domenica 7 maggio 2017

Il Waterfront del candidato spezzino del PD: il trucco sta nel metodo!

Ci risiamo, con la campagna elettorale ritornano i “voli” sul futuro del Waterfront di Spezia, per capire di cosa parliamo si veda la mappa del porto qui a fianco (area con numero 1).

Il candidato a sindaco del PD propone la sua idea di "waterfront slow", ma non servono le battute, le ideuzze affastellate in modo confuso come fa nel suo comunicato se non si chiariscono preliminarmente una serie di questioni fondamentali.

Le questioni sono le seguenti sinteticamente:

1. il metodo di valutazione di qualsiasi progetto di waterfront

2. la necessità che il metodo di valutazione si applichi a scenari alternativi

3. Il percorso partecipativo che deve accompagnare la fase di valutazione

4. il percorso decisionale amministrativo.
Su questo ultimo punto sarebbe interessante capire cosa pensa il candidato dei protocolli passati approvati dalla Autorità Portuale sulle modalità procedurali per approvare il progetto di Waterfront. Si vuole continuare nella logica di frammentazione dei progetti o si vuole vedere il Waterfront nella logica dell'area vasta del nostro territorio secondo gli indirizzi europei sulla pianificazione degli ambienti costieri, come ho riassunto QUI ?


D'altronde che la questioni poste sopra non siano frutto di mie interpretazioni lo dimostrano due fatti uno passato e uno recente: 

quello passato è nel documento che venne approvato nel 2011 dal Comitato Portuale 
dell'epoca sulle modalità procedurali per approvare il progetto di Waterfront in palese contrasto con il giudizio di Valutazione di Impatto Ambientale (VIA) sul Piano Regolatore del Porto (PRP) nonché la stessa delibera di approvazione del PRP da parte del Consiglio Regionale.

quello recente: il metodo di decisione adottato sul molo Garibaldi e il suo ampliamento: niente VAS, niente strumenti di pianificazione che definiscano le destinazioni funzionali di quell'area in rapporto all'area vasta ma un mero adeguamento tecnico funzionale del PRP vigente e ovviamente nessuna partecipazione del pubblico.


Insomma quello che si continua a dimenticare è che, in campo ambientale ed urbanistico, il metodo nasconde sempre la sostanza e sappiamo bene in cosa è consistita la sostanza fino ad ora nella pianificazione del nostro demanio portuale. Ne ho trattato a suo tempo QUI e  le ragioni di analisi critica,ivi esposte, sono tutt'ora valide.



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