Il Sindaco eletto dai cittadini dovrebbe costruire intorno a se una squadra di professionisti di sua fiducia ed il consiglio dovrebbe essere il primo controllore del rispetto del programma presentato dal Sindaco.
Quindi gli assessori dovrebbe essere i Direttori delle macro aree di cui si occupano, avendo ovviamente le competenze riconosciute da curriculum valutato da soggetti tecnici indipendenti scelti da maggioranza e opposizione.
Prima della nomina gli assessori dovrebbero svolgere apposite audizioni davanti al Consiglio Comunale per spiegare le loro competenze e come intendono attuare tecnicamente il programma del Sindaco, come avviene per le audizioni dei Ministri statunitensi o dei Commissari della UE alle loro rispettive assemblee elettive di riferimento.
Così la finiamo con il mercato delle vacche preelettorale per i posti di assessore, con le listine fatte ad hoc per avere un posto prima in consiglio per poi ricattare il sindaco per un posto di assessore, e soprattutto con assessori che non sanno minimamente di cosa si occupano o ripetono a pappagallo quello che gli riferiscono dirigenti e consulenti.
Ma soprattutto l'attuazione di questa proposta romperebbe il giocattolino del potere immenso degli attuali 4/5 dirigenti apicali che si riconfermano ad ogni nuova sindacatura, finito il mandato del Sindaco a casa i Direttori/assessori e si ricomincia.
Qualcuno dirà e la separazione tra funzione di indirizzo politico e funzione gestionale? Questa resta; le autorizzazioni le daranno i dirigenti settoriali come avviene tutt'ora, sulla base di una istruttoria coordinata/vigilata dai Direttori delle macro aree, ma si romperà il vero meccanismo che non permette la separazione tra queste due funzioni: il prolungarsi all’infinito nel proprio ruolo di dirigenti apicali di 4 o 5 persone per decenni come avviene ad oggi nel Comune di Spezia. E’ chiaro che se per oltre 20 anni decidono sempre i soliti non ci potrà essere alcuna garanzia seria della separazione tra funzione di indirizzo politico e funzione gestionale per il semplice motivo che il Dirigente a vita diventa una sorta di dominus incontrastato nel proprio campo, inattaccabile e incontrollabile dall’assessore di turno che quasi sempre è incompetente nel settore dell’assessorato di cui è incaricato. Andate a vedere il curriculum vitae degli attuali assessori comunali solo 4 hanno una relativa competenza professionale nei settori loro affidati, ben 8 non c’entrano un tubo con il settore di cui si occupano.
In tutto bastano 4 Assessori/Direttori:
1.programmazione/ attività produttive/commercio/pianificazione/ambiente
2.bilancio/finanze locali/partecipazioni comunali
3.trasporti/traffico/viabilità/lavori pubblici
4.sociale e cultura.
Basta con assessorati alla partecipazione, alle cooperazioni internazionali: la coooperazione può essere svolta dagli uffici su indirizzo politico del consiglio, la partecipazione deve essere parte integrante di tutta la macchina comunale e non servire per dare un posto al politico di turno che non ha voglia di lavorare.
Basta con gli assessorati che si occupano di cose tecniche (toponomastica, servizi demografici, polizia municipale, politiche comunitarie, nuove tecnologie, arredo e decoro urbano, diritti degli animali) di queste cose si devono occupare gli uffici su indirizzi/vigilanza delle apposite commissioni consiliari e del Sindaco.
A proposito per dare una organizzazione come quella sopra descritta non servono riforme legislative, la Autonomia Statutaria permette di organizzare le competenze degli assessori anche ad integrazione di quanto previsto dal Testo Unico degli Enti Locali, infatti solo le competenze del Consiglio Comunale sono fissate esclusivamente ex lege, mentre il secondo comma dell’articolo 48 del Testo Unico degli Enti Locali riconosce in capo alla giunta una competenza generale residuale da articolarsi di volta in volta secondo i principi dello Statuto e dei regolamenti dell'Ente.
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