetto della verifica del permanere dell’interesse storico della piazza nel suo insieme.
Una deliberazione quella della Giunta nel  2008, potremmo dire,  eccessivamente lungimirante? Una deliberazione che va letta con gli atti successivi:
1. bando e relazione allegata della dott.sa Ratti che dichiarava la assoluta non valenza storica dei pini in rapporto alla piazza,
2. vittoria nella gara proprio di un progetto che faceva della eliminazione dei pini uno dei suoi punti centrali qualificanti ed esclusione di quelli che invece mantenevano i pini nella parte centrale della piazza,   
3. comunicazione di rettifica sulla vetustà e quindi della valenza storica dei pini fatta dalla dott. sa Ratti,
4. atto di sospensione dei lavori di esecuzione del progetto da parte della Soprintendenza proprio in relazione alla parte centrale della piazza.
Il collegamento tra deliberazione del 2008 e gli atti sopra elencati, getta più di un ombra sulle modalità con le quali la istruttoria sulla approvazione del progetto è stata svolta e mi fermo qui visto che su questi aspetti è stato presentato un Esposto su cui ovviamente valuteranno gli organi inquirenti.



Afferma ancora Federici verso la fine della relazione, in relazione ai famosi pini, trattasi: “ di una vegetazione di nessun pregio e priva di ogni vero significato”.  Sig. Federici questo non lo può decidere lei ma una istruttoria condotta dalle autorità competenti , come dire stia al suo posto, eserciti le sue funzioni (ad esempio quelle di Autorità sanitaria nel rilascio della nuova autorizzazione alla centrale Enel) e non sconfini nelle funzioni di altri tanto più in quelle  a discrezionalità tecnica. Si faccia spiegare, dai legali del Comune,  la differenza tra discrezionalità amministrativa, discrezionalità tecnica e atti di indirizzo politico.



Infine Federici si dichiara disponibile ad una mediazione sul progetto con la Soprintendenza per dichiarare subito dopo che se la mediazione comporterà una modifica eccessiva del progetto, la sua Amministrazione  impugnerà le decisioni della Soprintendenza. Come dire “medio ma su quello che voglio io”,  come se fossimo di fronte ad una decisione politica e non ad una istruttoria tecnica nella quale il Comune  non ha alcun potere decisionale come è noto.  
Ovviamente nessuna autocritica sugli errori istruttori, i vizi procedurali e tutte le contraddizioni  sopra da me riportate ed ormai stabilite da atti della stessa Direzione Regionale e della Soprintendenza…..
Come è noto certi dirigenti del Comune ed enti strumentali dello stesso, sono più che intoccabili, direi immuni!



P.S. DIZIONARIO DEGLI INSULTI DI FEDERICI AI CITTADINI ATTIVI
Al fine che restino a futura memoria ecco l’elenco degli insulti che Federici rivolge agli oppositori al progetto Vannetti-Buren , nella sua relazione:

falsari
squallidi  approssimatori
mentitori
disinformatori
intimidatori
diffamatori striscianti
diffusori di sfiducia
meschini tecnici dell’uso distorto e manipolante dei social network
ambientalisti esauriti e usurati  e membri di associazioni dalla vita democratica interna oscura
regressori antidemocratici
promotori di sedicente partecipazione
portatori di piccoli asti politici
ambiziosi frustrati
cercatori  di poltrone non avute
pretenziosi e ambiziosi politicamente
propugnatori di una città chiusa in se stessa a macerarsi e autoflaggellarsi
meschini rivolgitori di sguardo all’indietro
squallidi manipolatori




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