Come
è noto Acam ha riaperto pesantemente la
partita della discarica di Saturnia. L’ennesima discarica sulle colline di
Pitelli. Acam ha infatti presentato un
bando per l’affidamento della progettazione di questa discarica .
La
scelta di Acam ma anche del Comune di Spezia è irresponsabile per due motivi di
fondo:
1. perché il progetto,
grazie alla nuova normativa potrebbe permettere di realizzare una discarica di
rifiuti speciali potenzialmente pericolosi in un area dove doveva finire al massimo
una discarica di servizio per rifiuti urbani e assimilati frutto dell’impianto di trattamento di
Saliceti a Vezzano Ligure
2. perché il sito di
Saturnia è tutt’ora in pieno sito di bonifica di Pitelli. Un sito che è stato
fino ad ora in gran parte non bonificato compresa l’area di cui stiamo
parlando.
Ma
la partita è tutt’altro che chiusa come spiego di seguito…..
LA VERA
FINALITÀ DELLA DISCARICA DI SATURNIA SE VERRÀ APERTA
La
Discarica di Saturnia se verrà realizzata non sarà solo una discarica di
servizio per chiudere il ciclo dei rifiuti come è previsto da anni nel piano
provinciale per i rifiuti solidi urbani ed assimilati. Sarà una discarica per
rifiuti speciali, questo non solo per la quantità di materiali previsti, ben di
più di quelli che giustificherebbero la discarica di mero servizio al ciclo dei
rifiuti urbani, ma anche e soprattutto grazie alla normativa recente che ha
liberalizzato moltissimo i materiali che potrebbero finire in discarica come
quella prevista ora a Saturnia.
Sto
parlando delle c.d. terre e rocce di scavo e della normativa recente che le ha
liberalizzate. Un esempio applicativo di questa normativa lo abbiamo avuto con
il recente smaltimento dei fanghi di dragaggio di Lagora e Dorgia nella ex
discarica della Sistemi Ambientali di
Ruffino (vedi QUI).
Con
la nuova normativa il materiale
scavato può riguardare anche i riporti e soprattutto può contenere materiale
inquinante (come ho spiegato ampiamente QUI)
Non
fatevi neppure fregare con i discorsi sulla possibilità di smaltire solo inerti
nella futura di Saturnia. Il Decreto
Ministeriale 27/9/2010 (sulla ammissibilità delle
diverse tipologie dei rifiuti nelle discariche) permette la possibilità, a date
condizioni, di smaltire nelle discariche per inerti anche rifiuti
che inerti propriamente non sono.
D’altronde a
conferma di cosa si muova dietro la futura discarica di Saturnia ci sono le
dichiarazioni di una franchezza spudorata
dello stesso Sindaco Federici, in una dichiarazione ammise che a Saturnia sarebbero finiti i
fanghi verdi cioè i fanghi di dragaggio del golfo: necessari per
l’ampliamento del porto commerciale e per l’eventuale ampliamento del
rigassificatore di Panigaglia. Questi fanghi hanno come codice di
classificazione il n. 170506 e sono quindi rifiuti speciali.
Questa dichiarazione è spudorata
perché avveniva il giorno dopo che il Consiglio Comunale del 28/1/2011 aveva
approvato un ordine del giorno che condizionava la riapertura della
discarica di Saturnia:
1. alla costituzione di un osservatorio rifiuti
zero partecipato dai cittadini e associazioni ambientaliste che avrebbe dovuto
seguire tutto l’iter relativo alla riapertura della discarica sulle colline di
Pitelli
2. alla collocazione nella
discarica di solo materiale inerte
3. all’avvio
immediato dell’aggiornamento dello studio sanitario sulla zona
est della città (quella appunto comprensiva dei quartieri di Pagliari, Ruffino,
Pitelli)
Ovviamente niente di tutto questo è stato fatto.
LE DIFFICOLTÀ
NORMATIVE PER APRIRE LA DISCARICA DI SATURNIA
Ma
la discarica di Saturnia non dimentichiamolo dovrebbe rinascere in pieno sito
di Pitelli che declassificato o meno a sito regionale, sempre sito da
bonificare resta e quindi sempre ad esso continua ad applicarsi la normativa
sulle bonifiche che, con buona pace del Sindaco Federici, è la stessa sia per i
siti nazionali che regionali. Cambia solo in una cosa, l’autorizzazione alla
bonifica la da il Comune mentre nei siti nazionali il Ministero dell’Ambiente
con la Regione.
Questa
ultima non è differenza da poco, come ho avuto modo più volte di spiegare, ma
forse potrebbe non bastare perché comunque l’istruttoria complessiva per
approvare la discarica di Saturnia prevede sempre:
1. la Valutazione di Impatto
Ambientale (VIA)
2. la Autorizzazione
Integrata Ambientale (AIA)
3. il rispetto dei
parametri della normativa sulle bonifiche
Intanto non è applicabile all’apertura della discarica di
Saturnia la normativa speciale del 2011 (comma
9 articolo 57 legge 35/2011) che prevede la possibilità di riattivare impianti
esistenti senza effettuare bonifiche specifiche a condizione che si eviti di
propagare inquinanti nelle aree limitrofe e si garantisca al contempo la tutela
della salute e dell’ambiente. Questa normativa non è applicabile proprio
perché intorno all’area di Saturnia insistono aree tutt’ora inquinate e non
bonificate che non permetterebbero di realizzare le condizioni per
applicare la normativa del 2011 sopra indicata.
Inoltre l’apertura della discarica di
Saturnia, come tutte le discariche, è sottoposta a procedura di Valutazione
di Impatto Ambientale (VIA) e ad Autorizzazione Integrata
Ambientale (AIA). Queste procedure sono caratterizzate dalla necessità
di rispettare i seguenti principi:
1. specificità
del sito e quindi considerare il contesto in cui la discarica verrà
riaperta: come abbiamo visto, nel caso di Saturnia, un’area fortemente
inquinata
2. parere sanitario: il sindaco dovrà dimostrare con proprio parere obbligatorio
all’interno del procedimento di AIA che la apertura della discarica è
compatibile con la salute dei cittadini residenti nelle zone vicine alla
discarica. Difficile da dimostrare visto che permane uno stato di inquinamento
in tutta l’area vasta delle colline di Pitelli fino ai quartieri di Ruffino e
Pagliari, inquinamento mai stato oggetto di adeguate valutazione sanitarie.
3. limitato impatto
cumulativo con altre fonti inquinanti. Risulta chiara la presenza a
tutt’oggi di altre pesanti fonti di inquinamento nell’area.
Infine ai sensi della normativa sulle
bonifiche (che vale sia per i siti nazionali che regionali) non si può
aprire una discarica senza avere affrontato, almeno in termini di
messa in sicurezza il resto dell’area inquinata intorno al sito della futura
discarica (in questo caso Saturnia). Si veda in tal senso l’allegato I al
titolo V parte IV del DLgs 152/2006 (Testo unico ambientale) che contiene i
criteri di analisi del rischio propedeutica alla messa in
sicurezza/bonifica dell’area inquinata. Secondo questo allegato l’analisi del
rischio (cioè l’istruttoria utile per capire il livello/diffusione
dell’inquinamento e quindi il tipo di attività di bonifica da svolgere)
dipende prima di tutto dalle modalità di diffusione degli inquinanti
nell’area interessata dal sito da bonificare.
Quindi come si evince dai motivi sopra
elencati non è possibile autorizzare la discarica di Saturnia senza
tener conto del contesto territoriale ed ambientale in cui si collocherà la
stessa. Questo comporta una
difficoltà a rispettare i principi in materia di VIA ed AIA sopra enunciati
anche nel quadro della declassificazione del sito di Pitelli da nazionale a
regionale.
CONCLUSIONI….PER
ORA.
Ecco
perché il Comune in primo luogo con l’aiuto determinante del duo regionale
Burlando Paita ha voluto fortemente la declassificazione del sito di Pitelli da
nazionale a regionale. In questo modo la procedura suddetta verrà gestita solo
a livello locale e potranno controllarla più facilmente:
1.
la VIA è di competenza della Regione
2.
l’AIA è di competenza della Provincia
3.
i progetti di bonifica sono di competenza del Comune sia pure attraverso la
procedura della conferenza dei servizi ma a livello regionale
4.
l’Arpal (Dipartimento spezzino) seguirà la parte tecnica dei controlli senza
più ruolo dell’Ispra (l’Ente nazionale di controllo).
Ma
come dire i giochi non sono ancora fatti per niente perché i vincoli normativi
che ho citato in precedenza hanno comunque un grosso peso e non potranno essere
aggirati facilmente neppure con una gestione “casalinga” delle procedure
valutative e autorizzatorie. Certo sarà
importante anche l’azione di controllo civico di cittadini attivi, associazioni
e comitati. Vedremo.
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