lunedì 5 giugno 2017

Emissioni navi nel porto: arriva l’ennesimo Protocollo ma le emissioni restano per ora

Dopo l’annuncio della firma della  Carta di Partenariato lo scorso 14 maggio: "un impegno etico e morale per la tutela del mare", arriva un altro Protocollo
(vedi QUI la notizia) in questo caso una sorta di araba fenice che periodicamente risorge dalle proprie ceneri. Si tratta del Protocollo per la elettrificazione del porto di Spezia al fine di limitare drasticamente le emissioni dalle navi che attraccano nel porto.

Guarda caso firmato a pochi giorni dalle elezioni ma si tratta di una roba vecchia più volte riproposta e mai attuata nonostante quanto prevedono normativa  e  buone pratiche nazionali e internazionali ormai da anni. 
Insomma il Protocollo è presentato come se fosse chissà quale atto rivoluzionario quando invece è un atto dovuto e peraltro in ritardo e che comunque, come vedremo in questo post, rinvia la soluzione definitiva al 2025 e soprattutto non affronta alcune questioni decisive come il monitoraggio specifico delle emissioni da navi commerciali e da crociera che attraccano nel porto di Spezia, ma lo stesso potremmo dire per gli altri porti liguri ad esempio Savona. 
 


INTANTO UN POCO DI STORIA:  IMPEGNI E PROTOCOLLI NON MANTENUTI

Il giudizio di Valutazione di Impatto Ambientale (VIA)  del Piano Regolatore del Porto,
Atto emanato ormai molti anni fa dal Ministero dell’Ambiente e mai attuato completamente: (pag. 54 del Decreto VIA 11 aprile 2006):” Per l’acquisizione di dati rappresentativi dell’inquinamento prodotto sulla qualità dell’aria dal traffico diretto ed indotto  dall’attività propriamente portuale sulla fascia  di probabile propagazione degli impatti dovrà essere posto in atto un programma di monitoraggio  esteso a tutta la fascia urbana  di possibile coinvolgimento in accordo con l’ARPAL;detto monitoraggio -da effettuarsi in continuo con postazioni fisse integrate da postazioni mobili gestite dal Proponente a titolo compensativo, individuate  con  particolare attenzione ai siti dove si prevede incremento delle emissioni-dovrà verificare l’attuale situazione ambientale della componente atmosfera nonché l’evolversi delle possibili variazioni determinate dall’attuazione del PRP per l’adozione delle eventuali misure di mitigazione;” 

Percorso di Agenda XXI - Piano Strategico (anno 2001)
Si tratta di un percorso di coinvolgimento della comunità locale spezzina avviato nel 2000 e concluso nel 2001 con un Piano di Azione condiviso dal Forum dei partecipanti al percorso.
Per il testo completo del Piano (di seguito PianoA21) vedi QUI
Andiamo a vedere i più importanti obiettivi del Piano e vediamo se le Amministrazioni succedutesi dal 2001 in poi le hanno rispettati:
1. Piano risanamento acustico aree portuali e retro portuali (pag. 45 Piano A21):MAI AVVIATO
2. Revisione della classificazione acustica del Porto commerciale da quella più permissiva (zona industriale) a quella con limiti di rumore più stringenti (zone ad alte intensità urbana) vedi pagina 53 del Piano A21:  MAI REALIZZATA


La Raccomandazione della UE del 8/5 /2006
Già nel 2006 la Commissione UE raccomandava (vedi qui) agli stati membri come metodo alternativo all’uso di combustibili marittimi più puliti quello dell’utilizzo di elettricità erogata da reti elettriche terrestri per le navi ormeggiate nei porti comunitari; in particolare per quei porti “in cui siano stati manifestati timori da parte del pubblico riguardo ad elevati livelli di inquinamento acustico, in particolare negli ormeggi situati nelle vicinanze di zone residenziali” .
Non solo ma questa Raccomandazione contiene in allegato precise specifiche tecniche per l’erogazione di elettricità, da rete elettriche terrestri, alle navi in ormeggio.
Inoltre la Raccomandazione dimostra l’utilità economica, alla luce del rispetto entro il 2010 dei nuovi vincoli di legge sulla qualità del combustibile marittimo, della scelta elettrica. Afferma la Raccomandazione: “I dati dimostrano che, erogando l’elettricità da terra, i benefici complessivi in termini monetari dovrebbero variare tra 103 e 284 milioni di EUR l’anno (con un tenore di zolfo pari allo 0,1 %). Tutto ciò si traduce in benefici per la salute umana e in una riduzione dei danni materiali grazie all’abbattimento delle emissioni inquinanti in atmosfera”,  aggiunge la Raccomandazione: “Il passaggio ad un sistema di erogazione di elettricità di questo tipo porterà anche altri vantaggi che non emergono dalle cifre riportate. Basti pensare che le emissioni di biossido di carbonio (CO2) si ridurranno di oltre il 50 %, il monossido di carbonio (CO) sarà abbattuto del 99 % circa e le emissioni di ossido nitroso (N20) diminuiranno di oltre il 50 %. Saranno
eliminate anche le vibrazioni e il rumore prodotto dai motori ausiliari che, in base a misurazioni effettuate nelle immediate vicinanze, si attesta sui 90-120 dB”.
Conclude la Raccomandazione: “per le navi con motori più grandi che approdano regolarmente nello stesso porto, l’erogazione di elettricità da terra dovrebbe essere un’opzione da preferire, sotto il profilo ambientale ed economico, rispetto all’impiego di combustibile contenente lo 0,1 % di zolfo. In termini economici, questo sistema di erogazione dovrebbe comportare un risparmio per le navi nuove che utilizzano combustibile a basso tenore di zolfo e che approdano regolarmente nello stesso porto, in particolare — ma non solo — in presenza di esenzioni fiscali come quelle consentite
dalla direttiva 2003/96/CE. Gli Stati membri e le autorità locali potrebbero voler prendere in esame altri strumenti per incentivare i porti ad investire nell’infrastruttura di erogazione dell’elettricità tramite allacciamento alle reti terrestri e a garantirne l’impiego.”

Il Protocollo d'intesa tra Regione Liguria e Autorità Portuali liguri (5/2008)
Il “Protocollo d'intesa tra Regione Liguria e Autorità Portuali liguri finalizzato alla gestione degli aspetti ambientali e la promozione della sostenibilità nel settore delle attività portuali. Mai attuato sicuramente a Spezia.


Protocollo del 2010 sulla elettrificazione dei porti
Il 2 Febbraio 2010 Autorità Portuale ed Enel SpA firmarono un protocollo con gli stessi obiettivi che doveva valere fino al giugno 2013. Questa data è stata ampiamente superata senza alcuna realizzazione di quanto contenuto in quel Procollo ormai vecchio di oltre 5 anni, quasi 6 possiamo dire.

Il nuovo Protocollo annunciato nel 2015
La Autorità Portuale annuncia per l’ennesima volta un progetto di elettrificazione del porto al fine di ridurre le emissioni da navi che attraccano ai moli spezzini ma anche dei mezzi di movimentazione che operano a terra nello scarico carico dei container.



L’ULTIMO  PROTOCOLLO FIRMATO OGGI
Ora arriva il nuovo Protocollo come abbiamo visto all’inizio del post.   Direte bene un piano a breve termine dopo tutti questi anni di attesa! No!

Il Protocollo prevede entro marzo 2019 l’elettrificazione del Molo Garibaldi. A scalare, nel momento in cui verranno fatti gli ampliamenti previsti dal PRP, verranno contestualmente elettrificate le altre banchine con un cronoprogramma che va dal 2020 al 2025. Della serie abbiamo da aspettare.
Ma allora uno pensa avranno studiato un regime per mettere sotto controllo le emissioni da qui al 2025 visto che si prevede una forte espansione del porto. Come affermato recentemente dalla Presidente della Autorità di Sistema Portuale: “A regime, intorno al 2020, si dovrebbe arrivare a circa due milioni e 500 mila contenitori all’anno” vedi QUI.
Niente controlli se non quelli, forse, di legge sui combustibili ma non  controlli specifici sulle emissioni delle navi e sui rischi che questi possono produrre sulla salute dei cittadini. 

Eppure si possono fare questi controlli come spiego subito



LA MANCANZA DI UN MONITORAGGIO SPECIFICO PER LE EMISSIONI DELLE NAVI NEI PORTI
La  normativa in materia prevede obblighi di campionamento e analisi solo sui combustibili marittimi.  Occorre invece introdurre anche nel nostro porto sistemi di monitoraggio, che utilizzando la normativa generale sulla qualità dell'aria, specifici sulle emissioni da navi. Si veda a titolo di esempio il progetto POSEIDON, coordinato dall’Istituto di scienze dell’atmosfera e del clima del Cnr (Isac-Cnr).  Il metodo di raccolta e analisi dei dati permette di isolare il contributo specifico delle emissioni navali dall’inquinamento atmosferico totale. Grazie all’elevata frequenza di campionamento, infatti, è possibile raccogliere prima, durante e dopo il passaggio di una nave tutte le informazioni su polveri sottili (pm2,5) e gas (ossidi di azoto e zolfo). Tale metodologia deve in particolare servire per valutare i picchi di emissioni al momento dell'arrivo e della partenza delle navi oltre che nella loro permanenza.
Per un approfondimento vedi 
QUI.

Un altro progetto correlato al Poseidon è il progetto CAIMANs (vedi 
QUI), per un approfondimento vedi QUI.

I due progetti sono  finanziati dal Programma europeo MED per la cooperazione territoriale, che lavorano sui porti di Venezia, Brindisi, Genova, Rijeka (Croazia), Patrasso (Grecia) e Marsiglia (F
rancia)


Infine…


LA NORMATIVA VIGENTE SUI COMBUSTIBILI MARITTIMI USATI SULLE BANCHINE PORTUALI,  PROTOCOLLI O MENO, È  RISPETTATA NEL NOSTRO PORTO?
Intanto sarebbe interessante capire se i limiti degli inquinanti (zolfo in primo luogo) presenti nei combustibili usati dalle navi che attraccano nel porto sono rispettati o meno.
Inoltre se la documentazione che dovrebbe accompagnare la gestione di detti combustibili e quindi dimostrare il rispetto di detta normativa, dovrebbe essere pubblicata e non la è.

Per capire quali documenti devono essere pubblicati leggete QUI.

Per analizzare le assurde motivazioni portate da Autorità Portuale e Capitaneria nel non rispettare i logor obblighi quanto meno di trasparenza, leggete QUI.



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