sabato 20 febbraio 2021

Sulla Centrale a carbone spezzina arriva un nuovo istituto giuridico: “la smentita di fatto”

Secondo il Sindaco di Spezia sulla continuazione dell'esercizio della centrale a carbone il Ministero dell'Ambiente avrebbe smentito "di fatto" quello dello Sviluppo Economico.

Ora francamente ognuno ha diritto di difendere propri ruoli e posizioni ma cosa sia "una smentita di fatto" in termini giuridici e quindi istituzionali francamente mi sfugge. Tra Enti le smentite avvengono sugli atti e gli atti in questione sono chiarissimi.


1. Il Decreto di autorizzazione della centrale a carbone del 2019 (AIA) afferma che la chiusura del carbone avverrà entro il 31 dicembre 2021 “fermo restando il pronunciamento del Ministero dello Sviluppo Economico in merito alla sicurezza ed affidabilità del funzionamento del sistema elettrico nazionale”.  Non solo ma  la prescrizione n°8 del Paragrafo 9.3. del Rapporto istruttorio allegato alla nuova revisione dell’AIA afferma che: ”ferma restando la fermata definitiva della unità SP2al31/12/2021 di cui alla prescrizione (6), ai sensi del SEN 2017 e del PNIEC 2019, l’utilizzo del carbone quale combustibile per la alimentazione del gruppo SP3 sarebbe stata ammissibile solamente fino al 31/12/2025”. 


2. La legge 239/2003 (confermata dalla sentenza della Corte Costituzionale n° 383 del 2005) stabilisce che per esigenze di copertura del fabbisogno sulle rete elettrica il Ministero dello Sviluppo Economico può mantenere in esercizio centrali esistenti sulla base di “motivata e documentata segnalazione del Gestore della rete di trasmissione” cioè Terna. Quindi il Ministro decide non sulla base di una sua discrezionalità amministrativa ma sulla base di un parere tecnico vincolante. Solo con un nuovo parere tecnico del Gestore della Rete il Ministro può modificare la sua decisione.

 

3. La lettera del Ministero dell’Ambiente (QUI), come sa bene il Sindaco, non smentisce nulla ma si limita a riaffermare quanto si sa dal dicembre del 2019 in quanto riportato nel Decreto AIA:  il decreto è in vigore (ci mancherebbe altrimenti Enel avrebbe commesso un reato), la centrale a carbone chiuderà nel 2021 salvo esigenze di stabilità del sistema elettrico nazionale. La lettera non smentisce assolutamente la nota del Ministero dello Sviluppo Economico che manifestava la necessità di continuare provvisoriamente l’esercizio della centrale a carbone. Anzi come riporto in questo passaggio si ammettono possibili “ulteriori e limitati periodo di funzionamento” della centrale spezzina.  

Ovviamente gli ulteriori periodi di funzionamento dovranno essere oggetto di protocolli di gestione al fine di definire le prescrizioni. 

Allora questo avrebbe dovuto spiegare il Sindaco  non inventarsi le “smentite di fatto”. Tutti gli atti citati sopra dimostrano che qualsiasi sia la decisione presa (continuare o no l’esercizio della centrale a carbone) questa dovrà essere frutto di passaggi tecnici e amministrativi precisi non di “fatto” ma di “atto”.


Invece che restare asserragliato nel suo fortino comunale, rifiutando ogni confronto con chi non la pensa come lui, il Sindaco dovrebbe capire che:

1. Le varianti urbanistiche da sole non fermeranno la nuova centrale a gas prima di tutto per ragioni normative come ho ampiamente spiegato in altri post 

2. La Regione non può aspettare la autorizzazione del Ministero dello Sviluppo Economico per rilasciare o meno l’Intesa, ma deve da ora impostare una strategia che impedisca la ennesima servitù energetica a Spezia condita con ulteriori periodi di funzionamento della attuale centrale a carbone

3. Insieme con la Regione chiedere formalmente al nuovo Ministro dello Sviluppo Economico (i 2 precedenti sono stati del tutto negativi sulla gestione della transizione al 2025 come ho già scritto più volte) di avviare immediatamente un tavolo di confronto che verifichi la possibilità di evitare la continuazione della centrale a carbone ma soprattutto una nuova servitù energetica con la centrale a gas.

Per fare questo occorre prima di tutto smetterla di rimuovere la normativa in materia, giocando con i comunicati di propaganda personale ma soprattutto capire che la vicenda del futuro dell’area Enel si gioca anche e soprattutto a livello nazionale e per vincerla occorre analizzare attentamente quando è stato già deciso (aste di assegnazione dei MWe) quali sono i vincoli della normativa sulla stabilità del sistema elettrico ma anche i margini di flessibilità. Se non rimettono in discussione le decisioni prese, se non si avvia un percorso per valutare che questo sia possibile producendo ipotesi alternative (come ha affermato anche il Sindaco di Arcola), ci beccheremo ancora per un certo periodo il carbone e quasi sicuramente una nuova grande centrale a gas.  Per questo sarebbe fondamentale chiedere un intervento alla Regione che ha competenze in materia di energia (non a caso ha il potere di Intesa) e che se intervenisse con una sua strategia valorizzerebbe anche le scelte del Comune di Spezia a cominciare dalla variante urbanistica.

 

 

 

 

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