Vedo
che su alcuni profili fb si continua a polemizzare verso la mia persona in
relazione a scelte politiche legandole alle strategie legali da me perseguite
in relazione al progetto di biodigestore proposto a Vezzano Ligure.
Considerato
che la questione del progetto di biodigestore riguarda un tema molto sentito da
migliaia di cittadini della zona interessata e visto che sto svolgendo una
consulenza pagata con risorse pubbliche, ritengo utile chiarire alcune
questioni personali ma anche e soprattutto giuridico amministrative.
Riguardo alle mie scelte
politiche
sono mie e non sono tenuto a discuterle con nessuno se rapportate al mio lavoro
professionale, come penso dovrebbe essere per chiunque, altrimenti si
arriverebbe al paradosso che un professionista non dovrebbe lavorare nel
territorio in cui svolge attività politica, stiamo scherzando? D’altronde se
qualcuno è in grado di dimostrare che le mie idee politiche ad oggi hanno in
qualche modo inquinato la mia azione professionale lo dimostri.
Peraltro,
trattasi comunque di discussione inutile sulla mia persona visto che: NON HO ALCUNA INTENZIONE DI
CANDIDARMI ALLE PROSSIME ELEZIONI REGIONALI perché il mio principale interesse
è continuare a svolgere il mio lavoro a tutela
dei diritti dei cittadini inquinati dalla politica espressa da tutte le parti
tanto per essere chiari e come dimostra la mia storia personale che molti fanno
finta di dimenticare.
Aggiungo
che chi mi conosce, compresi quelli a cui non sono simpatico e non sono molti
per fortuna, sa che quando dico una cosa
poi la faccio, quindi sul punto il discorso finisce qui e non risponderò a
nessuno da ora in poi su questo aspetto.
Riguardo invece alla critiche
sul mio ruolo di consulente legale del Comune di Santo Stefano Magra nella
vertenza biodigestore, queste meritano invece un approfondimento.
Ho
avuto più volte modo di chiarire le ragioni degli atti depositati con la
collega Avvocato Piera Sommovigo in
particolare sulla questione Inchiesta Pubblica. Più volte ho spiegato, anche in
due consigli comunali aperti a Santo Stefano Magra, che l'Inchiesta Pubblica è stata convocata
sulla base di un atto che riteniamo illegittimo, per chi ha tempo si legga
questo vecchio mio post QUI.
Per
cui se si è contro il biodigestore e si ritiene che in caso di autorizzazione
finale occorra impugnarla, è necessario
impugnare tutti quegli atti precedenti che anticipano i vizi che saranno
riprodotti nell'atto finale, pena regalare argomenti agli avvocati della
controparte, chiunque fa l’avvocato, amministrativista o meno, sa di cosa parlo.
È ovvio
che se questo è il ragionamento legale sulla Inchiesta Pubblica in questione,
non puoi neppure partecipare alla Inchiesta Pubblica perché altrimenti tutta la
tua impostazione tecnico giuridica cadrebbe nel ridicolo. Per questo il Comune
di Santo Stefano Magra non ha partecipato, non per ragioni politiche ma per
ragioni strettamente legali.
Non
si è d'accordo su questa strategia processuale? Ci mancherebbe però lo si motivi
nel merito tecnico giuridico, anzi a me farebbe piacere una discussione di
merito sul punto visto che sto seguendo altre vertenze simili in giro per l’Italia
che pongono vizi di legittimità del procedimento simili e considerato che non ho mai
pensato di avere la verità rivelata.
Si
ritiene che il progetto di biodigestore a Vezzano Ligure possa essere fermato
politicamente e non con azioni legali? Non ho problemi a dire, come cittadino,
che questa può essere una buona strategia. Come esperto in diritto ambientale e
consulente del Comune di Santo Stefano Magra aggiungo che le due modalità non
sono in contraddizione. Infatti fino a quando l’autorizzazione finale non
arriverà la controversia legale è ferma e deve parlare la politica, ma se l’autorizzazione
finale arriverà allora occorrerà impugnarla, se si è contro il biodigestore.
Se
la Regione non avesse convocato l’Inchiesta
Pubblica con un provvedimento che dichiara, a nostro avviso, illegittimamente che il sito di
Saliceti-Vezzano Ligure è nella pianificazione provinciale e regionale in tal
modo anticipando la decisione finale , non avremmo mai iniziato l’azione legale
e avremmo atteso l’autorizzazione finale, sperando in una preventiva decisione
politica a noi favorevole. Ma così non è stato e per le ragioni sopra esposte abbiamo
deciso di impugnare il provvedimento di Inchiesta Pubblica e atti successivi
che confermavano detta illegittimità sulla pianificazione.
Insomma
il procedimento di autorizzazione del progetto di biodigestore va avanti non certo
per colpa dei ricorsi, ancora non
discussi per le motivate ragioni tecniche sopra esposte, ma per una ragione molto semplice: l’attuale Amministrazione
Regionale ligure crede in questo progetto e nella procedura che lo sottende, è nelle sue facoltà ma per favore evitiamo di
buttare croci su chi, ad oggi, non ha alcuna responsabilità.
Quindi
tutta la discussione sulla partecipazione alla Inchiesta Pubblica ha un senso
solo se si ritiene che il progetto debba essere comunque realizzato li dove è previsto e al
massimo occorra chiedere solo tutte le prescrizioni possibili per realizzarlo
con le maggiori mitigazioni ambientali possibili compreso ovviamente il
relativo ristoro economico/ambientale.
Io e la collega avvocato Piera Sommovigo abbiamo
avuto il mandato dalla Amministrazione Comunale di Santo Stefano Magra di
contestare il sito oltre che il progetto a prescindere da eventuali prescrizioni
di mitigazione e sulla base di questo mandato ci siamo mossi. Questa non è una scelta dettata da pregiudizio politico ma si fonda su un principio rilevante della procedura di VIA/PAUR oggetto di questo progetto: la specificità del sito a prescindere dal progetto perché se il sito è sbagliato è altamente probabile che questo limite non sia mitigabile con singole prescrizioni. Se qualcuno vuole
contestare tutto questo lo può fare in termini politici, ma se mette in
discussione la strategia legale all’interno di quel mandato deve spiegare cosa
abbiamo sbagliato fino ad ora e lo deve fare citando leggi, giurisprudenza e
dottrina. Ci sono ottimi avvocati amministrativisti in provincia di Spezia che possono essere
consultati in materia!
La
questione quindi è chiarissima e può essere contestata, in termini legali, solo
in un modo: dimostrando che il sito di Saliceti è nella pianificazione e quindi
la procedura seguita fino ad ora è legittima. Ma se fosse vero questo, e va
dimostrato nel merito tecnico giuridico, chi vuole realizzare il biodigestore
avrebbe portato a casa almeno due terzi del risultato l’ultimo terzo lo lascio
alle questioni di merito che dovranno essere valutate in sede di procedimento
unico di VIA e Autorizzazione, il c.d. PAUR tutt’ora in corso.
Questo
è quello che volevo chiarire, se poi qualcuno avrà ancora voglia di gettare
sospetti sulla mia persona e sul mio operato lo faccia pure io non risponderò
alle illazioni ma solo alle critiche di merito giuridico amministrative, perché
quello è il ruolo che in questa vicenda sto svolgendo e vi assicuro nessun
altro.
Aggiungo
solo, consentitemelo visto il letame che si sta spargendo da mesi su di me
arrivando a darmi del “procacciatore di
consulenze”, che tra non molto
vedremo invece chi userà la vicenda del biodigestore per costruirci il proprio
consenso elettorale, io non sarò di sicuro tra questi.
La storia, a breve, rivelerà la sostanza che sta dietro alle parole di tutti comprese le mie
ovviamente e se alla fine fossimo costretti ad andare di fronte alla giustizia amministrativa del risultato giuridico mi assumerò professionalmente tutte le responsabilità come ho sempre fatto nel bene e nel male.
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