Ieri (17 agosto) ho partecipato ad una bella e
soprattutto interessante iniziativa alla Festa del Libro nella splendida
cornice del paese di Montereggio. Si discuteva sul libro "Il Golfo dei
Veleni" con l'autrice Sondra Coggio e l’Avvocato
Valentina Antonini.
Si è parlato anche dei legami Stato Mafia in rapporto al trasporto e gestione illegale dei
rifiuti pericolosi e radioattivi.
Qualcuno può e potrà pensare che un legame diretto
stato mafia e/o organizzazioni criminali in generale, ma soprattutto sul tema
rifiuti, sia una affermazione forte. In realtà non è così non solo perché numerosi sono i riscontri a cominciare proprio da quelli che troviamo nel libro
di Sondra Coggio ma perché quello che si dimentica, e Spezia ne è un esempio
clamoroso, il brodo di coltura delle invasioni della criminalità organizzata
nella gestione dei rifiuti, e non solo, è quello della cultura
paramafiosa
Di questo concetto di cultura paramafiosa viene data
una perfetta nozione in Mafia Enciclopedia delle Scienze Sociali
(ed. 1996), definizione che riporto di seguito: “una subcultura locale non
necessariamente collegata a manifestazioni delinquenziali, oppure una modalità
di esercizio del potere, o anche un'attitudine alla corruzione politica e/o
affaristica”.
D’altronde la prima riflessione alta sul fenomeno
mafioso (Leopoldo Franchetti “Inchiesta in Sicilia” 1876) poneva al centro il
tema della politica e dell'amministrazione locale, il problema di una classe
dirigente abituata a considerare le istituzioni strumento di sopraffazione,
incapace di sollevarsi sino alla concezione moderna della legge
impersonale e uguale per tutti. Dietro gli aspetti manifestamente
delinquenziali della mafia, c’è un substrato di cultura di governo e di
mentalità che potremmo definire para mafiosa cioè propedeutica a creare un
clima che può favorire illegalità nonché uso spregiudicato della cosa pubblica
in mano a gruppo privati di interesse.
Questo modello para mafioso è stato ben definito
dal Procuratore Anti Mafia Pietro Grasso (Ottobre 2006
discorso tenuto a Crotone): “...quelle forme di degenerazione
dei rapporti fra cittadini, istituzioni pubbliche e private ai vari livelli,
che ormai hanno sviluppato una sorta di comportamenti assimilabili alle
pratiche mafiose che privilegiano i furbi, i raccomandati, i faccendieri, a
scapito delle persone perbene, oneste, capaci, competenti e meritevoli che
vengono mortificate e bollate come ingenue. Queste pratiche squallide e
deplorevoli, indirettamente diffondono nel tessuto sociale l’idea che la strada
per raggiungere un risultato non è lo studio, l’impegno, l’acquisizione di una
formazione seria e specifica, la moralità, bensì la conoscenza della persona
giusta, vicina al potente di turno che spianerà la strada per andare a
ricoprire un ruolo che invece non spettava. Una mansione magari delicata,
importante per il funzionamento della macchina amministrativa, o strategicamente
delicata per scelte di indirizzo politico-economico, dove si richiederebbero
proprio quelle competenze e integrità morale che invece sono state
scandalosamente mortificate. Come si comporterà il beneficiario di simile
ruolo? Sarà improvvisamente folgorato sulla via di Damasco e diventerà
integerrimo ed irreprensibile? Non siamo così ingenui per crederci ! È molto
più probabile che costui vestirà i panni dell’arrogante autoritario, qualità
tipica dell’ignorante che è stato messo a ricoprire un ruolo che non è capace
di svolgere.”
Questa descrizione sembra ritagliata su molte parti
istituzionali e politiche del nostro paese ma altrettanto ed ancora di più
sul sistema di potere locale spezzino:
1. sulle sue modalità di autorigenerazione attraverso la
cooptazione
2. sulle sue modalità di gestione,
3. sulle sue modalità di controllo sociale,
4. sulle modalità di emarginazione dei c.d.
dissenzienti.
Le vicende
spezzine delle discariche abusive e illegali di Pitelli , della inchiesta
sulle navi dei veleni, del ritardata e non completa bonifica dell'area ex IP,
delle numerose illegalità non adeguatamente sanzionate nella gestione della
centrale enel di Spezia, della indagini epidemiologiche mai avviate, della
opaca realizzazione prima e cattiva gestione dell'impianto di trattamento
rifiuti di Saliceti, tanto per fare alcuni esempi, ci ricordano lo
stretto legame tra Cattiva amministrazione (intesa in questo caso come inesistenza di una corretta politica di
gestione dei rifiuti), e l'opacità amministrativa. Senza
opacità amministrativa non c’è cattiva amministrazione e a sua volta la cattiva
amministrazione è il presupposto, il leviatano della illegalità.
Cosa intendo per opacità amministrativa? Fondamentalmente tre sono i sintomi
della opacità:
1. Istruttorie non
adeguate propedeutiche alle decisioni.
2.Vigilanza
superficiale e non pianificata sulle attività autorizzate ed inquinanti.
3. Mancanza di
trasparenza non solo sotto il profilo dei principi democratici ma delle stesse
norme di legge
Quindi, quando parlo di legame tra cattiva amministrazione e opacità
amministrativa non mi riferisco solo alle scelte definitive che spettano ai rappresentanti istituzionali
preposti ex lege, ma :
1. al
modo in cui si arriva a queste decisioni: dati informativi, analisi, interessi
che muovono le diverse scelte, scenari a confronto
2. al
modello di governo nel cui ambito si sviluppano, concludono e attuazione tali
decisioni
3. al ruolo che i cittadini hanno in tutto questo
In altri termini mi riferisco alla fase
della ponderazione degli interessi o meglio alla fase di valutazione
secondo il principio per cui valutare non è decidere ma mettere il decisore
nelle condizioni di definire scelte nel massimo interesse generale e
soprattutto trasparenti e partecipate.
Qui si gioca la partita della democrazia
oggi, qui si gioca la ricostruzione della fiducia nelle istituzioni, qui si
gioca la partita della prevenzione della illegalità.
Un contributo decisivo in questo senso
lo possono e lo devono giocare non solo i politici ma anche i dirigenti
(tecnici e burocrati) della pubblica amministrazione che invece, spesso e
volentieri, nel nostro territorio svolgono, non la funzione superpartes a cui
sarebbero chiamati per legge, ma sono dichiaratamente di parte a sostegno di
questa o quella giunta.
Ecco quindi che la opacità
amministrativa è pienamente dentro la definizione della definizione di logica
paramafiosa riportata nella prima parte di questo post. Una logica ben disvelata dal libro di
Sondra Coggio sulle navi dei veleni e non solo...
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