Il Consiglio Comunale spezzino si è pronunciato contro il Progetto caricamento GNL su autobotti/isocontainer nel rigassificatore di Panigaglia (Portovenere) che prevede l’attraversamento del golfo spezzino fino al porto di bettoline con autobotti di GNL.
Il pronunciamento sotto il
profilo politico è chiaro ma stiamo parlando di un progetto che ha già avuto il
via libera dal Ministero della Transizione Ecologica prevedendo la non
applicazione della VIA ordinaria, quindi l’odg doveva contenere altro, soprattutto nel suo dispositivo finale.
Infatti se il progetto
fosse solo nella fase propositiva il pronunciamento politico avrebbe una sua
efficacia certa, ma non è sufficiente essendo già in uno stadio molto avanzato
la procedura di approvazione finale e inserendosi in un quadro normativo (QUI) che
spinge moltissimo verso questi progetti.
Cosa manca in quel progetto?
Intanto un poco di onestà intellettuale soprattutto da parte dei consiglieri comunali che fanno parte di partiti che sono stati e alcuni sono tutt’ora al governo nazionale.
Come ho già affermato in post precedenti occorreva che i partiti al governo nella scorsa legislatura impedissero la non applicazione della VIA ordinaria al progetto in questione per i motivi che ho ampiamente spiegato QUI, QUI , questo anche perché un progetto simile è stato mandato a VIA ordinaria per il rigassificatore di Livorno con motivi applicabili anche al progetto di Panigaglia (QUI).
Non solo ma occorreva che i Sindaci di Spezia e Portovenere impugnassero al TAR del Lazio il Decreto Direttoriale dello scorso 20 giugno con il quale appunto è stata esclusa la procedura più rigorosa per valutare l’impatto ambientale del progetto. Invece, in sede della procedura che ha portato al rilascio di detto Decreto gli enti territoriali competenti hanno avuto un comportamento istituzionale nettamente favorevole al progetto.
COSA HANNO
FATTO GLI ENTI TERRITORIALI NELLA FASE DI VERIFICA DI ASSOGGETTABILITÀ A VIA
DEL PROGETTO
Premessa tutta la documentazione
che cito di seguito la potete trovare QUI.
La Provincia: non ha mai sollevato nelle sue osservazioni la
necessità di applicare la VIA ordinaria. Relativamente all’AIA (autorizzazione
integrata ambientale) di sua competenza non ha posto la questione per cui l’impianto
ha l’AIA scaduta che doveva essere revisionata prima della decisione di non
applicare la VIA ordinaria, questo perché come previsto dalla legge vigente
sono entrate in vigore nuove linee guida UE sulle migliori tecnologie da
applicare ai rigassificatori e quindi diventa obbligatorio rivedere detta
autorizzazione e il termine scadeva nel 2021.
La Regione: non ha mai sollevato nelle sue osservazioni la
necessità di applicare la VIA ordinaria fin dall’avvio del procedimento per cui
la procedura di verifica di assoggettabilità non andava neppure avviata per
passare direttamente alla procedura più vincolante.
Il Comune di Portovenere: non ha neppure presentato nei termini di legge le proprie osservazioni per poi presentarle successivamente e concludere così: “Per quanto di competenza, nell’ambito del presente procedimento, alla luce degli elaborati visionati non si rilevano particolari criticità inerenti il “Progetto caricamento GNL su autobotti/isocontainer e rifacimento dell’esistente pontile secondario” e aggiungendo: “−L’intervento in progetto avrà effetto sul traffico di mezzi pesanti all’interno dell’impianto, stimato in 52 camion autocisterna nell’arco di 24 ore lavorative (di cui circa il 20% nel periodo notturno 22.00 – 6.00) trasportati via RoRo Ferry dal Porto di La Spezia. Non è atteso, al contrario, alcun aumento significativo del traffico veicolare lungo la S.P. 530,”.
Quindi
di fatto avvallando l’ipotesi, ora in fase di procedura di rilascio della concessione, dell’attracco delle
bettoline nel porto di Spezia.
Il Comune di Spezia: nelle sue prime osservazioni aveva posto alcune criticità relative al rischio di incidente rilevante ma poi nelle seconde osservazioni ha di fatto avvallato il progetto compresa la possibilità di attracco nel porto di Spezia sia pure con eventuale misure di mitigazione (vedi alla voce prescrizioni)
L'Autorità di Sistema Portuale: questo Ente ha presentato le sue osservazioni oltre i termini di legge per poi presentare una letterina di poche righe dove si legge: “In merito si comunica di non rilevare motivi ostativi, per quanto di competenza demaniale marittima, all’adeguamento dell’impianto di rigassificazione in località Panigaglia per caricamento GNL su autobotti con il rifacimento di pontile secondario, nelle more delle necessarie autorizzazioni edilizie, urbanistico, ambientali da parte degli enti competenti.” Insomma un avvallo a 360 gradi del progetto e mi chiedo quindi come potrà ora tornare indietro nel non rilasciare la concessione all’attracco delle bettoline con motivazioni fondate giuridicamente e che non si prestino a facili ricorsi da parte di Snam.
COSA MANCA QUINDI
ALL’ODG APPROVATO DAL CONSIGLIO COMUNALE DI SPEZIA
In primo luogo: manca una analisi critica su come si sono mossi gli
enti competenti nel procedimento di verifica di assoggettabilità a VIA del
progetto in questione. Guardate quella che io chiedo non è una sorta di abiura
politica della attuale amministrazione ma piuttosto una iniziale revisione
critica in termini amministrativi di quanto fatto in precedenza. Questo perché nel
caso in cui si dovesse andare ad un contenzioso sul rilascio della Concessione
di attracco delle bettoline al porto di Spezia il pregresso peserà se non si
dimostrerà di averlo superato con motivazioni tecniche e giuridiche fondate. In particolare mi riferisco soprattutto alle problematiche del rischio incidentale nell’area
portuale che, in sede di Verifica di Assoggettabilità a VIA, da parte di tutti gli enti sopra riportati sono state considerate superate dalle risposte di Snam e dalla istruttoria.
In secondo luogo manca la richiesta di impegnare la Regione Liguria a
non rilasciare l’Intesa al progetto come previsto dalla vigente normativa visto
che siamo nella materia energia quindi di legislazione concorrente e non di
competenza esclusiva dello Stato.
In terzo luogo occorreva affrontare la questione di quanto
attualmente prevede il DLgs 257/2016 (QUI)
sulla realizzazione delle infrastrutture per i combustibili alternativi. Questo
DLgs prevede esplicitamente che l’autorizzazione di punti di approdo e
stoccaggio nonché trasferimento di GNL in area portuale costituisca
automaticamente variante al Piano regolatore portuale vigente. La questione
è dirimente anche alla luce dell’unica presa di posizione della
Autorità di Sistema Portuale, nelle osservazioni citate in
precedenza, totalmente favorevole al progetto e quindi anche all’accosto delle
bettoline nel porto di Spezia visto che l’Autorità non poteva pensare che le
stesse accostassero a 50 miglia da qui!
Per questi motivi l’odg
doveva chiedere che:
1.l’Autorità di sistema
portuale applichi alla richiesta di Concessione per l’attracco delle bettoline
al porto di Spezia una variante considerato che le linee guida del Consiglio
Superiore dei Lavori Pubblici (sia nella versione 2004 che 2017) prevedono l’obbligo della variante al Piano regolatore portuale vigente quando aumentano i carichi ambientali rispetto alla
destinazione funzionale vigente dell’area portuale interessata dal nuovo
progetto. È indiscutibile che far attraccare bettoline con autocisterne piene
di GNL aumenti il carico ambientale dell’area!
2. l’Autorità di sistema
portuale avvii istanza per applicare la Valutazione Ambientale Strategica a detta variante al fine di prevedere altri siti alternativi compresa la opzione zero, nonché una valutazione sugli
impatti socio economici delle attuali attività portuali confinanti con il punto
possibile di attracco delle bettoline? Quest'ultimo parametro peraltro previsto
anche dal sopra citato DLgs 257/2016 (allegato X).
Insomma l’Autorità di Sistema Portuale deve trovare le motivazioni per respingere la richiesta di Concessione e queste devono essere frutto di una procedura adeguata che permetta di mettere in campo parametri ambientali sociali ed economici in grado di dimostrare la non praticabilità dell’attracco.
In quarto luogo: l’odg
parla di piano di evacuazione per il rigassificatore di Panigaglia e di verifica
generica di questioni di sicurezza per la navigazione nel golfo. Tutto questo
assume, in termini giuridico amministrativi, una visione minimalista della
tematica rischio di incidente in area portuale potenzialmente producibile dal
traffico delle bettoline in porto ma anche dalla presenza del rigassificatore di Panigaglia.
Quello che andava invece
posto relativamente alla sicurezza è quanto scrivo di seguito:
1. il porto in generale non ha un piano di
emergenza esterna e il porto è in se una attività a rischio di incidente
rilevante (a prescindere dalla normativa Seveso) come confermato da questo
documento ufficiale QUI). Non solo, occorre aggiungere che l'unico regolamento di sicurezza per il trasporto GNL è quello
della Capitaneria che riguarda solo l'accosto delle bettoline per ricaricare le
navi mentre sul passaggio in generale nel golfo esiste solo una ordinanza;
2. l’Autorità di sistema portuale come confermato da una
recente sentenza del Consiglio di Stato relativa al porto petroli di Genova ha
competenza anche nella prevenzione del rischio incidentale nei porti (vedi QUI) e quindi
ha il potere di attivare quanto riportato al punto 1;
3. ad oggi non c’è una adeguata informazione dei
cittadini sul rischio di incidente rilevante per gli impianti Seveso presenti
nel Golfo (vedi QUI);
4. anche nella istruttoria del nuovo Piano di
Emergenza Esterno per il rigassificatore di Panigaglia non appare rispettato il
documento Ispra intitolato: “Indirizzi per la sperimentazione dei Piani di
Emergenza Esterna degli stabilimenti a rischio di incidente rilevante ai
sensi dell’articolo 21 del DLGS 105/2015” QUI;
5. non è dato sapere se l’esistente rigassificatore
di Panigaglia abbia rispettato le linee guida sulla verifica di
vetustà dell’impianto come elaborato dall’apposito Gruppo tecnico nazionale
(vedi QUI);
6. a breve inizieranno i lavori di potenziamento di
un impianto potenzialmente pericoloso come la piattaforma che convoglia il
carburante per aerei per le basi militari del nord Italia, aumentando il
rischio di incidente nel golfo (c.d. Campo POLNato);
7. non
si sa se la normativa sulle infrastrutture critiche (a rischio attacco
terrorismo) sia stata adeguatamente recepita per il nostro golfo e coordinata
con la presenza delle attività militari insieme con i già citati impianti
Seveso per non parlare del trasporto di merci e sostanze pericolose e su questo
aspetto non è vero che c'è un totale segreto militare (vedi QUI e QUI).
PER
CONCLUDERE
Diciamo quindi che le
argomentazioni dell’o.d.g. non reggerebbero ad un eventuale contenzioso mosso da
Snam contro il mancato rilascio della Concessione, in questo caso ci sarebbe
solo da sperare che sia Snam a fare marcia indietro ma francamente con l’aria
che tira nel Paese e nel resto d’Europa e vedendo come sono stati approvati i
nuovi rigassificatori su nave a Ravenna e a Piombino, mi parrebbe una ipotesi
ad oggi difficile da anche solo da sperare, ovviamente spero di sbagliarmi.
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