Lo scorso Venerdì ,
invitato dai residenti della zona, sono stato nei pressi dell’impianto di messa in riserva con selezione, cernita,
recupero e stoccaggio di rifiuti pericolosi e non, ubicato in località Cerri
del Comune di Follo.
Le problematiche di
dubbia legittimità nelle autorizzazioni e nei controlli ma soprattutto nella gestione dell''impianto in oggetto, hanno portato i residenti ha presentare lo scorso 9 luglio 2015 un esposto alla procura del Tribunale della Spezia, vedi QUI.
Ma nonostante l'esposto e soprattutto il rinnovo dell’autorizzazione (a mio avviso con modalità del tutto illegittime, vedi QUI) avvenuto con provvedimento n. 92 del 19/1/2016 da parte
della Provincia, nulla sembra cambiato rispetto alla situazione che va avanti
ormai almeno da oltre un anno di violazioni palesi delle prescrizioni di legge
ed autorizzatorie nella totale assenza di intervento delle autorità preposte
sia amministrative (Provincia e Comune di Follo) che tecniche di controllo
(Arpal e Asl).
Vediamo perché: mettendo a
confronto le prescrizioni che dovrebbero essere teoricamente rispettate dal
gestore dell’impianto con le immagini della attuale gestione dell’impianto
riprese in area pubblica esterna all’area privata dell’impianto stesso.
Come afferma l’ultima
autorizzazione del 19 gennaio 2016 nel suo dispositivo, la stessa è subordinata
“ al rispetto di tutte le prescrizioni riportate nelle Determinazioni
Dirigenziali n.70 del 18/06/2008, n.41 del 26/03/2009, n.99 del 21/06/2012, n.
216 del 09/04/2014 e n. 476 del 23/07/2015”.
Quali erano le
prescrizioni principali contenute nelle autorizzazioni dal 2008 al 2015 e tutt'ora da rispettare? Vediamole
sinteticamente:
a) lo stoccaggio dei
rifiuti potrà avvenire solo nelle aree individuate nella planimetria pervenuta
in data 18 aprile 2004
b) lo stoccaggio
all’esterno dei capannoni potrà avvenire solo in contenitori muniti di
copertura
c) in caso di stoccaggio
esterno dei rifiuti, sia posta particolare attenzione alla raccolta delle acque
piovane al fine di evitare che le stesse, venendo a contatto con i rifiuti,
possano inquinare la falda o direttamente i corsi d’acqua,
d) lo stoccaggio esterno
comunque dovrà essere dotato di appositi sistemi di copertura e avvenire su
adeguata pavimentazione e non superare mai i limiti di quantità stoccabili;
e) non dovranno essere
mescolate diverse categorie di rifiuti pericolosi.
FOTO DELL'IMPIANTO DAL GENNAIO AL SETTEMBRE 2015
CONCLUSIONI
come si vede dal confronto tra le foto e le prescrizioni che dovrebbero essere rispettate la situazione continua ad essere la seguente:
1. tonnellate di rifiuti lasciati nel piazzale
2. una gran parte di questi rifiuti sono stati macinati creando una sorta di muro permanente e non rimosso
3. impossibilità di capire se sono stati o meno mescolati tipologie di rifiuti pericolosi diversi
4. assenza di contenitori coperti per i rifiuti all'esterno del capannone
5. assenza di intervento delle autorità preposte: Sindaco e Provincia.
Ironicamente, rispetto al quadro sopra descritto, la Diffida della Provincia della Spezia n. 209 del 3 Aprile 2015 si è limita a chiedere esplicitamente solo il rispetto dello stoccaggio dei contenitori all’esterno e la loro collocazione su superfici pavimentate dotate di regimazione delle acque. I cumuli di rifiuti stoccati nel piazzale all'aperto non esistono per la Provincia di Spezia, in compenso neppure lo stoccaggio dei contenitori esterni è a norma di legge come si vede con chiarezza dalle foto.
Non credo ci sia altro da aggiungere.
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