Dopo l’annuncio della
firma della Carta di Partenariato lo
scorso 14 maggio: "un impegno etico
e morale per la tutela del mare", arriva un altro Protocollo
(vedi QUI la notizia) in questo caso una sorta
di araba fenice che periodicamente risorge dalle proprie ceneri. Si tratta del
Protocollo per la elettrificazione del porto di Spezia al fine di limitare
drasticamente le emissioni dalle navi che attraccano nel porto.
Guarda caso firmato a
pochi giorni dalle elezioni ma si tratta di una roba vecchia più volte
riproposta e mai attuata nonostante quanto prevedono normativa e
buone pratiche nazionali e internazionali ormai da anni.
Insomma il Protocollo è presentato come se fosse chissà quale atto rivoluzionario quando invece è un atto dovuto e peraltro in ritardo e che comunque, come vedremo in questo post, rinvia la soluzione definitiva al 2025 e soprattutto non affronta alcune questioni decisive come il monitoraggio specifico delle emissioni da navi commerciali e da crociera che attraccano nel porto di Spezia, ma lo stesso potremmo dire per gli altri porti liguri ad esempio Savona.
INTANTO UN POCO DI STORIA: IMPEGNI E PROTOCOLLI NON MANTENUTI
Il giudizio di
Valutazione di Impatto Ambientale (VIA) del Piano Regolatore del Porto,
Atto emanato ormai molti
anni fa dal Ministero dell’Ambiente e mai attuato completamente: (pag. 54
del Decreto VIA 11 aprile 2006):” Per l’acquisizione di dati rappresentativi
dell’inquinamento prodotto sulla qualità dell’aria dal traffico diretto ed
indotto dall’attività propriamente portuale sulla fascia di
probabile propagazione degli impatti dovrà essere posto in atto un programma di
monitoraggio esteso a tutta la fascia urbana di possibile
coinvolgimento in accordo con l’ARPAL;detto monitoraggio -da effettuarsi in
continuo con postazioni fisse integrate da postazioni mobili gestite dal
Proponente a titolo compensativo, individuate con particolare
attenzione ai siti dove si prevede incremento delle emissioni-dovrà verificare
l’attuale situazione ambientale della componente atmosfera nonché l’evolversi
delle possibili variazioni determinate dall’attuazione del PRP per l’adozione
delle eventuali misure di mitigazione;”
Percorso di Agenda
XXI - Piano Strategico (anno 2001)
Si tratta di un percorso
di coinvolgimento della comunità locale spezzina avviato nel 2000 e concluso
nel 2001 con un Piano di Azione condiviso dal Forum dei partecipanti al
percorso.
Per il testo completo del
Piano (di seguito PianoA21) vedi QUI.
Andiamo a vedere i più
importanti obiettivi del Piano e vediamo se le Amministrazioni succedutesi
dal 2001 in poi le hanno rispettati:
1. Piano risanamento
acustico aree portuali e retro portuali (pag. 45 Piano A21):MAI AVVIATO
2. Revisione della
classificazione acustica del Porto commerciale da quella più permissiva (zona
industriale) a quella con limiti di rumore più stringenti (zone ad alte
intensità urbana) vedi pagina 53 del Piano A21: MAI REALIZZATA
La Raccomandazione
della UE del 8/5 /2006
Già nel 2006 la
Commissione UE raccomandava (vedi qui) agli
stati membri come metodo alternativo all’uso di combustibili marittimi più
puliti quello dell’utilizzo di elettricità erogata da reti elettriche terrestri
per le navi ormeggiate nei porti comunitari; in particolare per
quei porti “in cui siano stati manifestati timori da parte del
pubblico riguardo ad elevati livelli di inquinamento acustico, in
particolare negli ormeggi situati nelle vicinanze di zone residenziali” .
Non solo ma questa
Raccomandazione contiene in allegato precise specifiche tecniche per
l’erogazione di elettricità, da rete elettriche terrestri, alle navi
in ormeggio.
Inoltre la Raccomandazione
dimostra l’utilità economica, alla luce del rispetto entro il 2010 dei
nuovi vincoli di legge sulla qualità del combustibile marittimo, della scelta
elettrica. Afferma la Raccomandazione: “I
dati dimostrano che, erogando l’elettricità da terra, i benefici complessivi in
termini monetari dovrebbero variare tra 103 e 284 milioni di EUR l’anno (con un
tenore di zolfo pari allo 0,1 %). Tutto ciò si traduce in benefici per la
salute umana e in una riduzione dei danni materiali grazie all’abbattimento
delle emissioni inquinanti in atmosfera”, aggiunge la
Raccomandazione: “Il passaggio ad un sistema di erogazione di elettricità di
questo tipo porterà anche altri vantaggi che non emergono dalle cifre
riportate. Basti pensare che le emissioni di biossido di carbonio (CO2) si
ridurranno di oltre il 50 %, il monossido di carbonio (CO) sarà abbattuto del
99 % circa e le emissioni di ossido nitroso (N20) diminuiranno di oltre il 50
%. Saranno
eliminate anche le
vibrazioni e il rumore prodotto dai motori ausiliari che, in base a misurazioni
effettuate nelle immediate vicinanze, si attesta sui 90-120 dB”.
Conclude la
Raccomandazione: “per le navi con
motori più grandi che approdano regolarmente nello stesso porto,
l’erogazione di elettricità da terra dovrebbe essere un’opzione da
preferire, sotto il profilo ambientale ed economico, rispetto all’impiego di
combustibile contenente lo 0,1 % di zolfo. In termini economici, questo sistema
di erogazione dovrebbe comportare un risparmio per le navi nuove che utilizzano
combustibile a basso tenore di zolfo e che approdano regolarmente nello stesso
porto, in particolare — ma non solo — in presenza di
esenzioni fiscali come quelle consentite
dalla direttiva 2003/96/CE. Gli Stati membri e le
autorità locali potrebbero voler prendere in esame altri strumenti per
incentivare i porti ad investire nell’infrastruttura di erogazione
dell’elettricità tramite allacciamento alle reti terrestri e a garantirne
l’impiego.”
Il Protocollo d'intesa tra Regione Liguria e Autorità Portuali
liguri (5/2008)
Il “Protocollo d'intesa tra Regione Liguria e Autorità Portuali
liguri finalizzato alla gestione
degli aspetti ambientali e la promozione della sostenibilità nel settore delle
attività portuali. Mai attuato
sicuramente a Spezia.
Protocollo del 2010
sulla elettrificazione dei porti
Il 2 Febbraio 2010
Autorità Portuale ed Enel SpA firmarono un protocollo con gli stessi obiettivi
che doveva valere fino al giugno 2013. Questa data è stata ampiamente superata
senza alcuna realizzazione di quanto contenuto in quel Procollo ormai vecchio di
oltre 5 anni, quasi 6 possiamo dire.
Il nuovo Protocollo
annunciato nel 2015
La Autorità Portuale
annuncia per l’ennesima volta un progetto di elettrificazione del porto al fine
di ridurre le emissioni da navi che attraccano ai moli spezzini ma anche dei
mezzi di movimentazione che operano a terra nello scarico carico dei container.
L’ULTIMO
PROTOCOLLO FIRMATO OGGI
Ora arriva il nuovo
Protocollo come abbiamo visto all’inizio del post. Direte
bene un piano a breve termine dopo tutti questi anni di attesa! No!
Il Protocollo prevede
entro marzo 2019 l’elettrificazione del Molo Garibaldi. A scalare, nel momento
in cui verranno fatti gli ampliamenti previsti dal PRP, verranno
contestualmente elettrificate le altre banchine con un cronoprogramma che va dal
2020 al 2025. Della serie abbiamo da aspettare.
Ma allora uno pensa
avranno studiato un regime per mettere sotto controllo le emissioni da qui al
2025 visto che si prevede una forte espansione del porto. Come affermato
recentemente dalla Presidente della Autorità di Sistema Portuale: “A regime,
intorno al 2020, si dovrebbe arrivare a circa due milioni e 500 mila
contenitori all’anno” vedi QUI.
Niente controlli se non
quelli, forse, di legge sui combustibili ma non
controlli specifici sulle emissioni delle navi e sui rischi che questi
possono produrre sulla salute dei cittadini.
Eppure si possono fare questi
controlli come spiego subito
LA MANCANZA DI UN MONITORAGGIO SPECIFICO PER
LE EMISSIONI DELLE NAVI NEI PORTI
La normativa in materia prevede obblighi di
campionamento e analisi solo sui combustibili marittimi. Occorre invece
introdurre anche nel nostro porto sistemi di monitoraggio, che utilizzando la
normativa generale sulla qualità dell'aria, specifici sulle emissioni da navi.
Si veda a titolo di esempio il progetto POSEIDON, coordinato dall’Istituto
di scienze dell’atmosfera e del clima del Cnr (Isac-Cnr). Il metodo di
raccolta e analisi dei dati permette di isolare il contributo specifico
delle emissioni navali dall’inquinamento atmosferico totale. Grazie
all’elevata frequenza di campionamento, infatti, è possibile raccogliere prima,
durante e dopo il passaggio di una nave tutte le informazioni su polveri
sottili (pm2,5) e gas (ossidi di azoto e zolfo). Tale metodologia deve in
particolare servire per valutare i picchi di emissioni al momento dell'arrivo e
della partenza delle navi oltre che nella loro permanenza.
Per un approfondimento vedi QUI.
Un altro progetto correlato al Poseidon è il progetto CAIMANs (vedi QUI), per un approfondimento vedi QUI.
I due progetti sono finanziati dal Programma europeo MED per la cooperazione territoriale, che lavorano sui porti di Venezia, Brindisi, Genova, Rijeka (Croazia), Patrasso (Grecia) e Marsiglia (Francia)
Per un approfondimento vedi QUI.
Un altro progetto correlato al Poseidon è il progetto CAIMANs (vedi QUI), per un approfondimento vedi QUI.
I due progetti sono finanziati dal Programma europeo MED per la cooperazione territoriale, che lavorano sui porti di Venezia, Brindisi, Genova, Rijeka (Croazia), Patrasso (Grecia) e Marsiglia (Francia)
Infine…
LA NORMATIVA VIGENTE SUI
COMBUSTIBILI MARITTIMI USATI SULLE BANCHINE PORTUALI, PROTOCOLLI O MENO, È RISPETTATA NEL NOSTRO PORTO?
Intanto
sarebbe interessante capire se i limiti degli inquinanti (zolfo in primo luogo)
presenti nei combustibili usati dalle navi che attraccano nel porto sono
rispettati o meno.
Inoltre
se la documentazione che dovrebbe accompagnare la gestione di detti
combustibili e quindi dimostrare il rispetto di detta normativa, dovrebbe
essere pubblicata e non la è.
Per capire quali documenti
devono essere pubblicati leggete QUI.
Per analizzare le assurde
motivazioni portate da Autorità Portuale e Capitaneria nel non rispettare i
logor obblighi quanto meno di trasparenza, leggete QUI.
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