Per
giustificare la scelta del biodigestore a Vezzano Ligure la Dirigente della
Regione Liguria (precisamente vice direttore generale) in materia ambientale
scrive ai Comitati e Associazioni Ambientaliste: " Il Piano Regionale rifiuti del 2015 ha individuato tra le
priorità la realizzazione di impianti per trattare il rifiuto organico
IDEALMENTE INTEGRATI IN POLI IMPIANTISTICI INTEGRATI".
Non
commento la frase , chiunque abbia un minimo, non dico di nozioni ambientali,
ma di conoscenza della lingua italiana penso possa farsi una idea di chi decide
le questioni ambientali in Liguria.
D'altronde
questa è la dirigente che:
1. con meri rapporti epistolari (lettera del 6 febbraio 2018 - n° prot. 2018/0041744) con il committente dell’opera decide di rimuovere una prescrizione di VIA
(decisa dalla Regione stessa attraverso un procedimento formale) relativamente
al progetto di biodigestore ad Isola del Cantone (Genova);
2. che ritiene che la VIA ex post
non è applicabile in Liguria solo perché la Regione ha abrogato la legge
regionale sulla VIA. Dimenticando che applicare la VIA a impianti e progetti
che non l’hanno avuta violando la legge è un principio di diritto comunitario
sancito da numerose sentenze della Corte di Giustizia e della Corte
Costituzionale (vedi QUI)
e da ultimo anche dal Consiglio di Stato (QUI);
3.
che, in una Commissione Consiliare Regionale, confonde, volutamente altrimenti
sarebbe ancora più grave, il numero che definisce i codici dei rifiuti con
la definizione di rifiuto, il tutto per giustificare la scelta della giunta
Toti di chiedere nel quadro della autonomia regionale di potere escludere la applicazione della normativa dei rifiuti da vari tipologie di materiali in palese contrasto con la giurisprudenza comunitaria (QUI);
4.
che millanta inchieste pubbliche mai tenute sul Piano Regionale Rifiuti quando
anche i sassi sanno benissimo che non di Inchiesta Pubblica trattasi ma di una inutile riunione ristretta
tenuta dentro gli uffici della Regione (QUI);
5.
che in una lettera dichiara offensive le critiche, chiedendo in tono
intimidatorio di ritrattarle, che il
Comitato Sarzana che Botta, aveva
sollevato sulla partecipazione dei dirigenti regionali alla Inchiesta Pubblica
sul progetto di biodigestore proposto a Vezzano Ligure. Dimenticando che nella
Inchiesta Pubblica ( ho partecipato a molte di queste e ho scritto il
regolamento per la Regione Toscana) è inopportuna e foriera di conflitti di
interesse una partecipazione diretta e conflittuale degli stessi dirigenti che
dovranno decidere (secondo principio costituzionale di terzietà della P.A.) e
quindi concludere il procedimento di VIA all’interno del quale è incardinata l’Inchiesta
Pubblica
Potrei continuare con
altri esempi ma credo siano sufficienti quelli sopra riportati.
Io sono un convinto
assertore della terzietà della Pubblica Amministrazione nei processi
decisionali e non ho mai pensato neppure per un secondo che i dirigenti di
qualsiasi ente pubblico debbano dare ragione a comitati e cittadini a
prescindere da valutazioni obiettive e rispettose della legge e della
prevalente giurisprudenza.
Ma credo anche che ci sia
un limite nel respingere le tesi di chi critica progetti e procedure decise e
svolte in Regione e che dai comportamenti sopra citati questo limite sia stato ampiamente superato.
Il tema della terzietà
degli uffici regionali, quanto meno in materia ambientale, credo quindi debba
essere portato al centro dei programmi delle forze politiche che si candidano
al governo della Regione la prossima primavera. Ne va della credibilità della
intera istituzione Regione Liguria.
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