Leggendo
le critiche di maggioranza di Centro Destra e minoranza PD alle posizioni del consigliere
comunale Massimo Baldino Caratozzolo sembra che sul porto a Spezia abbiano
diritto di parola solo quelli che lo incensano senza se e senza ma.
Il
giochino è classico: estremizzare le posizioni per riprodurre l'idiota
contrapposizione ambiente e lavoro.
In
realtà e al di la dello studio Enea sul futuro dell’area Enel che peraltro
parla poco del porto fornendo dati riciclati da altri studi ben più corposi, centro
destra e PD spezzini se avessero voglia di discutere nel merito dovrebbero
occuparsi di ben altri temi .
Per esempio relativamente al futuro dei
trasporti commerciali marittimi dovrebbero analizzare quello che viene definito
Belt and Road Initiative Progetto che prevede l’apertura di due corridoi
infrastrutturali fra Estremo Oriente ed Europa ricalcando le antiche vie della
seta: uno terrestre (Silk Road Economic Belt) e uno marittimo (Maritime Silk
Road).
Secondo esempio:
sull’evoluzione dei traffici container tutti gli studi ufficiali la crisi
durerà ancora almeno fino al 2020 a causa della continua guerra sui prezzi di
carico e la persistente situazione di overcapacity soprattutto nei container
Terzo esempio
non si fermerà nei prossimi anni il gigantismo navale, ma questo comporterà per
gli scali costi enormi per adeguare le proprie banchine, costi che favoriranno
solo le grandi compagnie ma svuoteranno ulteriormente le casse pubbliche senza
che tutto ciò sia per ora valutato nel rapporto costi pubblici e benefici
complessivi per l’area vasta intorno ai porti. Ma gli addetti ai lavori
sostengono che la capacità di stiva delle navi portacontainer cresce più della
domanda e i porti che investono e investiranno sulle infrastrutture per
accoglierle queste mega navi rischiano di fare o aver fatto un lavoro inutile
pagato con i soldi di tutti noi cittadini. Vedi questo post QUI.
Tutto ciò rapportato a
Spezia fa pensare che l’attuale PRP sotto il profilo logistico e della economia
portuale è tutto fondato su scenari economici vecchi di 30 anni.
Allora tanto per essere
chiari il punto non è essere a favore o contro il porto semplicemente perché è
una contrapposizione senza senso. Il punto è invece come valutare lo sviluppo
del porto non solo dal punto di vista delle società di trasporto container ma
dell’economia cittadina oltre che ovviamente dell’ambiente.
In questo senso
occorrerebbe che gli ulteriori sviluppi di banchine e infrastrutture fossero
oggetto di studi adeguati come quelli di
impatto portuale vedi QUI.
Quindi non si tratta di
“bloccare” nessuna economia, tanto meno quella spezzina. Ma la comunità
spezzina, in tutte le sue articolazioni di interessi, deve attrezzarsi per
promuovere scelte ponderate,condivise e sostenibili ambientalmente ed
economicamente. In primo luogo questo lo deve fare la nuova Amministrazione
Comunale se non vuole ridursi a spettatore passivo di scelte di altri.
Come dimostrano i contenuti espressi nei post sopra linkati gli aggettivi alle
scelte sopra riportati non sono slogan ma metodo di governo delle scelte
strategiche.
La recente riforma ex DLgs
232/2017 (vedi QUI)
riduce ulteriormente il ruolo dei Comuni. Occorre compensare tutto ciò con con
metodi di valutazione e decisione che favoriscano la condivisione perché
valutare non è decidere ma mettere in condizione il decisore di fare scelte
ponderate di tutti gli interessi in campo. Le migliori esperienze dai porti
europei lo dimostrano... Il Porto non finisce nel perimetro delle banchine!
Questa città, lo dico e
scrivo da tempo,merita un dibattito pubblico all’altezza delle scelte
strategiche che ha di fronte. Questa città avrebbe bisogno di una GULF
COMMUNITY e l'Amministrazione comunale la deve promuovere e sapere
rappresentare non con i discorsi e gli slogan ma con l'azione amministrativa e
di progettualità anche culturale nell'ambito delle sue competenze.
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