mercoledì 21 ottobre 2015

Piazza Verdi: il Comune aveva deciso da mesi lo scontro con il Ministero dei Beni Culturali

Ho avuto modo di leggere la copia degli atti e delle lettere  tra il Comune di Spezia e gli organi del Ministero dei Beni Culturali che si stanno occupando della richiesta di revisione del progetto di riqualificazione di Piazza Verdi alla luce della verifica dell’interesse archeologico svolta sulla piazza nei mesi scorsi.

Come è noto tutta la vicenda si è, per ora, conclusa con la decisione della Giunta Federici di impugnare al TAR l’atto delle Soprintendenze Archeologica e delle Belle Arti e Paesaggio con il quale si chiede al Comune di modificare il progetto secondo le prescrizioni in esso indicate.

Sulla legittimità o meno di questi atti e scambi epistolari ci sarà tempo per intervenire e anch’io esprimerò la mia opinione. Anche perché la documentazione che il Comune ha prodotto su richiesta del Consigliere Comunale Giulio Guerri risulta incompleta in quanto mancano quattro documenti fondamentali:
1. Relazione Soprintendenza Archeologica del 18/6/2015 prot. n. 330 che risponde alle richieste di chiarimenti del Direttore Generale Archeologia
2. Le 2 Relazioni della Soprintendenza Archeologica del 21/7/2015 prot. n. 8615 e del 27/7/2015 prot. n. 8837 che contengono la verifica preventiva dell’interesse archeologico della piazza
3. L’Atto di Indirizzo del Direttore Generale Belle Arti e Paesaggio del 31/7/2015 prot. n. 18289 che interviene sulle contraddizioni tra i ritrovamenti del Politeama e del quartiere del Torretto con la attuale visione della Piazza dopo i lavori svolti dal Comune



Quello che voglio invece dimostrare in questo post è, attraverso la analisi del testo dei documenti relativi a questa nuova controversia su Piazza Verdi, che il Comune aveva comunque deciso fin dall’inizio di non adeguarsi a qualsiasi decisione che sarebbe emersa dalla verifica dell’interesse archeologico da parte degli organi competenti del Ministero dei Beni Culturali. In sostanza c’è stata fin dall’inizio una pregiudiziale del Comune verso l’attività del Ministero e dei suoi organi questo nonostante che il Comune fosse in difetto fin dall’inizio visto che non aveva svolto la obbligatoria, per legge, verifica preventiva dell’interesse archeologico (vedi QUI). 


La Soprintendenza archeologica scrive al Comune, il 9 giugno.
In tale lettera si comunica al Comune che devono fermarsi i lavori “su tutta l’area di progetto non ancora esplorata”.
Quindi allo stato del momento in cui è inviato il documento a tutta la Piazza comprese le aree periferiche visto che la verifica di interesse archeologico non era ancora stata conclusa.


Atto di indirizzo della Direzione Generale Archeologica del 18 giugno 2015, ai sensi del comma 1[1] articolo 14 Dpcm  171/2014, che scrive al Soprintendente all’Archeologica della Liguria
In tale atto la Direzione chiede alla Soprintendenza Regionale all’Archeologia di produrre una esaustiva relazione nella quale chiarire nell’ordine:
1.se il progetto di risistemazione di Piazza Verdi sia mai stato depositato presso codesta Soprintendenza ai fini dell’approvazione, per quanto di competenza, atteso che la risistemazione della Piazza comportava, all’evidenza, opere di risistemazione del piano di calpestio della medesima, oltre che l’espianto delle alberature che pure insistevano sulla stessa, con conseguente interferenza con gli strati di subsidenza della Piazza medesima;
2. se codesta Soprintendenza, ove mai richiesta di un parere circa i lavori a farsi su detta Piazza, abbia disposto l’esecuzione di indagini di archeologia preventiva, onde potersi esprimere solo all’esito delle stesse;
3. se, per effetto dei ritrovamenti segnalati, abbia provveduto a disposrre, anche ai sensi dell’articolo 28 comma 2 del DLgs 42/2004, la sospensione dei lavori in corso e la esecuzione di indagini archeologiche intese a definire natura, portata ed estensione dei ritrovamente;”.

L’Atto di indirizzo della Direzione Generale Archeologia cita anche la Convenzione della Valletta sulla protezione del patrimonio archeologico del 1992 che, all’articolo 6, prevede che gli stati aderenti (quindi anche le loro articolazioni territoriali) si impegnino ad adottare: “a. le misure convenienti affinché, nel caso di lavori di assetto territoriale pubblici o privati, sia prevista la copertura totale, con fondi provenienti secondo l’opportunità dal settore pubblico o privato, di ogni necessaria operazione archeologica che sia connessa con tali lavori;
b. prevedendo nel bilancio di tali lavori, allo stesso titolo degli studi di impatto richiesti da esigenze ambientali o di pianificazione territoriale, gli studi e le prospezioni archeologiche preventive, i summaries scientifici, nonché le comunicazioni e pubblicazioni integrali dei reperti”. 

L’atto di indirizzo della Direzione Generale Archeologia conclude disponendo che la Soprintendenza:
1. sospenda immediatamente i lavori nella piazza (senza distinguere per zone)
2. imponga l’avvio della verifica archeologica preventiva come previsto dal codice degli appalti, a spese della stazione appaltante (il Comune)

Inutile dire che il Comune quale stazione appaltante non ha mai previsto, fin dall'inizio, nel bilancio dei lavori per l’attuazione del progetto tali studi e prospezioni (previsti dalla Convenzione della Valletta) e neppure ha mai attivato la verifica preventiva dell’intesse archeologico ( come previsto dall’articolo 96 del Codice degli Appalti Pubblici).   In tal mondo realizzando i presupposti anche di un danno erariale alle casse comunali considerato che l’omissione di tali attività (previste dalla legge obbligatoriamente) ha prodotto lo stallo attuale e l’apertura di un nuovo contenzioso con il rischio di una revisione del progetto che farà lievitare ulteriormente i costi del progetto complessivo.


Risposta del Direttore del Dipartimento Territorio Ambiente del Comune, Ing. Canneti, in data 19/6/2015.
Afferma che “nell’area non ancora indagata” le attività sono sospese ad eccezione della verifica archeologica.  Vedremo tra poco che non è così neppure negli atti del Comune.


Lettera del Direttore del Dipartimento Territorio Ambiente del Comune, Ing. Canneti, in data 23/6/2015, alla Soprintendenza Archeologica e alla Soprintendenza alla Belle Arti e Paesaggio
In questa lettera il rappresentante del Comune precisa: “Nell'intera area centrale della Piazza in corrispondenza del Palazzo delle Poste (nel sedime un tempo occupato dal teatro Politeamq raso al suolo nel 1933), dove è progettualmente prevista la realizzazione di un'area ribassata, sarà esteso il cantiere archeologico ed in tale zona, fino al completamento del rilievo archeologico ed al nulla osta per la rimozione delle evenienze
rinvenute, non saranno svolte altre lavorazioni.”
Quindi il Comune in palese contrasto con l’atto di indirizzo della Direzione Generale Archeologia e senza attendere la relazione che tale atto chiedeva alla Soprintendenza Regionale alla Archeologia, decide di sospendere i lavori solo in una parte dell’area centrale della Piazza. Ricordo  che la Direzione generale disponeva il 18/6/2015 (in base ai suoi poteri del citato articolo 14 Dpcm 171/2014) la sospensione completa dei lavori senza distinguere le parti della Piazza.


Lettera del Soprintendente Regionale Archeologica del 30/6/2015 inviata al Comune e, per  conoscenza, alla Direzione Generale Archeologia del Ministero.
In questa lettera il Soprintendente dichiara: “Non è possibile autorizzare la prosecuzione
delle lavorazioni richieste quali ad esempio, la  realizzazione di muri di contenimento,  in quanto è necessario proseguire le indagini archeologiche in estensione, già in corso.”


Lettera del Comune in data 14/7/2015 inviata alla Soprintendenza all’Archeologia e alla Soprintendenza ai Beni Architettonici e Paesaggistici.
In questa lettera il rappresentante del Comune, Ing. Canneti, afferma: “ I lavori di riqualificazione di Piazza Verdi sono ripresi. Gli scavi, che hanno interessato la parte centrale, hanno nuovamente evidenziato fondazioni in pietrame e pavimentazioni in pietra, A seguito di tali evidenze i lavori sono stati sospesi e sono proseguiti, come comunicato, i rilievi archeologici,come disposto dalla Soprintendenza per i Beni Archeologici…… Tutto ciò premesso : si chiede di essere autorizzati  alla demolizione dei manufatti medesimi al fine di proseguire nei lavori di riqualificazione della piazza come  progettualmente  previsti e autorizzati.”

Quindi il Comune avvalendosi di comunicazioni della Soprintendenza precedenti (2013/2014) agli ultimi ritrovamenti archeologici e soprattutto  all’atto di indirizzo della Direzione Generale Archeologia del 18  giugno 2015, che chiedeva la sospensione complessiva dei lavori in attesa di una esaustiva relazione della Soprintendenza,  continua i lavori (senza una nuova ed esplicita autorizzazione della Soprintendenza competente) e soprattutto chiede la distruzione dei manufatti emersi.  Distruzione che non può che avvenire solo dopo la conclusione della verifica dell’interesse archeologico che la Direzione Generale nell’atto di indirizzo più volte sopra citato chiede di avviare e che alla data della lettera del Comune non appare conclusa. Infatti le  Relazioni sulla verifica di interesse archeologico vengono inviate alla Direzione Generale Archeologia in data 23/7/2015  (prot. 3934) e 27/7/2015 (prot.8837) quindi ben 9 e 13 giorni dopo la lettera del Comune che infatti non le cita neppure.


Le Relazioni della Soprintendenza Archeologia del 23/7/2015 e del 27/7/2015  sulla verifica dell’interesse archeologico presente nella piazza.
La Relazione afferma che la verifica non ha rilevato  la presenza di strutture e stratigrafie di epoca antica.  Al contempo ha sottolineato la necessità di tutelare comunque i resti ritrovati risalenti ad epoca non  più antica del XVIII-XIX secolo.


Atto di indirizzo del 28 luglio 2015 della Direzione Generale Archeologia
L’atto prendendo atto dei sopralluoghi  svolti in loco e soprattutto della Relazione del 23/7/2015 sulla verifica dell’interesse archeologico , afferma che :
Atteso che la memoria della precedente sistemazione urbanistica dell’area, risalente agli anni post-unitari e in particolare del Teatro Politeama, che ha rivestito un importante ruolo sociale e culturale nella storia della città nel cinquantennio compreso tra il 1880 e il 1930, è comunque meritevole di essere conservata, richiamata e trasmessa nel nuovo allestimento della piazza. ….. INVITA la Soprintendenza Archeologia della Liguria a disporre la autorizzazione alla prosecuzione dei lavori sulla piazza  a condizione che eventuali ulteriori operazioni di scavo al di sotto delle quote già impegnate dai manufatti esistenti siano comunque effettuate con assistenza archeologica e che la memoria del teatro Politeama e del quartiere circostante del Torretto venga mantenuta nel nuovo assetto della piazza, sia attraverso la riproposizione del tracciato del perimetro e delle partizioni interne del teatro stesso sulla nuova pavimentazione, sia attraverso l’impiego di materiali o cromatismi diversi”.


Lettera del Comune del 30/7/2015 in risposta all’Atto di Indirizzo del 28/7/2015 della Direzione Generale Archeologia
Il Comune attraverso il suo rappresentante, Ing. Canneti, risponde così:
Nel prendere atto di quanto comunicato e riservandoci, nel merito, di trasmettere le nostre valutazioni, con la presente si chiede di essere autorizzati, da subito, a proseguire nelle lavorazioni previste progettualmente nelle zone perimetrali della Piazza – lato via Chiodo – lato via XX Settembre – non interessate dalle attività di scavo e dalle emergenze documentate dal rilievo archeologico trasmesso”.
Quindi il Comune nel merito rinvia per l’ennesima volta l’avvio di un confronto vero con la Soprintendenza per accoglierne le richieste di modifica progettuale.  Infatti dichiara di “riservarsi di trasmettere le sue valutazioni”, dimenticando che si trova di fronte non ad una lettera ma ad un atto amministrativo cogente  della Direzione Generale Archeologia in quanto previsto dal regolamento che disciplina la stessa : articolo 14 Dpcm 171/2014.
Nel frattempo chiede solo di poter andare avanti con i lavori.
Il 3 Agosto il Comune scrive alla Soprintendenza ribadendo che inizierà i lavori nelle aree perimetrali e che attenderà la formalizzazione da parte della Soprintendenza Archeologia degli indirizzi disposti dalla Direzione Generale Archeologia, confermando quindi non di adeguarsi ma semplicemente prendendo atto della procedura in atto. 
L’11 agosto con nuova lettera alla Soprintendenza comunica che i lavori nelle aree perimetrali inizieranno il 18 agosto.


Atto del 23/9/2015 delle due Soprintendenze Archeologia e Belle Arti e Paesaggio 
Questo atto contiene la richiesta di revisione del progetto di riqualificazione di Piazza Verdi:
1. salvaguardando la muratura circolare del vecchio Politeama e quindi modificando l’anfiteatro all’aperto previsto dal progetto del Comune
2. salvaguardando parte della vecchia pavimentazione storica
3. prevedendo coperture arboree ulteriori a quelle perimetrali, quindi nell’area centrale della piazza dove dovrebbero, secondo l’attuale progetto del Comune, venire collocati gli archetti moderni di Buren


Il Comune ricorre al TAR con delibera di Giunta del 5/10/2015
http://www.slideshare.net/MarcoGrondacci/albo-2015821070pdf287270
Questo è la logica conseguenza di quanto è stato analizzato fino ad ora negli atti sopra illustrati.

Infatti, come peraltro era  già avvenuto nella prima sospensione dei lavori nel giugno 2013, il Comune non ha mai voluto adeguarsi alle richieste di revisione progettuali che venivano dal Ministero per i Beni Culturali e suoi organi regionali, ed ha sempre cercato:
1. da un lato di prendere tempo per continuare comunque a portare avanti il suo progetto
2. dall’altro  portare la questione nelle aule dei tribunali come dimostra questa ultima delibera che costituisce l’atto conclusivo di un comportamento politico amministrativo reiterato nel tempo.  







[1] 1. La Direzione generale Archeologia svolge le funzioni e i compiti relativi alla tutela di aree e beni di interesse archeologico, anche subacquei. Con riferimento all'attività di tutela esercitata dalle Soprintendenze Archeologia, la Direzione generale esercita i poteri di direzione, indirizzo, coordinamento, controllo e, solo in caso di necessità ed urgenza, informato il Segretario generale, avocazione e sostituzione, anche su proposta del Segretario regionale. 







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