Il Sindaco uscente del Comune di Spezia ha rivinto con grande
margine le elezioni amministrative tenutesi domenica scorsa. Ovviamente come si
fa sempre auguro al Sindaco buon lavoro, ma io non mi voglio limitare a questo
e ripropongo di seguito una serie di azioni in materia di ambiente, ma sarebbe
meglio dire di transizione ecologica, da attuare da parte della prossima
sindacatura.
Qualcuno dirà “Marco ma sei dè coccio, non ti ha ascoltato fino ad
ora figuriamoci ora che ha stravinto le elezioni annichilendo proprio i suoi
oppositori più determinati".
No non sono di coccio penso invece che l’impegno politico o civico
non finisca con le elezioni ma semmai inizi e penso che uno dei limiti di
questa campagna elettorale appena passata sia stato non solo l’eccesso di
personalizzazione dello scontro sul Sindaco uscente ma proposte programmatiche,
interessanti dal punto di vista dei principi, ma troppo generiche dal punto di
vista della amministrazione attiva che poi è quella che conta a mio avviso per
giudicare un governo uscente ma anche come governare in futuro. Penso anche che se hai idee frutto di analisi rigorose non devi avere paura di essere minoranza, quante volte le minoranze hanno cambiato il mondo?
Il Sindaco rieletto non accetterà nessuno di questi punti, non
importa diventeranno la base (ovviamente da approfondire oltre la sintesi di
questo post) per la mia opposizione. Naturalmente se lo vorranno questi punti li
metterò a disposizione oltre che per la maggioranza di governo della città
anche per la nuova opposizione.
Comunque vada buon lavoro a tutti nell’interesse della città!
Ecco i punti di azione...
AREA EX IP
Avviare una inchiesta indipendente (con un pool di esperti esterni
alla amministrazione comunale) per capire cosa davvero è stato fatto in
quell'area sia per le bonifiche o non bonifiche sia per la gestione degli usi e
dei soggetti imprenditoriali che sono entrati in gioco in questi anni.
Ovviamente il tutto svolto in parallelo con l’utilizzo dei fondi statali per i
siti orfani che riguardano anche l’aria della ex raffineria. In questo senso
occorrerebbe ricostituire un ufficio bonifiche in modo da garantire un
minimo di controllo tecnico anche al Comune non solo per l’area ex IP ma anche
per le altre aree ancora da bonificare (sito Pitelli e aree militari), ufficio
che avevo creato 20 anni fa nel breve periodo del mio assessorato poi smantellato
dal centro sinistra che voleva accelerare ad ogni costo la realizzazione del
centro commerciale della coop.
ASSESSORATO
Basta con assessorati all’ambiente inutili, occorre un assessorato
alla transizione ecologica affiancato da un dipartimento che accorpi le
strutture del Comune che hanno competenze inerenti la transizione:
inquinamento, urbanistica, mobilità e in parte lavori pubblici ma anche
competenze per l’accesso ai finanziamenti pubblici in materia ambientale nazionali
ed europei. Dipartimento che dovrà operare attraverso protocolli che definiscano
le modalità operative dello stesso all’interno dei processi decisionali a
rilevanza ambientale
BASI BLU
Relativamente al progetto Basi Blu presentato dal Ministero della Difesa.
Progetto che prevede interventi significativi nell’Arsenale Militare tutti in
una logica di efficientamento dello stesso ma senza minimamente tenere conto
del contesto urbanistico socio economico e residenziale in cui il progetto
verrà realizzato.
Quello che invece occorre fare è imporre da subito (il Codice dell’Ordinamento
Militare lo consente) la valutazione di Basi Blu come un progetto urbanistico
da sottoporre a valutazione ambientale strategica per scenari alternativi,
considerando quindi anche gli spazi da recuperare ad usi civile e di possibile
accesso al mare come nel caso di Marola. Un vero e proprio masterplan
dell’Arsenale futuro costruito insieme Autorità Militari Autorità Civili Forze
sociali e imprenditoriali.
CENTRALE ENEL
Nell’immediato predisporre le motivazioni tecniche e giuridiche
per impedire una eventuale riapertura della centrale a carbone anche
utilizzando se necessario azioni legali contro il Governo nazionale
Per il futuro dell’area questa deve rimanere industriale, non deve
dare spazio al porto ma solo ad iniziative di politica industriale di nuova
generazione e occorre riprendere il metodo del progetto FUTUR E di Enel fondato
sulla concertazione con il territorio, ma occorre che a questo metodo venga
affiancato uno studio di bilancio ambientale economico e sociale su
scenari alternativi che abbiano come parametro principale gli obiettivi di prevenzione
sanitaria. Un lavoro che si può fare in pochi mesi, mettendo in campo
competenze che ci sono e sulla base di questo bilancio definire le scelte
strategiche in quell'area facendola finita con balletto delle proposte che
girano da anni come fossimo nel gioco del monopoli.
CROCIERE
I tempi di soluzioni tecniche sulle emissioni dalle navi da
crociera che stazionano in porto sono troppo lunghi ed incerti nella loro
efficacia. Immediatamente occorre una ordinanza che limiti il numero delle navi
che accedono sia al porto che quelle che stazionano eventualmente in are golfo.
Proporre alla Regione un piano mirato di risanamento della qualità dell’aria che ad oggi non ha minimamente tenuto conto neppure delle valutazioni della qualità dell’aria prodotte dalla stessa Regione.
Sulla stazione crocierista occorre riprendere le prescrizioni del vigente PRP e valutare se la zona di attracco sia compatibile con il resto
della città e qusto va fatto, come chiedeva la Regione nel 2006, con una
valutazione ambientale strategica per scenari sia di localizzazione che di
dimensioni.
DRAGAGGI
Usare tutti gli strumenti legali oltre che politici per impedire
lo sversamento dei fanghi di dragaggio in mare magari al largo del nostro golfo
Imporre una valutazione dell’impatto dei dragaggi sui siti
tutelati dalla normativa della biodiversità come Palmaria e Tino.
PORTO:
1. rivedere
la zoonizzazione acustica proposte dalla giunta uscente costruita in modo da
costringere le zone residenziali sull’asse viale san bartolomeo ad essere
considerate come fossero dentro l’area delle operazioni portuali;
2. avviare una indagine per
capire i danni alla salute ai residenti dai rumori applicando la nuova
normativa di derivazione comunitaria. Se asl non ci sta o non è capace occorre
utilizzare istituti universitari e/o professionisti di fiducia come il Comune
ha fatto con l’incarico per i rischi sanitari del turbogas;
3. rivedere
la fascia di rispetto quella attuale non serve a niente, obbligare anche con
azione legale se necessario la capitaneria di porto a pubblicare gli atti di
controllo sulla qualità del combustibile sulle navi in porto e imporre anche
con una ordinanza la fine dei controlli a campione sulla qualità del
combustibile
4. usare
tutti i poteri del Comune per impedire nuovi spazi per il porto nell’area Enel
5. avviare una campagna di
monitoraggio su tutta la fascia di demanio portuale sulle emissioni del porto
6. avviare un confronto con
l’Autorità di Sistema Portuale sul mancato rispetto delle prescrizioni del PRP
del 2006
PREVENZIONE SALUTE PUBBLICA
Il Sindaco è la massima autorità sanitaria sul territorio comunale
per la salute pubblica che è altra cosa dalla sanità diciamo ospedaliera di
competenza regionale. Occorre immediatamente aprire un contenzioso con ASL per
la totale assenza di questo ente sulle tematiche della prevenzione in materia
di inquinamenti ambientali. Non saranno tollerati ulteriori rimozioni di
responsabilità anche a costo di agire in sede legale contro la dirigenza di
questo ente e contro la Regione Liguria.
RIFIUTI
Impugnare di fronte alla giustizia amministrativa il nuovo piano
regionale dei rifiuti che prevede il sito di Saliceti per il biodigestore oltre
che possibili nuovi inceneritori in contrasto con la gerarchia europea nella
gestione dei rifiuti nonché con i parametri di finanziamento UE sulla
transizione ecologica
RISCHIO INCIDENTI NEL PORTO
Opporsi al potenziamento del rigassificatore di Panigaglia senza
avere prima realizzato un Piano di emergenza portuale e un rapporto di
sicurezza portuale complessivo dell’intera area
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