lunedì 18 agosto 2014

Revisione AIA alla centrale Enel: evitiamo interrogazioni ministeriali da autogol!

Il deputato  Quaranta , peraltro conosciuto a Spezia per l’operazione che portò SEL a schierarsi con Federici forzando lo statuto di questo Partito (vedi  QUIha presentato una interrogazione al Ministro dell’Ambiente finalizzata a richiedere una revisione della recente autorizzazione integrata ambientale (di seguito AIA) alla centrale a carbone spezzina.  

Francamente non capisco come si possa chiedere, come fa questa interrogazione del deputato di SEL,  ad un Ministro di rivedere la autorizzazione della centrale a carbone spezzina basandosi solo sulla richiesta di applicare alla centrale di Vallegrande il modello di analisi di Vado che ha portato alla chiusura di quella centrale come è noto.


Esprimo questa affermazione netta non certo perché io pensi che quel modello da un punto di vista scientifico non sia valido  (vedi QUIma perché un conto è chiedere di applicare una metodologia scientifica di valutazione dell’impatto sanitario alla centrale di Spezia altro è inserire una tale richiesta dentro una procedura credibile da un punto di vista tecnico ma soprattutto giuridico amministrativo.  

Una richiesta come quella del deputato Quaranta, come dovrebbe sapere chiunque abbia un minimo di conoscenza della normativa in materia di AIA, non ha alcun fondamento legale.  

Ne si può usare l’argomentazione, sempre usata dal deputato in questione,  sulle prossime modifiche della normativa europea sulle emissioni da grandi impianti di combustione, intanto perché fino a che non saranno in vigore queste norme non saranno applicabili e lo saranno quando verranno recepite dallo stato italiano quindi minimo tra 3-5 anni (per capirci 2019-2020).  Tanto è vero che solo recentemente il nostro Stato ha recepito nell’ordinamento italiano, con il DLgs 46 del 4/3/2014,  la Direttiva 2010/75/UE relativa alle emissioni industriali (prevenzione e riduzione integrate dell’inquinamento). Quindi 4 anni di distanza!.  Quindi intanto si chieda di applicare questo nuovo Decreto Legislativo in vigore da marzo 2014. In realtà, come è noto agli addetti ai lavori, la Direttiva 2010/75/UE era in gran parte già stata recepita dall’ultima versione del DLgs 152/2006
Il punto quindi non è quello delle nuove Direttive ma di applicare correttamente quanto previsto dalla vigente normativa europea e nazionale.

Con richieste come quella del deputato Quaranta,  si permette al Ministro di rispondere "picche" con adeguate motivazioni legali (vedi  QUI). 

In realtà lo strumento per chiedere la revisione anzi per impugnare, il Decreto di rilascio dell'AIA (ma sotto il profilo della impugnazione il termine è scaduto nella ignavia di partiti e associazioni ambientaliste nazionali!) c'era ed era quella del mancato rilascio del parere sanitario da parte dei due Sindaci interessati (Spezia ed Arcola).

Ma, nonostante questo altro autogol di partiti e associazioni anti carbone sulla mancata impugnazione del Decreto AIA, ad oggi, come ho spiegato nei miei post  sul mio blog  sezione Centrale Enel vedi  QUI e QUI,  si può formulare una richiesta di avvio della sospensione poi revisione dell'AIA sulla base delle numerose violazioni alle prescrizioni che, l'AIA rilasciata nel 2013, imponeva ad Enel ed enti pubblici vari, magari diffidando apertamente questi ultimi ad agire pena azione legali verso gli amministratori pubblici ad esempio per omissioni in atti di ufficio, a partire dagli obblighi del Sindaco come massima Autorità Sanitaria nel territorio comunale (vedi QUI).

Quindi senza voler mettere in discussione la buona volontà di chi ha steso la interrogazione in questione credo si debba partire dalla suddette violazioni, cioè  mancato parere sanitario e non rispetto delle prescrizioni dell’AIA, per poter chiedere con un minimo di credibilità giuridico amministrativa la revisione dell'AIA: vedi  QUI e QUIOvviamente il Ministro risponderà anche in questo caso “picche” ma almeno non avremo regalato argomenti per giustificare formalmente e legalmente queste “picche”.

Tutto quanto sopra al netto una eventuale azione della magistratura spezzina. Se i magistrati della Procura di Spezia decideranno di prendere provvedimenti concreti e motivati alla luce dei numerosi esposti del Comitato Speziaviadalcarbone  imponendo una perizia apposita come a Vado, allora si che il modello Vado sarebbe applicabile al caso Spezia!

Quindi al deputato Quaranta, che ha proposto questa interrogazione, scrivo  con amicizia ma anche con fermezza: la battaglia per superare il carbone nella centrale Enel di Spezia è già di per se molto complessa e difficile, evitiamo di regalare palle agli avversari per favore! 



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