venerdì 12 settembre 2014

Impianto Rifiuti Saliceti: nuova Diffida e ritardi in danno della salute!

La Provincia della Spezia con atto dello scorso 10 settembre ha rilasciato una nuova Diffida ( per il testo completo vedi QUI ) ad Acam Ambiente SpA con la quale si chiede di adeguare alle prescrizioni delle autorizzazioni all’impianto di trattamento di rifiuti urbani e produzione di CDR (combustibili da rifiuti) sito in località Saliceti (Vezzano Ligure). 



LE AUTORIZZAZIONI  EMANATE NEL TEMPO ALL’IMPIANTO DI SALICETI
Gli atti, del Settore Tutela Ambientale della Provincia della Spezia che hanno autorizzato l’impianto in esame sono i seguenti:  

Determinazione Dirigenziale  n.170 del 2005 (vedi QUI
Determinazione Dirigenziale n.12 del 2009 (vedi  QUI)
Determinazione Dirigenziale n°219 del 07/12/2009
Determinazione Dirigenziale n.46 del 03/04/2013 con nota specificativa  prot. 18356 del 04/04/2013.



LE PRINCIPALI PRESCRIZIONI CONTENUTE NELLE AUTORIZZAZIONI
In base alle predette determinazioni si imponeva ad Acam:
1. l’attività deve essere condotta esclusivamente all’interno dell’impianto mantenendo chiusi i portelloni e più precisamente tutti i locali dell’impianto siano mantenuti in depressione in modo da non avere fuoriuscita di aria verso l’esterno e da convogliare tutta l’aria aspirata ad un adeguato sistema di trattamento;
2. i mezzi di trasporto dei rifiuti non devono stazionare all’esterno dell’impianto;
3. i rifiuti in ingresso separati in frazione secca e umida dalla stazione di triturazione e vagliatura dovranno essere conferiti a destinazione di norma entro le successive 24 ore e solo in casi particolari (periodi festivi) entro 48 ore;
4. dovrà essere effettuata la disinfestazione contro gli insetti molesti sia all’interno che all’esterno dell’impianto;
5. dovrà essere adottata qualsiasi misura ritenuta necessaria a limitare la proliferazione di insetti e lo sviluppo di odori molesti.

Le suddette prescrizioni sono quindi in vigore sicuramente dal 2009 ma alcune anche dal 2005. In particolare già nella autorizzazione del 2005 si affermava quanto segue:
2.2.6 dovrà essere realizzato un sistema di aspirazione in by-pass per evitare perdite di depressione all'interno dei locali di accettazione e prime lavorazioni dei rifiuti;
2.2.7 in fase di esercizio dovrà essere mantenuto regime di funzionamento del sistema di estrazione e trattamento aria tale da assicurare abbattimento delle emissioni con efficacia tale da impedire che le sostanze odorigene raggiungano, presso i recettori più prossimi all'impianto, concentrazioni superiori al limite di odorabilità;


Già nella autorizzazione  n.12 del  2009 si affermava che: “2.21. Il perdurare di situazioni di fastidio potrà comportare l’applicazione di quanto previsto dall’art. 208 comma  13 lettera b9 del DLgs 152/2006.”
l’articolo 208afferma che si debba arrivare alla revoca della autorizzazione: “….in caso di reiterate violazioni che determinino situazione di pericolo per la salute pubblica e per l'ambiente”  (lettera c) comma 13). 

I fastidi sono in corso da anni e sono perfettamente a conoscenza delle autorità competenti, segnalati prima di tutto dai cittadini residenti anche in un esposto presentato nella estate del 2012.  

Comunque questo riguarda il passato soprattutto le omissioni della passata dirigenza della Provincia. Ora da questa estate sembra che le cose stiano cambiando.  Ma resta il fatto che per l’ennesima volta si è aspettato troppo tempo per rispondere alle esigenze di tutela della salute dei cittadini, lo stesso era avvenuto tanto per fare un altro esempio con la bonifica dell’area ex IP.



LA NUOVA DIFFIDA: LE PRINCIPALI NOVITÀ
Torniamo all’impianto di Saliceti.  Lo scorso 5 agosto la Provincia aveva presentato una Diffida ad Acam Ambiente Spa ( vedi QUI) della quale ho trattato  QUI.  

Questa diffida imponeva una serie di adempimenti che solo in parte sono stati adempiuti e questo ha portato alla nuova diffida, oggetto di questo post,  per la quale, rispetto agli adempimenti previsti dalla Diffida dello scorso Agosto, si rileva che la precedente Diffida:  “…… potrà considerarsi adempiuta solo dopo che, a conclusione dell’intervento di manutenzione sul biofiltro venga condotta una nuova campagna di rilievo che confermi il rispetto del limite di emissione odorigena in tutti i punti di prelievo per la quale si concedono ulteriori quindici giorni decorrenti dalla scadenza della Determina n° 560 del 05/08/2014” Il termine della Determina del 5 agosto è scaduto da qualche giorno, quindi Acam ha una decina di giorni al massimo a partire da oggi per adempiere alle  richieste della nuova Diffida del 10 settembre.

Non solo ma la nuova Diffida del 10 settembre afferma che i nuovi controlli svolti nelle giornate del 13 e del 18 agosto da parte della Polizia Municipale del Comune di Vezzano Ligure hanno: “riscontrato la presenza di odore acre e fastidioso che fuoriusciva dal lato dell’impianto verso il distributore carburante”. Confermando quindi il permanere del fastidio che dovrebbe comportare se perdura l’avvio della procedura di revoca della autorizzazione ai sensi del citato articolo 208 del DLgs 152/2006.

Ma la nuova Diffida del 10 settembre scorso affronta un altro problema che era stato fino ad ora rimosso dagli enti pubblici preposti (Provincia, Arpal e Comune) ma soprattutto da parte di Acam Ambiente SpA quale gestore dell’impianto. Infatti già la autorizzazione del 2005 affermava: “ 2.2.9 dovrà essere installata e tenuta in completa efficienza strumentazione per la registrazione della temperatura e dell'umidità nei biotunnel e i valori misurati dovranno essere sempre considerati ai fini della valutazione della avvenuta igienizzazione del rifiuto;”
La nuova Diffida del 10 settembre 2014 sul punto afferma testualmente: “Valutato inoltre che nella nota prot. 40228 del 26/08/2014 inviata al Settore Ambiente dal Corpo di Polizia Provinciale in riferimento al sopralluogo congiunto effettuato in data 11/08/2014presso l’impianto sono emersi aspetti meritevoli di attenzione alla luce delle problematiche in essere, ed in particolare è stata rilevata l’assenza, peraltro confermata dal tecnico referente della
società, di sonde igrometriche e sensori di pressione e temperatura atti a segnalare le condizioni di funzionamento del biofiltro, oggetto invece di una sola ispezione visiva da parte del personale preposto che si limita a spuntare una check-list quotidiana senza poter riportare alcun parametro misurabile.” Aggiunge la nuova Diffida che queste sonde e questi sensori  sono: “essenziali al controllo dei parametri di funzionamento del biofiltro
che consentono allo stesso di effettuare costantemente l’abbattimento delle molecole odorigene nelle arie di processo previsto dalla Det. Dir. 12/2009 in misura non inferiore al 95%“.

In realtà questa prescrizione su temperatura e umidità, come abbiamo visto sopra, era valida fin dalla autorizzazione del 2005 ed era infatti prevista, come afferma la nuova Diffida, nelle planimetrie di progetto dell’impianto in questione!.

Quindi la Provincia ha finalmente e meritoriamente imposto il rispetto di una prescrizione fondamentale per prevenire le emissioni odorigene e questo va a merito della nuova dirigenza.



CHI PAGA PER LE VIOLAZIONI DELLE AUTORIZZAZIONI E I RITARDI NELLA LORO APPLICAZIONE IN DANNO DELLA SALUTE DEI CITTADINI?
Ma la domanda che resta senza risposta è:   
PERCHÉ UNA PRESCRIZIONE PREVISTA DAL 2005 NON è STATA RISPETTATA DA ACAM AMBIENTE S.p.A. E NON E' STATA FATTA RISPETTARE DALLA DIRIGENZA DELLA PROVINCIA PRECEDENTE A QUELLA ATTUALE!
La domanda non è oziosa perché molto probabilmente se questa prescrizione fosse stata rispettata si sarebbero evitati molti anni di fortissimi disagi ai cittadini residenti nella zona.

Fortissimi disagi lo ricordo,  ai prepotenti e incompetenti dirigenti e responsabili di Acam Ambiente SpA,  che producono danni alla salute e proprio per questo richiedono interventi tempestivi quando il fenomeno odorigeno si manifesti. Si leggano i signori di Acam ma anche i signori di Arpal quanto afferma sul punto Arpat (l’agenzia toscana, vedi QUI):  la percezione del disagio è esclusivamente di natura personale e può anche diventare una componente di sofferenza psicologica. Il tempestivo intervento è quindi da auspicare per contenere questa possibile risposta ansiogena, limitando la deriva e contendo così il problema all'origine.”  Questo anche e soprattutto perché;  l’odore (a prescindere dalla sua origine) è di per se stessa una fonte inquinante (  manuale dell’Agenzia Nazionale per la protezione ambientale ora ISPRA “Metodi di misura delle emissioni olfattive per il testo del Manuale vedi QUI.)   

















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