"Gli “esperti”, “ingegneri”, “fisici”, (detto con tono sprezzante) pur non conoscendo lo studio di fattibilità visto che ancora non c'è, si sono già sperticati a sostenere: “raddoppio mascherato, passeranno centinaia di camion sulla napoleonica, ecc.” così dichiara il sig David Nerini – del Direttivo Nazionale CGIL alla tavola rotonda sulla energia lo scorso 26 Settembre. Allora questo signore, maleducato peraltro come dimostra la dichiarazione sopra citata, pensa ancora come i padroni nell'800 che la scienza la competenza e la conoscenza siano patrimonio solo di chi gestisce una azienda..... che lo faccia un sindacalista come dire è un segno dei tempi.
In realtà nessuno dei critici al nuovo progetto di realizzare depositi di gnl per navi e autotrazione ha mai affermato che il deposito di gnl in se costituisca il raddoppio del rigassificatore…… questi sindacalisti moderni come i padroni amano disegnare i cittadini attivi come una sorta di luddisti moderni ma sempre ignoranti.
È ovvio che trattasi, del deposito e del rigassificatore, di due attività esistenti ma che non possono ovviamente essere considerate nettamente separate, vediamo perchè.....
In realtà nessuno dei critici al nuovo progetto di realizzare depositi di gnl per navi e autotrazione ha mai affermato che il deposito di gnl in se costituisca il raddoppio del rigassificatore…… questi sindacalisti moderni come i padroni amano disegnare i cittadini attivi come una sorta di luddisti moderni ma sempre ignoranti.
È ovvio che trattasi, del deposito e del rigassificatore, di due attività esistenti ma che non possono ovviamente essere considerate nettamente separate, vediamo perchè.....
Gli obiettivi del nuovo progetto sono tre:
1. aumentare
le possibilità di attracco per navi bettoline quindi un nuovo pontile
2. serbatoi
per caricare le navi di GNL
3. un
impianto esterno lungo la costa (dove?) rifornito da feedership per il GNL da
autotrazione
Ma
nel bando c’è anche in riferimento all’impianto di rigassificazione esistente
dove si chiede, a chi vincerà il bando, una “valutazione
delle condizioni e stima della vita utile di alcuni elementi dell'impianto:
serbatoi di stoccaggio,transfer line, pontile di attracco”.
Quindi il bando riguarda potenzialmente anche
una valutazione sulla eventuale necessità di ammodernamento dell’impianto
esistente.
È quindi indiscutibile che comunque sia il
nuovo progetto costituisca un consolidamento del rigassificatore.
Non solo ma che il consolidamento possa
traguardare a nuovi ampliamenti (obiettivo mai abbandonato dalla GNL Italia) lo
conferma anche l’ultimo workshop del Ministero dello sviluppo economico in
vista della terza conferenza nazionale GNL dove il riferimento all’impianto di
Panigaglia prevede sia la quantità attuale di GNL da rigassificare autorizzata
(3 miliardi di m3) che quella dell’ampliamento bocciato qualche anno di fa di 8
miliardi di m3: si veda QUI a pagina 8)
Ma il signore del sindacato dimentica due
questioni che dovrebbero essere fondamentali:
la prima riguarda una questione da “esperti” veri quale lui sembra volersi
iscrivere
la seconda che una organizzazione che non guardi solo
agli interessi della azienda ma anche al rischio per lavoratori e cittadini nonché
al territorio non dovrebbe scordare MAI.
LA PRIMA QUESTIONE RIMOSSA DALLA CGIL: I CRITERI DI LOCALIZZAZIONE DEI
NUOVI DEPOSITI DI GNL PER NAVI E AUTOTRAZIONE
L’articolo 3 della Direttiva prevede che ogni Stato
membro adotti un quadro strategico nazionale che, tra l’altro,
comprenda tra gli altri: la valutazione della necessità di installare punti
di rifornimento per il GNL nei porti all'esterno della rete centrale della
TEN-T. Gli Stati membri notificano alla Commissione i rispettivi quadri
strategici nazionali entro il 18 novembre 2016.
La localizzazione dei punti di distribuzione dovrà rispettare
i criteri dettati dalla Direttiva 94/2014 ulteriormente precisati dal quadro
strategico nazionale elaborato dai Paesi Membri.
Se noi applichiamo questi criteri al caso spezzino emergono tre problematiche non banali:
1. la congestione del traffico nel golfo di Spezia
2. la mancanza
di una specifica e aggiornata normativa tecnica[1] per la gestione di un punto di utilizzo di GNL
come quello prospettato per Panigaglia anche in relazione alla situazione
particolare del golfo di Spezia
3. la presenza
delle barriere
fisiche pesanti, infatti la
necessità di realizzare un nuovo pontile e la possibilità che ad esso
attracchino nuove navi gasiere di maggiore pescaggio con il conseguente
necessario dragaggio in un area che come sappiamo è ancora perimetrata
dentro un sito di bonifica.
A
queste occorre aggiungere che sotto il profilo strettamente economico e logistico le navi a GNL in Italia non hanno ancora avuto uno sviluppo e a breve lo avranno probabilmente solo ed unicamente quelle per passeggeri (traghetti in particolare);
Vorrei
che il signore della CGIL desse una risposta a questi dubbi sempre che conosca
i criteri suddetti cosa di cui dubito francamente. Ma se li conoscesse allora un sindacalista
serio non dovrebbe rimuoverli.
Ho approfondito la questione dei criteri di localizzazione dei depositi GNL QUI.
LA SECONDA
QUESTIONE RIMOSSA DALLA CGIL
La
seconda rimozione della CGIL è ancora più grave perché riguarda lo stato dell’impianto
attuale, il rispetto della normativa che lo riguarda.
Come ho spiegato più diffusamente QUI), non risulta che l’attuale rigassificatore abbia fino ad ora rispettato vari obblighi in materia soprattutto di prevenzione del rischio di incidente rilevante
1. Documento sulla Politica di Prevenzione degli Incidenti
Rilevanti: non aggiornato
2. Rapporto di Sicurezza: non aggiornato da almeno 5
anni
3. Mai applicato
lo strumento preventivo dell’Effetto Domino relativo all’aumento del rischio in
caso di incidente rilevante
4. Il Piano di emergenza esterna per l’impianto di Panigaglia è del 2008(vedi QUI).
Quindi la Prefettura di Spezia per l'Impianto di Panigaglia è in ritardo di 4
anni nell'aggiornamento del Piano di emergenza esterno anche in riferimento
alla nuova normativa ex DLgs 105/2015.
5.
Nessun atto di Controllo urbanistico: cosa
e come costruire o rimuovere nelle aree di possibile impatti in caso di incidente
dell’impianto
6.
l’assenza di una non adeguata informazione del pubblico residente nelle aree di
possibile impatto in caso di incidente rilevante come ho spiegato diffusamente QUI.
Infine
sulle Ispezioni sulla sicurezza all’impianto mi limito a sottolineare come la programmazione delle verifiche ispettive disposte
dal Ministero dell'Ambiente attualmente non rispetta la frequenza annuale
prevista dal D.lgs. 334/99. L’Italia è al di sotto della media dei Paesi UE:
30% stabilimenti ispezionati vs. 66% circa (atti Seminario ISPRA 14
giugno 2014).
Cosa
dice il signor Sindacalista di tutto quanto sopra ? Il Sindacato faccia il suo
lavoro difenda i posti di lavoro ma lo faccia con dignità, con rispetto per chi
vive sul territorio ed è lavoratore anche a lui, con attenzione per tutti gli aspetti che
riguardano sia l’impianto attuale che il nuovo progetto e non accettando
passivamente le tesi di Snam GNL.
Le
scelte richiedono confronto, dibattito, chiarificazioni. Le adesioni al buio si
facevano nel triste primo 900….o vogliamo tornare a quell’epoca.
4/UE: “In assenza di una norma contenente le
specifiche tecniche dettagliate per i punti di rifornimento di GNL per il
trasporto marittimo e per vie navigabili interne, di cui al paragrafo 10,
lettera a), e in particolare in assenza di quelle specifiche relative al
bunkeraggio di GNL, alla Commissione è conferito il potere, tenuto conto dei
lavori in corso in seno all'IMO, alla CCNR, alla Commissione del Danubio e agli
altri pertinenti consessi internazionali, di adottare atti delegati
conformemente all'articolo 8 che definiscono:
—
|
i requisiti concernenti le interfacce
di trasferimento nelle operazioni di bunkeraggio di GNL per il trasporto
marittimo e lungo le vie navigabili interne,
|
—
|
i requisiti inerenti agli aspetti di
sicurezza dello stoccaggio terrestre e della procedura di bunkeraggio del GNL
nel trasporto marittimo e per vie navigabili interne.”
|
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