mercoledì 18 novembre 2020

Il progetto edilizio a fianco del Parco della Maggiolina a Spezia non rispetta neppure la legge regionale sulla rigenerazione urbana

Visto che, dopo le critiche al progetto in questione  non solo da parte della opposizione ma anche da molti cittadini soprattutto residenti nella zona, la maggioranza nel Consiglio Comunale spezzino nonché gli stessi Amministratori invece di limitarsi a spiegare nel merito il progetto hanno cominciato con i soliti toni arroganti : “non sapete di cosa state parlando”, “usate l’intelligenza” , “siete prevenuti” ed infine siamo arrivati alla accusa più infamante almeno per me “dove eravate quando la sinistra governava e faceva gli scempi ambientali e urbanistici come quello dell’area ex IP”.  Dove ero io lo sanno tutti compresi gli ipocriti del centro destra: combattevo quei progetti spesso da solo o con pochi altri e di rappresentanti politici del centro destra non è ho visti quasi mai e sono in grado di dimostrarlo, quindi tacete almeno su questo ultimo punto. Vogliamo parlare per esempio dell'area ex IP parto certamente del centro sinistra ma quando il centro destra pur governando in Regione non fece un tubo per fermare quel progetto? 

Proprio perché io ho sempre tenuto, sulle questioni ambientali e territoriali, un atteggiamento fondato sul merito e non sulla logica di schieramento partitico mi permetto di illustrare di seguito come il progetto di cui ora stiamo parlando, al di la che non sia condiviso in termini edilizi ed urbanistici,  non rispetti, nei suoi principi fondanti, la stessa legge regionale sulla rigenerazione urbana approvata nel 2018 dalla maggioranza di centro destra. Vediamo perché:  

 

LA RATIO DELLA LEGGE REGIONALE 23/2018

La legge regionale ha come finalità: "...di favorire il miglioramento della qualità ambientale, paesaggistica, architettonica e sociale del tessuto edificato, individua la rigenerazione urbana quale alternativa strategica al consumo di nuovo suolo" (comma 1 articolo 1 legge regionale 23/2018).

 

 

CRITERI COSTRUTTIVI NEGLI AMBITI DI RIGENERAZIONE URBANA

Per la individuazione degli ambiti dove si vogliono realizzare progetti di rigenerazione urbana la legge regionale 23/2018 afferma al suo articolo 2 vari criteri tra cui questo:

“ L’altezza massima e la distanza tra gli edifici, laddove riguardino gruppi di edifici per i quali vengano stabilite indicazioni planivolumetriche, tipologiche, formali e costruttive di dettaglio equivalenti a prescrizioni progettuali ad efficacia vincolante, possono essere definite in sede di individuazione dell’ambito urbano a condizione che risultino idonee a garantire, sotto il profilo igienico-sanitario, urbanistico e paesaggistico, un equilibrato assetto;

All’articolo 7 la legge regionale 23/2018 afferma in relazione alla qualità edilizi degli interventi di rigenerazione urbana in ambiti appunto urbani :  “a) gli interventi devono prevedere un’organica riqualificazione mediante soluzioni architettoniche che innovino l’immagine urbana e la qualità degli spazi pubblici;

 

IL CONCETTO DI DESTINAZIONE D’USO RESIDENZIALE PER LA LEGGE REGIONALE 23/2018

E’ vero che l’articolo 3 della legge regionale 23/2018 permette, negli ambiti dover realizzare interventi di rigenerazione urbana, di mutare la destinazione urbanistica anche per usi residenziali ma questi devono consistere in:  “a) residenza, comprensiva delle civili abitazioni, delle residenze in funzione della conduzione di attività rurali e delle residenze specialistiche per alloggi protetti per anziani, studenti, disabili, case famiglia e comunità civili, religiose, assistenziali, convitti, foresterie, alloggi di servizio per il personale di attività pubbliche, studi ed uffici professionali compatibili con la residenza, strutture ricettive all'interno di unità abitative ai sensi della vigente normativa regionale in materia di attività turistico-ricettive;” (combinato disposto lettera a) comma 1 articolo 3 legge regionale 23/2018 con lettera a) comma 1 articolo 13 legge regionale 16/2008).

 

I CRITERI VINCOLANTI PER DISCIPLINARI AMBITI DI RECUPERO DI TERRITORIO AGRICOLO

L’ambito individuato per il progetto in questione fa riferimento ad una ex area agricola degradata dove si doveva applicare l’articolo 13 della legge regionale 23/2018 che fissa i seguenti criteri vincolanti per la disciplina degli ambiti di recupero del territorio agricolo:

1. Negli ambiti individuati ai sensi dell’articolo 8 per promuovere processi di recupero del territorio agricolo, devono essere osservati i seguenti criteri applicativi della vigente pianificazione territoriale regionale al fine di assicurare la qualità degli interventi ivi previsti:

a) devono essere salvaguardati gli edifici tradizionali e il loro rapporto con il territorio e i manufatti che siano testimonianza di cultura materiale, le tipologie costruttive tradizionali o di attività proto industriali quali ad esempio mulini e frantoi, opifici, fienili, calcinare, essiccatoi (comprensive delle attrezzature, dei meccanismi di funzionamento, delle canalizzazioni, delle vasche) privilegiando l’utilizzo di materiali tipici della produzione locale;

b) nei borghi e nuclei storici abbandonati gli interventi di recupero, laddove prevedano la demolizione e ricostruzione, non devono interessare edifici di valore storico-testimoniale e devono assicurare la riproposizione di caratteri tipologici tradizionali del relativo contesto privilegiando l’utilizzo di materiali tipici della produzione locale;

c) gli interventi devono assicurare il mantenimento e il recupero dei percorsi di origine storica, la loro pavimentazione e i manufatti ad essi correlati;


 

CONCLUDENDO MI SPIEGATE COSA C’ENTRANO DUE PALAZZONI DA 8 - 10 PIANI CON TUTTO QUELLO CHE HO RIPORTATO SOPRA?

Come ho già avuto modo di scrivere: il Comune non aveva soldi per recuperare l’area degradata? Poteva forse provare a scegliere altre strade progettuali e di finanziamento. Non lo ha voluto fare, questo rientra nelle facoltà della Amministrazione Comunale, ma per favore lasciamo perdere la rigenerazione urbana qui siamo di fronte ad un massiccio intervento edilizio giustificato da un parziale recupero di area verde. non è la fine del mondo ci mancherebbe visto che questa città ha visto di peggio, ma non siamo di fronte ad una rigenerazione urbana punto!

 

 

 

 

 

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