La prima mozione, presenta dal PD, impegna la Giunta Regionale a promuovere un: "approfondimento, con il più alto livello di oggettività, sulle possibili cause dei fenomeni inquinanti che possono incidere negativamente sulla mitilicoltura" ed auspica "controlli e monitoraggi con il più elevato grado di scientificità per garantire certezze agli operatori e ai consumatori".
Francamente e fuori da ogni polemica tipo: dove erano quelli del PD nei mesi scorsi quando governavano e il fenomeno dei non corretti dragaggi emergeva pubblicamente, la mozione PD appare generica e come dire poco di più di una richiesta, giusta, di rispetto della legge.... e ci mancherebbe.
La mozione presentata dai consiglieri di 5stelle entra invece nel merito della questione dragaggi e soprattutto:
1. lega questa problematica alle vicende più generali della bonifica del sito di Pitelli sia per la parte a mare che quella a terra
2. elenca puntualmente le possibili lacune informative sulla vicenda dragaggi e relativi monitoraggi, precisando quali rapporti di verifica e monitoraggio mancano alla pubblicazione
3. mette in risalto anche le contraddizioni presenti nella documentazione fino ad ora pubblicata dalla Autorità Portuale
4. individua un percorso amministrativo e tecnico scientifico sia per avviare un vero e proprio piano di bonifica del nostro golfo che per analizzare in modo esaustivo lo stato dell'inquinamento chimico e biologico del golfo e delle specie che lo abitano.
Di seguito il testo della Mozione di 5stelle (per il testo della mozione del PD vedi QUI)
I sottoscritti Consiglieri,
Vista la moria di mitili verificatasi nel Golfo della Spezia
negli scorsi mesi, rispetto alla quale,
ad oggi, nessun ente preposto per legge ne ha dimostrato con chiarezza
scientifica le cause;
Premesso che la coltivazione di mitili per la città della Spezia, ed
in generale per la sua provincia, rappresenta non solo un’attività economica
importante e che vede molte famiglie e molti uomini impegnati ed impiegati nel
settore, ma ha anche un forte impatto socio-culturale: pensiamo infatti alla
tradizione culinaria di un popolo che basa molte delle sue ricette e della sua
convivialità proprio su questo prodotto;
Considerato che dagli stessi verbali del Dipartimento Arpal di Spezia
si è dimostrato che è avvenuta una
dispersione di fanghi dai dragaggi in atto nell’area portuale, da ultimo Molo
Garibaldi, anche nel mese di maggio c.a.;
Visto che nella relazione della Autorità Portuale, pubblicata
solo da pochi giorni sul sito di questo Ente, nonostante si affermi la non
correlazione tra dragaggi e morie di mitili, si aggiunge: “in ogni caso e a
scopo cautelare è stato comunque concordato di redigere un aggiornamento del
protocollo operativo che preveda azioni controllo ispettivo da parte, se
possibile, della Capitaneria di Porto e l’istituzione di un giornale dei lavori
dal quale emergano tutti gli accadimenti incidentali, le rotture e le
sostituzioni del campo di lavori e il quantitativo di materiale movimentato”;
Considerato che:
·
ad oggi, non
risultano pubblicati i seguenti atti di verifica del rispetto del piano di
monitoraggio relativo alla attività di dragaggio da ultimo quella del Molo
Garibaldi:
in relazione al capitolato di
appalto dell’ultima attività di dragaggio (Molo garibaldi), quali:
-
per la
realizzazione del campo di bonifica e del successivo scavo a quota -11,00 è
previsto l’impiego di panne galleggianti speciali, costituite da teli in
poliestere ad alta resistenza resinati e vincolati tramite cavi di acciaio INOX
austenitico a corpi morti adeguatamente posati sul fondale marino. Le panne
dovranno corrispondere a caratteristiche tecniche e prestazionali tali da
garantirne la resistenza e la durabilità durante le operazioni di scavo dei
fondali, nonché l’impermeabilità ad eventuali particelle solide in
risospensione;
-
separazione
dell’area di scavo da quella di carico trasferimento del materiale dragato;
-
necessità di
interrompere i lavori non solo quando si verificano rotture di panne ma anche
quando vengano spostate;
-
minimizzazione od
eliminazione della perdita di materiale con conseguente ridotta produzione di
torbidità e di dispersione dei contaminanti;
-
massimizzazione
del contenuto di sostanza solida nel materiale dragato e conseguente
minimizzazione dei volumi d’acqua che richiedono trattamento e gestione;
-
collocazione sul
mezzo dragante di una vasca contenente acqua, con un adeguato franco di
sicurezza per immergervi la benna dopo lo sversamento nel pozzo di carico e
prima della successiva immersione. Tale acqua dovrà essere preleva in sicurezza
e campionata;
-
speciale cautela
nel manovrare la benna sul pontone per il prelievo dei sedimenti di dragaggio
dalla betta al fine di evitare perdite di materiale e rilascio di contaminanti
alla colonna d’acqua;
-
il trasferimento
del materiale dragato dalla draga alla nave da trasporto deve avvenire con
sistema di aspirazione proteggendo l’area di manovra con ulteriori panne
galleggianti che dovranno essere aperte solo dopo la fine dell’attività di
carico e, comunque, la betta potrà uscire solo dopo che sia stata verificata la
assenza di torbidità dell’acqua;
in
relazione al rischio eco tossicologico, in particolare:
-
tempistica e
frequenza delle indagini eco tossicologiche;
-
tipologia ed
ubicazione delle aree per il controllo microbiologico sugli organismi;
-
tempistica
e frequenza per il controllo microbiologico sugli organismi;
-
tipologia ed
ubicazione delle aree per il controllo qualitativo delle biocenosi sensibili
(es. praterie di posidonia, quindi organismi stanziali anche nelle aree
limitrofe del nostro golfo);
-
tempistica e
frequenza per il controllo qualitativo delle biocenosi sensibili;
·
nella scelta
delle tecnica di dragaggio (quella a benna) non è stata condotta una adeguata
istruttoria tecnica che mettesse a confronto le tecniche di dragaggio indicate
da pagina 127 e seguenti del Progetto Preliminare di Bonifica
dell’ICRAM.
Visto che uno studio,
commissionato dalla Autorità Portuale, sui rischi di dispersione dei fanghi
determinati dall’attività di dragaggio fa riferimento solo a due scenari
estremi:
-
rottura completa
delle panne distribuite intorno all’area di mare dragata;
-
condizioni di
mare estremamente sfavorevoli;
e che non ci sono, in questo
studio, scenari relativi a situazione più puntuali legate alla violazione
di singole prescrizioni delle attività di dragaggio, come in realtà avvenuto in
questi mesi;
Considerato che:
·
i rapporti dello
stesso Istituto Zooprofilattico, a prescindere dalle cause non ancora chiarite,
hanno sottolineato la presenza nei mitili di noduli di infiammazione, (granulocitomi),
a livello interstiziale e la degenerazione dell’epitelio ghiandolare, mentre le
branchie presentano un moderato infiltrato emocitario;
·
il quadro sopra
descritto si va ad inserire in un quadro più generale relativo al sito di
bonifica di Pitelli ad oggi caratterizzato dalle seguenti criticità:
-
nella parte a
terra: le non completate
caratterizzazioni (sia di aree civili che militari) e gli ulteriori interramenti abusivi di rifiuti
pericolosi si inseriscono in un quadro di rischio sanitario dell’area
abitata maggiormente interessata dal sito di Pitelli che è stato confermato
dalla relazione dell’Arpal denominata rischio di secondo livello;
-
nella parte a
mare: gran parte dell’area
perimetrata nel sito di Pitelli (praticamente tutto il golfo di Spezia dentro
diga) non è stata bonificata e, quindi, permane nei sedimenti marini quanto
affermato dal Progetto Preliminare di Bonifica dell’Icram (pag.102): “La
maggior parte dei sedimenti saggiati, infatti, è in grado di provocare effetti
tossicologici acuti importanti, sia nella frazione solida che liquida. Ciò
denota la presenza di miscele complesse di contaminanti di natura organica ed
inorganica in forma di concentrazione biodisponibile per gli organismi.”;
·
il progetto
preliminare ICRAM costituisce atto amministrativo vincolante per tutti gli enti
competenti e per tutte le attività insistenti nell’area del golfo interne al
perimetro del sito di Pitelli, e che tale progetto afferma: “In considerazione
del fatto che gli interventi di bonifica relativi alle diverse aree potrebbero
essere attuati in tempi diversi, dovrà essere data priorità a quelle aree in
cui livelli elevati di contaminazione dei sedimenti potrebbero determinare situazioni
di rischio sanitario-ambientale”;
·
il sito di
bonifica di Pitelli interessato dalle problematiche sopra descritte è stato,
con decreto 11 gennaio 2013, riclassificato come sito di interesse regionale (SIR)
in attuazione della legge n. 134 del 2012;
Viste le competenze della Regione in materia di SIR ex
articolo 4 l.r. n. 10 del 2009 e smi.
In particolare:
-
la
predisposizione e l'approvazione del piano regionale di bonifica dei siti
contaminati;
-
la
predisposizione e l'approvazione dei piani di intervento e bonifica per le aree
caratterizzate da inquinamento diffuso;
-
la definizione di
criteri e linee guida in materia di bonifiche di siti contaminati;
-
gli interventi da
finanziare e le
azioni da promuovere, anche in attuazione del piano
regionale;
-
l'individuazione
e la perimetrazione dei SIR, nonché
la gestione delle
conferenze di servizi relative alla messa in sicurezza e
bonifica dei siti medesimi (questa ultima, ex lettera a), comma 1, articolo 6
l.r. 10/2009), in concorrenza con i
Comuni di Spezia e Lerici relativamente al sito di Pitelli;
Considerato
che:
-
Ai sensi della
lettera c) comma 1 articolo 7 L.R. n. 10 del 2009 rientra nei poteri della
Regione definire l'ordine di priorità degli interventi nei SIR la cui realizzazione spetta alla pubblica
amministrazione,
-
il sito di
Pitelli nel decreto ministeriale istitutivo
vedeva perimetrate al suo interno: zone di discarica nelle colline di
Pitelli, le aree occupate dagli insediamenti industriali presenti
sia nell'entroterra che sulla fascia costiera dei comuni di La Spezia
e Lerici e al tratto di mare prospiciente i cui fondali siano
stati oggetto di sversamenti abusivi e nei quali abbiano recapitato o recapitino
scarichi
-
le aree così
individuate, erano caratterizzate da una significativa presenza di
attività produttive, di discariche e da gravi condizioni di degrado, e
sono collocate a ridosso dei centri abitati.
IMPEGNANO
Il Presidente della Giunta e
l’Assessore competente
affinché:
·
verifichino, in
collaborazione con tutti gli enti preposti,
l’esistenza di tutti gli atti di controllo e monitoraggio in relazione
all’attività di dragaggio previsti dalla legge e dalle autorizzazioni vigenti,
nonché le eventuali lacune di indagine;
·
avviino uno
studio, con il coinvolgimento oltre che degli enti pubblici preposti dei
rappresentanti tecnici dei mitilicoltori, sulle ragioni dello stato di
criticità della mitilicoltura;
·
avviino, con
tutte le istituzioni territorialmente interessate, un’immediata campagna di
monitoraggio integrativa di quella svolta fino ad ora, a partire dalle aree
ancora non caratterizzate, utilizzando strumenti geodiagnostici adeguati;
·
convochino la
conferenza dei servizi prevista dalla vigente normativa anche per i siti di
interesse regionale al fine di valutare la revisione/integrazione dell’attuale
caratterizzazione (verifica dei livelli di inquinamento) anche alla luce della
campagna di cui al punto 3, in particolare in relazione al livello di
permanenza del rischio eco tossicologico in atto;
·
costituiscano un
Tavolo di Lavoro tra tutte le istituzioni interessate, nonché i Ministeri
competenti (Difesa Ambiente Infrastrutture), al fine di:
-
predisporre un
piano tecnico e finanziario, anche attraverso il reperimento di risorse
private, oltre a quelle regionali, nazionali e comunitarie: utilizzando tutte
le procedure di semplificazione che la normativa ha introdotto da anni per il
coinvolgimenti dei privati nelle attività di bonifica. Il piano dovrà essere
finalizzato a sostenere il completamento della caratterizzazione del sito e la
bonifica dello stesso utilizzando un programma di interventi per scenari
tecnici ed economici;
-
promuovere la
elaborazione ed approvazione di apposito accordo di programma per l’avvio della
caratterizzazione delle aree militari interne al sito di Pitelli, verificando
anche l’opportunità di utilizzare nel caso di mancata risposta da parte dei
Ministeri competenti (Difesa ed Ambiente) nonché delle autorità militari
competenti anche i poteri di ordinanza che la legge riconosce (anche alla
Regione come pure ai Sindaci territorialmente competente nonché alla Provincia
della Spezia) anche per l’inquinamento delle aree militari nel momento in cui
questo possa produrre un danno all’ambiente e alla salute del territorio
comunale circostante
FRANCESCO BATTISTINI
ALICE SALVATORE
ANDREA MELIS
FABIO TOSI
MARCO DE FERRARI
GABRIELE PISANI
Ci sono nuove tecniche testate , brevettate e certificate ma la porto authotity de La Spezia le esclude a priori pur conoscendole da anni.
RispondiEliminaSenza benne si puó dragare e , finalmente, non inquinare