Il
deputato Quaranta , peraltro conosciuto a Spezia per l’operazione che
portò SEL a schierarsi con Federici forzando lo statuto di questo Partito
(vedi QUI) ha
presentato una interrogazione al Ministro dell’Ambiente finalizzata a
richiedere una revisione della recente autorizzazione integrata ambientale (di
seguito AIA) alla centrale a carbone spezzina.
Francamente
non capisco come si possa chiedere, come fa questa interrogazione del deputato
di SEL, ad un Ministro di rivedere la
autorizzazione della centrale a carbone spezzina basandosi solo sulla richiesta
di applicare alla centrale di Vallegrande il modello di analisi di Vado che ha
portato alla chiusura di quella centrale come è noto.
Esprimo
questa affermazione netta non certo perché io pensi che quel modello da un
punto di vista scientifico non sia valido (vedi QUI) ma
perché un conto è chiedere di applicare una metodologia scientifica di
valutazione dell’impatto sanitario alla centrale di Spezia altro è inserire una
tale richiesta dentro una procedura credibile da un punto di vista tecnico ma
soprattutto giuridico amministrativo.
Una
richiesta come quella del deputato Quaranta, come dovrebbe sapere chiunque
abbia un minimo di conoscenza della normativa in materia di AIA, non ha
alcun fondamento legale.
Ne
si può usare l’argomentazione, sempre usata dal deputato in questione, sulle prossime modifiche della normativa
europea sulle emissioni da grandi impianti di combustione, intanto perché fino
a che non saranno in vigore queste norme non saranno applicabili e lo saranno
quando verranno recepite dallo stato italiano quindi minimo tra 3-5 anni (per
capirci 2019-2020). Tanto è vero che
solo recentemente il nostro Stato ha recepito nell’ordinamento italiano, con il DLgs 46 del 4/3/2014, la Direttiva 2010/75/UE relativa alle emissioni industriali (prevenzione e riduzione
integrate dell’inquinamento). Quindi 4 anni di distanza!. Quindi intanto si chieda di applicare questo
nuovo Decreto Legislativo in vigore da marzo 2014. In realtà, come è noto agli
addetti ai lavori, la Direttiva 2010/75/UE era in gran parte già stata recepita
dall’ultima versione del DLgs 152/2006
Il
punto quindi non è quello delle nuove Direttive ma di applicare correttamente quanto
previsto dalla
vigente normativa europea e nazionale.
Con
richieste come quella del deputato Quaranta, si permette al Ministro di rispondere
"picche" con adeguate motivazioni legali (vedi QUI).
In
realtà lo strumento per chiedere la revisione anzi per impugnare, il Decreto di rilascio dell'AIA (ma sotto il profilo della impugnazione il termine
è scaduto nella ignavia di partiti e associazioni ambientaliste nazionali!)
c'era ed era quella del mancato rilascio del parere sanitario da parte dei due
Sindaci interessati (Spezia ed Arcola).
Ma, nonostante questo altro autogol di partiti e associazioni anti carbone sulla mancata impugnazione del Decreto AIA, ad oggi, come ho spiegato nei miei post sul mio blog sezione Centrale Enel vedi QUI e QUI, si può formulare una richiesta di avvio della sospensione poi revisione dell'AIA sulla base delle numerose violazioni alle prescrizioni che, l'AIA rilasciata nel 2013,
imponeva ad Enel ed enti pubblici vari, magari diffidando apertamente questi ultimi ad agire pena azione legali verso gli amministratori pubblici ad esempio per omissioni in atti di ufficio, a partire dagli obblighi del Sindaco come massima Autorità Sanitaria nel territorio comunale (vedi QUI).
Quindi
senza voler mettere in discussione la buona volontà di chi ha steso la
interrogazione in questione credo si debba partire dalla suddette violazioni,
cioè mancato parere sanitario e non
rispetto delle prescrizioni dell’AIA, per poter chiedere con un minimo di
credibilità giuridico amministrativa la revisione dell'AIA: vedi
QUI e QUI. Ovviamente
il Ministro risponderà anche in questo caso “picche” ma almeno non avremo
regalato argomenti per giustificare formalmente e legalmente queste “picche”.
Tutto
quanto sopra al netto una eventuale azione della magistratura spezzina. Se i magistrati
della Procura di Spezia decideranno di prendere provvedimenti concreti e
motivati alla luce dei numerosi esposti
del Comitato Speziaviadalcarbone imponendo
una perizia apposita come a Vado, allora si che il modello Vado sarebbe applicabile al caso Spezia!
Quindi
al deputato Quaranta, che ha proposto questa interrogazione, scrivo con amicizia ma anche con fermezza: la
battaglia per superare il carbone nella centrale Enel di Spezia è già di per se
molto complessa e difficile, evitiamo di regalare palle agli avversari per favore!
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