Il
Sindaco Federici sul secolo XIX di oggi esterna nuovamente la sua visione
autoritaria della democrazia rappresentativa.
Una visione da costituzione
materiale, forse, ma in palese contrasto con la Costituzione ufficiale quella che
fino ad oggi disciplina la convivenza civile
e istituzionale del nostro Paese e che un Sindaco dovrebbe rispettare
proprio per mandato istituzionale prima ancora della sua collocazione politica
di parte.
Il
Sindaco secondo il comma 2 articolo 50 del Testo Unico degli Enti Locali: "rappresenta
l’ente”. Rappresenta l’ente in
riferimento al ruolo istituzionale che ricopre, quindi è garante, secondo la
legge, del rispetto dei principi costituzionali e delle regole proprie della
democrazia rappresentativa.
La legge fondamentale degli Enti Locali afferma quindi in prima battuta tale ruolo del Sindaco e, solo nei commi successivi di detto articolo 50 e negli articoli successivi, riconosce il ruolo più strettamente politico e quindi di parte in relazione ai suoi rapporti con la giunta ed il consiglio comunale compresa la maggioranza che lo sostiene.
Questo è quello che dice la legge non il sottoscritto.
Invece
per l’ennesima volta, preso dalla sua “vis polemica” che ormai lo caratterizza
da anni (soprattutto nel suo secondo mandato) ,dichiara sul secolo XIX di oggi:
“i comitati devono capire che non ci può
essere un potere d’interdizione nei confronti dei rappresentanti dei cittadini.
E il sindaco, fino a prova contraria, viene eletto dai cittadini”.
In
questa frase c’è tutta la degenerazione costituzionale che ormai qualifica le dichiarazioni
e i comportamenti di questo Sindaco.
Il
potere di interdizione delle minoranze istituzionali ma ancor di più dei cittadini non
rappresentati nelle istituzioni è il sale della democrazia rappresentativa.
Senza interdizione non c’è opposizione e senza opposizione finisce la
democrazia.
A
Spezia in questi anni al di la del merito su cui ovviamente ognuno è libero di
pensarla come crede, comitati, associazioni singoli cittadini e forze politiche
di minoranza hanno esercitato il potere di interdizione usando gli strumenti
che la legge consente:
1. mozioni,
interpellanze, richiese di consiglio straordinari nel consiglio comunale;
2. esposti,
ricorsi, appelli, assemblee, cortei, presidi, documenti di proposta, nella città.
Mai
alcun comitato ha esercitato azioni violente o usando strumento illegali e
antidemocratici.
È quindi il potere di interdizione democratico che da fastidio al Sindaco Federici? Abbia il coraggio di dirlo esplicitamente.
È quindi il potere di interdizione democratico che da fastidio al Sindaco Federici? Abbia il coraggio di dirlo esplicitamente.
E
non mi si tiri fuori la storia del “partito dei No” perché in questa città se
Acam ha fatto la fine che ha fatto, se il waterfront dopo quasi 20 anni non è
ancora partito, se il nuovo ospedale è ancora nel libro dei sogni, la
responsabilità è di chi ha amministrato la città, perché in questi casi,
purtroppo aggiungo, nessun strumento legale di interdizione è stato usato.
Allora
di cosa stiamo parlando Sig. Federici? Io dico che stiamo parlando non di potere di interdizione presunto o reale dei comitati ma di violazione palese dei
principi fondanti della Costituzione da parte del Sindaco Federici.
L’articolo 1 della Costituzione afferma che la sovranità
appartiene al popolo e questo nel senso non solo che trae origine dal
popolo ma che il popolo resta la sede della sovranità. Come afferma nel suo
bellissimo libro (Nel segno della costituzione) Lorenza
Carlassare, la prima donna ordinario di diritto costituzionale, : “Questa
concezione della sovranità esclude deleghe in bianco, esclude la democrazia di
investitura dove il popolo muto per 5 anni ha voce solo al momento delle
elezioni”.
Ecco quindi che quando Federici manifesta insofferenza
verso i poteri di “interdizione” come li chiama lui, da parte dei comitati,
lede quella idea della sovranità che fonda la cittadinanza attiva, ben
descritta da un altro padre costituente, Lelio Basso: “ indentificare
la democrazia proclamata dall’articolo 1 con la partecipazione permanente
di tutti i cittadini alla gestione della cosa pubblica.” (Per uno sviluppo
democratico dell’Ordinamento Costituzionale Italiano – 1969).
Insomma Federici nel suo delirio di onnipotenza rischia di concorrere all'assassinio della legittimità di quelle istituzioni democratiche che a
parole afferma di difendere contro “l’orda” della società civile.
Dopo resteranno in campo solo i Federici di turno nei loro
Palazzi e i cittadini passivi ostaggio entrambi dei
poteri forti, delle tecnocrazie che ormai governano di fatto i nostri territori.
Dopo resterà solo quel populismo che a parole e insulti
Federici dichiara di volere combattere!
Aggiunge
Federici nella sua intervista sul secolo XIX di oggi: “Il problema vero, in questa città, è lo scontro tra chi vuole innovare
e chi conservare”.
No egregio sig. Sindaco il problema vero in
questa città sei tu e la cultura autoritaria che esprimi senza peraltro neppure
averne l’autorevolezza. Tu sei un Sindaco che divide non solo la città ma
perfino la tua maggioranza. Quanto ai
conservatori e innovatori la distinzione facciamola nel merito, sulle singole
questioni, e forse le parti che tu
assegni a priori potrebbero essere clamorosamente rivoltate.!
P.S.
Almeno Federici eviti di dire balle oltre che insultare la democrazia. La schifezza di Piazza del Mercato non è stata frutto del dialogo (come afferma il Sindaco nella intervista al Secolo XIX) ma di un compromesso tra Comune e una lobby ristretta dei commercianti della piazza. Venne selezionato un progetto con il contributo decisivo degli stessi uffici comunale che oggi gestiscono lavori pubblici ed urbanistica, eliminando progetti migliori e anche meno costosi. Il tutto senza una vera partecipazione della città, tutta non solo di una lobby.............. Una vicenda che ricorda, almeno nel metodo, Piazza Verdi, a proposito di colpe scaricate su altri. Peraltro le associazioni ambientaliste all'epoca criticarono il progetto di Piazza del Mercato sia nella selezione che nella sua esecuzione, e l'Arci con il signor Federici dove era? ah scusate è vero Federici era in giunta, io invece mi ero già dimesso da tempo.....un po di onestà intellettuale per favore!
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