Il Consiglio di Stato con
sentenza n° 4689 del 9 giugno 2022 (QUI) è intervenuto per giudicare la legittimità
di un piano comunale antenne in relazione al diniego di autorizzazione di una
stazione radio base perché il sito individuato contrastava con i criteri di
localizzazione del suddetto Piano.
Il Consiglio di Stato, come in precedenza il TAR territorialmente competente, ha annullato il diniego di autorizzazione e dichiarandolo illegittimo insieme al piano ribadendo un principio generale di non prevedere nei piani comunali antenne divieti generalizzati “di installazione in aree urbanistiche predefinite, al di là della loro ubicazione o connotazione o di concrete (e, come tali, differenziate) esigenze di armonioso governo del territorio”.
Vediamo in sintesi le motivazioni di questa sentenza…
COSA AFFERMA
IL PIANO COMUNALE ANTENNE DICHIARATO ILLEGITTIMO
Il
piano comunale di settore per la localizzazione degli impianti di telefonia
mobile, oggetto della sentenza, consente la localizzazione degli impianti per
cui è causa soltanto in alcuni specifici siti, di numero ed estensione molto
limitati, denominati “preferenziali” e “idonei”, mentre la vieta, oltre che
negli ambiti dichiarati “incompatibili”, in tutto il restante territorio
comunale (coincidente con la quasi totalità di esso), indicato come “territorio
neutro”, nel quale è consentito collocare unicamente apparecchiature di
limitata potenza o impianti mobili per la telefonia.
LE MOTIVAZIONI DELLA SENTENZA DEL CONSIGLIO DI STATO CHE HA DICHIARATO ILLEGITTIMO IL PIANO E IL DINIEGO DI AUTORIZZAZIONE DELLA STAZIONE RADIO BASE
L’illegittimo divieto
generalizzato di antenne in ampie aree del territorio comunale
La sentenza prima di tutto
ricorda che le opere di urbanizzazione primaria (così come vengono definite le
antenne di telefonia mobile), in quanto tali, risultano in generale compatibili
con qualsiasi destinazione urbanistica e, dunque, con ogni zona del territorio
comunale, poiché dall’articolo 43, comma 4, del D.Lgs. n. 259/2003 (Codice
della Comunicazione Elettronica – QUI) si
desume il principio della necessaria capillarità della localizzazione degli
impianti relativi a infrastrutture di reti pubbliche di comunicazioni.
Una siffatta
pianificazione costituisce quindi un divieto generalizzato in intere aree del
Comune ed è quindi illegittima.
Il prevedere varianti
al piano antenne per permettere nuovi siti di localizzazione antenne non
rimuove la illegittimità dello stesso per il divieto generalizzato in ampie
aree comunali
Aggiunge
il Consiglio di Stato, nella sentenza in esame, come sia altrettanto
irrilevante, ai fini di causa, la norma di cui all’art. 10, comma 7, delle NTA
del piano comunale di settore, secondo cui: “A seguito di nuove richieste
presentate dai gestori entro i termini di legge, una volta che
siano attuate le previsioni contenute nel PCS riguardanti i siti preferenziali
ed idonei o qualora sia dimostrata l’impossibilità tecnica di poterli
utilizzare per offrire un servizio di copertura ottimale del territorio,
acquisito il parere preventivo da parte della Commissione consultiva,
all’interno della zona sono sempre ammesse varianti al PCS, da adottarsi ai
sensi e con le procedure previste dall’art. 4, comma 3, lettere a), b), c), e)
e f) della L.R. 28/2004, per l’individuazione di nuovi siti preferenziali o
idonei…”.
Secondo
il Consiglio di Stato la trascritta disposizione, infatti, si limita a
prevedere la possibilità di modificare il piano comunale di settore,
incrementando i siti preferenziali e idonei, ma non influisce sui suoi attuali
contenuti, sulla base dei quali, soltanto, va valutata la legittimità dello
strumento di pianificazione.
Piuttosto che varianti è
meglio prevedere una forma di concertazione con i gestori nel caso sussistano
contrasti tra le proposte di siti di questi ultimi e le indicazione del piano
comunale antenne
In questo senso gli
estensori del Piano dichiarato illegittimo nel caso in esame avrebbero dovuto (
o dovranno farlo nel futuro) tenere in considerazione quanto affermato da un
altro piano comunale antenne dichiarato legittimo da precedente sentenza del
Consiglio di Stato (sentenza n° 2976 del 20/4/2022 - QUI).
In questa sentenza si
affermavano due principi rilevanti per tutelare la legittimità dei piani
antenne comunali:
1. Il “Piano comunale non stabilisce divieti
generalizzati ma individua siti disponibili mentre per gli ulteriori siti avvia
un confronto con i gestori di telefonia mobile
2. Nel rigettare la domanda di autorizzazione di una
antenna in contrasto con il Piano il Comune può anche motivare il rigetto con
l’avvenuta apertura di una fase di verifica del Piano Comunale e relative norme
attuative vista la presentazione del Piano di rete del gestore. Come si vede
queste è altra cosa dalle varianti previste dal piano comunale dichiarato
illegittimo dalla nuova sentenza perché in questo caso la variante
comporterebbe comunque un arresto procedimentale allungando i tempi di
localizzazione della nuova antenna.
Per una analisi della
sentenza 2976/2022 vedi QUI.
Se il gestore motiva
che il sito proposto dal Piano antenne non è adeguato a garantire la
comunicazione, il Comune deve dimostrare la non fondatezza tecnica di detta
motivazione e non limitarsi a richiamare genericamente le norme del piano
Il
Consiglio di Stato nella nuova sentenza ricorda come il gestore appellato,
seppur oltre il termine, non perentorio, dei 10 giorni di cui all’art. 10-bis della
L. n. 241/1990, ma, comunque, prima dell’adozione dell’impugnato diniego di
autorizzazione, ha fatto pervenire al comune le proprie osservazioni con le
quali ha, tra l’altro, precisato che, “in assenza dell’autorizzazione a
installare la Stazione Radio Base in oggetto, Iliad non è in grado di
assicurare la copertura radiomobile dell’area in questione”, e tale
affermazione non risulta contestata sul piano tecnico.
Peraltro,
precisa il Consiglio di Stato, nessuna norma o principio impone all’operatore
telefonico di spiegare le ragioni per cui i siti tassativamente individuati
dagli strumenti comunali per la localizzazione delle SRB, siano ritenuti
inidonei per collocarvi le dette apparecchiature.
Per
una ricostruzione della principale giurisprudenza in materia di Piani comunali
antenne e sulle corrette modalità di redazione degli stessi, vedi QUI.
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