mercoledì 23 novembre 2022

Snam GNL Italia dichiara poche emissioni fuggitive di metano da Panigaglia: rimuovono studio di Ispra e Parlamento UE

GNL Italia che gestisce il rigassificatore di Panigaglia (Portovenere) in un comunicato ha fornito i dati delle emissioni di metano da parte di Snam che sarebbero in trend discendente e addirittura oltre gli obiettivi dei piani europei. In realtà le cose non sono così chiara come sembra fornire GNL Italia come dimostra uno studio (QUI)  dell’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale (di seguito ISPRA) del Ministero della Transizione Ecologica (MITE)

 

Intanto chiariamo quali sono i rischi delle emissioni di metano nell’atmosfera

Il metano è un potente gas serra secondo solo all’anidride carbonica in termini di contributo al riscaldamento globale. Il metano ha un impatto climalterante 85 volte quello della CO2 su un arco di 20 anni, anche se la CO2 ha un tempo di permanenza in atmosfera per migliaia di anni, mentre il metano scompare in circa 10-15 anni. Il rapido decadimento del metano e il suo elevato impatto sulla temperatura atmosferica lo rendono un obiettivo primario per intervenire in maniera tempestiva ed efficace sui cambiamenti climatici.

In questo contesto si inserisce l’attenzione rivolta alle emissioni di metano e agli impegni di riduzione come il Global Methane Pledge con un impegno politico a ridurre del 30% le emissioni globali di metano in tutti i settori entro il 2030 rispetto ai livelli del 2020. Impegno sottoscritto fino al 19 settembre 2022 da 122 Paesi.


 

LO STUDIO DI ISPRA

Ispra (Istituto di ricerche del Ministero della Transizione Ecologica) ha prodotto un rapporto dove sono state esaminate le emissioni nazionali di metano dalle relative sorgenti emissive e sono state elaborate le stime di riduzione potenziale delle emissioni al 2030 per ciascuna sorgente. Inoltre, è stata esaminata brevemente la situazione internazionale delle emissioni di metano ed è stato condotto un confronto tra le realtà promotrici del Global Methane Pledge: Stati Uniti e Unione Europea.

Secondo lo studio la gran parte delle emissioni fuggitive di metano sono riconducibili alla filiera del gas naturale (produzione, trasporto e distribuzione) che nel 2020 incide per il 79,5% delle emissioni fuggitive totali di metano con una quota che si è ridotta significativamente dal 1990, quando era 91,2%.

Il maggior dettaglio per le sorgenti della filiera del gas naturale mette in evidenza il ruolo prevalente del trasporto, stoccaggio e distribuzione. Quest’ultima sorgente è a sua volta il fattore chiave per le emissioni fuggitive della filiera.

La consistente riduzione delle emissioni dalle sorgenti relative alle fasi di produzione del gas naturale ha lasciato la quasi totalità delle emissioni della filiera nel 2020 a carico del trasporto-stoccaggio (17.9%) e della distribuzione (81.4%).



LA RISOLUZIONE DEL PARLAMENTO EUROPEO

Molto significativa è anche la Risoluzione del Parlamento europeo del 21 ottobre 2021 (QUI) sulla strategia dell'UE per ridurre le emissioni di metano.  La Risoluzione parte da un documento ufficiale: la relazione «Net Zero by 2050: A Roadmap for the Global Energy Sector» (Azzeramento delle emissioni nette entro il 2050: una tabella di marcia per il settore globale dell'energia) dell'Agenzia internazionale per l'energia. Secondo la relazione, in uno scenario di azzeramento delle emissioni nette, le emissioni di metano generate dai combustibili fossili dovrebbero essere ridotte del 75 % tra il 2020 e il 2030.

In particolare la Risoluzione afferma testualmente che il Parlamento UE sottolinea come: "la produzione e il trasporto di gas naturale liquefatto non solo sono estremamente inefficienti, se si considerano le perdite di energia dovute alla liquefazione e al raffreddamento, ma contribuiscono anche ad aumentare in maniera esponenziale le emissioni di metano del settore del petrolio e del gas; prende atto con preoccupazione dell'utilizzo del gas naturale liquefatto come combustibile per i trasporti marittimi;...".


CONCLUSIONI

Rispetto ai dati che emergono dallo studio di Ispra i dati di Snam sono complessivi per cui non si capisce quanto incidano le emissioni dalle fasi di estrazione/produzione rispetto a quelle di trasporto distribuzione che invece come rileva Ispra sono quelle più pericolose per le emissioni del gas climalterante!

Certo il settore gestito da Snam non è quello che da le emissioni principali di metano (più significativo è il campo dei rifiuti e dell'agricoltura) ma questo non deve significare che venga rimosso comunque il contributo significativo delle emissioni fuggitive dall'attività di trasporto e distribuzione del metano, gnl compreso.

 

 

 

 

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