lunedì 15 febbraio 2021

Chiusura del carbone a Spezia: come stanno le cose …

Mi dispiace dovere correggere le posizioni del Sindaco di Spezia espresse oggi sulla lettera del Ministero dell'Ambiente (QUI) in relazione alla questione della chiusura della centrale a carbone .

Penso e l’ho scritto più volte da oltre due anni che le maggiori responsabilità, sia sulla attuale gestione della centrale a carbone che del progetto di centrale a gas che dovrebbe sostituirla, siano del Governo Nazionale. Però ci sono delle questioni  che devono essere chiarite pena  creare una grossa confusione tra i cittadini spezzini.

 

Il Sindaco sostiene che l’ultima lettera del Ministero, dove si dichiara che è confermata la chiusura del carbone al 31 dicembre 2021 contenuta nella vigente autorizzazione, è frutto della condizione posta da lui al Ministero. La condizione sarebbe che se la centrale a carbone resta in funzione Enel dovrà ristrutturarla profondamente con investimenti milionari. Ergo il Governo colpito da questa ferma richiesta del Sindaco avrebbe deciso di confermare la chiusura della centrale.

In questa teoria ci sono molte cose che non tornano e le elenco di seguito:

 

1. intanto semmai degli investimenti dovrebbe essere preoccupato Enel non il Governo

2. in secondo luogo la questione posta dal Sindaco nel modo in cui la esprime è totalmente irrituale. Il Sindaco può chiedere revisioni della autorizzazione e quindi della centrale ma solo attraverso una procedura specifica normata dal comma 7 articolo 29-quater del DLgs 152/2006 e non certo con dichirazioni verbali o a mezzo lettera. 

3. non è vero che per continuare a funzionare la centrale a carbone abbia bisogno di grandi investimenti. Qui si confonde la funzione che la centrale spezzina ha avuto nel passato con il ruolo che potrebbe avere da qui al massimo al 2025. Una volta la centrale funzionava come impianto di base quindi quasi sempre in funzione a parte le manutenzioni programmate. Oggi funziona solo periodicamente e solo su chiamate da parte del Gestore della Rete che ora è Terna - Rete Elettrica Nazionale Spa

4. proprio per questo perché la centrale è ora solo di servizio della stabilità e programmabilità del sistema elettrico nazionale , la legge prevede possa funzionare in deroga. La cito la legge, legge 239/2003 perché è chiarissima: “1. Al fine di garantire la sicurezza di funzionamento del sistema elettrico nazionale, assicurando la produzione in misura necessaria alla copertura del fabbisogno nazionale, con decreto del Ministro delle attività produttive, di concerto con il Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio, (( fatto salvo quanto previsto dal decreto legislativo 23 aprile 2002, n. 110, fino al 30 giugno 2005 )) e su motivata e documentata segnalazione del Gestore della rete di trasmissione nazionale S.p.a., può essere autorizzato l'esercizio temporaneo di (( singole )) centrali termoelettriche di potenza termica superiore a 300 MW, inserite nei piani di esercizio dello stesso Gestore, anche in deroga ai limiti di emissioni in atmosfera e di qualità dell'aria fissati nei provvedimenti di autorizzazione, ovvero derivanti dall'applicazione del decreto del Presidente della Repubblica 24 maggio 1988, n. 203, nonché dal regolamento di cui al decreto del Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio 2 aprile 2002, n.60.”

5. la norma suddetta è stata confermata da una sentenza della Corte Costituzionale n° 383 del 2005 che al punto 17 delle motivazioni afferma:  “I previsti poteri di deroga temporanei ineriscono, contrariamente a quanto ritiene la ricorrente, alla materia della “tutela dell'ambiente” di cui all'art. 117, secondo comma, lettera s), Cost., con la conseguenza che la loro previsione e la loro disciplina spettano alla potestà legislativa esclusiva dello Stato, senza che ricorra la necessità di quegli specifici meccanismi di collaborazione con le Regioni che questa Corte ha ritenuto indispensabili nelle ipotesi della “chiamata in sussidiarietà” cui si è fatto riferimento nel precedente par. 15. Quanto poi alla concreta allocazione in capo ad organi statali dei poteri di deroga contemplati dalle norme impugnate, va osservato che i citati poteri risultano indissolubilmente connessi con il potere principale attribuito al Ministro di autorizzare «l'esercizio temporaneo di singole centrali termoelettriche di potenza superiore a 300 MW» per le finalità di «garantire la sicurezza di funzionamento del sistema elettrico nazionale, assicurando la produzione in misura necessaria alla copertura del fabbisogno nazionale». Anche sulla base di quanto già rilevato nella sentenza n. 6 del 2004, risulta pertanto non implausibile l'attribuzione di tali poteri ad organi statali ad opera delle norme impugnate.”

6. insomma se la centrale funziona secondo il modello normativo sopra esposto non deve fare alcuna ristrutturazione.

7. d'altronde se leggiamo l'allegato tecnico alla note del Ministero pubblicata oggi risulta con chiarezza che ancora si lascia aperta la possibilità di mantenere in esercizio la centrale a carbone per la stabilità del sistema elettrico e il riferimento al rispetto delle migliore tecnologie disponibili in caso di continuazione con il carbone può essere assoggettato alle deroghe suddette (vedi sopra punti 3 e 4).

8. il Sindaco afferma che la lettera del Ministero dell'Ambiente smentisce il Ministero dello Sviluppo Economico. Questo è impossibile perchè le competenze almeno ad oggi sono diverse : l'Ambiente valuta il rispetto della autorizzazione integrata ambientale mentre lo Sviluppo Economico ha la competenza esclusiva (sulla base del parere vincolante di Terna) a garantire la continuità del sistema elettrico nazionale). Mi pare che il Sindaco sul punto abbia le idee molto confuse.


Allora che si fa?

Intanto c’è da dire (ma il Sindaco lo sa?) che Enel non ha molto interesse a tenere in piedi la centrale a carbone per un motivo molto semplice che per mantenere i ricchi incentivi del capacity market (sistema europeo per garantire la continuazione in servizio di impianti per la stabilità del sistema elettrico) deve comunque rispettare certi limiti di emissione fissati dalle norme europee che hanno introdotto il suddetto meccanismo di capacità. 

Quindi non con la richiesta del Sindaco sulle ristrutturazioni, richiesta aggirabile dalle norme sopra esposte, ma la verifica del rispetto di detti limiti di emissione e quindi la perdita degli incentivi del capacity market potrebbe mettere in difficoltà la continuazione della centrale anche se poi alla fine la decisione sarà del Ministero dell'Ambiente e del MInistero dello Sviluppo Economico sulla base del parere vincolante di Terna.  Ma parliamoci chiaro se è vero che lo strumento del mantenimento del capacity market  è più valido di quanto chiede il Sindaco occorre ben altro non solo per chiudere la centrale a carbone al più presto ma fermare la centrale a gas.

Qui torniamo alla questione che pongo da oltre due anni: occorre avviare un confronto con il Governo, usando anche la minaccia della Regione di non deliberare l’Intesa sul progetto di centrale a gas, affinchè si accelerino i progetti di potenziamento di centrali a gas esistenti nell’area Nord del Paese (1200 Mwe) come pure degli impianti di accumulo che possono servire per garantire la programmabilità degli impianti da Fonti Rinnovabili.

 

Solo così si porrebbero le condizioni non solo per la chiusura del carbone ma anche della non realizzazione della centrale a gas a Spezia.

 

Mi auguro che il Sindaco ma non solo lui comprendano che quanto scritto sopra non è frutto di una mia volontà di polemica politica ma un contributo alla soluzione della questione Enel nell’interesse di tutta la città.

 



 

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