Dopo l’ultimo incendio all’impianto
di trattamento rifiuti in località Cerri di Follo (vedi QUI) la Provincia e i Sindaci
territorialmente interessati sono intervenuti con atti amministrativi.
La prima
con ordinanza (peraltro introvabile sull’Albo Pretorio) con la quale verrebbero
ridotte le quantità di rifiuti portati all’impianto, i secondi per tutelare la
salute dei cittadini sotto il profilo dell’uso di acqua di pozzi e prodotti
agricoli della zona.
Ora l’emergenza sanitaria,
prodotta dall’incendio, sembrerebbe superata e quindi le ordinanze sindacali
sospese. L’ordinanza della Provincia invece dovrebbe restare in vigore, anche
se per ora ne abbiamo avuto notizia solo sulla stampa locale nella migliore
tradizione di carenza di trasparenza e comunicazione degli enti pubblici
spezzini.
Tutto bene comunque? Non
direi proprio.
Voglio riportare di
seguito le prescrizioni (ancora in vigore) delle attuali autorizzazioni, rilasciate
dalla Provincia, all’impianto in oggetto:
a) lo stoccaggio dei
rifiuti potrà avvenire solo nelle aree individuate nella planimetria pervenuta
in data 18 aprile 2004
b) lo stoccaggio
all’esterno dei capannoni potrà avvenire solo in contenitori muniti di
copertura.
Ecco dopo aver letto
queste due prescrizioni guardate queste due foto
Le avete viste? Bene sono
foto di ieri e quindi l’impianto continua a non rispettare la prescrizioni
autorizzatorie e quindi a violare:
il comma 11 articolo 208
del DLgs 152/2006 : “11. L'autorizzazione
individua le condizioni e le prescrizioni necessarie… “
comma 4 articolo 256 del
DLgs 152/2006: “4..inosservanza delle
prescrizioni contenute o richiamate nelle autorizzazioni..”
Tutto ciò, le violazioni
di legge, prosegue da anni ed è stato ammesso dagli stessi rappresentanti della
ditta che gestisce l’impianto (vedi QUI).
Nonostante ciò l’impianto
è stato autorizzato nuovamente (vedi QUI) all’inizio del 2016 ed
ora arriva l’ordinanza della Provincia ma le violazioni delle prescrizioni
continuano senza che gli organi di controllo (Arpal, Provincia, Comune di
Follo, ASL) facciano nulla.
E pensare che la Provincia nella nuova autorizzazione di inizio 2016 affermava di subordinare la nuova
autorizzazione: "al rispetto di
tutte le prescrizioni riportate nelle Determinazioni Dirigenziali n.70 del
18/06/2008, n.41 del 26/03/2009, n.99 del 21/06/2012 e n. 216 del 09/04/2014"
cioè a quelle prescrizioni che ad oggi come ho dimostrato sopra continuano a
non essere rispettate e proprio per questo avrebbe dovuto comportare da tempo,
non il rilascio di una nuova autorizzazione, ma piuttosto l'avvio della
procedura di cui al comma 13 articolo 208 DLgs 152/2006:
a) alla diffida, stabilendo un termine entro il quale devono essere eliminate le inosservanze;
b) alla diffida e contestuale sospensione dell'autorizzazione per un tempo determinato, ove si manifestino situazioni di pericolo per la salute pubblica e per l'ambiente;
c) alla revoca dell'autorizzazione in caso di mancato adeguamento alle prescrizioni imposte con la diffida e in caso di reiterate violazioni che determinino situazione di pericolo per la salute pubblica e per l'ambiente.
a) alla diffida, stabilendo un termine entro il quale devono essere eliminate le inosservanze;
b) alla diffida e contestuale sospensione dell'autorizzazione per un tempo determinato, ove si manifestino situazioni di pericolo per la salute pubblica e per l'ambiente;
c) alla revoca dell'autorizzazione in caso di mancato adeguamento alle prescrizioni imposte con la diffida e in caso di reiterate violazioni che determinino situazione di pericolo per la salute pubblica e per l'ambiente.
In realtà il 3 aprile 2015
la Provincia aveva diffidato la ditta che gestisce l’impianto sulla base di un
verbale ispettivo del 18 marzo 2015 dove si rilevava la violazione delle
prescrizioni sulla copertura dei cassonetti e della loro collocazione in area
pavimentata. L’Arpal all’epoca non avevo “visto” invece la montagna di rifiuti
abbancati da mesi nei piazzali dell’impianto. Peccato perché l’accertamento di
questa violazione avrebbe sicuramente portato alla sospensione della
autorizzazione all’impianto visto il grave rischio ambientale che produceva.
Sono passati oltre due
anni dalla diffida della Provincia e l’impianto continua non rispettare la prescrizione per la quale i
gestori vennero diffidati.
Mi permetto quindi di
dubitare, dopo tutto quanto dimostrato sopra, che l’ordinanza della
Provincia dei giorni scorsi venga rispettata soprattutto in relazione al limite
sulle quantità di rifiuti che potranno entrare nell’impianto e ancora di più al
divieto di abbancarli impropriamente nei piazzali aumentando a dismisura sia il
rischio incendio che le emissioni odorigene e polverose in direzione dei
cittadini residenti.
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