La proposta in se può anche avere un certo interesse ma a mio avviso appare ad oggi formulata in modo molto generico e confuso non tenendo conto sia delle procedure di accesso ai finanziamenti del PNRR per questi progetti di quello che oggi avverrà a Roma che dimostra come, al di la di quello che si pensi di questo progetto, la Liguria e quindi Spezia è in forte ritardo sull’accesso ai finanziamenti di questa linea del PNRR
Non solo ma occorre dire che questa idea dell’idrogeno andrebbe ben valutata nel merito prima di lanciarla pubblicamente per ragioni di metodo ma anche ambientali come spiego nella parte finale di questo post.
Ma vediamo come funzionano le procedure di accesso al finanziamento di questo progetto valle dell'idrogeno…
LA
MANIFESTAZIONE DI INTERESSE DEL MINISTERO DELLA TRANSIZIONE ECOLOGICA: SCADENZA
SUPERATA
Il Ministro della transizione ecologica, in
data 15 dicembre 2021, ha emanato un avviso pubblico (QUI) rivolto
alle regioni e alle province autonome al fine di dare attuazione all'investimento 3.1 «Produzione in aree
industriali dismesse», previsto nell'ambito della Missione 2 «Rivoluzione verde
e transizione ecologica», Componente 2 «Energia rinnovabile, idrogeno, rete e
mobilità sostenibile» del PNRR.
L'avviso pubblico ha la finalità di
individuare le regioni e le province autonome interessate ad avviare, nei
propri territori, una procedura di selezione finalizzata al finanziamento di
progetti di
investimento che prevedano la riconversione di
aree industriali dismesse per la creazione di centri di produzione e
distribuzione di idrogeno, prodotto utilizzando unicamente fonti di energia rinnovabili.
La manifestazione di interesse dovrà essere
presentata, utilizzando il format di cui all’Allegato 1 (Manifestazione di
interesse), esclusivamente tramite posta elettronica certificata (PEC),
all'indirizzo dgisseg.dg@pec.mise.gov.it , entro 15 giorni dalla data
di pubblicazione del presente Avviso pubblico sulla Gazzetta Ufficiale della
Repubblica Italiana (dal 27/1/2021).
Potranno essere considerati ammissibili i
seguenti interventi:
1. impianti di produzione di energia da fonti
rinnovabili asserviti alla produzione di idrogeno verde, comprensivi di
eventuali sistemi di accumulo;
2. elettrolizzatori o altre tecnologie per la
produzione di idrogeno verde e relativi ausiliari, necessari al processo
produttivo;
3. eventuali infrastrutture dedicate
esclusivamente alla distribuzione di idrogeno verde, nonché impianti di
stoccaggio dell'idrogeno verde
IL PROTOCOLLO
MINISTERO TRANSIZIONE ECOLOGICA E MINISTERO AFFARI REGIONALI
Il Ministro per gli Affari
regionali e le autonomie, Mariastella Gelmini, e il ministro della Transizione
ecologica, Roberto Cingolani, hanno firmato, lo scorso 13 aprile, un protocollo
d’intesa (QUI) per rafforzare la collaborazione sistemica e istituzionale tra il DARA
e il MITE al fine dell’individuazione dei “Progetti Bandiera” regionali
nell’ambito degli interventi previsti dalla Missione 2 del Piano nazionale di
ripresa e resilienza, “Rivoluzione verde e transizione ecologica”.
Il Protocollo è in attuazione dell’articolo 33 della legge 233/2021 (QUI) che prevede: “1. Al fine di assicurare il coordinamento delle relazioni tra le amministrazioni statali titolari di interventi del Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR) e gli enti territoriali è istituito, presso il Dipartimento per gli affari regionali e le autonomie della Presidenza del Consiglio dei ministri, il Nucleo per il coordinamento delle iniziative di ripresa e resilienza tra lo Stato, le Regioni e le Province autonome di Trento e Bolzano, denominato «Nucleo PNRR Stato-Regioni”.
Secondo il Protocollo i Progetti
Bandiera si configurano come progetti aventi particolare rilevanza strategica
per ciascuna Regione.
Il protocollo aggiunge che i criteri guida per l’individuazione delle progettualità riguarderanno, ex pluris, la coerenza con gli obiettivi, gli importi, i tempi, i vincoli di finanziabilità delle linee di investimento identificate, ivi comprese i milestone e i target associati a ciascun investimento, la finanziabilità attraverso le linee di intervento del PNRR e il collegamento tra le priorità strategiche delle singole Regioni con le linee di intervento del PNRR.
Le proposte progettuali
dovranno essere presentate formalmente dalle Regioni al MITE e questo valuterà
la ammissibilità al finanziamento dei Progetti Bandiera sulla base dei criteri
specifici stabiliti per l’investimento/i di riferimento, nei limiti delle
risorse finanziarie disponibili per ciascuna intervento.
LA FIRMA
DEGLI ACCORDI TRA REGIONI E MINISTERO PER LA TRANSIZIONE ECOLOGICA SUL PROGETTO
BANDIERA 'HYDROGEN VALLEYS'
Piemonte,
Friuli-Venezia-Giulia, Umbria, Basilicata e Puglia sono le regioni che hanno
manifestato la volontà di eleggere a 'Progetto bandiera' la realizzazione di
siti di produzione di idrogeno verde in aree industriali dismesse, le
cosiddette 'Hydrogen Valleys', da finanziare nell'ambito del Pnrr, Missione 2
'Rivoluzione verde e transizione ecologica', Componente 2 'Energia rinnovabile,
idrogeno, rete e mobilità sostenibile', Investimento 3.1, la cui titolarità
spetta al Ministero per la Transizione Ecologica (Mite). Il 'Progetto bandiera'
'Hydrogen Valleys' prevede, inoltre, quale parte integrante e complementare,
interventi aggiuntivi relativi ad attività di ricerca e sviluppo nel settore
dell'idrogeno o per altre attività collaterali, comunque, coerenti con le linee
del PNRR, in via di definizione con le Regioni interessate e il Mite attraverso
appositi tavoli coordinati dal Dara.
Per questi interventi si
prevede un finanziamento integrativo di 50 milioni da ripartire tra le 5
Regioni che hanno scelto le Hydrogen Valley quali progettualità bandiera (10
milioni di euro per Regione).
Il protocollo di
collaborazione per la realizzazione del 'Progetto bandiera' sarà sottoscritto,
questa mattina QUI, dal
Ministro per gli affari regionali e le autonomie, dal Mite e dai Presidenti
delle 5 Regioni coinvolte.
Quindi come si vede la Regione Liguria ha già perso un primo treno importante!
IL PROGETTO 'Hydrogen
Valleys' E I RISCHI AMBIENTALI AD ESSO LEGATI
La prima perplessità su questo progetto avanzato su Spezia riguarda il
contesto in cui si vuole collocarlo e cioè dentro le c.d. zone logistiche
semplificate. Zone pensate per le aree portuali e, grazie anche a modifiche normative
recenti, possono essere applicate anche al porto spezzino. L’obiettivo sembra
quindi quello di perimetrare dentro la ZLS spezzina anche gran parte dell’area
Enel e forse questo spiega la proposta di Enel di creare un deposito doganale
per gestione container. Potrebbe essere questa la “merce di scambio” per
ottenere l’assenso a far rientrare lo spazio occupato dalla centrale dentro il
perimetro della costruenda ZLS.
La seconda perplessità, sempre in relazione alla ZLS, è che far rientrare anche l'area Enel significa prima di tutto derogare alle norme ambientali accelerando procedure per tutte le principali autorizzazioni e valutazioni (VIA, VAS, AIA, AU, vincolo paesaggistico, urbanistica etc.). Non solo ma ZLS vuol dire (e qui non si capisce perché una proposta di ampliamento del perimetro si avanzata da chi si candida a Sindaco) che la gestione del Piano di Sviluppo finisce in mano ad un Comitato di Indirizzo dove contano Presidente della Autorità di Sistema Portuale, Regione e Ministeri mentre il Comune ha solo poteri consultivi.
Tutto questo in modo molto
approfondito l’ho spiegato QUI.
La terza perplessità sul progetto 'Hydrogen Valleys' riguarda più strettamente il tema ambientale infatti dietro questi progetti e la parolina idrogeno verde in realtà si nascondo idee di produzione idrogeno non solo da fonti rinnovabili. Quindi si parla di impianti che convertiranno i rifiuti organici, compresi i rifiuti plastici e agricoli e persino i fanghi di depurazione, trasformandoli in idrogeno utilizzabile.
Tutto questo di per se
stesso si potrebbe anche discutere ma solo dentro un metodo di valutazione fondato
scientificamente e un processo decisionale trasparente.
A mio avviso prima di
lanciare progetti unilaterali, peraltro dalla fattibilità non chiara come ho
dimostrato sopra, sarebbe necessario predisporre un bilancio ambientale
economico e sociale dell’area su scenari alternativi e su parametri di salute
pubblica (visto che stiamo parlando dell’area più inquinata di Spezia: porto,
cantieri, discariche abusive, siti di bonifica compresi quelli militari etc. etc.).
Solo dopo un percorso di
questo tipo si può decidere cosa fare in quell’area. Per favore non ditemi si
perdono i finanziamenti visto che quelli per ora non sono ancora neppure stati
avviati sotto il profilo delle richieste di accesso e per colpa principale
della Regione Liguria tanto per cambiare, come ho spiegato sopra. Peraltro questo
metodo poteva essere avviato da tempo e sono anni che lo propongo inascoltato e
comunque non occorrono anni ma mesi per attuarlo, SE CI FOSSE LA VOLONTÀ POLITICA
OVVIAMENTE…
P.S.
Giusto per confermare che
quello che scrivo sul metodo non è campato in aria invito chi legge ad
analizzare quello che dice il Piano REPowerEU presentato dalla Commissione UE
lo scorso 22 maggio 2022 (QUI). Questo
documento pur contenendo una sezione che riguarda la accelerazione della
diffusione dell’idrogeno afferma la necessità di pubblicare: “due atti
delegati sulla definizione e la produzione di idrogeno rinnovabile per
raccogliere le osservazioni del pubblico”.
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