Esercitazioni antiterrorismo nel golfo di Spezia: "Addestrare gli equipaggi alla protezione delle acque nazionali e dei porti dalla minaccia terroristica”........... a mio modesto avviso il rischio terrorismo nel nostro golfo si riduce anche applicando la normativa sulle industrie a rischio di incidente rilevante e riducendo quindi i fattori di rischio di incidente industriale ma per ora come ho già scritto più volte nel nostro golfo e nel nostro porto il rischio è rimosso e con lui anche una buona parte della normativa per non parlare della informazioni del pubblico. Ecco perché…..
Intanto con una modifica legislativa passata inosservata i porti commerciali sono stati esclusi dalla normativa sui rischi di incidenti rilevanti. Il Decreto Legislativo 105/2015 ha abrogato il decreto ministeriale 16 maggio 2001, n. 293 che disciplinava il rapporto di sicurezza che la autorità portuale doveva presentare e aggiornare per valutare in termini cumulativi (rispetto a tutte le attività a rischio nei porti) il rischio industriale. Il Decreto era uno strumento di garanzia in più per cittadini, peraltro totalmente disinformati su questa normativa...... la lobbie portuale chiedeva da anni l'abrogazione di questo decreto che conteneva strumenti importanti di prevenzione e informazioni sui rischi di incidenti nelle aree dei porti commerciali di interesse nazionale come quello di Spezia (vedi QUI).
Alla suddetta modifica legislativa occorre aggiungere la carenza informativa da parte della Autorità Portuale in materia con la mancata, ad oggi,pubblicazione sistematica di una serie di documenti fondamentali per capire il rispetto della normativa sulla prevenzione dei rischi di incidenti rilevanti, vedi QUI.
Relativamente al Rigassificatore di Panigaglia permangono significative violazioni o comunque mancati adeguamenti alla vigente normativa in materia di industrie a rischio di incidente rilevante come ho spiegato in questo post (vedi QUI).
La vicenda della nave militare con materiale nucleare che all’inizio del 2014 ha attraversato il nostro Golfo ha dimostrato come sul trasporto di materiali pericolosi nel nostro territorio manchi una adeguata informazione preventiva e soprattutto che le istituzioni preposte (Prefetto, Comune in primo luogo) tendano volutamente a rimuovere i loro compiti e responsabilità trincerandosi dietro “segreti militari” che in gran parte non esistono come ho dimostrato QUI.
Nonostante ciò il Comune di Spezia ha continuato a sostenere la tesi della riservatezza che è in gran parte infondata, vedi QUI.
Intanto con una modifica legislativa passata inosservata i porti commerciali sono stati esclusi dalla normativa sui rischi di incidenti rilevanti. Il Decreto Legislativo 105/2015 ha abrogato il decreto ministeriale 16 maggio 2001, n. 293 che disciplinava il rapporto di sicurezza che la autorità portuale doveva presentare e aggiornare per valutare in termini cumulativi (rispetto a tutte le attività a rischio nei porti) il rischio industriale. Il Decreto era uno strumento di garanzia in più per cittadini, peraltro totalmente disinformati su questa normativa...... la lobbie portuale chiedeva da anni l'abrogazione di questo decreto che conteneva strumenti importanti di prevenzione e informazioni sui rischi di incidenti nelle aree dei porti commerciali di interesse nazionale come quello di Spezia (vedi QUI).
Alla suddetta modifica legislativa occorre aggiungere la carenza informativa da parte della Autorità Portuale in materia con la mancata, ad oggi,pubblicazione sistematica di una serie di documenti fondamentali per capire il rispetto della normativa sulla prevenzione dei rischi di incidenti rilevanti, vedi QUI.
Relativamente al Rigassificatore di Panigaglia permangono significative violazioni o comunque mancati adeguamenti alla vigente normativa in materia di industrie a rischio di incidente rilevante come ho spiegato in questo post (vedi QUI).
Un impianto, quello di
Panigaglia, che avrebbe già dovuto essere ricollocato da anni e per il quale
già la Regione Liguria aveva espresso un chiaro no alla Intesa per il suo
ampliamento qualche anno fa. Impianto che come è noto è attualmente in
contrasto con tutti gli strumenti di pianificazione vigenti, a cominciare dal
Piano paesaggistico, che ne prevedono la dismissione concordata non certo
l’ampliamento sia pure nella forma nuova ora prospettata da Snam.
Un impianto, quello di
Panigaglia, per il quale ad oggi il Comune di Porto Venere non rispetta i
propri compiti in materia di pianificazione della presenza del rigassificatore
nel territorio comunale nonché di informazione al pubblico in materia, come ho
spiegato QUI.
D’altronde già l’amministrazione comunale
precedente in sede di rilascio della Autorizzazione Integrata Ambientale al
rigassificatore, non aveva espresso l’obbligatorio Parere Sanitario di
competenza specifica del Sindaco.
Nonostante ciò il Comune di Spezia ha continuato a sostenere la tesi della riservatezza che è in gran parte infondata, vedi QUI.
Nonostante quanto sopra si
prevede, per il golfo di Spezia, un nuovo progetto (Small Scale LNG) che mira a far diventare
l’impianto di Panigaglia uno dei punti di distribuzione di ingenti
quantità di GNL (gas naturale liquefatto ) sia per autotrazione
che come combustibile per navi container etc. Un progetto che oltre alle
criticità già esposte sopra ne contiene delle ulteriori oltre la rimozione di
dati oggettivi e normativi:
1. di
fatto costituisce un ampliamento e consolidamento del rigassificatore esistente;
2. per
rispettare gli obiettivi della Direttiva
94/2014 sull’uso del GNL nel trasporto su gomma e su nave non è
indispensabile utilizzare il terminale di rigassificazione di Panigaglia.
Questo spiega anche la disposizione in base alla quale gli Stati Membri
dovranno definire i porti che dovranno fornire accesso ai punti di fornitura
del GNL in relazione alla domanda di mercato;
3. sotto
il profilo strettamente economico e logistico le navi a GNL in Italia non hanno
ancora avuto uno sviluppo e a breve lo avranno probabilmente solo ed unicamente
quelle per passeggeri (traghetti in particolare);
4. ad
oggi non sono complete e soprattutto aggiornate le normative tecniche
specifiche per la sicurezza di questi impianti soprattutto se collocati in
impianti di rigassificazione;
5. comunque
non sono ancora stati approvati: sia il piano nazionale dei criteri di
localizzazione dei punti di distribuzione del GNL sia soprattutto i singoli
siti.
Infine, ritornando al
rischio terrorismo, anche su questo aspetto e al di la delle esercitazioni
militari di questi giorni, sussiste un problema enorme di trasparenza sulla
gestione ordinaria della prevenzione del rischio soprattutto per gli obiettivi
sensibili esistenti nel golfo.
Infatti i documenti ufficiali
ad esempio relativi al rigassificatore di Panigaglia rimuovono il rischio di
incidente catastrofico anche da attacco terroristico come ho spiegato QUI.
Non solo ma non esiste
una adeguata informazione sul rispetto delle procedure per l'individuazione e
la designazione di Infrastrutture critiche europee (ICE), nei
settori dell'energia e dei trasporti, nonché le modalità di valutazione della
sicurezza di tali infrastrutture e le relative prescrizioni minime di
protezione dalle minacce di origine umana, accidentale e volontaria,
tecnologica e dalle catastrofi naturali. Si tratta del DLgs 11 aprile 2011, n. 61
Analizzando questa
normativa (per un commento più approfondito vedi QUI) le
domande che sorgono sono le seguenti:
1. è stata
individuato il Rigassificatore di Panigaglia tra le infrastrutture critiche
come si evince necessariamente dal testo del DLgs?
2. se è stato
individuato come infrastruttura critica, è stata elaborata l’Analisi di rischio
prevista dal DLgs specificamente per l’impianto spezzino?
3. è stato
predisposto il Piano di Sicurezza conseguente alla Analisi di Rischio?
4. il Prefetto, quale
responsabile locale delle infrastrutture critiche, sta esercitando la sua
funzione prevista dal DLgs?
5. è stato
verificato, dalla autorità competenti, il coordinamento tra Analisi di Rischio
e Piano di Sicurezza con il Rapporto di Sicurezza previsto per l’impianto di
Panigaglia?
6. esiste un Piano di
Sicurezza per il porto (Il DLgs riguarda anche i porti come siti
critici/sensibili) e se si questo Piano tiene conto anche del rischio legato al
Rigassificatore in rapporto al resto delle attività portuali?
Insomma ben vengano le esercitazioni militari ma come dire le Autorità civili non si nascondano dietro alle divise!
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