mercoledì 22 novembre 2017

Quello che nessuno dice e scrive sul bonus carburante per il rigassificatore di Panigaglia

A leggere mass media e dichiarazioni di politici e amministratori è tutto un "tripudio" sul bonus carburanti per "compensare" la presenza del rigassificatore di Panigaglia.
Nessuna voce fuori dal coro, tutti gongolanti come se avessero fatto vincere al totocalcio una parte di spezzini e residenti di Portovenere.
In realtà le cose non stanno per niente così...



NESSUNO che sottolinei la miseria anche quantitativa di questa monetizzazione del rischio salute e incidente industriale: 450 euro a 4.800 residenti nei Comuni di Portovenere e nella circoscrizione 1 del Comune della Spezia. La presenza del rigassificatore e il suo ipotizzato ampliamento quale diseconomie ha prodotto ad un area di pregio come quella del sito dove è attualmente collocato?. Qualcuno ha mai calcolato queste esternalità? Eppure ci sono i sistemi e i metodi per farlo. Magari si sarebbe scoperto che sono ben altre le cifre che spetterebbero al territorio. Chi se non i rappresentanti diretti dei cittadini (Sindaco di Portovenere prima di tutto) avrebbero dovuto fare questi calcoli.   450 euro una tantum a qualche migliaio di cittadini quando il rischio derivato dall’impianto riguarda potenzialmente l’intero golfo non è una miseria è una cialtroneria!

NESSUNO che sottolinei come questi soldi abbiano aspetti di incostituzionalità visto che si danno solo ai patentati mentre consisterebbero in una compensazione territoriale.

NESSUNO che spieghi l’enorme pasticcio normativo che sta dietro questo bonus. Il decreto di istituzione del bonus idrocarburi usa fondi, che spetterebbero in gran parte alla Basilicata, per territori in cui le attività non contribuiscono ad alimentarlo. In particolare il fondo per la riduzione del prezzo alla pompa, dei carburanti, alimentato per lo più dalle royalty della regione Basilicata, dovrà essere ridistribuito anche a quelle regioni dove non si producono idrocarburi, ma sono ospitati impianti di rigassificazione. Un’attività che non genera royalty e quindi non alimenta il Fondo idrocarburi, in quanto non è un processo produttivo, ma una trasformazione di uno stato fisico (liquido) a un altro (gassoso).  Così ha deciso il Consiglio di Stato su ricorso della Regione Veneto. Peccato che poi norma successiva abbia escluso il bonus per i rigassificatori offshore (vedi quello al largo dell’Adriatico: Porto Viro)  a dimostrazione dell’enorme pasticcio normativo che sta dietro questa “marchetta territoriale”.
               
NESSUNO che si occupi della situazione reale del rigassificatore, di quanto stia rispettando la normativa sulla prevenzione del rischio di incidente, vedi QUI.


NESSUNO che abbia analizzato l’aumento dei rischi di incidenti nel nostro golfo in mare prima di tutto ma anche a terra del nuovo progetto, vedi QUI.


NESSUNO che parli del rischio attacco terroristico a questo impianto e della adeguatezza delle misure predisposte per prevenirlo, vedi QUI e QUI.


NESSUNO che abbia letto la norma (NOTA 1) da cui proviene questo bonus e i possibili utilizzi diversi da questa "marchetta" elettorale di bassa lega. Secondo l’articolo 1 del Decreto 12 novembre 2010 (modificato nel 2014): “il  «bonus idrocarburi» può essere attribuito direttamente, ovvero mediante altre forme agevolative”. In questo ultimo riferimento ci sarebbe lo spazio per Convenzioni Regione Comune interessato (nel nostro caso Portovenere) per usare diversamente  ed in modo più equo e sensato queste risorse.  Ma chissà perché i nostri amministratori quando si tratta di studiare deroghe a tutela dell’ambiente portano sempre difficoltà insormontabili, le deroghe in danno dell’ambiente invece scorrono via veloci nella loro approvazione. 

Quindi con questi soldi si poteva contribuire a finanziare attività serie di prevenzione del rischio da incidente industriale nell’interesse di tutti e non solo di 4mila persone. In particolare:
1. misure informative della popolazione mai attuate dal Comune di Portovenere se non in minima parte;
2.  elaborazione da parte dl Comune dell’elaborato tecnico “Rischio di  incidenti  rilevanti” da allegare e integrare nel Piano Urbanistico Comunale, al fine di pianificare il territorio nelle aree limitrofe allo stabilimento (il rigassificatore nel nostro caso) in modo da prevenire situazioni di rischio e soprattutto  evitare di aumentarlo questo rischio costruendo in modo non coordinato con le esigenze, ad esempio, di una eventuale evacuazione in caso di incidente. Per costruire o costruito si fa riferimento non solo agli edifici ma anche alle infrastrutture e ogni attività che possa aumentare il rischio incidentale;
3. redigere una valutazione integrata di impatto ambientale e sanitario dell’area interessata (Le Grazie, Fezzano come minimo) dal rigassificatore, ma non solo da questo ovviamente se parliamo di impatti sul territorio di Portovenere;
4. Promuovere un tavolo tecnico nel quale verificare lo stato di aggiornamento di documenti fondamentali per la prevenzione del rischio di incidente nel rigassificatore di Panigaglia: Rapporto di Sicurezza di competenza di Snam, Piano di emergenza esterno (Prefetto e Comitato Tecnico Regionale), Esercitazioni di simulazione di incidente con il coinvolgimento della popolazione, stato di attuazione della normativa sugli impianti critici ex DLgs  61/2011 (Analisi di rischio, Piano di Sicurezza, coordinamento di questi con il Rapporto di Sicurezza);


NON SONO STUPITO di tutto quanto sopra. L’opinione pubblica in questa città è teleguidata da sempre e il cambiamento di colore politico in varie amministrazioni locali nulla ha cambiato. Rimozione dei problemi, propaganda di bassa lega, politica della immagine, promozione della incompetenza e comunque della appartenenza che limita la competenza anche quelle poche volte che c’è.





[NOTA 1] Decreto Ministeriale 12 novembre 2010 (come modificato dal Decreto Interministeriale 7 agosto 2014), per il testo coordinato di questo decreto vedi QUI.

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