martedì 4 agosto 2015

Mozione in Consiglio Regionale su dragaggi e bonifica del Golfo: ora sia rispettata!

Il Consiglio Regionale della Liguria approva due mozioni relative alla vicenda dei dragaggi del golfo nell'area che rientra nel sito di bonifica nazionale di Pitelli.  

La prima mozione, presenta dal PD, impegna la Giunta Regionale a promuovere un: "approfondimento, con il più alto livello di oggettività, sulle possibili cause dei fenomeni inquinanti che possono incidere negativamente sulla mitilicoltura" ed auspica "controlli e monitoraggi con il più elevato grado di scientificità per garantire certezze agli operatori e ai consumatori". 

Francamente e fuori da ogni polemica tipo: dove erano quelli del PD nei mesi scorsi quando governavano e il fenomeno dei non corretti dragaggi emergeva pubblicamente, la mozione PD appare generica e come dire poco di più di una richiesta, giusta, di rispetto della legge.... e ci mancherebbe. 

La mozione presentata dai consiglieri di 5stelle entra invece nel merito della questione dragaggi e soprattutto: 
1. lega questa problematica alle vicende più generali della bonifica del sito di Pitelli sia per la parte a mare che quella a terra
2. elenca puntualmente le possibili lacune informative sulla vicenda dragaggi e relativi monitoraggi, precisando quali rapporti di verifica e monitoraggio mancano alla pubblicazione
3. mette in risalto anche le contraddizioni presenti nella documentazione fino ad ora pubblicata dalla Autorità Portuale
4. individua un percorso amministrativo e tecnico scientifico sia per avviare un vero e proprio piano di bonifica del nostro golfo che per analizzare in modo esaustivo lo stato dell'inquinamento chimico e biologico del golfo e delle specie che lo abitano. 

Di seguito il testo della Mozione di 5stelle (per il testo della mozione del PD vedi QUI)



I sottoscritti Consiglieri,

Vista la moria di mitili verificatasi nel Golfo della Spezia negli scorsi mesi, rispetto alla quale,  ad oggi, nessun ente preposto per legge ne ha dimostrato con chiarezza scientifica le cause;

Premesso che la coltivazione di mitili per la città della Spezia, ed in generale per la sua provincia, rappresenta non solo un’attività economica importante e che vede molte famiglie e molti uomini impegnati ed impiegati nel settore, ma ha anche un forte impatto socio-culturale: pensiamo infatti alla tradizione culinaria di un popolo che basa molte delle sue ricette e della sua convivialità proprio su questo prodotto;

Considerato che dagli stessi verbali del Dipartimento Arpal di Spezia si è dimostrato che  è avvenuta una dispersione di fanghi dai dragaggi in atto nell’area portuale, da ultimo Molo Garibaldi, anche nel mese di maggio c.a.;

Visto che nella relazione della Autorità Portuale, pubblicata solo da pochi giorni sul sito di questo Ente, nonostante si affermi la non correlazione tra dragaggi e morie di mitili, si aggiunge: “in ogni caso e a scopo cautelare è stato comunque concordato di redigere un aggiornamento del protocollo operativo che preveda azioni controllo ispettivo da parte, se possibile, della Capitaneria di Porto e l’istituzione di un giornale dei lavori dal quale emergano tutti gli accadimenti incidentali, le rotture e le sostituzioni del campo di lavori e il quantitativo di materiale movimentato”;

Considerato che:

·          ad oggi, non risultano pubblicati i seguenti atti di verifica del rispetto del piano di monitoraggio relativo alla attività di dragaggio da ultimo quella del Molo Garibaldi:

in relazione al capitolato di appalto dell’ultima attività di dragaggio (Molo garibaldi), quali:

-       per la realizzazione del campo di bonifica e del successivo scavo a quota -11,00 è previsto l’impiego di panne galleggianti speciali, costituite da teli in poliestere ad alta resistenza resinati e vincolati tramite cavi di acciaio INOX austenitico a corpi morti adeguatamente posati sul fondale marino. Le panne dovranno corrispondere a caratteristiche tecniche e prestazionali tali da garantirne la resistenza e la durabilità durante le operazioni di scavo dei fondali, nonché l’impermeabilità ad eventuali particelle solide in risospensione;
-       separazione dell’area di scavo da quella di carico trasferimento del materiale dragato;
-       necessità di interrompere i lavori non solo quando si verificano rotture di panne ma anche quando vengano spostate;
-       minimizzazione od eliminazione della perdita di materiale con conseguente ridotta produzione di torbidità e di dispersione dei contaminanti;
-       massimizzazione del contenuto di sostanza solida nel materiale dragato e conseguente minimizzazione dei volumi d’acqua che richiedono trattamento e gestione;
-       collocazione sul mezzo dragante di una vasca contenente acqua, con un adeguato franco di sicurezza per immergervi la benna dopo lo sversamento nel pozzo di carico e prima della successiva immersione. Tale acqua dovrà essere preleva in sicurezza e campionata;  
-       speciale cautela nel manovrare la benna sul pontone per il prelievo dei sedimenti di dragaggio dalla betta al fine di evitare perdite di materiale e rilascio di contaminanti alla colonna d’acqua;
-       il trasferimento del materiale dragato dalla draga alla nave da trasporto deve avvenire con sistema di aspirazione proteggendo l’area di manovra con ulteriori panne galleggianti che dovranno essere aperte solo dopo la fine dell’attività di carico e, comunque, la betta potrà uscire solo dopo che sia stata verificata la assenza di torbidità dell’acqua;

in relazione al rischio eco tossicologico, in particolare:

-       tempistica e frequenza delle indagini eco tossicologiche;
-       tipologia ed ubicazione delle aree per il controllo microbiologico sugli organismi;
-       tempistica e  frequenza per il controllo microbiologico sugli organismi;
-       tipologia ed ubicazione delle aree per il controllo qualitativo delle biocenosi sensibili (es. praterie di posidonia, quindi organismi stanziali anche nelle aree limitrofe del nostro golfo);
-       tempistica e frequenza per il controllo qualitativo delle biocenosi sensibili;  

·          nella scelta delle tecnica di dragaggio (quella a benna) non è stata condotta una adeguata istruttoria tecnica che mettesse a confronto le tecniche di dragaggio indicate da pagina  127  e seguenti del Progetto Preliminare di Bonifica dell’ICRAM. 

Visto che uno studio, commissionato dalla Autorità Portuale, sui rischi di dispersione dei fanghi determinati dall’attività di dragaggio fa riferimento solo a due scenari estremi:

-       rottura completa delle panne distribuite intorno all’area di mare dragata;
-       condizioni di mare estremamente sfavorevoli;

e che non ci sono, in questo studio,  scenari relativi a situazione più puntuali legate alla violazione di singole prescrizioni delle attività di dragaggio, come in realtà avvenuto in questi mesi;

Considerato che:

·          i rapporti dello stesso Istituto Zooprofilattico, a prescindere dalle cause non ancora chiarite, hanno sottolineato la presenza nei mitili di noduli di infiammazione, (granulocitomi), a livello interstiziale e la degenerazione dell’epitelio ghiandolare, mentre le branchie presentano un moderato infiltrato emocitario;

·          il quadro sopra descritto si va ad inserire in un quadro più generale relativo al sito di bonifica di Pitelli ad oggi caratterizzato dalle seguenti criticità:

-       nella parte a terra: le non completate caratterizzazioni (sia di aree civili che militari) e gli  ulteriori interramenti abusivi di rifiuti pericolosi si inseriscono in un quadro di rischio sanitario dell’area  abitata maggiormente interessata dal sito di Pitelli che è stato confermato dalla relazione dell’Arpal denominata rischio di secondo livello;

-       nella parte a mare: gran parte dell’area perimetrata nel sito di Pitelli (praticamente tutto il golfo di Spezia dentro diga) non è stata bonificata e, quindi, permane nei sedimenti marini quanto affermato dal Progetto Preliminare di Bonifica dell’Icram (pag.102): “La maggior parte dei sedimenti saggiati, infatti, è in grado di provocare effetti tossicologici acuti importanti, sia nella frazione solida che liquida. Ciò denota la presenza di miscele complesse di contaminanti di natura organica ed inorganica in forma di concentrazione biodisponibile per gli organismi.”;

·          il progetto preliminare ICRAM costituisce atto amministrativo vincolante per tutti gli enti competenti e per tutte le attività insistenti nell’area del golfo interne al perimetro del sito di Pitelli, e che tale progetto afferma: “In considerazione del fatto che gli interventi di bonifica relativi alle diverse aree potrebbero essere attuati in tempi diversi, dovrà essere data priorità a quelle aree in cui livelli elevati di contaminazione dei sedimenti potrebbero determinare situazioni di rischio sanitario-ambientale”; 

·          il sito di bonifica di Pitelli interessato dalle problematiche sopra descritte è stato, con decreto 11 gennaio 2013, riclassificato come sito di interesse regionale (SIR) in attuazione della legge n. 134 del 2012;

Viste le competenze della Regione in materia di SIR ex articolo 4 l.r. n. 10 del 2009 e smi.

In particolare:

-       la predisposizione e l'approvazione del piano regionale di bonifica dei siti contaminati;
-       la predisposizione e l'approvazione dei piani di intervento e bonifica per le aree caratterizzate da inquinamento diffuso;
-       la definizione di criteri e linee guida in materia di bonifiche di siti contaminati;
-       gli interventi da finanziare  e  le  azioni  da  promuovere, anche in attuazione del piano regionale;
-       l'individuazione e la perimetrazione dei SIR, nonché  la  gestione  delle  conferenze  di  servizi relative alla messa in sicurezza e bonifica dei siti medesimi (questa ultima, ex lettera a), comma 1, articolo 6 l.r. 10/2009),  in concorrenza con i Comuni di Spezia e Lerici relativamente al sito di Pitelli;

Considerato che:
-       Ai sensi della lettera c) comma 1 articolo 7 L.R. n. 10 del 2009 rientra nei poteri della Regione definire l'ordine di priorità degli interventi nei SIR  la cui realizzazione spetta alla pubblica amministrazione,
-       il sito di Pitelli nel decreto ministeriale istitutivo  vedeva perimetrate al suo interno: zone di discarica nelle colline di Pitelli, le aree occupate dagli insediamenti industriali presenti sia nell'entroterra che sulla fascia costiera dei comuni di La Spezia e Lerici e al tratto di mare prospiciente i cui fondali siano stati oggetto di sversamenti abusivi e nei quali abbiano recapitato o recapitino scarichi
-       le aree così individuate, erano caratterizzate da una significativa presenza di attività produttive, di discariche e da gravi condizioni di degrado, e sono collocate a ridosso dei centri abitati.

  
IMPEGNANO
Il Presidente della Giunta e l’Assessore competente


affinché:

·          verifichino, in collaborazione con tutti gli enti preposti,  l’esistenza di tutti gli atti di controllo e monitoraggio in relazione all’attività di dragaggio previsti dalla legge e dalle autorizzazioni vigenti, nonché le eventuali lacune di indagine;

·          avviino uno studio, con il coinvolgimento oltre che degli enti pubblici preposti dei rappresentanti tecnici dei mitilicoltori, sulle ragioni dello stato di criticità della mitilicoltura;

·          avviino, con tutte le istituzioni territorialmente interessate, un’immediata campagna di monitoraggio integrativa di quella svolta fino ad ora, a partire dalle aree ancora non caratterizzate,  utilizzando strumenti geodiagnostici adeguati;

·          convochino la conferenza dei servizi prevista dalla vigente normativa anche per i siti di interesse regionale al fine di valutare la revisione/integrazione dell’attuale caratterizzazione (verifica dei livelli di inquinamento) anche alla luce della campagna di cui al punto 3, in particolare in relazione al livello di permanenza del rischio eco tossicologico in atto;

·          costituiscano un Tavolo di Lavoro tra tutte le istituzioni interessate, nonché i Ministeri competenti (Difesa Ambiente Infrastrutture), al fine di:

-       predisporre un piano tecnico e finanziario, anche attraverso il reperimento di risorse private, oltre a quelle regionali, nazionali e comunitarie: utilizzando tutte le procedure di semplificazione che la normativa ha introdotto da anni per il coinvolgimenti dei privati nelle attività di bonifica. Il piano dovrà essere finalizzato a sostenere il completamento della caratterizzazione del sito e la bonifica dello stesso utilizzando un programma di interventi per scenari tecnici ed economici;

-       promuovere la elaborazione ed approvazione di apposito accordo di programma per l’avvio della caratterizzazione delle aree militari interne al sito di Pitelli, verificando anche l’opportunità di utilizzare nel caso di mancata risposta da parte dei Ministeri competenti (Difesa ed Ambiente) nonché delle autorità militari competenti anche i poteri di ordinanza che la legge riconosce (anche alla Regione come pure ai Sindaci territorialmente competente nonché alla Provincia della Spezia) anche per l’inquinamento delle aree militari nel momento in cui questo possa produrre un danno all’ambiente e alla salute del territorio comunale circostante


FRANCESCO BATTISTINI

ALICE SALVATORE
           
ANDREA MELIS 

FABIO TOSI  

MARCO DE FERRARI


GABRIELE PISANI


1 commento:

  1. Ci sono nuove tecniche testate , brevettate e certificate ma la porto authotity de La Spezia le esclude a priori pur conoscendole da anni.
    Senza benne si puó dragare e , finalmente, non inquinare

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